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dall’autonomia infradito a quella infraculo

26 Luglio 2019 Autonomia, Criticarium Itaglia 5stalle, autonomia, M5S, regional-politik, regione-veneto, verso-il-default

Dall’autonomia infradito a quella infraculo… è un attimo. Lo sanno anche gli orsi polari, perlomeno quelli che si son letti la Costituzione italiana, che il 116.3 prevede che l’intesa riguardante la formulazione dell’autonomia differenziata sia tra Governo e Regione interessata. E’ una trattativa a due: la Regione interessata e il Governo. Punto.

Ed è altrettanto chiaro (sempre per l’articolo 116.3), lo sanno anche tutte le specie di krill, che il Parlamento è chiamato, dopo l’intesa Stato-Regione, ad approvare o respingere la medesima. Ma un conto è approvare o meno un’intesa raggiunta (se si raggiunge), un conto è pretendere che il Parlamento si metta a modificarla.

Gonde dice invece che “il Parlamento non può essere coinvolto solo al termine del procedimento, con il rischio di essere posto davanti all’alternativa prendere o lasciare”.

Capite dunque che se, sempre Gonde che parla:

Nel percorso del regionalismo differenziato, al contrario, le Camere dovranno assumere un ruolo primario prima della sottoscrizione finale dell’intesa.

sarà più facile vedere un cammello passare per la cruna di un ago che il sorgere di una qualunque forma di autonomia differenziata. Tanto più ora che i 5stalle, sempre per bocca del Presidente del Consiglio, negando in un soffio anni di acerrime battaglie a sostegno del NO-TAV, si sono convertiti d’impeto al SI-TAV.

Autonomia in infradito

23 Luglio 2019 Autonomia, Criticarium Itaglia autonomia, M5S, regional-politik, regione-veneto, verso-il-default

Quello sull’autonomia differenziata sta diventando uno spettacolo balneare “alla Vanzina”. A fare la parte dei pagliacci straccioni e senza argomentazioni gli ormai indefinibili 5stalle, che da possibile prodotto bio nel panorama politico italiano si sono rivelati stallatico purissimo (per dire, l’ultima puttanata appena sfornata: il mandato sottozero (non lincabile per pudore)).

Mi son letto chili e chili di materiale sull’autonomia differenziata da averne a noia. Dolci o amare che fossero, mi sono preso tutte le pillole elargite da  Bertolissi, Antonini, Giovanardi, Stevanato: non proprio boutade da comizio pre elettorale. Da ciò mi sono convinto che – vestendo i panni della realpolitik – l’autonomia “di Zaia” è l’unica forma di autonomia praticabile nel letamaio italico così com’è oggi configurato.

Tuttavia, partendo da Salvini e dalle sue dichiarazioni (annunci natalizi?) di fine anno sull’autonomia “pronta per la primavera” (e all’equinozio di primavera è già seguito il solstizio d’estate), per arrivare al balletto degli “scappati di casa” pentastallati (stallati, afferenti la stalla), passando alle dichiarazioni di associazioni del peso della bocciofila di Roccofritto, si profilerebbe all’orizzonte un’autonomia in infradito (espressione già cara al nostro).

per cento, per mille, per bacco!

20 Luglio 2019 Curiosando, Giornalando curiosando, demografia, giornalando

Ciò che segue è da rubricarsi tra le curiosità. Dunque, leggo sul numero 29 (18 luglio 2019) dell’Amico del Popolo che “La popolazione del Veneto torna a crescere” e… mi incuriosisco. Non tanto per l’affermazione che è vera, quanto per la dimensione della crescita. Avendo preso per mano i dati Istat pubblicati il 3 luglio per confezionare il mio solito articolo di cronaca nera “Cadore, bilancio demografico 2018“, che riporta anche il dato riguardante il Veneto nel suo insieme (+0,4 per mille), noto l’incongruenza con quello riportato sull’Amico che dà una crescita della popolazione veneta pari a 1,1 per mille (d’ora in poi ‰), 2,75 volte superiore.

Nel dare questo dato l’Amico fa riferimento a una statistica flash della Regione Veneto, datata 28 giugno 2019, nella quale si dice che il dato (stimato) per la popolazione veneta a fine 2018 sarebbe “4milioni 910,4mila residenti”, dando così luogo a una differenza rispetto all’anno precedente di “oltre 5000 persone” che comporta un tasso di crescita di 1,1 ‰. Va detto che le elaborazioni dell’Ufficio di Statisitica della Regione Veneto si basano su dati Istat, come è sempre riportato nelle pubblicazioni.  

