BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

A. Moretti e la cavallina storna (smorettimento n. 16)

30 Maggio 2015 Criticarium Itaglia elezioni-reg., politicanti, quelli-del-PD, smorettimenti

Due perle sulla cheerleader renzina pon-pon, che, prima della folgorazione, era bersaniana di ferro. E’ vero, c’è il detto “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. Ne siamo consapevoli. Tuttavia… E’ bello avere contezza del fatto che la “cerettiana di ferro” (le famose cerette della Moretti Cosmetics) anelava alla fine dell’epoca “in cui l’immagine conta più della sostanza e l’involucro più del suo contenuto“.

“O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna; […]”.

renzianisanno

votobersani

(via GrecOfficial primo e secondo)

tira più un pelo della Moretti che un carro di Piccoli

29 Maggio 2015 Politica nostrana elezioni-reg., politicanti, provinceide, sindakos

“Anche noi sindaci votiamo Alessandra Moretti”.

Una congregazione di “eletti” scippa il brand “noi sindaci” a tutta la categoria: siete degli avvoltoi. Per il bene della nazione tutta, suppongo. Toh: Nitro e Glicerina ancora affiancati: che coincidenza. A proposito: ha ceduto. Il centrodestra doveva spingere di più (un cavallo di razza si tiene strigliato a dovere).

Che perdite, disse l’assorbente.

I Sindakos del Bim-GSP, nei dieci anni che abbiamo alle spalle, hanno rappresentato la più grande vergogna di questa provincia. Ma questo dev’essere l’inizio di una nuova era. Prepariamoci: ci assalirà un fetore straordinario, qualsiasi sia l’esito delle regionali. Sono fra noi, vengono fuori dalle fottute pareti.

Però hanno ragione: ce ne vuole, di coraggio, tanto, per strisciare – oops –  per “cambiare” così.

sindacimorettiani

Reolon: piddino al metro quadro

29 Maggio 2015 Politica nostrana elezioni-reg., quelli-del-PD

Che il vivere in montagna ponga qualche problema in più rispetto alla pianura è cosa risaputa anche gli anellidi. Il nostro piddino si lamenta del fatto che le risorse ci vengono date in base al numero di teste, mentre i pullman – tenetevi stretti  – lui li fa “girare sul 20% del territorio regionale“.

La superficie coperta dalla provincia di Belluno è effettivamente il 20% di quella regionale ma, per fortuna, i pullman non devono andare in cima all’Antelao, né li abbiamo mai visti scorribandare lungo le ubertose pendici delle Marmarole.

Che dite? Il contributo lo concedereste a chilometro lineare (magari riconoscendo una “indennità-montagna”) o a chilometro quadrato?

(E che non sia il caso di pensare anche a quello cubico? … Mi dia un metro quadro di banane! Avete notato l’ossimoro reoloniano?: “a Venezia ci si ricorda di noi perché siamo pochi”. L’avreste mai pensato che l’incubo demografico che sta falcidiando la popolazione bellunese sia in realtà un vantaggio competitivo? Averne, piddini così, averne.)

reolonalmetroquadro

 

Dellai e lo strabismo strabico dei bellunesi

29 Maggio 2015 Autonomia, Politica nostrana bard, belluno-autonoma, della-confutazione, elezioni-reg., politicanti

Il Bard ci regala la seguente perla:
dellaibard

1- con tutta la potenza di fuoco che ha il Partito Demente, con il quale si è sottoscritto un accordo nientepopodimeno che nazionale, proprio a un cavallo bolso come Dellai ci si affida per discurete, già dai primi di giugno (uauuuu), il provvedimento che bla bla? Saranno fini strategie, suppongo.

2- a rigore, il bolso non è più capogruppo di Per l’Italia ma di, tenetevi forte, Per l’Italia – Centro Democratico. Il ronzino (bolso), ha infatti abbandonato Scelta Civica per tuffarsi tra i Popolari per l’Italia. Poi ha abbandonato anche i Popolari per formare Per l’Italia che, con l’arrivo dei tabaccini di Tabacci, muta il nome in Per l’Italia – Centro Democratico. Con gli ultimi pezzi persi per strada la corazzata che fa capo al bolso è di ben 13 – diconsi tredici – equini (ma roba da monta eh!) (vedi anche Bard, Dellai e Cicciolina).

3- strabismo positivo o convesso : l’economia bellunese guarda effettivamente all’arco alpino, ma sembra guardare (per strabismo) alla pianura… oppure, Strabismo negativo o concavo,  l’economia bellunese guarda effettivamente alla pianura, ma sembra guardare (per strabismo) all’arco alpino? Ce lo fate sapere sennò non dormiamo?

4- cosa dovrebbe fare un’azienda bellunese che fa vibratori per signora? e una che facesse preservativi aromatizzati cirmolo? e una che facesse sdraie da riviera? Guardare all’arco alpino? Secondo il noto principio dell’efficienza paretiana?

5- nel guardare all’arco alpino si voleva forse fare riferimento agli istituti camerali? E allora ditelo.

6- più in generale, potreste mica tradurre in italiano, se possibile, ma va bene anche un qualsiasi dialetto klingon, il periodo virgolettato (del quale abbiamo appena tentato qualche perigliosa interpretazione)?

