BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

musei cadorini in gol (o delle esposizioni ospitate)

4 Luglio 2015 Cadore - Dolomiti, Museo della Latteria cronache-lozzesi, marketing-turistico, museo-latteria

Hanno messo “in rete” alcuni musei cadorini. Un equaranto (il doppio di un evento: suvvia, siate seri!) di indubitabile efficacia. Corre voce di un solo precedente, alle isole Salomone, dove la locale rete di musei, specializzata nella raccolta e esposizione di astucci penici, è stata messa in rete una ventina d’anni fa. Quando l’hanno saputo, i pinguini imperatore, nonostante siano ora impegnati nella cova, hanno fatto la ola.

Non so chi abbia scritto il testo che accompagna la descrizione del Museo della Latteria, ma, a giudicare dalla forma, non credo sia un dipede. E’ più probabile che sia un quadrupede, forse un cane: è forse anche per questo che si dice “scritto da cani”.

Ma al di là della forma, v’è un particolare motivo che ha solleticato e solletica un mio istinto primordiale. Nella mia qualità di VdMdL, volontario del museo della latteria che a suo tempo s’è fatto un mazzo tanto (come altri), vorrei sollecitare quella santa donna di mia moglie, che il caso vuole essere presidente dell’Associazione Latteria Sociale, ad intervenire affinché nel testo descrittivo che “introduce” al Museo sia reso chiaro un concetto.

(chiarimento: personalmente, me ne sbatto i coglioni che il museo sia “in rete”, essendo tale pratica – perlomeno quella a cui io alludo – ovvia al punto che non solo i pinguini imperatore, ma anche i trichechi delle Svalbard, ormai, sono pienamente convinti che sia pratica imprescindibile per qualsiasi territorio che aspiri a “vendersi” sul mercato turistico)

screenmuseolatteria-2

Dire che la “esposizione è ospitata nella ex sede della Latteria di Lozzo di Cadore” alimenta l’idea (falsa) che, tale esposizione, sia impacchettabile e trasportabile in altro loco come fosse un trolley; sembra quasi che il “Museo” fosse chissà dove ed ora sia ospitato nella ex sede della Latteria. Ma non è così e un chiarimento, a mio modo di vedere, è indispensabile.

Al quadrupede (tale per gli aspetti formali che vedremo esposti in un successivo articolo), andrebbe detto che la raccolta museale definita “Museo della Latteria” è (sostanzialmente coincide con) l’Associazione Latteria Sociale. Non solo: per la proprietà transitiva, risulta perciò anche dimostrato che l’Associazione Latteria Sociale è il “Museo della Latteria” (ovviamente ciò non impedisce all’associazione di sviluppare la propria attività in ambiti culturali diversi dalla “formaggificazione” ancorché, quest’ultima, ormai solo virtuale). Ma non basta: è oltre modo evidente che è lo stesso edificio ad essere Museo.

Inoltre l’edificio ex sede della Latteria, che ospita l’esposizione, è proprietà dell’Associazione Latteria Sociale. Così il cerchio, mi sembra, si possa chiudere onorevolmente. Capitttoooo?

(per un approfondimento sull’astuccio penico tirato in ballo…)

 

LOZZO – LE VIE INUSUALI DI UN DIBATTITO POLITICO ANOMALO

2 Luglio 2015 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, giuseppe-zanella, opposizione

di Giuseppe Zanella

Leggo sul Corriere delle Alpi del 26 Giugno scorso la caustica risposta che il sindaco di Lozzo ha voluto dare ai rilievi mossigli, sotto il profilo della conduzione amministrativa, dalla Opposizione Consigliare, segnatamente dal Capo Gruppo Alessio Zanella. Strano questo ricorrere ai ‘media’ anziché limitarsi ad una risposta formale nelle sedi a ciò deputate (Cons. Comunale). Evidentemente gli appunti e le osservazioni formulate dall’Opposizione, ancorché di non pregnante rilievo, hanno determinato nell’Amministrazione l’esigenza di puntualizzazioni attraverso vie inusuali ma di più efficace impatto nella Pubblica Opinione.

Tutto questo induce a pensare che il Capo Gruppo di minoranza abbia colto nel segno. Encomiabile pertanto che siano state finalmente messe in luce le carenze nella manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità e del territorio, il mancato rinnovo del manto stradale in più aree interne del paese, la opinabile collocazione di una piazzola ecologica, lo stato di degrado della scalinata di Brodevin, il mancato sfalcio dei prati in prossimità dell’abitato e tanto altro ancora.

