BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

NUOVA PRIORITA’ IN FATTO DI ‘WELFARE-STATE’

4 Ottobre 2014 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

La crisi socio-economica che imperversa e non accenna minimamente ad attenuarsi, ha prodotto epocali, deleterie conseguenze, specialmente nelle così dette ‘terre alte’. Deindustrializzazione drastica principalmente con la desertificazione del distretto dell’occhiale, scomparsa di servizi essenziali, crisi drammatica nel comparto scolastico e della istruzione in genere, asfissia nel campo sanitario-ospedaliero con una miriade di contraccolpi nel campo della cura e della prevenzione ect., tutto questo ha determinato un progressivo abbandono ed un depauperamento dei nostri un tempo fiorenti paesi.

La fuga dei giovani, l’invecchiamento della popolazione, la diffusa denatalità a livelli ormai, forse, irreversibili sono, ad un tempo, causa ed effetto della pandemica malattia che ha colpito i paesi di montagna e che ha intaccato alle radici la nostra società sotto i profili civile, sociale, economico, culturale… Ricordo ancora quando Lozzo contava una popolazione molto più consistente dell’attuale (ed allora non c’erano cinesi, albanesi, marocchini a rimpinguare le presenze sul territorio), le attività economiche ed artigianali fervevano, ogni casa era un piccolo laboratorio per la fabbricazione di montature per occhiali, lenti, astucci, minuterie ed indotti vari. Il turismo, pur incomparabilmente deficitario nei confronti dell’Alto Adige, era attività complementare e di rilevante sostentamento alla economia locale. Scuole, sanità, servizi funzionavano a dovere…

Venne però la globalizzazione e per noi la musica cambiò con conseguenze estremamente negative. E’ vero, diversi imprenditori seppero cogliere le opportunità che il nuovo ‘status’ planetario dato dall’ingresso nel circuito internazionale delle nazioni emergenti (in particolare i così detti BRICS: Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) offriva loro. Ma ciò, unito alla già in atto delocalizzazione a livello provinciale per via dei vistosi vantaggi offerti dalla Lg Vajont (Conib, ndr), ha provocato il degrado e lo sfilacciamento del tessuto produttivo del nostro Cadore con le devastanti conseguenze menzionate sopra.

Tutto si è legato e si lega all’abbandono ed alla chiusura di una miriade di opifici. Desolante osservare la sola zona industriale-artigianale di S. Anna, sorta solo da qualche decennio, a suo tempo funzionale ad un lungimirante disegno di promozione e sviluppo, ed ora desolatamente vuota, con bene in vista cartelli con la scritta “vendesi-affittasi”. Le disgrazie, insomma, non vengono mai da sole ed il depauperamento industriale ed economico dei nostri paesi ha portato con sé la chiusura di vari servizi (uff. PT, negozi, bar, alberghi, strutture sanitarie, scuole, asili, tribunali, Uff. Imposte ect.), l’esodo della popolazione attiva, la denatalità, il ricordato invecchiamento della popolazione ed il costante, progressivo calo demografico.

Normalmente, le crisi economiche sono cicliche, ma quella che ora stiamo vivendo è di una gravità spaventosa e qui, più che altrove, essa morde e crea situazioni di estremo disagio, per cui il ‘riscatto’, bene che vada, e semmai si potrà attuare magari solo parzialmente, richiederà tempi lunghi. Il ministro Padoan ce lo ha detto a chiare lettere. A livello centrale, ci vorranno decenni per ritornare ai livelli di benessere ante 2008. Immaginatevi alle nostre latitudini… Questo non è pessimismo, questo è realismo basato sui numeri e sulle nere prospettive.

