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EFAS (European Flood Awareness System) un nuovo gingillo meteoammiccante

1 Febbraio 2019 Ambiente, Curiosando, Dati e numeri utili, Notifica delibere curiosando, dati-numeri-utili

Ogni tanto il baldraccone europoide sforna qualcosa che sembra avere una qualche utilità. C’è un nuovo gingillo (c’era anche prima ma ora è più meglio), l’EFAS (European Flood Awareness System) – inondiamoci consapevolmente – con la sua articolata e affascinante emanazione mappale. Non ho ancora capito perché la maggior parte dell’Italia, Veneto compreso, non faccia parte delle EFAS Partner Regions (la porzione di mappa qui pubblicata illustra proprio questo “elemento”) ma tant’è. A parte il settore “flood” ci sono un sacco di parametri con cui gingillarsi!

screenshot mappa EFAS

 

in Centro Cadore la pulizia dei boschi la coordina lo Spirito Cufoleto

26 Gennaio 2019 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti comunità-montana, cronache-lozzesi, regional-politik, sindakos, tempesta-vento

A tre secoli da Vaia (ricorderete che Madre Natura, quel giorno, s’è scaccolata un po’…), il commissario supremo in capo alla super-iper-extra ricognizione e coordinamento delle attività post ciclone-tempesta-extra-tropicale, tale Zaia, ha estratto la spada ed ha provveduto ad attribuire, il 23 gennaio ultimo scorso, ad alcuni sindaci, la  “funzione di Soggetti attuatori per le “l’attuazione delle operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti”.

Ieri, il nostro, ha riestratto la spada e toccato altri baldi sindaci – questa volta dell’agordino – conferendo loro, di fronte alla “schiantitudine”, pari dignità.

Dice l’ordinanza che, ora, essi sindaci, “dovranno provvedere alla rimozione degli alberi abbattuti ubicati negli ambiti territoriali del rispettivo Comune (….) qualunque sia la proprietà (regoliera, comunale o privata) nonché degli alberi di proprietà comunale eventualmente ricadenti nel territorio amministrativo di altri comuni”.

Inoltre, chiarisce la nota, “I sindaci potranno ovviamente agire “in deroga” sulla base della vigenti normative di Protezione Civile, motivando le decisioni che si rendessero necessario nel periodo emergenziale e dandone comunicazione al Commissario Zaia.”

Va detto che l’ordinanza della Protezione Civile n. 558 che ha per oggetto “Primi interventi urgenti di protezione in conseguenza degli eccezionali eventi bla bla bla” e che illustra le possibili azioni in deroga (tutte, a parte le attività nelle quali ci sia presenza di amianto) è stata diramata il 15 novembre 2018. Essa, però, prevedeva, oltre alla figura del commissario attribuita ai governatori delle regioni colpite, anche quella dei “soggetti attuatori“… ed è qui che casca sempre l’asino.

Come che sia, per il Centro Cadore, a quanto si legge, fatta eccezione per Pieve, nessun altro sindaco è stato insignito della funzione di Gran figl di put gran attuator degli schiant (semicit. Fantozzi). Per il momento, in attesa che i sindaci si gonfino di coraggio ed accettino l’investitura, ci dovremmo accontentare, come soggetto attuatore, dello Spirito Cufoleto. Evidentemente, quassù in riviera il vento ci ha solo accarezzato.

Schianti, Lozzo di Cadore, località Riva/Sorasale

Comunicato stampa della Giunta regionale Veneto:

Il Commissario delegato per gli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il Veneto fra ottobre e novembre 2018, Luca Zaia, ha attribuito oggi con propria ordinanza ai sindaci dei comuni bellunesi di Agordo, Alleghe, Canale d’Agordo, Cencenighe, Colle Santa Lucia, Falcade, Gosaldo, La Valle Agordina, Rivamonte Agordino, Taibon Agordino, Vallada Agordina, Voltago Agordino, la funzione di Soggetti attuatori per le “l’attuazione delle operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti”.

La decisione è stata adottata, con i poteri commissariali, anche sulla base di una relazione svolta dal dott. Fabrizio Stella, che individua nell’operatività della figura del Sindaco quale Soggetto attuatore in questo ambito “la via privilegiata per la soluzione più organica, diretta e rapida delle operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti, anche in considerazione delle specifica conoscenza del territorio da parte del Sindaco stesso e permette altresì lo snellimento delle procedure autorizzative collegate a tutte le relative operazioni”.

Va sottolineato che, con l’ordinanza n. 1 del 23 gennaio 2019, sulla base delle richieste giunte da alcuni Sindaci della Provincia di Belluno e di Vicenza, il Commissario aveva già proceduto a dare tali funzioni ai primi cittadini dei comuni di Pieve di Cadore (BL), Roana (VI), Enego (VI), San Pietro di Cadore(BL), Santo Stefano di Cadore (BL), San Tomaso Agordino (BL), Gallio (VI), Asiago (VI), Vodo di Cadore (BL), Borca di Cadore (BL) e Cibiana di Cadore (BL), e, viste ulteriori istanze giunte nel frattempo, anche i Sindaci dei Comuni di Val di Zoldo (BL), San Vito di Cadore (BL), Rotzo (VI), Selva di Cadore (BL).

