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De Menech, la lista unitaria per le deiezioni provinciali e i pollici opponibili

15 Settembre 2014 Politica nostrana belluniadi, quelli-del-PD

Si parla delle due baldraccone, le faziose partigianerie partitiche di Farsa Italia e PD, che stanno affettando il salame dell’area vasta ex Provincia di Belluno (una fetta a me, una fetta a te). Si parla del tramonto dell’idea di avere una lista unitaria che avrebbe dovuto portare alla guida (de che?) dell’ente zoppo una persona “di sintesi”. L’accusato, lo scrive Irene Aliprandi, è il peones piddino:

[…] Sotto accusa c’è il deputato del Pd Roger De Menech, che si era assunto la responsabilità favorire il dialogo ed evitare scissioni, anche rimettendo in discussione i nomi proposti per la presidenza (Malacarne e Buzzo), ma non ci è riuscito e le parole stizzite utilizzate nel suo comunicato stampa di ieri evidenziano quanto la situazione gli sia sfuggita di mano.

Dice l’Aliprandi che “le parole stizzite utilizzate nel suo comunicato stampa di ieri evidenziano quanto la situazione gli sia sfuggita di mano“.

Penso io, senza alcuna cattiveria, riferendomi esclusivamente al piano politico: che gli manchino i pollici opponibili?

 

renzie alla UE: ‘basta diktat! Ce lo chiede l’Europa’

15 Settembre 2014 Criticarium Itaglia itaglia, renzie, verso-il-default

Se uno ha il 140% di debito sul PIL e non riesce a contenere l’aumento di spesa pubblica, ha un’economia che cresce meno di quanto non riescano a fare i capelli del Berlusca, con una disoccupazione stellare e quella giovanile galattica, con la produzione industriale scesa del 25% in sette anni, con le classifiche mondiali nei più svariati parametri che ci vedono sempre in coda ai paesi OCSE (tranne quando si misurano mafie, ndranghete e camorre), con quale credibilità può sparare solenni cazzate come questa: Renzi alla UE “Basta diktat. Sulle riforme decidiamo noi”?

Serve solo a far credere agli italioti, la maggioranza degli italiani, che il damerino ha un qual piglio decisionista (ma, ragazzi, ci vuol fegato a considerarlo “decisionismo”). Ad ogni buon conto la UE ha già fatto sapere che un rimaneggiamento dell’Iva, con il ritocco delle fasce agevolate del 4-10%, potrebbe essere cosa buona e giusta. Vedrete che se i conti non dovessero tornare (e ora non tornano), in breve il “Basta diktat” diventerà “ce lo chiede l’Europa”.

Anche per questo renzi continua ad essere una faccia da culo.

bastadiktat

(immagine tratta dalla prima di Repubblica 15-9-2014)

sindaco di Lozzo: spinto dal centrodestra ma ‘lui ufficialmente sarebbe di centrosinistra’ (in ambo i casi a sua insaputa?)

15 Settembre 2014 Botanico Palazzo, Politica nostrana belluniadi, cronache-lozzesi, peones, quelli-del-PD, quelli-del-PDL, sindakos, supercazzole

Se il sindaco di Lozzo (il vostro) dovesse  indulgere in un certo grado di “prostrazione politica” – atteggiamento che molti di noi potrebbero descrivere alternativamente con la parola “riconoscenza”, che ha forse il pregio di apparire meno servile – nei confronti del suo dominus di Sedico, il senatore peones – ex PDL e ora Farsa Italia – che da bellunesi ci è toccato in regalo, e che l’ha preceduto alla poltrona del Bim Consorteria prima di convolare verso i colli capitolini, potrebbe essere considerata pratica normale, lisa consuetudine tra grigi travét della politica tombinara con mire carrieristiche.

Dire con esattezza quale grado potrebbe raggiungere questa prostrazione – sempre nell’ambito della dialettica politica, ben s’intende – non è cosa che riuscirei a fare con grande facilità ma, essendo dotato di fervida immaginazione, come quella che mi auguro abbiate voi, l’esercizio potrebbe essere, come dire, fecondo di risultati (per esempio ho un vago ricordo di quando, mi pare fosse il 2005, il vostro dismise la giacchetta di centrosinistra per indossare bellamente quella del centrodestra nell’ipotesi di poggiare le terga nel Bim di vallata, come poi fu: fu quello un primo barlume di spavaldo trasformismo?).

