Auronzo di Cadore: luglio col bene che ti voglio (ma se non ci fosse stato settembre…)

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La tabella superiore riporta le differenze in valore assoluto degli arrivi e delle presenze di ogni singolo mese, raffrontando il 2015 al 2014. La tabella inferiore presenta gli stessi dati come rapporto percentuale. Per quanto riguarda le presenze, alla fine dell’anno tutti ‘sti valori danno come risultato un aumento dello 0,7%, 1.846 in più rispetto al 2014 (vedi qui).

Colpisce non tanto il +2,5% di luglio (che nel 2014 fu un -7,4%)  quanto il -4,0% di agosto che replica il -4,0% del 2014. Anche giugno, colpa dello straniero, finisce nella buca, -7,3% (ma nel 2014 fu un +11,3%). Per fortuna è giunto san settembre con un +15,8% (nel 2014 fu -0,9%) a riequilibrare la stagione che, infatti, chiude il 2015 con 390 presenze (+0,19%) in più.

Ma agosto sembra fottuto. E se a settembre gli girano e mette il broncio, sono cazzi!

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ex caserma di Soracrepa: un gioiello di obsolescenza

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A parte la Morandini, che con la storiella dei “feed” si è rivelata “digitalmente obsoleta”, gli uneschi ci segnalano anche l’inizio della ricerca del secolo, la catalogazione delle strutture obsolete nel Sito Dolomiti UNESCO. Alla parola “obsoleto” ho reagito in modo naturale e mi sono detto che noi qui a Lozzo – sodomitici – abbiamo un gioiello di obsolescenza: la ex Caserma di Soracrepa.

Quale caso di studio migliore?

Stallì, un cesso tra le Dolomiti. Un vomito uscito dall’amministrazione comunale. Almeno cinque anni di abbandono assoluto. Un tetto che è come na ciaza forada al quale hanno messo il condom, un preservativo bucato. Ehi, qui c’è la diaspora delle canadesi e qui oltre alla savana c’è di più (il decoro dei trogloditi). Tanto per vedé che di obsolescenza petalosa e volontaria si tratta. Soprattutto volontaria. Vaffangala.

Ehi, c’è anche la zoomata sulla porcata: una zoomata dopo l’involo delle canadesi (succedeva un anno fa).

(qui il link diretto alla porcata obsoleta)

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(mi raccomando: obsolete ancora…)

e quindi ci fu un ultimo avvertimento! (la UE tira fuori la bacchetta)

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Sinò poi te devo menà. Naturalmente ci sono le clausole di salvaguardia con cui si mungeranno gli italioti in caso di bisogno (cioè di sicuro); poi verrà la (nuova) patrimoniale (compresa l’inasprimento delle tasse di successione). Mentre il coglione di Rignano fa progetti “petalosi”.

Monito europeo sul debito dell’Italia

Ultimo appello prima dell’infrazione: da Bruxelles in arrivo la lettera di avvertimento, nel mirino anche Finlandia e Romania

Nei prossimi giorni alcuni Paesi europei riceveranno una lettera da Bruxelles. Un paio di settimane, si stima. «Il messaggio sarà “attenti, fate qualcosa perché rischiate il non rispetto degli impegni di bilancio presi”», rivela una fonte che segue il dossier. Anche l’Italia? «E’ una scommessa sicura, visti i numeri del debito e la dinamica della spesa», si sottolinea. Candidate al richiamo pure Finlandia e Romania. Sarà l’ultimo avvertimento di qui a maggio, momento in cui la Commissione deciderà se avviare una procedura contro i destinatari della missiva. Una sorta di solenne invito a mettersi in regola più che un ultimatum, sebbene la differenza sia minima. […] (Marco Zatterin, La Stampa)

 

Auronzo di Cadore: presenze 2015 (vorrei ma non posso)

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Sappiamo com’è andata. La Regina ha fatto olè, mentre la principessa avrebbe voluto, ah come avrebbe voluto, ma non ha potuto. E sì che l’STL Dolomiti ha fatto un +3,9%, la Provinciazza un +4%, lo stesso comprensorio Montagna Veneta – che ha sempre battuto la fiacca – un +2,3%.

Oddio, vero che Pieve è un orrore, ma in Centro Cadore qualche coniglio ha davvero ruggito. Nel 2015 non s’è levata in volo, ma va detto che resta pur sempre lassù, irraggiungibile (per i coniglietti ruggenti) con il suo 70,1%  di presenze centrocadorine. E poi s’è presa sotto l’ala le ancelle, Vigo e Lorenzago, e quest’ultima ha proprio sculettato. Sicché s’è distratta (ma non succederà più: promesso!).

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Anpci: NO alle fusioni obbligatorie dei piccoli comuni

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La storiella la conosciamo già. Ma torniamo sull’argomento per bocca dell’Anpci, l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia:

Anpci dice il suo secco “NO” alle fusioni obbligatorie dei piccoli comuni

[…] L’attuale proposta di legge dei deputati PD, di fatto, calpestando la Carta Costituzionale, pretende di obbligare i comuni sotto i 5.000 abitanti a delle fusioni obbligatorie, con l’aggravante di obbligare le Regioni, a provvedere per conto dei comuni, laddove questi ultimi non ottemperassero a tale obbligo, pena il decurtamento del 50% dei trasferimenti statali.[…]

Oggi alcuni galoppini dell’autoritarismo renziano ci mettono di fronte a quella che non è più solo la battaglia di questa o di quella associazione, ma la battaglia di tutti quei sindaci, assessori, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione che hanno a cuore il proprio territorio, i propri cittadini e la propria storia.

Anpci, come sosteneva in merito alle unioni, è disponibile ad accettare qualsiasi forma associativa o di fusione solo su base volontaria, poiché solo un Sindaco, legittimamente eletto, conosce esattamente le esigenze del proprio territorio. È oradi smettere di mentire sostenendo che le piccole realtà incidono pesantemente sulla spesa pubblica, perché incidono solo il 2.7% sul bilancio statale a fronte dell’erogazione diservizi fondamentali per il cittadino e di presidio del territorio.

 

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