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Lozzo di Cadore: vi presento il ‘vostro sindaco’ /1

27 Dicembre 2011 Botanico Palazzo, Criticarium bolcom, correttezza-istituzionale, della-confutazione, local-politik, minoranza, propaganda, tra-le-righe

Alle ultimissime elezioni amministrative abbiamo assistito a livello nazionale a quel sudicio gioco in cui il sindaco eletto faceva la sua rituale, becera e populista dichiarazione : “Sarò il sindaco di tutti i milanesi, napoletani ecc”. Allo sport si sono cimentate anche emerite teste di birillo di buon peso politico (Pisapii, De Magistrii ecc.).

La normativa impone che il sindaco sia eletto con il 50% +1 dei voti. Istituzionalmente quindi, uno può anche dire la fesseria “Sarò il sindaco di tutti i …”. E’ evidente che quando un sindaco si mette la fascia tricolore e va a leccaculare il Napo capo di turno, o presenzia un avvicendamento prefettizio, possa anche essere considerato (al limite) come rappresentante “di tutti i cittadini”. Ma politicamente, qualcuno dovrebbe spiegare come fa un tizio ad essere il sindaco del 50% -1 di gente che non l’ha votato, senza mortificare il 50% +1 di gente che l’ha votato.

Venendo al nostro pollaio, sull’ultimo bolcom, il buon-natalino (Christmas edition), il primo cittadino di Lozzo di Cadore si è pomposamente autodefinito come “il vostro sindaco“. E’ vero che il messaggio cui ha posto in calce tale preziosa autocelebrazione è di carattere natalizio, ma è altrettanto vero che il veicolo è il bolcom , ossia un foglio di propaganda elettoralistica della maggioranza (Min.Cul.Loz). Se il foglio fosse aperto al contributo della minoranza, tale per cui anche quest’ultima avesse potuto porgere alla cittadinanza il proprio augurio, dichiarandosi essa stessa “vostra“, perché istituzionalmente è altrettanto vero, la pretesa del primo cittadino sarebbe stata digeribile. Ma così non è stato.

La legge elettorale stabilisce le regole per le quali un tizio può essere dichiarato sindaco, un altro può essere dichiarato consigliere di maggioranza, un altro ancora consigliere di minoranza. E la minoranza che salta fuori è, istituzionalmente, la “nostra” minoranza. E dicendo che è “nostra” si intende che è di tutti, anche di chi non l’ha votata (tanto è vero che, anche istituzionalmente, oltre che politicamente, ci si aspetta che faccia la necessaria opposizione, e ciò anche in favore di chi non l’ha votata). E’ la minoranza della comunità, come il sindaco è, giocoforza, sindaco della comunità.

Tuttavia, tornando alla ultima circostanza in parola, se il sindaco voleva proprio incarnare il senso di “vostro” appena descritto, usando un po’ di bon ton e sensibilità, avrebbe potuto mandare a tutti gli affezionati e fedeli cittadini il proprio messaggio augurale natalizio disgiunto dalla pura e cruda propaganda elettoralistica. Per molti di noi non sarebbe stato comunque il “nostro” sindaco, ma almeno avrebbe salvato le apparenze.

indovina indovinello, non è questo non è quello Crozza, l’incendio in Liguria e il ‘petardo di Dio’

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