Ed a questo proposito sarebbe d’uopo fare cenno alle carenze, alla inerzia, alla inconcludenza ed alla inettitudine di una classe politica, soprattutto anche locale, che non è stata in grado, fin qui, di farsi valere e di approntare un qualsiasi tentativo per, almeno, alleviare le implicazioni così negative di un processo di generalizzato degrado, che ha fatto della nostra ‘Piccola Svizzera’ un’area depressa e di sottosviluppo. Ma questo richiederebbe la stesura di un autentico trattato a parte…

Date queste tristi premesse, ora bisogna fare cenno alle priorità assolute che si impongono nella attuale situazione. Bisogna cioè pensare molto alla terza e quarta età. Bisogna costruire Case di Soggiorno per anziani. Almeno per ora, purtroppo, gli asili, come strutture sociali e di welfare, da noi, sono più che sufficienti; il problema, semmai, in questo comparto, è quello di riuscire a mantenere gli standard attuali e sopperire alle carenze di mezzi atti al sostentamento, in attesa di auspicabili tempi migliori. Poi verrà, magari, reintrodotto il premio fertilità alle coppie ed alle famiglie numerose, premio tanto caro alla ‘buonanima’, anche se gli intendimenti e le finalità, all’epoca, erano ben diversi.

Ed a proposito di anziani, mi è d’obbligo riportare il pensiero di Papa Francesco, pensiero così puntuale ed accorato su di un tema di così grande attualità: quello dello “scarto”. E tale pensiero ci fa molto meditare…

“…. Si scartano bambini, si scartano i giovani perché non hanno lavoro, e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico equilibrato. Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto!. Non sempre l’anziano, il nonno, la nonna ha una famiglia per accoglierlo. E allora ben vengano le case per gli anziani purché veramente case e non prigioni. Non ci devono essere istituti dove gli anziani vivono dimenticati, come nascosti, trascurati. Penso con gratitudine a quanti li vanno a visitare e si prendono cura di loro. Le case per anziani dovrebbero essere “polmoni” di umanità in un paese, in un quartiere, in una parrocchia; dovrebbero essere “santuari” di umanità dove chi è vecchio e debole viene curato e custodito come un fratello, una sorella maggiore. Troppe volte gli anziani vengono scartati con una vera e propria autanasia nascosta. Un popolo che non custodisce i nonni non ha futuro perché perde la sua memoria, le sue radici. Ci sono talvolta generazioni di giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori, quasi di liberarsi del retaggio della generazione precedente. E’ come un momento di adolescenza ribelle. Ma, se poi non viene recuperato l’incontro, se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo fra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo. Occorre percorrere la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare.”

andamento stagione turistica Cortina-Auronzo Dolomiti: dati a luglio 2014

3 Ottobre 2014 Turismo e dintorni andamento-tur-cadore

Per il Cadore nel suo complesso verrebe da dire “Turismo bagnato, turismo fortunato“. Se 23 su 31 sono state le giornate piovose (pur tenendo conto che non sempre ha piovuto per tutto il giorno, anzi, la pioggia è caduta a singhiozzo e spesso nel pomeriggio…) Cortina d’Ampezzo se ne esce con un +1,1% di presenze; va un po’ peggio ad Auronzo che deve registrare un -2,0%. Il Cadore con Cortina chiude il mese a +0,4% mentre senza la Regina chiude a -0,6%, onorevole se si guarda al -5,0% del STL-Dolomiti, al -4,5% della Provincia di Belluno e al -5,7% del Comprensorio Montagna Veneta (si ricorda che questi sono dati cumulati da inizio anno).

Sempre nel campo delle presenze l’Alta Pusteria si porta a casa un +0,4%, l’Alto Adige perde invece un 2,1% mentre il Veneto registra un +0,6%. Siccome in Regione Veneto si è recentemente ipotizzato di chiedere lo stato di calamità per il comparto turistico veneto, lo devono aver fatto osservando i dati di agosto (che noi vedremo tra un mese), o inebriati da laute ed allegre libagioni a base di prosecco. Va detto che la pioggia ha azzerato il turismo pendolare, che non trova riscontro nelle statistiche ma che ha il suo peso economico.