Ed il borgomastro ha voluto dare al suo intervento un taglio multiforme e paternalistico (come del resto è nel suo stile), taglio che appare ove contestatorio, ove infarcito di inconcludente politichese, ove pieno di amene banalità. In alcuni punti si notano perfino spunti di farisaica condivisione, per esempio sull’esigenza di decoro anche e soprattutto per finalità di salvaguardia del…turismo (sic!). In senso generale, quindi, bene finalmente la dialettica interna e l’azione di stimolo, pungolo e controllo che sono precipue mansioni e compiti della Minoranza. Si tratta tuttavia di argomenti che definirei (e così dovrebbero essere) di ordinaria ‘routine’, che non dovrebbero suscitare soverchia meraviglia in chi segue abitualmente le vicende di una Pubblica Amministrazione.

Quello che non convince appieno è ben altro. Infatti, a parte le modalità di pubblicizzazione nella risposta data ai rilievi della minoranza, a parte il tono alquanto ‘cattedratico’ della replica ‘sindacale’, quello che più colpisce è la assenza di un dibattito su recenti scelte dell’Esecutivo, cose di ben maggiore interesse per la Comunità e per le implicazioni che tali scelte avranno anche nel breve periodo. E l’appunto, nella fattispecie, riguarda proprio la Opposizione, giacché dei provvedimenti scriteriati presi dalla maggioranza, di cui parleremo in appresso (già denunciati nel recente passato su queste stesse colonne- vedi ultima lettera aperta all’esimio, dal titolo: “Il pavone fa la ruota ma il ‘dazio’ lo pagano i cittadini”) è del tutto inutile sperare in un “ravvedimento operoso” da parte di lor signori.

Mi riferisco alla delibera che innalza l’IMU dal 7,6 x mille al 9 x mille e delle aberranti motivazioni che il gran decisionista ha propinato ai concittadini interessati al provvedimento. A parere di costui, la maggiorazione sopra descritta costituisce la scelta “meno invasiva ed indolore” per reperire risorse sostitutive dei minori trasferimenti dal centro, ciò al fine di non dover procedere a tagli del welfare. Ed a questo proposito l’eminente amministratore enumera i meriti della sua Giunta che vuole continuare a contribuire alla gestione di Asilo Nido e Scuola Materna con gli ormai abituali 40.000 Euro annui. Quindi il ‘buco’ deve essere coperto turlupinando i molti lozzesi che vivono fuori paese e che vogliono mantenere i legami affettivi con il luogo d’origine.

E’ notorio che le seconde case di Lozzo non sono quelle di Auronzo o Cortina sia per qualità immobiliare che per tipologia di proprietà. Già i concittadini della diaspora pagano salata la Tasi e la Tari e quest’ultima viene versata ora a tariffa piena e per 12 mesi, anche se l’utilizzo dell’immobile viene effettuato per poche settimane all’anno (il ben pensante borgomastro ha infatti deciso, tempo fa, di smentire i suoi predecessori e di cancellare l’abbuono tariffario del 30%, parzialmente perequativo, che le precedenti amministrazioni avevano deliberato a favore dei lozzesi della diaspora; tutti cretini tanto da essere contraddetti? Situazioni mutate dall’ingresso del sindaco oriundo?

Ma la recrudescenza subita dall’IMU non appare una bazzecola: sono centinaia di Euro in più e ciò in concomitanza con il calo vistoso subito dal valore commerciale delle abitazioni ed il contemporaneo lievitare delle rendite catastali… Bella coerenza in rapporto al tanto conclamato auspicio dell’incremento del turismo; non solo stiamo assistendo all’esodo dei pochi abituali vacanzieri, ma costui costringe anche i lozzesi a svendere, a malincuore, le proprie non certo principesche dimore avite.

Ma c’è di più!! Il voler fare il ‘pavone’ con gli altri sindaci a spese di coloro che a Lozzo sono nati e ci tengono a tornare almeno d’estate per qualche settimana, nasconde una verità che pochi hanno valutato. La scuola materna, ma soprattutto l’asilo nido, sono utilizzati per la maggior parte da infanti e bambini provenienti da tutti i paesi viciniori. Perché l’esimio borgomastro, data la situazione, non mette le carte in tavola ed esige dagli altri sindaci, maggiori fruitori dei vari servizi offerti, una contribuzione economica per fronteggiare le spese di gestione della intera struttura?!! Forse è meno “invasivo ed indolore” turlupinare i cittadini della diaspora e vessarli con insopportabili gabelle e magari costringerli, loro malgrado, a rinunciare alla proprietà e svendere (posto che si trovi qualche acquirente strozzino che approfitta della situazione)?!

Caro Capo gruppo di minoranza! Io non so come Lei la pensi circa il mio odierno lungo disquisire. Spero che Lei voglia condividere il mio ragionamento e, accanto alle richieste di spiegazioni sullo stato della scalinata di Brodevin, sullo sfalcio dei prati, sulla opinabile collocazione di una piazzola ecologica ed altro ancora (tutte cose sacrosante, per carità!), Ella voglia e possa richiedere, con una puntuale interpellanza, opportuni ragguagli sulle scelte operate di recente in materia di IMU, che penalizzano una parte di cittadini dimoranti altrove, e sulle mancate richieste di contribuzione ai Comuni del Centro Cadore, dell’Oltre Piave, di Auronzo e del Comelico a supporto degli oneri di gestione delle due benefiche (molto poco per Lozzo, però!) strutture. Attendo cortese, sollecito riscontro. Grazie.

