BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Lezioni di marketing turistico: lezione n. 5 – prendere atto della situazione …

31 Marzo 2010 Lezioni di marketing turistico marketing-turistico

Lezioni di marketing turistico ad uso e consumo di sindaci ed assessori al turismo (compresi i sindaci con delega al turismo).

Esigenze “sportive” mi portano a prenotare una notte a Selva di Val Gardena.

  • Camera doppia, 3-4 stelle: 120-150 € a notte.
  • 1/2 pensione per persona: 90 €.
  • 1/2 pensione con albergo convenzionato (per la gara sportiva): 68 €

Posto: tutto pieno.

Faccio notare che i prezzi non sono proprio “popolari“.

Cadore: tutto vuoto. Alberghi, tasche, coscienze e, soprattutto, teste.

Provincia di Belluno e Fondazione Unesco: 45% di territorio con 28% delle quote

31 Marzo 2010 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana dolomiti, unesco


Nei giorni scorsi ho visto transitare una notizia che, in realtà, a mio parere, ne conteneva un’altra ben più sorprendente.

Bottacin, rispondendo alle accuse mossegli dal capogruppo di minoranza sui costi dei viaggi, ha poi affrontato la questione Unesco aggiungendo che (il tutto riferito alla passata amministrazione provinciale PD-Reolon, il neretto è mio):

«Hanno tentato di svendere il nostro territorio al Trentino Alto Adige: la precedente giunta è entrata nella Fondazione con il 45% del capitale – o territorio – e ne è uscita con il 20% delle quote». E afferma: «Se non avessimo fatto rientrare il Veneto nella partita, non avremmo nemmeno quel 28% che ci pone al pari dei Trentini e non avremmo nemmeno la sede della Fondazione».

Sarà mai vero? Sarà mica possibile che la nostra provincia, che detiene appunto il 45% circa della superficie utilizzata per la creazione di questa fetta di “patrimonio dell’umanità”, detenga solo il 28% delle quote della Fondazione? Che a quanto dice Bottacin sarebbe stata del 20% se il Veneto, in quanto regione, non fosse entrato a far parte della medesima (vi è entrato anche perché la nostra provincia non ha la borsa dei soldi).

Che io sappia, non ho visto smentite da parte del PD o Reolon. Se fosse vero mi assumo l’onere di prendere “a legnate” (del tipo “santa ragione”) tutti i responsabili, uno per uno, di questa situazione. Avvisatemi perché credo di dovermi allenare.

Prima di cimentarmi nell’aspetto ludico della faccenda appena descritta, sento però  il dovere di informarmi più in profondità. Non è che le 5 provincie, di fronte alle bellezze dolomitiche e in uno slancio del tipo “volemosi tuti ben” hanno deciso di dividere la torta in parti uguali (20%)? Ancora: non è che la Fondazione per stare in piedi aveva comunque bisogno del sostegno di chi, pur avendo meno territorio, ha i schei?

Che il presidente Bottacin possa illuminarmi-illuminarci su questo punto della “svendita del nostro territorio“, non proprio secondario?

Il Veneto si è sgalanfiato

30 Marzo 2010 Digo la mea, Politica nostrana elezioni-reg.

Alcune considerazioni a margine dell’evento elettoralistico.

E’ stata una soddisfazione orgasmica vedere il Veneto che si s-Galan-fiava. Il traditore dell’Autonomia della provincia di Belluno si è finalmente smaterializzato (in realtà, sappiamo che in 15 anni ha saputo inoculare il galan-virus da più parti, per cui ce lo ritroveremo sotto altre spoglie, statene certi …). Intanto deve andare in ginocchio da Berlusca a vedere se il ministero della mozzarella glielo danno o no, perché pare che l’agricoltura sia un feudo spodestabile della Lega. Due ministeri senza portafoglio, vanno bene lo stesso?

Il ruggito di Paniz. Siccome il Pdl a Belluno ha il 26%, mentre nel Veneto si attesta al 24%, è logico che questa cosa peserà anche in Regione. Ce lo auguriamo, naturalmente. Ci fanno gola i 30.000 € per sistemare il marciapiede. Domanda: se in un nucleo familiare di 4 persone i due coniugi hanno votato compatti per il Pdl, raggiungendo il quorum del 50%, hanno diritto ad un “bonus famiglia?”

A quel brontosauro di Galan non hanno permesso di fare il 4° mandato, cosa che invece è riuscita ad un’altra mummia della politica italiana, Roberto Formigoni. Nonostante questo però il Pdl in Lombardia ha tenuto. Si vede che per i lombardi “la mummia“, nonostante gli anni passati, non puzza ancora. W il rinnovamento.

La brava, energica, combattiva Emma Bonino, che va così poco in parlamento, non ce l’ha fatta. Merito della CEI? Si sa che preferiscono le tenere e soprattutto giovani carni, ma se c’è da far pratica …

La Calabria è stata rivoltata come un calzino. Che i forestali calabresi si siano finalmente messi al lavoro?