Così, per sapere se è fuffa (bolsa) come sembra.

 

il PD minaccia: dovrete sottoporvi ad almeno una ceretta inguinale all’anno

29 Maggio 2015 Satireggiando il-pd-minaccia, satireggiando, strenzi

ceretta

albergo diffuso a Lozzo (rimembranze paleolitiche)

29 Maggio 2015 Botanico Palazzo albergo-diffuso, cronache-lozzesi, opposizione, turismo-cadorino

Dopo aver capito (vedi qui e quo) che gli amministratori della prima serie manfredian-apollinea (dopo l’uscita del Nonno Valagussa), che avrebbero dovuto interessarsi di turismo erano, anche se dotati di pollice opponibile, letteralmente de coccio, giunse l’era della seconda serie manfrediana con il sindaco, proprio lui, a capo della “rivoluzione turisticheggiante”. E l’effetto Sancio Panza si vide subito.

Mosso a compatimento, scrissi alcune note che qui ripropongo (niente di propriamente rivoluzionario, solo banali evidenze), relative all’accoglienza (questa sconosciuta), tenendo conto che anche l’opposizione di Per la Gente di Lozzo, sull’argomento, era sempre pronta ai blocchi di partenza… ma non partiva mai.

25 gennaio 2010

Lezioni di marketing turistico: lezione n. 3 – ma dove vai, se un posto per dormire non ce l’hai?

Per il paese di Lozzo di Cadore è perfettamente inutile sviluppare un sistema di prodotti turistici in grado, potenzialmente, di attrarre e canalizzare flusso turisitico, se poi le ricadute economiche più importanti non sono godute dalla nostra gente ma da chi, nel comprensorio cadorino, è in grado di fornire i servizi d’accoglienza indispensabili al pernottamento del turista.

Il nostro paese ha bisogno, in poche parole, di affiancare all’offerta dei prodotti turistici, Roggia dei Mulini, Museo della Latteria, Sentiero botanico Tita Poa, Anelli e Vie di Lozzo di Cadore, per fare alcuni esempi, una rete di accoglienza-pernottamento in grado di generare un beneficio economico diretto.

La vicenda del dgr 1598 è raccontata dai seguenti articoli:

  • Azione pilota del Dgr 1598: la Regione Veneto lancia un nuovo gratta e vinci
  • Che fine ha fatto il progetto per affittacamere, azione pilota del dgr 1598? (1a parte)
  • Che fine ha fatto il progetto per affittacamere, azione pilota del dgr 1598? (2a parte)

Da questa vicenda, in particolare dal progetto pilota legato al dgr 1598, ed alle possibilità di sviluppare un minimo di sistema di accoglienza extra-alberghiero, avanzo queste semplici proposte.

E’ da chiarire subito, se mai ce ne fosse bisogno, che l’accoglienza cui possiamo aspirare, anche in relazione alla struttura urbana che caratterizza il nostro paese, passa attraverso la valorizzazione del “borgo”, inteso come unità territoriale di accoglienza. Questo vuol dire, sostanzialmente, che l’accoglienza potrà essere strutturata nella forma di:

  • affittacamere
  • bed & breakfast
  • albergo diffuso

Ora, bisogna subito chiarire un’altra cosa. Non ci si può illudere che il turismo possa diventare un elemento fondante del reddito della nostra gente, ma ritenere che esso possa sostenere ed integrare la nostra economia questo sì, lo possiamo credere (dobbiamo farlo).

[…]

Cosa fare dunque. Semplice. Organizzare dei veri incontri con la gente per descrivere ciò che si può o si dovrebbe fare in termini di accoglienza, chiarendo le opportunità legate ad ogni approccio: affittacamere, b&b, albergo diffuso. Ciò che va fatto capire è che investire nella sistemazione di una camera con l’intento di offrire ospitalità, può essere meno oneroso di ciò che si crede, offrendo a sé stessi un’opportunità economica di sostegno e integrazione al proprio reddito, e partecipando al rinnovamento del proprio paese, qualificandolo anche dal punto di vista urbanistico.

La gente deve incominciare a ragionare e soprattutto a confrontarsi su questi temi. Suggerivo che una delle più belle cose che si potrebbero fare è organizzare una “gita” in corriera a Sauris o Comeglians, lì dove l’albergo diffuso è una realtà consolidata, per farsi spiegare, da chi ci lavora e trae soddisfazione economica, quali sono i problemi e come vanno affrontati (c’è da dire che in Veneto l’albergo diffuso non è ancora una realtà normata; la legge che istituiva tale modalità d’accoglienza è per il momento ferma, così mi è stato detto in Regione, alla 6a commissione).

[…]

Qualcuno lo dovrebbe fare. Magari il sindaco, o l’assessore al turismo, o qualcun altro dell’amministrazione che sente di conoscere bene la materia (nell’incertezza possono sempre ricorrere ad un professionista esterno, consiglio la figura dell’architetto polivalente).

Anche la minoranza potrebbe. Essendo però ancora in letargo, a quanto ci è dato vedere, bisognerebbe accelerare l’arrivo della bella stagione, cose fuori dalla nostra reale portata.

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