BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

… ma poi è giunto lo zingaretto

30 Agosto 2019 Criticarium Itaglia psico-dramma, quelli-del-PD

Dicevamo ieri che il bulletto ha aperto la strada… ma poi a continuarla, quella strada, è giunto lo zingaretto, che è un altro bulletto (per ora) senza steroidi.

(avvertenza: siccome youtube va alla vacca e non fa partire il video dal punto giusto, il compassionevole “io, e lo dico davanti a tutti e lo dirò per sempre…” lo trovate al minuto 12:48)

Il bulletto ha aperto la strada…

29 Agosto 2019 Criticarium Itaglia psico-dramma, quelli-del-PD, strenzi

Il bulletto ha aperto la strada…

(prove che il PD sia rimasto un partito demmerda letamaio non me ne servivano, tuttavia…)

al rifugio Auronzo un tabellone panoramico con 12 errori (una sorta di record)

27 Agosto 2019 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Turismo e dintorni cai, curiosando, refusi, scripta-manent

Abbiamo già detto del tabellone panoramico posto nei pressi del rifugio Auronzo e della Cresta Sigsmondi colà descritta. Fosse solo per questo nome storpiato, basterebbe un pizzico di buona volontà (una toppa) ed ecco apparire quello corretto: Zsigmondy (checcevò).

Tabellone panoramico a fianco del rifugio Auronzo

Ma di errori ce ne sono assai. Come dicevamo, i nostri, travolti da un impeto oronimico di rara esuberanza, hanno prodotto altre piccole perle che andiamo a elencare (vedi foto riassuntiva a fine articolo):

  1. no Cresta Sigsmondi ma Cresta Zsigmondy;
  2. il posizionamento della cresta non è corretto, indicando la parte terminale della medesima invece della sommità;
  3. il posizionamento del M. Popera è sbagliato (indica la sommità della Cresta Zsigmondy);
  4. l’indicazione M. Giralba di Sopra non ha senso in quanto il monte non si vede (quello indicato è il Popera);
  5. no Cima Berti ma Croda Berti;
  6. il posizionamento della Torre Graffer è sbagliato;
  7. il posizionamento del Campanile della Disgrazia è sbagliato;
  8. definire un “Gruppo Terze Clap-Siera” è del tutto velleitario considerato che l’unica ad essere visibile è la Terza Grande, mentre i Clap sono nascosti da questa e il Siera è ancora più in là;
  9. il posizionamento di questo fantomatico gruppo è comunque sbagliato essendo posto in corrispondenza delle Crode di Mezzodì;
  10. no Forcella Lavardet ma Forcella Valgrande;
  11. il posizionamento del M. Brentoni è impreciso, cadendo tra questo e la Cresta dei Castellati (cioè Forcella Brentoni);
  12. il posizionamento del M. Crissin è sbagliato, indicando la Cima Est del M. Pupera Valgrande (quello da me indicato è il Crissin d’Auronzo, poi a fianco si apprezzano sia quello di Gogna che quello di Laggio);

Inoltre:

  • non facendo parte della skyline, la Punta Bragagnina e il M. Tudaio risultano sostanzialmente non-posizionabili (la linea della Bragagnina è peraltro leggermente a sinistra rispetto alla sua posizione);
  • del Gruppo Croda dei Toni mancherebbe la Cima Sud (segnalata);
  • allo stesso modo ho segnalato le Crode di Mezzodì, il M. Cornon e la Cima est del Pupera Valgrande (volendo si può segnalare anche la Cresta dei Castellati);
  • non ho verificato le quote dei monti che mi sembrano ragionevoli (a parte i 2999 m della Cresta Zsigmondy che è evidentemente un copia-incolla non editato del primo elemento – le Tre Cime – che raggiungono i 2999 m);
  • sulla destra del tabellone, visto che si distinguono bene, ci potrebbero stare anche le indicazione del Bivera e del Clapsavon;

(eh lo so, lo so: quello di appiccicare i nomi giusti alle montagne può essere un lavoro di merda; bisognerebbe farlo fare a chi lo sa fare)

(non vi ho ancora detto che ad Auronzo c’è un caso di storpiatura di nomi e posizioni ancor più clamoroso? be’, ve l’ho detto ora!) 

il Rifugio Aorunzo e la Cresta Sigsmondi (povero Emil!)

26 Agosto 2019 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Turismo e dintorni cai, curiosando, refusi, scripta-manent

A fianco del Rifugio Aorunzo Auronzo, sul lato dal quale ha inizio la strada che lo collega al Rifugio Lavaredo, v’è un tabellone con foto panoramica, impreziosita da alcuni oronimi, di ciò che si rimira da quel punto.

Alla base del tabellone trovano posto anche i loghi della Repubblica italica, della Regione del Veneto, del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (regia regionale), del comune di Auronzo di Cadore – cui è associato quello di socio sostenitore del patrimonio Dolomiti-Unesco – e del Club Alpino Italiano Sezione Cadorina di Auronzo.

Giunto lì vicino ho fatto quello che faccio sempre: “Vediamo se almeno questa volta non hanno scritto puttanate strafalcioni”. La speranza era grande, non foss’altro che per l’estenuante via-vai di turisti/escursionisti cui il luogo è soggetto e verso i quali cotante istituzioni, così ben rappresentate in calce, dovrebbero avere l’obbligo di buona e corretta informazione. 

Speranza quanto mai vana, a quanto pare.

