BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

la verità, vi prego, sui numeri (gli ‘zerovirgola’ del reame)

4 Marzo 2016 Criticarium Itaglia istat, strenzi

Sono sempre zerovirgola, ovvio. Ma quando non ti vanno bene, come nel caso del bimbominkia, dici a tutti “e basta con questa dittatura dello zerovirgola“. Poi da 0,6% l’Istat, in qualche modo, ti fa balenare uno 0,8% e allora tu, bimbominkione, tu che provavi ribrezzo per gli zerovirgola, gongoli, come un cretinetti qualsiasi. Del resto, se così non fosse, non saresti lo strenzi che conosciamo.

Ma l’Istat, che per l’appunto qualche giorno fa aveva regalato al bimbomikione la possibilità di twittare (e/o feisbukizzare) la sua strenzata quotidiana (neretto nostro)…

Avviso: post urticante per gufi e talk.

La verità, vi prego, sui numeri.
Dopo mesi di editoriali, chiacchiere, ricostruzioni, possiamo finalmente fare chiarezza sui veri numeri dell’economia italiana?
Oggi infatti sono stati presentati i dati ufficiali.
Mi limito a segnalarvi alcuni indicatori: PIL, Deficit, Occupazione, Evasione fiscale, Spending Review, Tasse, Export, Investimenti, Mutui.
Il PIL. A inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%.

 

se ne esce questa mattina con questo “dispaccio”:

 

[…] La stima odierna conferma quella preliminare diffusa lo scorso 12 febbraio. […]

Nel 2015 il PIL corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,6%. Si fa notare che il 2015 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al 2014.

Quindi, se corretto per gli effetti di calendario, il PILone è “tornato” allo 0,6%. Lo 0,8% è dunque balenato per lo stretto tempo necessario a caricare la molla dello strenzi, che poi ha iniziato a suonare il solito carillon.

E giù a ridere!!

“La verità, vi prego, sui numeri”.

 

fusioni: non tutti i sindaci belano bellamente

2 Marzo 2016 Politica nostrana fusioni

Ho detto più volte che un sindaco coi coioni si sarebbe visto solo alla prova costume della (possibile) fusione. Ma non era (e non è oggi) la fusione imposta dallo Stato italiano di mermellata. Tanto meno la fusione obbligatoria per i comuni “sotto i 5000 abitanti” (cioè il 70% dei comuni italiani) proposta dalle scimmie del PD.

Troppo facile, l’ho sempre detto e scritto, correre come levrieri dietro alla finta lepre dei risparmi “da aggregazione”: risparmi un cazzo. Le antenne ti si dovrebbero rizzare solo al fatto che lo Stato (di mermellata) ti premia, se ti fondi, con soldi che non ti dice dove vada a trovarli, se non – evidentemente – togliendoli ad altri comuni, almeno fin che dura il gioco (diversamente dovremmo attenderci un boom dell’economia che non solo non s’è sentito, ma segnali incontrovertibili sono per un flop di quella che sembrava una debolissima ripartenza). Perché se tutti fossero obbligati a fondersi, il senso del “benefit” verrebbe meno. Ribadisco: per dare i soldi ad A-B, che si sono fusi, dovrebbero toglierli a C e D che non lo sono ancora. Ma se C-D dovessero decidere di fondersi (nell’ipotesi che possano decidere), dove cazzo vanno a prendere i soldi? Ah, no, me ne scordavo: li tolgono a Roma Capitale. Ma vaffangà va!

In questo senso, da quanto leggo sul CorrierAlpi (Fusioni: «Ecco perché noi diciamo di no»), sembra di capire che non tutti i sindaci belino bellamente rincorrendo fusioni improbabili solo perché “andrebbero di moda” (e qualche giorno fa s’è fatto sentire anche il Comelico: Fusioni tra Comuni: il “sacro furore” non fa presa ovunque):

L’ incontro è stato proposto: «per la convinzione che vi sia la necessità di alzare la voce rispetto all’ideologia delle fusioni sventolata ai quattro venti», spiegano i sindaci aderenti all’iniziativa, «con cui si vorrebbe giungere presto allo svilimento e desertificazione di comunità, storia e montagna». […]

Tanti i Comuni presenti: Soverzene, Voltago Agordino, Gosaldo, Taibon Agordino, Alleghe, Livinalongo del Col di Lana, Rocca Pietore, Cesiomaggiore, Sovramonte, Seren del Grappa, San Gregorio nelle Alpi, Zoppè di Cadore, Ospitale di Cadore, Perarolo di Cadore, Borca di Cadore, Cibiana di Cadore, Tambre, Chies d’Alpago, Comelico Superiore, Arsiè, Sospirolo, Danta di Cadore (assente giustificato), Domegge di Cadore (assente giustificato), Lamon (assente giustificato), Valle di Cadore (assente giustificato) e San Tomaso Agordino (assente giustificato). «Ma è solo il primo incontro e chiunque sia interessato può partecipare», precisa Scopel, che spiega anche alcune delle ragioni del no: «La prima è economica: la fusione non risolve i problemi della spesa pubblica italiana. Eliminare tutti i comuni sotto i 5 mila abitanti porterebbe a un risparmio dello 0,1%, mentre sappiamo che il 70% della spesa pubblica è statale.