 

Domegge: in Comune hanno, per il turismo, il fiuto di un cane

1 Luglio 2015 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana, Turismo e dintorni cadoriadi, turisticando

Non so chi l’abbia scritto (nutro dei sospetti…), ma sono vette di giornalismo inarrivabili. Pensate cosa riesce a fare, perfino, l’amministrazione comunale di Domegge:

“identifica nel turismo uno strumento economico di fondamentale importanza”

Dai, ditelo, ditelo con tutto il cuore: questi sono giganti!

(dalle cui spalle – e solo dalle loro – noi potremmo scorgere il nostro futuro)

Il Comune di Domegge di Cadore fa il suo ingresso ufficiale nel Consorzio di Promozione Turistica “Cadore Dolomiti”. L’amministrazione comunale ha infatti identificato nel turismo uno strumento economico di fondamentale importanza, e ritiene quindi necessario prevedere una serie di azioni e strategie per incrementare l’afflusso turistico territoriale. […]

Ritiene quindi, peraltro, sempre l’Amministrazione, “necessario prevedere azioni e strategie per incrementare…”

Ve lo traduco: sono nella merda fino al collo!

 

Centro Cadore: andamento del bilancio demografico 2003-2014 (2003=100) per singolo comune

30 Giugno 2015 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti bdemo2003-2013, cadoriadi, democrazia-diretta

Lo so che bisognerebbe parlare d’altro (è in arrivo un omaggio… floreale da il Cadore in calore…), la scia funerea è ormai lunga. Ma qualcuno lo deve pur fare (disse il boia). Avevamo già trattato la materia, ossia il bilancio demografico dal 2003 al 2013 di tutti i comuni della Centrocadorinia, ora ci siamo preoccupati – semplicemente – di aggiungere il 2014 alla serie.

Come disse quell’ubriaco che non riusciva ad infilare la chiave nella toppa, ciò che conta è la tendenza di lungo periodo.

(Lozzo e Calalzo, laggiù, in fondo: dal 2006, entrambi, er peggiori, ano dopo ano)

bildemogr2003-2014

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Domegge: sentenza lapidaria del sindaco sul bilancio demografico funereo

30 Giugno 2015 Cadore - Dolomiti, Giornalando cadoriadi, demografia, giornalando

La deduzione del giornalista (tratta dallo stesso articolo di qualche giorno fa…) è che al sindaco di Domegge questi flussi demografici, così funerei, non preoccupino. L’analisi del borgomastro, infatti, risulta ineccepibile (oltre che lapidaria: e ne ha ben donde): metà della perdita di popolazione è dovuta al fatto che hanno voltato gli zoccoli (in su, ovviamente), il resto “è dovuto a trasferimenti lavorativi e famigliari“, che noi traduciamo più barbaramente in

se ne sono andati via!

Del resto, se fai una domanda così a un sindaco, che cosa vuoi che ti risponda. Ti risponde, concetualmente, una cosa tipo: “è morto perché non ha più tirato il fiato”. Se fai la stessa domanda a un ragioniere, è probabile che riesca a rispenderti con più calore. Ma, in fondo, noi li appreziamo così i sindaci: concreti.

[…] Domegge. Non preoccupano il sindaco Lino Paolo Fedon i 33 residenti persi nel 2014 (2.488 riseptto ai 2.521 del 2013): «Metà della perdita è dovuta all’elevato numero di decessi, per il resto è dovuto a trasferimenti lavorativi e famigliari»”.

 

Cadore: bilancio demografico 2014 a – 8,3 per mille (-13,5 per il Centro Cadore, -4,3 per Comelico e Val Boite)

29 Giugno 2015 Cadore - Dolomiti cadoriadi, demografia

Quasi me stavo a dimenticà, dopo quelli di Lozzo e Centro Cadore, del bilancio demografico del Cadore intero. In Centro Cadore è come lo sbarco in Normandia -13,5 per mille, mentre in Comelico e Val Boite va già meglio (si fa per dire): -4,3 per mille. Il saldo naturale è pressappoco uguale nelle tre contee (-5,6 | -5, | -4,1 per mille rispettivamente), è il bilancio migratorio che frega il Centro Cadore. Qui la gente se ne sta andando, cara la mia signora…

Complessivamente il Cadore nel 2014 ha perso 8,3 persone ogni mille residenti; la provincia di Belluno ne ha persi 7,3 per mille. Per trovare un saldo naturale positivo bisogna guardare al Trentino Alto-Adige.

bildemogrcadore2014

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