I nostri, dunque (che potrebbero anche essere soggetti diversi dalle istituzioni citate le quali, ribadisco, perlomeno quelle “locali”, dovrebbero sovrintendere alla buona qualità del prodotto finale destinato alla pubblicazione), nel cimentarsi con l’oronimia, arte che richiede piede fermo e assenza di vertigini, hanno buttato lì, con disinvolta indifferenza, nientepopodimeno che la Cresta Sigsmondi.

Il povero Emil, Emil Zsigmondy, alpinista viennese che ha dato il nome alla cresta e al quale, insieme ad Emilio Comici, è stato intitolato il rifugio che sorge ai piedi della parete nord della Croda dei Toni, deve aver avuto un leggero sussulto.

Non contenti di tutto ciò, i nostri hanno poi posizionato il segnaposto relativo alla cresta sulla parte terminale (nord) della medesima (la qual cosa ci può anche stare, per quanto il segnaposto indichi solitamente la sommità), mentre sulla sua parte sommitale – la cima della Cresta Zsigmondy – c’hanno messo un altro segnaposto con l’indicazione Monte Popera, che invece è quello di lato.

Ma i nostri, travolti da un impeto oronimico di rara esuberanza, hanno prodotto altre piccole perle che contiamo di illustrare in un prossimo post.

a Selva di Cadore, proprio dagli ultimi dati, il sole sorge ancora ad est

3 Agosto 2019 Cadore - Dolomiti, Giornalando, Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, giornalando, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

Ai microfoni di Telebelluno Dolomiti la sindaca di Selva di Cadore, tale Silvia Cestaro, ha affermato che:

Selva di Cadore, proprio dagli ultimi dati, dimostra come stagione invernale e stagione estiva si equiparino come numero di presenze

E, badate bene, pare proprio che la sindaca tragga forza dimostrativa “proprio dagli ultimi dati“. Ora, si dà il caso che a Selva di Cadore le stagioni turistiche invernali ed estive si equiparino da…

almeno 18 anni. 

Per rendersene conto basta consultare i dati riportati in un articolo del BLOZ del marzo 2014 – “Presenze invernali ed estive ad Auronzo di Cadore, Cortina d’Ampezzo e altre località bellunesi” -, nel quale si evidenziavano, per Selva di Cadore, le quote di presenze inverno/estate pari a 48,9% e 51,1% per il triennio 2011-2013 e pari a 48,7% e 51,3% per i 14 anni che vanno dal 2000 al 2013. In quell’articolo i valori anno per anno furono espressi solo per Auronzo e Cortina, vediamoli ora per Selva a partire dal 2005.

Nel 2005 le stagioni inverno/estate avevano una quota di presenze pari a 50,8% / 49,2%: quindi già allora le due stagioni si equiparavano. Nei successivi anni si vede sì un altalenarsi delle quote, ma sempre attorno al valore medio del 50%, tanto è vero che il valore medio del periodo considerato (2005-2018, 14 anni) è esattamente 50,0% (ovviamente per entrambe le stagioni). Si possono notare, per esempio, gli anni 2011 e 2014 nei quali le quote furono rispettivamente 49,8% / 50,2% e 50,6% / 49,4%, cioè quasi esattamente metà/metà. Ma anche nel 2018, con le quote a 48,2% e 51,8%, la situazione è sostanzialmente 50/50.

Chissà, forse la sindaca voleva dire che “proprio gli ultimi dati” confermano ciò che è vero da almeno 18 anni a questa parte: a Selva di Cadore stagione invernale e stagione estiva si equiparano. Tuttavia, il fatto che le due stagioni si equiparino anno per anno nulla toglie, per dire, alla perdita verificatasi per 4 anni di fila di più del 15% di presenze dal 2005 preso come anno base (2005=100), tanto che a fine 2018, sempre in riferimento al 2005, le presenze si trovano ancora sotto di un tre per cento.

(nota bene: la stagione invernale “vera” inizia a novembre di un anno e finisce in aprile dell’anno successivo; i dati sotto riportati considerano invece la stagione invernale comprendendo il periodo gennaio-aprile e novembre-dicembre dello stesso anno; il dato medio, tuttavia, sostanzialmente non cambia) 

Śuoghe, foto da Sentinel-2 dell’area incendiata il 30 giugno 2019

27 Luglio 2019 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Giornalando curiosando, giornalando

Vi ricordate l’incendio sviluppatosi il 30 giugno scorso, per taluni giornalai sul Col Rosà sopra Ospitale di Cadore per talaltri giornalai in… frazione Zuoghi?

Nella realtà l’area incendiata è parte della località denominata Śuoghe, tra i 1700 e i 2000 m d’altitudine, posta a nord dell’albergo/ristorante Rifugio Ospitale (Ospitale d’Ampezzo), il quale si trova lungo la strada statale 51 che collega Cortina d’Ampezzo con Dobbiaco, tra Podestagno e Cimabanche.

Dopo tante giornate nuvolose passate da quell’evento, il 23 luglio scorso Sentinel-2 ci ha fornito le foto dell’area sgombra da nuvole. Così, come per le foto delle aree schiantate da Vaia già proposte, ecco un confronto del luogo prima e dopo l’incendio (le aree rosa lungo la statale 51 sono aree schiantate da Vaia).

(altre foto della medesima area elaborate da Sentienel-2 in varie bande spettrali sono a disposizione qui)

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