Quello che è certo, in questi giorni, è che l’eventuale candidatura del vostro a presidente del Bim Consorteria è sostenuta con gran forza da Farsa Italia, cioè centrodestra.

Ed è altrettanto certo che Farsa Italia da una parte e i Poveri Deficienti del PD dall’altra, teleguidati da un segretario regionale nonché altro peones, deputato, in delirio perpetuo, stanno spudoratamente mettendo in atto l’ars spartitoria come d’abitudine, alle spalle dei bellunesi, tentando di spacciarla – maldestramente – come sentito e sofferto “afflato unitario” (mi sto riferendo alle imminenti … deiezioni provinciali).

Che è come se due puttanone, due baldraccone di lungo corso, Farsa Italia e PD, ti volessero convincere della loro illibatezza.

Altra cosa nota, per riallacciarsi alla prostrazione (politica), è che non fai alcuna strada in politica – in quella a cui siamo abituati – se non lecchi il culo – in vario modo e grado – a qualcuno che ti precede (ed è qui che chiedo quello sforzo di fantasia cui prima ho fatto cenno: siete voi a dovervi immaginare la scena, ovviamente metaforica, dell’oculato leccaggio con le possibili varianti, la modularità delle posture, la profondità ed estensione degli interventi e la loro frequenza).

Per fare strada, se non lecchi, devi essere un genio. Ma qui non serve spendere altre parole perché di genio, nel nostro personaggio, non c’è neanche la parvenza. E non provate a cercare neanche la sregolatezza, restereste parimenti a mani vuote. Dicevamo, dunque, che il vostro è spinto, con grande sforzo e medesima convinzione, verso quella candidatura, dal centrodestra: e ciò oltre ogni ragionevole dubbio.

Succede ora che, in relazione alla lista “unitaria” (quella delle due baldraccone), Irene Aliprandi sul Corriere delle Alpi giunga a scrivere (grassetto mio):

[..] Il candidato presidente è Vania Malacarne (Lamon), il vicepresidente sarà del centrodestra e sempre da Fi arriva la candidatura di Mario Manfreda (Lozzo, lui ufficialmente sarebbe di centrosinistra) per il Consorzio Bim.

Mi chiedo dunque (in senso generale): può uno prostrarsi a destra (se prostrarsi è per voi parola troppo spigolosa possiamo cambiarla con ” essere riconoscente”), esercitando in vario modo la dovuta mobilità linguale in questa specifica direzione (sempre nell’ambito dialettico-politico, nevvero), ‘pur essendo, lui, ufficialmente di centrosinistra’?

Essendo io uomo di mondo non ho alcun problema ad immaginarmi gli sforzi di leccaggio cui in genere i carrieranti politici si devono sottomettere per scalare la piramide premiante, ma, in questo caso specifico, sarebbe quanto meno doveroso che il sindaco di Lozzo chiarisca se quanto supposto e dichiarato nell’articolo corrisponde alla realtà o quanto se ne discosti da essa.

Ciò mi darebbe modo di ridefinire il valore del disprezzo che provo per l’azione politico-amministrativa espletata da costui, disprezzo che peraltro non mi sono mai peritato di celare in alcun modo (per non scuotere le anime più sensibili potremmo mettere la cosa in termini meno perentori, così per esempio: “ciò mi darebbe modo di ridefinire il valore del non apprezzamento per l’azione…).

Ordunque, sindaco, dicci da che parte batte il tuo cuore: a centrosinistra, a centrodestra, al centro?  Un po’ qua e un po’ là? O batte propriamente a destrasinistra?