Zaia ha detto subito che vuole cambiare le regole che governano il consiglio regionale che adesso è assolutamente ingessato. Ma, se Galan ha fatto le mirabilie che sappiamo con un consiglio ingessato, cosa potrà succedere se togliamo le briglie al cavallo veneto, oltre ad assolvere ai propri bisogni corporali in piena libertà?

Gava ha sostenuto che per una parte dell’elettorato, votare Lega e Pdl è la stessa identica cosa. Un po’ come quegli uomini che non percepiscono la differenza fra pisciare in un cesso e farla invece in un bidè. Bravo Gava, la compagnia di Galan è servita a qualcosa.

Mentre si svolgevano le elezioni, furtivamente, a Lozzo di Cadore è ricomparsa l’erba (anche sui cigli delle strade). La ghiaia, invece, c’era già. L’Amministrazione aspetta fiduciosa il descreto di nomina ad assessore per Bond. Nella complessa fase pre-elettorale, il “galanpino” ha infatti promesso una moto-spazzatrice per mantenere il paese lindo. Tenuto conto che il problema più grosso, l’autista, è risolto da tempo (1), si tratta solo di aspettare fiduciosi.

Nel caso vi fossero problemi, la pulizia “primaverile” può essere garantita dalla spazzatrice di Calalzo, a 80 € l’ora (autista compreso).

Una cosa è certa. Dopo queste elezioni, l’Italia non sarà più quella di prima.

(1) si veda per questo a pag. 14 dell’ultimo bollettino parrocchiale

“Parco naturale delle Tre Cime” vs “Parco naturale Dolomiti di Sesto”

28 Marzo 2010 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dolomiti, sviluppo-montagna, unesco

L’argomento dell’articolo è il presunto scippo che l’amministrazione provinciale di Bolzano avrebbe compiuto, ai danni delle Tre Cime “auronzane”, cambiando la vecchia denominazione “Parco naturale Dolomiti di Sesto” in “Parco naturale Tre Cime”.

I cari cugini auronzani, amministratori e popolazione, sembrerebbero indignati contro questa “ultima trovata proveniente dall’Alto Adige“. L’amministrazione comunale di Auronzo ha trasmesso alla Provincia di Bolzano e alla Regione TAA una protesta ufficiale. Questa sembrerebbe la principale delle ragioni addotte, secondo Andrea Quinz: «Le Tre Cime di Lavaredo – precisa Quinz – sono per il 70 per cento sul territorio auronzano. Ci saremmo aspettati almeno di essere interpellati da Bolzano, visto che si utilizza il nome di queste montagne in gran parte nostre. […]”

Ora, io penso che:

  • il Parco naturale Dolomiti di Sesto è stato costituito nel 1981, con intenzioni che evito di rammentare essendo, spero, a tutti evidenti; nel frattempo dalla parte auronzana, legittimamente, si dava campo ad un altro parco, il “Parc-Eggio delle Tre Cime” (alla cui presenza, detto per inciso, non sono completamente contrario);
  • probabilmente la porzione di Tre Cime che cade in territorio auronzano è anche maggiore del 70% indicato, considerata la verticalità delle pareti nord (il confine passa in cresta), tutto ciò se ci rapportiamo alla massa di roccia (alle pietre); se invece andiamo a vedere la storia alpinistica, buona parte delle leggendarie pagine che sono state scritte riguardano il versante doblacese;
  • all’interno del parco troviamo un rifugio che ha l’antico nome di “Drei Zinnen Hütte” (chissà perché), poi rinominato dagli italiani in Locatelli, talvolta “Locatelli alle Tre Cime” ….: dobbiamo indignarci anche per questo?
  • a casa nostra comandiamo noi (aspirazione auronzano-cadorina-bellunese, che resterà tale), a casa loro comandano loro (realtà sancita, in particolare, dalla loro Autonomia, occorre ricordarlo?); giova rammentare anche che “a Bolzano” la decisione è stata presa con il voto contrario del solo comune di Sesto, come sembra giusto);
  • la Provincia Autonoma di Bolzano FA marketing turistico-territoriale; la nostra fa masturbazioni turistico-territoriali, senza alcun godimento, peraltro;
  • invece che mostrarsi indignati (a parte le ragioni elettoralistiche di Oscar De Bona), perché non pensare a come “sfruttare a traino” questo cambio di denominazione che, alla fin fine, potrebbe risultare più utile che dannoso (perché, per esempio, non costituire il “Parco storico delle Tre Cime“, in territorio auronzano, con divagazioni transfrontaliere che ovviamente non mancano affatto, ma, allo stesso tempo, mettere in luce le aree (auronzane) di elevata naturalità (ve ne sono), adiacenti il “Parco vero”, che non fanno parte di esso solo per ragioni “amministrative” ?

Non so se le vibrate proteste sortiranno qualche effetto. A me pare che “Tre Cime” sia neutro, molto più neutro di “Dolomiti di Sesto” (devo entrare nel dettaglio del possibile sfruttamento della neutralità ???).  E con questo ho detto tutto. Chi da Auronze no i é torde.