Nel dare i dati a livello comunale l’Amico si basa invece sulla pubblicazione Istat del 3 luglio 2019, con dati sempre provvisori, nella quale ci sono ovviamente anche i dati del Veneto, che sono poi quelli da me utilizzati per elaborare i dati contenuti nell’articolo precedentemente lincato, dai quali si desume un aumento di 2132 persone per un tasso di 0,4‰.

Sappiate, dunque, che se fate affidamento alla statistica della Regione Veneto pubblicata il 28 giugno 2019 – che basa le proprie elaborazioni su dati Istat – l’aumento della popolazione è del 1,1‰. Se invece vi volete fidare di quella Istat pubblicata il 3 luglio 2019 – che si basa su dati… Istat 🙂 – l’aumento della popolazione veneta sarebbe 2,75 volte inferiore, attestandosi a 0,4‰.

In ambedue i casi, va ribadito, i dati sarebbero “stimati” per la Regione Veneto (che si basa su dati Istat) e “provvisori” per l’Istat (che si basa su dati Istat).

(ovviamente il dato dichiarato come “provvisorio” dall’Istat non implica che la popolazione della Sicilia potrebbe raddoppiare una volta consolidati i dati, si tratta sempre di piccoli aggiustamenti; per esempio, se si interroga il bilancio demografico mensile per Auronzo e Cortina, si noterà che la serie si ferma a settembre: evidentemente c’è qualche problema sui dati mancanti e, quindi, si sarà proceduto stimando i medesimi e dando luogo alla status di “provvisorio”)

Vada come vada, delle 22.500 persone perse dal Veneto nei tre anni precedenti se ne dovrebbe recuperare una fettina (vedremo poi di che consistenza definitiva).

Al balletto dei dati, se così si può definire, tra Regione Veneto e Istat, dà il proprio contributo anche l’Amico del Popolo che incorre in un refuso che, però, pesa per un ordine di grandezza (il diverbio Regione/Istat ha un fattore 2,75). Nella didascalia di p. 5 che illustra la tabella dati si legge

[…] Mentre la popolazione italiana diminuisce dello 0,2 per cento, il Veneto è in controtendenza (più 1,1 per cento). 

Per bacco, non è l’ 1,1 per cento ma l’ 1,1 per mille.

(ma anche all’Istat non è tutto oro ciò che luccica: nel bilancio demografico 2018 la popolazione residente al 1° gennaio 2018 viene data a 4.903.722 individui; nel bilancio 2017 la popolazione al 31 dicembre 2017, cioè al 1° gennaio 2018, è invece individuata in 4.905.037 individui. Ok, capisco la provvisorietà dei dati finali, ma quelli iniziali dovrebbero essere ormai consolidati… Ma così è, se vi pare) 

San Tomaso, escursionista bloccata dagli schianti (su sentiero dichiarato dal Cai percorribile… ma non troppo)

19 Luglio 2019 Cadore - Dolomiti, Curiosando cai, curiosando, sentieri, tempesta-vento

E’ un po’ come l’indicazione per i tempi musicali: allegro ma non troppo. Vediamo. 

Nei giorni scorsi quelli del Soccorso alpino  l’avevano detto: prima di partire per sentieri consultate il sito del Cai Veneto per verificarne la percorribilità. Non sappiamo se l’escursionista tedesca che, mentre stava percorrendo il sentiero 623 verso San Tomaso, s’è trovata “in mezzo agli alberi abbattuti da Vaia” (dalle cui grinfie è stata tratta in salvo con un verricello di 40 m) abbia consultato il sito del Cai Veneto, ma se l’avesse fatto si sarebbe trovata di fronte alla seguente situazione.

I riferimenti sono al sentiero 623 da Pian Molin – Costoia a Forcella S’ciota che nelle Informazioni percorribilità riporta, con data aggiornata al 03-luglio-2019, la seguente dicitura:

Un classico caso di italianese: lo si dichiara percorribile, tra l’altro in colore verde speranza, e si spiega anche perché lo sia: “perché bonificata la prima metà del tracciato“. Ma il percorribile, nelle intenzioni, non è il sentiero 623 ma “la prima metà del suo tracciato” (questa sarebbe la parte Percorribile…). Poi però ti buttano lì un “da verificare parte alta“, così, sospeso in forma limbica (e questa, col senno di poi, sarebbe la parte …ma non troppo).