 

UNA IMPORTANTE SENTENZA FIN QUI PASSATA SOTTO SILENZIO – OVVERO: DELLA SAPIENZA GIURIDICA DI LOR SIGNORI

14 Settembre 2014 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Oggi ho ricevuto una notizia di grande rilievo: la causa intentata dal Comune alla ex baitista D.ssa Coffen Maria Giuditta, avanti il giudice monocratico avv. G. Ramanzini, ha visto il nostro Ente soccombere in toto. La nota, annosa vicenda delle pseudo concessioni degli anni ’60 e ’70 in quel di Pian dei Buoi ha trovato, a suo tempo, anche su queste pagine, largo risalto con articoli, commenti e sottolineature dagli accalorati accenti. Tutto sembrava essere concluso con la transazione sottoscritta da 9 ex baitisti su 10, in base alla quale si era costituito un diritto di superficie 99/le mediante il versamento a tacitazione di una somma stabilita sulla base di una perizia dell’Uff. del Territorio, il tutto attraverso input e quesiti forniti a quest’ultimo dalla Amm.one comunale.

La intera querelle ha presentato e tuttora presenta aspetti di una complessità rimarchevole ed il tempo e le azioni (nonché le omissioni) poste in essere, da un lato dalle varie amministrazioni succedutesi e, dall’altro lato , dagli interessati, non avevano fatto che ingarbugliare vieppiù una matassa di per sé molto intricata fin dalle poco chiare e delineate origini. Qui, nel tempo, ogni soggetto intervenuto ha contribuito non poco, con le proprie mani e con la propria mente, a rendere sempre più difficili i rapporti fra gli pseudo concessionari ed il ‘concedente’.

Si arriva così al 2004 allorquando, in sede di insediamento del nuovo Consiglio, chi scrive, allora capo gruppo di minoranza, lesse e commentò una interpellanza tendente a richiedere che il Comune abbandonasse le molteplici, onerose diatribe giudiziarie in essere, attraverso composizioni bonarie ed EQUE; ciò al fine di evitare ogni possibile elemento di tensione nella Comunità in quanto tali liti (in primis quella riguardante i ricordati baitisti e quella relativa alla caserma di Sora Crepa) avevano contribuito non poco ad inasprire i rapporti tra una parte della cittadinanza e la Amm.one , con il ns Ente coinvolto sovente in veste di attore o di convenuto. La proposta venne tosto accolta dalla maggioranza e così la interpellanza venne trasformata in mozione con il voto unanime del Consiglio. Tutto partì da qui.

E’ ovvio che il carattere di equità e tutela prioritaria dell’interesse dell’Ente nelle ipotetiche transazioni era, per lo scrivente, condizione imprescindibile. Sulla questione di fondo –risoluzione delle vertenze, in particolare le due riguardanti il pianoro- l’accordo era stato esplicitato. Dove poi, nel prosieguo degli eventi, il sottoscritto dissentì fu nelle modalità di attuazione, nelle decisioni quanto meno opinabili prese nelle felpate stanze del Palazzo, senza alcuna trasparenza e con mille recondite riserve mentali (“questo, Zanella non lo deve sapere”, era il refrain allora in uso).

Decisioni assunte tra mille tergiversazioni e silenzi in sede di Consiglio (vedi input dati all’Uff. del Territorio senza alcun dettaglio per la minoranza), che portarono, a mio sommesso parere, a transazioni parecchio sbilanciate sul versante delle controparti (durata 99/le, per di più esulando quasi interamente dal pregresso), con oggettivo e non confutabile nocumento per l’Ente. Basti dire che gli incassi dalle transazioni erano sull’ordine, se non ricordo male, di circa 37.000,00 Euro, compresa la quota della sig.ra Coffen, mai incassata, cifra comunque non sufficiente neppure a coprire le spese per perizie e legali sostenute.

Non vorrei qui ripetere le fasi salienti della diatriba; tutto è, del resto, documentato nelle delibere del Consiglio e negli allegati da me dattiloscritti… Prego solo il redattore di mettere qualche significativo link sugli interventi maggiormente pregnanti e sui relativi commenti [tra i vari si legga il commento di Arturo Da Pra Tetto e la successiva replica di griso, ndBLOZ].