I Sindaci dei Comuni di Rocca Pietore e Livinallongo avevano invece espressamente richiesto, vista la specificità delle conseguenze dei fenomeni di maltempo sul loro territorio, di non ricevere tale incarico, affidandosi alla struttura del Commissario per qualsiasi intervento.

I Sindaci, dice l’ordinanza, “dovranno provvedere alla rimozione degli alberi abbattuti ubicati negli ambiti territoriali del rispettivo Comune (….) qualunque sia la proprietà (regoliera, comunale o privata) nonché degli alberi di proprietà comunale eventualmente ricadenti nel territorio amministrativo di altri comuni”. “Nelle more dell’eventuale finanziamento che si rendesse necessario”, prosegue l’ordinanza del Commissario Zaia, “i Sindaci possono svolgere le attività che competono anche facendovi fronte con proprie risorse di bilancio”. I sindaci potranno ovviamente agire “in deroga” sulla base della vigenti normative di Protezione Civile, motivando le decisioni che si rendessero necessario nel periodo emergenziale e dandone comunicazione al Commissario Zaia.

Resta ovviamente in capo al dott. Fabrizio Stella, quale Soggetto attuatore del Settore individuato con la prima ordinanza del Commissario, “l’attività di elaborazione degli strumenti cartografici mediante georeferenziazione e fotointerpretazione delle aree disastrate” e a lui i Sindaci dovranno riferire su “tutte le attività svolte e che si svolgeranno sul proprio territorio” allo scopo di aggiornamento dei dati complessivi relativi alle aree disastrate”.

“Comprendo e faccio mie le preoccupazioni dei sindaci per la grave situazione che si è venuta a determinare nelle nostre montagne e assicuro che stiamo lavorando senza soluzione di continuità per affrontare le gravissime ferite che la tempesta perfetta ha inferto a un territorio già fragilissimo e provato – commenta il commissario Zaia – ma siccome le foreste non si ricreano con le polemiche, a fronte di qualche amministrazione comunale che si è lamentata della tempistica con cui si sta procedendo, ho pensato di dare anche ad altri Sindaci quei poteri che consentiranno loro di affrontare direttamente le problematiche in base alla specificità dei territori che amministrano”.

“Molti primi cittadini del Bellunese e del Vicentino, con grande senso di responsabilità e mostrando un attaccamento vero e sincero ai cittadini e ai loro territori – prosegue il Commissario – mi avevano già chiesto di poter diventare soggetti attuatori, così da ridurre la catena burocratica e rendere più veloce anche l’azione del Commissario. Visto che i risultati si sono mostrati più che positivi, ho pensato bene di nominare Soggetti attuatori, ope legis, anche i sindaci dell’Agordino”.

“Per quanto riguarda spese e finanziamenti – conclude il Commissario – entro una decina di giorni la Regione avrà contezza della disponibilità economica che, come è stato assicurato in più occasioni, sarà sufficiente per effettuare gli interventi di pulizia. Il dott. Stella è costantemente sul territorio e a disposizione dei sindaci e delle comunità montane, con i quali ha un rapporto pressoché continuo”.

Comunicato n. 101 – 2019 (PRESIDENTE/MALTEMPO)

Ricognizione della percorribilità degli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore

22 Gennaio 2019 Cadore - Dolomiti, Mondo Ladino, Turismo e dintorni cai-lozzo, noi-ladini, sentieri, turismo-cadorino

Il Parco sentieristico Terre Alte di Lozzo di Cadore è nato per salvare dall’abbandono la rete sentieristica del nostro territorio. Si è sviluppato in una prima fase tra il 1985 e il 1990, il Primo Piano Sentieri, alla quale è seguita una seconda fase tra il 2002 e il 2004, il Secondo Piano Sentieri, che ha portato, anche, alla realizzazione degli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore, un prodotto/servizio per l’escursionista preparato (insomma, un insieme di percorsi… per molti ma non per tutti).

Deve essere chiaro che l’esistenza di un prodotto/servizio escursionistico, come può essere eventualmente inteso l’insieme di percorsi che costituiscono gli Anelli e Vie, ma in generale qualunque altro percorso del Parco Sentieristico, va ricondotto ad una conseguenza collaterale di un ben più vasto e profondo progetto incardinato sui Segni dell’uomo nelle Terre Alte, progetto che ha come elemento prìncipe il Sentiero e che ha la finalità di salvare dall’abbandono la rete sentieristica “di un tempo” e, più in generale, di documentare i segni dell’attività dell’uomo sul nostro territorio nella loro evoluzione storica.