 In secondo luogo i “regali” della fusione non risolvono il problema principale della montagna, cioè lo spopolamento e infine i servizi: dove c’è un comune ci sono servizi alla popolazione, se il territorio si allarga si riducono anche le prestazioni fondamentali ai cittadini»

Pieve di Cadore: tra cassa di soggiorno e tassa di degenza

1 Marzo 2016 Cadore - Dolomiti, Giornalando, Senza categoria, Turismo e dintorni cadoriadi, fare-turismo, giornalando, scripta-manent

Dice la sindaca di Pieve – in mezzo a tante perplessità 🙂 – che sulla (cassa) tassa di soggiorno “ci stavano ragionando”.  Ora, comunque vada a finire la storia per chi non l’ha applicata nel 2015 (e quindi non può, allo stato, applicarla nel 2016 se non interverrà una solita italianata in deroga…), è chiaro a tutti che se la sindaca indugia ancora nel proporre il balzello, vista la voragine nelle presenze che il comune ha subìto negli ultimi cinque anni, la retata porterà nelle casse comunali solo aria fritta.

Per fortuna c’è l’ospedale, che la sindaca ha sempre visto come una peculiare risorsa turistica, vedi alla voce Cadore: la gerontovacanza dolomitica (con nosocomio compreso nel prezzo). L’altra brillantissima risorsa turistica da mettere in campo (manca poco ormai…) è “lo scambio alla pari”, vedi alla voce Indiana Ciotti alla ricerca dei turisti perduti.

Se le suddette risorse non fossero sufficienti il comune di Pieve potrà sempre riflettere sull’opportunità di introdurre la tassa di degenza (è o non è, l’ospedale, una risorsa turistica?).

L’amministrazione comunale di Pieve ci stava pensando da tempo e nonostante le perplessità del sindaco Maria Antonia Ciotti, il gruppo di maggioranza stava per decidere di applicare la tassa di soggiorno. «Ci stavamo ragionando, anche perchè ci sono tante necessità nel campo del turismo, che ormai i Comuni non riescono più a soddisfare», spiega il primo cittadino di Pieve.[…]

 

l’Unità, il buco nei conti e l’ira del bimbominkione

29 Febbraio 2016 Giornalando giornalando, psico-dramma, strenzi

Il bimbominkione se la prende con le sedi PD sul territorio che non s’abbonano. Chi cazzo vuoi che compri un giornale così del cazzo. E’ diventato una pappardella. Emilio Fede, mettendocela tutta, non riusciva ad essere così viscido. Se ho problemi di regolarità mi guardo le prime dell’Unità degli ultimi 3-4 giorni e vado di culo (fa letteralmente cagare).

unitabuco

I conti dell’Unità non tornano, Renzi batte i pugni sul tavolo e chiede chiarezza. Lo scorso giugno il giornale fondato da Gramsci è tornato in edicola, ma in meno di un anno sono state accumulate perdite preoccupanti, che agitano l’amministratore delegato Guido Stefanelli e il direttore Erasmo D’Angelis. Unità srl non ha ancora approvato il primo bilancio, ma secondo quanto appreso da fonti qualificate il giornale perderebbe più di 200 mila euro al mese, che alla fine dell’anno significano un rosso di circa 2,4 milioni. […]

uguale: come da Misurina a Palus S. Marco via ciclabile (ma ci vogliono quelle grasse…)

29 Febbraio 2016 I Turismi degli Altri, Turismo e dintorni auronzando, svizzera, turismo-cadorino

Qua si tratta di venir giù da un ghiacciaio, Glacier Bike Downhill, ok, ma una pista da bici grasse si potrebbe immaginare da Misurina a Palus S. Marco (e fino ad Auronzo…). Sempre che quelli del Cai non abbiano niente da ridire.

 

e il trenino ficcatelo nel culettino…

26 Febbraio 2016 Giornalando, Politica nostrana cadore, giornalando, trentino-alto-adige

trenino

E niente, hanno una marcia in più. Auspicare che la nuova ferrovia “acquisisca una rilevanza maggiore di quella rivestita un tempo bla bla bla” è cosa che presume la disponibilità diffusa di un acume che da queste parti, nella Dolomitia sfortunata, è preclaro non esistere. E lo si intuisce anche dal titolo “La Comunità approva il trenino“. Qual potenza! (neretto mio):

BRUNICO. La giunta della Comunità Comprensoriale Val Pusteria esprime tutta la sua soddisfazione per la sigla del protocollo d’intesa che consentirà l’elaborazione di uno studio di fattibilità riguardante un futuro collegamento ferroviario fra la Val Pusteria ed il Cadore. […]

L’auspicio del comprensorio è che la nuova ferrovia acquisisca una rilevanza maggiore di quella rivestita un tempo dalla storica e panoramica linea a scartamento ridotto che collegava Dobbiaco con Calalzo di Cadore e che fu soppressa nel 1964.

Ehi, Puster, ma fai colazione anche tu con uove de dugo? No dico: già una ferrovia “solo passeggeri” nel tratto considerato non si pagherebbe neanche se tutti gli abitanti di Belluno venissero quotidianamente a prendersi il caffè a Cortina, se poi pensiamo al trenino (che faccia magari ciuf-ciuf) siamo fottuti prima di nascere. Prova con la sviluppina, a far colazione intendo. Si vede che puoi trastullarti nei soldi. Beato tu!

 

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