Comunque a luglio non è andata poi così male.

prelug2014

arrlug2014

e se fosse il Governo a interrogare il peones? (sul buco del Bim-Gsp)

2 Ottobre 2014 Politica nostrana belluniadi, bim-gsp-buco-dell-acqua, peones, quelli-del-PDL, sindakos, unesco

Il peones bellunese di Farsa Italia ha presentato al Governo un’interrogazione in cui interroga gli interrogati sui “non-fatti” degli interrogandi, questi ultimi riconducibili alla Fondazione Dolomiti Unesco, quelli, per capirci, delle facce da #schiaffi, oops, facce da #sfalci. Il peones non si capacita delle cose che la Sfondazione avrebbe messo in cantiere – così come della loro efficacia – e chiede lumi ai ministeri dei “Beni culturali” e dell'”Ambiente”, in qualche modo coinvolti.

La Sfondazione è una specie di “porto delle nebbie”, basti ricordare che l’ente è emanazione delle 5 province coinvolte (dopo la deforma Delrio due province e tre aree vaste; va detto che in FVG stanno ancora giocando a bocce con le loro province…) e delle regioni Veneto e FVG (che sono quelle che sganciano i soldi per l’area veneto-friulana), quindi tanti auguri.

A parte l’incipriatura del peones, mi sto convincendo, svegliando nel sonno Nemesi, che se fosse il Governo ad interrogarlo – il peones -, idealmente posto a rappresentare i Magnifici 67 Sodali del Buco del Bim-Gsp – per il ruolo che ha avuto come sindaco e come presidente della “capofila” Bim Consorzio – il tutto rappresenterebbe un grandioso atto compensativo con la differenza che i sodomitici della Sfondazione giocano con le briciole mentre i Mefitici 67 – i sindakos – si son resi protagonisti di un buco colossale di 89 milioni di euri che hanno inteso colmare, alfine, ficcando il cetriolone dell’aumento tariffario nelle terga dei bellunesi.

Purtroppo Nemesi ha il sonno pesante mentre i topi di fogna sono sempre svegli.

 

supercazzole gemellari (scemo e più scemo)

2 Ottobre 2014 Criticarium Itaglia quelli-del-PD, renzie, supercazzole

Lo so, è trita e ritrita ormai. Ma è la prima cosa che mi è apparsa oggi su twitter (imprinting sociale). Ormai la timeline è piena delle supercazzole dei piddini. Tra un po’ trovo di sicuro la Picierno, quella del piciernile (il 15% di qualcosa…; lo ebbe a dire dell’aumento del PIL che si sarebbe avuto per l’introduzione dei fumosi – fumosi – 80 euri…). Comunque, solo le teste di cazzo non cambiano idea (come disse Einstein quella volta dell’universo stazionario).

art18bimbominkia

(via @grilliserafino)

piddini di marmellata tra fertilità e anticipazioni del futuro

1 Ottobre 2014 Criticarium Itaglia quelli-del-PD, renzie, scripta-manent, verso-il-default

Piddini (politici) di marmellata. Ce ne sono a iosa. E aumentano ogni giorno di più, senza alcuna possibilità di contenimento. Se non si sbranano fra loro sarà la nostra fine. C’è anche la bambocciona che dice “Io sono di sinistra. Essere di sinistra significa anticipare il futuro“. E sarà, se sarà, un futuro di marmellata.

Poi c’è quella che lancia la crociata della fertilità e natalità, quella che per aumentare i biberon è convinta che “dobbiamo eliminare il disvalore che si porta dietro la maternita’ in certi contesti professionali.“, quella che intende valutare se il declino della fertilità “è legato ad esempio al tabagismo, a fattori ambientali, a malattie professionali e non.” – scie chimiche no è!? -, quella che nominerà “ginecologi, sociologi, psicologi,  sessuologi ed educatori” per giungere ad elaborare “un documento dove siano indicate strategie per far crescere la natalita’“. In poche parole, una commissione del cazzo!

E un futurologo no? Un futurologo che spieghi alla ministra che senza una parvenza di futuro che sia certo, economicamente certo, una coppia ci pensa su 1000 volte prima di fare un figlio. Per farlo nascere in quest’Italia di merda ci vuole una buona dose di coraggio. Nel gruppo di studio, ministra, ci metta anche un autonomista sudtirolese, chissà che qualche dritta ve la possa dare (pur tenendo conto che problemi non ne mancano neanche a loro).