Detto tutto ciò, segnalo che ho preparato una mappa della percorribilità degli Anelli e Vie sulla quale (vedi discorsi già fatti qui e quo) ho riportato puntualmente gli “ostacoli” trovati percorrendo i singoli anelli. Al momento le condizioni stagionali hanno permesso la mappatura degli anelli 5, 8, 11, 13, 14, 28, 33 e 67, mentre sono da mappare i restanti 4, 16, 45, 50, 54, 63, 69. Le foto servono a dare un’idea del tipo di eventuale intervento di ripristino. I tratti con sottofondo in verde sono percorribili anche se presentano schianti a terra, essendo questi facilmente bypassabili; i tratti con sottofondo in rosso non sono percorribili e coincidono solitamente con aree più o meno vaste di schianti “affastellati”; i tratti in nero sono in attesa di ricognizione.

Visualizza a schermo intero

l canzel de Costa

20 Gennaio 2019 Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, tempesta-vento

A rigore il canzel sarebbe riferito alle taie (in italico chiamate… taglie) ma qui siamo ancora di fronte alle piante da depezzare. Ciadastra (in italico… catasta) sarebbe allora nome più consono allo stato delle cose. Ma ciadastra è nome che non mi piace. E così è stato canzel. Messe da parte le “sottigliezze” linguistiche, il lavoro di esbosco a Riva/Sorasale procede.

Canzel de taie a Costa (un volto diverso della tempesta Vaia...)

canzel de taie a Costa

Cai Veneto e percorribilità dei sentieri (siamo una squadra fortissimi!)

8 Gennaio 2019 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni cai, cai-lozzo, sentieri, tempesta-vento, turisticando

Sulla homepage del Cai Veneto c’è un link tanto ovvio quanto utile, “Verifica la percorribilità dei sentieri del Veneto cliccando qui“, che rimanda a un foglio elettronico su Google Docs. Utilità che dopo il passaggio di Vaia non occorre certo rimarcare. Come sempre in queste circostanze, c’è chi fa e chi non fa, avendo le proprie ragioni (o anche non avendole per niente).

Tra le belle addormentate c’è per esempio la sezione di Cortina, lo stato dei cui sentieri è “in bianco”, immacolato come la Santa Vergine. Anche la sezione di Lorenzago è al momento muta, mentre quella di Calalzo ha emesso due vagiti: uno sul 262 (percorribile), l’altro sul 227 (da verificare); per gli altri sentieri (in bianco) varrà la regola del gatto di Schrödinger?  

Quella di Lozzo (o chi per essa) ha emesso un solo vagito, aggiornato all’ 11 dicembre 2018: 266 da sistemare (il resto è in bianco). Eppure la medesima sezione ci ha informati, tramite il Bollettino parrocchiale di Natale, che per i tratti di competenza tutti i sentieri sono ora percorribili tranne il 271, il tratto del 268 dal Casone di Ciampeviei al confine comunale, il tratto del 1262 dall’incrocio con il 271 al Casone di Valsalega (peraltro chiuso da 4 anni per frana).

E’ un bene che l’informazione della riconquistata percorribilità dei sentieri lozzesi sia giunta ai lettori del bollettino parrocchiale; sarebbe ancora meglio se apparisse sul documento del Cai Veneto citato in apertura (così, oltre ai mosite, anche le vongole potrebbero trarne un qualche vantaggio). Della lunga “catena di comando” non so se l’anello debole sia locale o veneto (se uno manda i dati ma i medesimi non vengono inseriti…), ma tant’è.

Va detto che le sezioni di Auronzo, Domegge, Pieve e Vigo (ma anche San Vito e Valcomelico), pur con vari “da verificare”, si sono attivate fornendo le informazioni richieste e rendendo quindi il quadro complessivo della percorribilità dei sentieri meno fosco.

(a margine di tutto ciò rilevo inoltre che, anche sul sito del Cai Veneto, i chilometri attribuiti ai sentieri alpini del territorio di competenza lozzese sono 28,1 e non 35 🙂 : vedi “mamma, mi si sono allungati i sentieri“)

screenshot da homepage del sito Cai Veneto

Riva: l’esbosco procede (e risorgerà più bella e più superba che pria)

26 Dicembre 2018 Cadore - Dolomiti, Curiosando cronache-lozzesi, curiosando, tempesta-vento

Riva: esbosco degli schianti da vento del 29 ottobre 2018; sotto qualcosa s'è fatto... :-)
Riva: esbosco degli schianti da vento del 29 ottobre 2018; sotto qualcosa s’è fatto… 🙂
Riva: esbosco degli schianti da vento del 29 ottobre 2018; sopra... ci stanno arrivando...
Riva: esbosco degli schianti da vento del 29 ottobre 2018; sopra… ci stanno arrivando…
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