Earth Hour, l’Ora della Terra, il mio contributo dalle Dolomiti

27 Marzo 2010 Ambiente, Cadore - Dolomiti tutela-ambiente

L’Antelao ripreso da Costa de Verna, salendo all’altopiano di Pian dei Buoi da Lozzo di Cadore (clicca x ingrandire)

  • Sito di Earth Hour 2010
  • Blog di Earth Hour 2010
  • Ora della Terra – WWF

Da Rainews24:

[…]L’Earth Hour, partita da Sydney nel 2007 con il coinvolgimento dei suoi 2,2 milioni di abitanti, quest’anno e’ letteralmente esplosa. L’idea e’ quella di coinvolgere nello stesso giorno dell’anno e per un’ora quante piu’ persone possibili ai capi opposti del mondo, unite in un simbolico ed eloquente messaggio: tagliare le emissioni inquinanti e agire per fermare i cambiamenti climatici.

l’autonomia omeopatica del candidato Reolon

26 Marzo 2010 Politica nostrana elezioni-reg., referendum-autonomia

Dopo l’autonomia possibile, locuzione creata da Oscar De Bona per indicare le briciole che la Regione Veneto sarebbe disposta a lasciare alla provincia di Belluno, si affaccia l’autonomia di Reolon che non ho difficoltà a definire omeopatica. Vediamo perché.

Il nostro cavaliere senza macchia e senza paura, considerando evidentemente stretti i panni da vestire per la conquista della sola autonomia della provincia di Belluno, si lancia alla conquista dell’autonomia di tutta la Regione Alpina.

Cito testualmente:

Se lo Stato non si occupa del governo dei territori, se le Regioni hanno riprodotto in piccolo le stesse modalità, l’unica ipotesi possibile e immediatamente perseguibile si configura nel riconoscimento e/o nella costituzione di Province Speciali Montane dotate di autonomia politica, amministrativa e finanziaria.

E’ un sogno di grande rilievo, quello di pensare ad una “rivolta delle vallate montane” che si propaghi da Grenoble alla Slovenia passando per tutto l’arco alpino. Evidentemente, quello di allargare l’orizzonte coinvolgendo occitani e walser, proposta che diluirebbe inevitabilmente ed omeopaticamente le nostre già timide rivendicazioni autonomiste, deve essere l’unico modo per far digerire l’autonomia ai maggiorenti del PD. Chiamerò un amico che ho in Val d’Ossola per farmi dare “il polso” della situazione vissuta, su questo nuovo argomento, da quelle parti.

Inoltre, Reolon, ha provato a gingillare con facebook e gli è uscito un gruppo, “Belluno non è Padania… è Dolomiti”, di sicura trasversalità in termini di appartenenza politica, per chi vi aderisce, no di certo per chi lo gestisce (avendone tutto il diritto).

Lui, da consumato politico, definisce questo gruppo un “laboratorio di idee“. Per ora è un onesto laboratorio di “luoghi comuni“, ma col tempo, tutti insieme, naturalmente, le idee potrebbero davvero farsi vedere. Attendiamo.

Se avessi un po’ di tempo e voglia di “cazzeggiare” creerei un gruppo su facebook, che chiamerei “Cadore non è Belluno… è anche Dolomiti“, vi prego di notare l’apostolico “anche”, dichiaratamente a-tutto (nel senso di apartitico ecc.), al solo scopo di far vedere a Reolon che non è il numero di fan di un gruppo (siamo già a 2000, da buoni montanari, ci fa sapere) costruito ad arte e basato volutamente sull’appetibile contrapposizione dolomiti-padania, che dovrebbe costituire motivo d’orgoglio (politico s’intende). Ma evidentemente motivi d’orgoglio Reolon non deve più averne, se non quello di allargare la nostra frustrazione “a tutto l’arco alpino“. Grazie, ne avevamo bisogno.

Reolon ha ragione, invece, quando dice che il 22 marzo del 2005 Galan ha sottoscritto un “patto”, quello dell’Autonomia per Belluno, poi disatteso, al solo scopo di raccogliere voti per la sua candidatura. Infatti ciò che ha fatto Galan dovrebbe essere riconosciuto da tutti i bellunesi come tradimento, di più, alto tradimento. E questo è anche il motivo per cui gli accesi supporter odierni di Galan, fra i quali Dario Bond, dovrebbero essere considerati alla stessa stregua. A meno che Galan (ed i suoi galoppini) non si affaccino al balcone dicendoci “bellunesi, è vero, ho tradito le vostre aspettative di autonomia, vi chiedo perdono”.

Sappiamo invece che il futuro ministro “mozzarella” (Lega permettendo) è venuto in Comelico, da doge, elargendo larghi sorrisi e raccomandazioni, avendo poi dovuto subire gli inconvenienti di una sfiga quanto mai ingenerosa. Sarà per la prossima volta.

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