Ah, ministra, chiami magari la Merkel per mettersi d’accordo: gli alemanni hanno problemi pari ai nostri, se non peggiori, in termini di natalità (ma da loro si pensa che nella vicenda i crauti abbiano un ruolo determinante); una commisssione italo-tedesca ci darebbe qualche fiducia in più, a noi diversamente italiani. Speriamo che Dio ci liberi da queste masnade di piddini di marmellata, anche con il diluvio universale, anche con le cavallette, anche con le piaghe più dolorose.

C’è un cazzaro in giro, il bimbominchia, che si è attorniato di una corte dei miracoli:

altisonanti chiacchiere, magniloquenti frasi, straparlare di niente.

Lorenzin: allo studio un piano per far nascere piu’ bimbi

(AGI) – Roma, 1 ott. – Un piano per far nascere piu’ bambini.
0ggi verra’ nominato un tavolo di esperti tra ginecologi, sociologi, membri di associazioni femminili, psicologi, sessuologi ed educatori per un documento dove siano indicate strategie per far crescere la natalita’. Lo dice in una intervista alla Repubblica, il Ministro della Salute Beatrice Lorezin. “Dovremo studiare il declino della fertilita’ e le sue cause – ha spiegato il Ministro – se e’ legato ad esempio al tabagismo, a fattori ambientali, a malattie professionali e non. Affrontiamo un problema di tipo sociale, culturale ed economico visto che ormai siamo sotto il tasso di sostituzione cioe’ per ogni uomo e donna non nascono due figli”. Secondo Lorenzin, “e’ necessario che i medici spieghino ai pazienti come possono preservare la fertilita’ o rimuovere i problemi che la ostacolano. Dobbiamo fare prevenzione coinvolgendo le famiglie, i pediatri, gli insegnanti. In un periodo di iper informazione come quello che stiamo vivendo, di questi temi si sa poco, ad esempio sulla finestra fisiologica durante la quale si puo’ diventare genitori”. In questo progetto, il ministro intende coinvolgere anche “i ministri dell’Istruzione e del Lavoro. Per ottenere risultati dobbiamo eliminare il disvalore che si porta dietro la maternita’ in certi contesti professionali. Non risolveremo mai questo problema se non aiutiamo le madri lavoratrici”. Quanto alla procreazione assistita, Lorenzin ha detto che “non basta per risolvere questo problema, anche se puo’ essere utile”. “Mettero’ l’omologa e l’eterologa nei livelli essenziali di assistenza assicurati a tutti i cittadini. Spero che troveremo un modo per fare in tempi brevi un centro nazionale di tracciabilita’ dei gameti e dei donatori”.

demografia a Lozzo di Cadore: lo straniero ‘tiene’

1 Ottobre 2014 Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, demografia

Prendendo spunto da questo commento di @frank ad un post “demografico” dell’altro ieri:

@danilo tieni presente che Lozzo è il comune più cinesizzato del Cadore; temo che il flusso migratorio in “uscita” non sia ancora finito

al quale ho dato la seguente prima risposta:

@frank, hai ragione, il flusso migratorio “in uscita” non è ancora finito ma, attenzione, non è detto che abbia gli occhi a mandorla. Meglio: non è detto che abbia solo gli occhi a mandorla. Vedo se posso recuperare qualche dato ma già da qui si intuisce che “lo straniero tiene”.

ecco quindi il quadro della demografia lozzese relativo all’andamento delle componenti italiana e straniera (di quest’ultima i cinesi ne rappresentano il 60%) della popolazione residente tra il 2002 e il 2014. Il grafico illustra l’andamento in valore assoluto delle diverse componenti posto il 2002 a zero: come si vede il declino della componente italiana è continuo mentre la componente straniera, dopo l’iniziale periodo di crescita durato fino al 2006, ha subìto un declino che però, dal 2009, si è sostanzialmente stabilizzato.

In termini relativi, sempre ponendo a zero la popolazione del 2002, nel 2014 si registra da allora un calo del 14,2% della componente italiana (passata da 1.488 a 1.277), un aumento del 43,2% di quella straniera (passata da 125 a 179) per una diminuzione del 9,7% di quella totale (passata da 1.613 a 1.456).

grademolozzostrita

demolozzostrita

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