(“prima metà del tracciato” e “parte alta” sono categorie dello spirito, che non funzionano molto bene se inserite in uno strumento informativo rivolto all’escursionista. La comunicazione sarebbe stata più efficace, ad esempio, ricorrendo ad un uso appropriato della punteggiatura: “Percorribile, perché bonificata, la prima metà del tracciato””; meglio ancora: “Percorribile la prima metà del tracciato (perché bonificata)”, ancorché il sapere che è stata bonificata non aggiunga nulla all’informazione)

Nel caso di specie un papuano (abitante della Papua Nuova Guinea) avrebbe scritto “percorribile da lì a là” (magari mettendoci una quotina: quelle cose che servono ad indicare l’altezza sopra il livello del mare); aggiungendo “lo stato di percorribilità della restante parte del tracciato non è al momento conosciuto”. 

Il sentiero 623, Pian Molin – Costoia / Forcella S’ciota, un sentiero percorribile… ma non troppo!

ESCURSIONISTA BLOCCATA DAGLI SCHIANTI
SAN TOMASO  Ieri attorno alle 17.30 un’escursionista tedesca di 49 anni ha contattato il 118, poiché si trovava in difficoltà, dopo una lunga camminata. Partita da Rocca Pietore, la donna era salita al Sasso Bianco, aveva svalicato e stava percorrendo il sentiero numero 623 verso San Tomaso Agordino, quando si era trovata in mezzo agli alberi abbattuti da Vaia e non era più stata in grado di procedere, molto affaticata dal lungo tragitto appena superato. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è quindi intervenuto e, dopo averla individuata in località Marzola, la ha recuperata con un verricello di 40 metri per trasportarla a valle. Preallertato il Soccorso alpino della Val Biois. (Radiopiù) 

AAA cercasi Bolzano stand alone (della solidità finanziaria della provincia di BZ)

16 Luglio 2019 Autonomia, Criticarium Itaglia autonomia, regione-veneto, trentino-alto-adige, verso-il-default

Mentre gli italioti, affondando, sembra non abbiano altro desiderio che portare con sé anche chi (Lom-Ven-ER), chiedendo sia applicata la costituzionale autonomia differenziata, intende far di tutto per galleggiare, in una terra lontana…

Per la prima volta Fitch Ratings valuta la solidità finanziaria della Provincia di Bolzano senza legarla al sistema-Italia. Il rating “stand alone” è da AAA, quello “tradizionale” è A-.

(l’Italia, da Fitch, è classificata BBB-)

Rating tripla A alla provincia di Bolzano (notizia del 16-07-2019 dal sito Provincia autonoma di Bolzano)

alloggi Airbnb in provincia di Belluno (Lozzo ne ha 20,9 ogni mille abitazioni)

15 Luglio 2019 Curiosando, Turismo e dintorni airbnb-style, curiosando, fare-turismo, ricettività-turistica, turisticando

Info Data de Il Sole 24 Ore ha pubblicato i dati relativi alla diffusione degli alloggi Airbnb in Italia. Di seguito la mappa interattiva (qui l’immagine nel caso la mappa avesse il singhiozzo) con i dati relativi alla provincia di Belluno.

Lozzo avrebbe 20,9 alloggi ogni mille abitazioni, un po’ più della media nazionale che è di 15,9. Vigo (10,8) è invece sotto la media nazionale (unico comune del Cadore); Domegge (16,0) e Calalzo (18,0) appena sopra;  poi ci sono  Auronzo (37,2), Cortina (117,7), Borca (143,6) e… Perarolo (79,8) e… Cibiana (100,5) (i dati si visualizzano passando il cursore sopra i singoli comuni).

(del resto lo vado dicendo da un po’ che “più del geranio potrà Airbnb“)

Mappa sulla quale le aree in arancione sono quelle in cui l’incidenza supera la media nazionale di 15,93 alloggi in affitto su Airbnb ogni mille abitazioni. Mentre quelle in azzurro presentano una concentrazione inferiore. L’arancione più scuro indica tutti quei comuni in cui viene superata l’incidenza di 100 alloggi sulla piattaforma ogni mille case abitate.

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