Ma torniamo alla sentenza depositata lo scorso Luglio e sulla quale la Pubblica Opinione ancora nulla conosce. Si diceva che la transazione non ha riguardato la totalità dei così detti ex baitisti. Per inciso, il Sindaco aveva più volte affermato che “o tutti aderivano o non se ne faceva niente”. Poi però, evidentemente, ha cambiato idea e, da buon politico (si fa per dire), si è acconciato a rendere esecutivo l’accordo parziale (che il sottoscritto non votò, ritenendolo penalizzante per il Comune, non tanto per colpa dell’Uff. del Territorio, quanto per gli input a quest’ultimo dati).

La posizione della D.ssa Coffen risultava ancora più complessa delle altre, non fosse che per la scoperta che buona parte del fabbricato insisteva su terreno di privati, mentre l’ufficio del territorio aveva proceduto ad una stima complessiva del cespite, tra l’altro visionato solo dall’esterno. Stima giustamente contestata, tanto che si dovette ripeterla, ma la volumetria ed altri elementi non furono ancora considerati esaustivi e consoni alla realtà di un accertamento catastale accurato e di una congrua valutazione del costruito. Il Comune fece allora ricorso al Commissario per la liquidazione degli Usi Civici di Venezia ma tale passo sortì il solo effetto di una pronuncia del medesimo Commissario che stabilì il ‘suo difetto di giurisdizione’, ritenendo il terreno interessato non rientrante in quello di uso civico.

Il Ctu nominato, l’arch. Canaider, presentò una parcella di Euro 3.269,75, che il Commissario stabilì doversi liquidare in modo compensato (50% a carico dell’attore e 50% a carico del convenuto). Ulteriore passo del Comune fu, a questo punto, adire la Giustizia Ordinaria ed ora, con sentenza richiamata qui sotto, l’Ente vede disattese completamente le sue pretese: ingiunzione alla restituzione del terreno, indennizzo ect; di contro, l’Ente si vede condannato a pagare le spese di giudizio liquidate in Euro 7.900,oo, a cui ora devonsi aggiungere Euro 1.634,88, quota parte della parcella su menzionata dell’arch. Canaider. Senza contare il mancato introito della seconda perizia commissionata all’Uff. del Territorio. Infine, al conto vanno aggiunte le spese del proprio legale (avv.to Prade) e, con tutta probabilità, anche la parcella dell’avv.to Gaz di parte convenuta.

Dice l’avv.to Gaz che la sentenza in questione è ‘rivoluzionaria’ e costituirà giurisprudenza per casi similari che riguarderanno, in futuro, beni ritenuti di uso civico ma che, in realtà, sono, a tutti gli effetti, beni delle Regole. Io ora mi chiedo: se la sig.ra Coffen nulla deve al Comune così come sentenziato, che validità potranno avere gli atti relativi alle altre nove transazioni effettuate attraverso la costituzione di un diritto di superficie su di un’area la cui natura ora si scopre essere diversa da quella comunemente ritenuta in sede di pseudo concessione?

I terreni, in base al disposto della sotto richiamata sentenza, par di capire essere solo oggetto di amministrazione da parte dell’Ente Comune, ciò sulla base della legge napoleonica del 1806 e la successiva regolamentazione del 1927, in piena era fascista. I beni non sono alienabili né usucapibili!! Non vorrei espormi con nette e salomoniche prese di posizione, ma è d’uopo domandarsi che cosa succederebbe se i 9 ex baitisti, così stranamente ‘regolarizzati ‘, pretendessero ora il ristoro di quanto versato (e che la D.ssa Coffen mai verserà, salvo diverso esito di un possibile ricorso). E questo dopo che atti giuridici di diversa natura sono già stati posti in essere (alienazioni del ‘diritto’, successioni ect) e si è anche proceduto, in barba alla lg 47/85, a strane sanatorie edilizie.

Attendiamo gli eventi. Non vorrei che un possibile ricorso portasse alla ripetizione di analogo evento succeduto nel caso della Caserma… Inserito dall’Amm.one il terreno su cui sorge quest’ultima tra i beni demaniali al fine di dimostrare che la banca non poteva iscrivere ipoteca sul cespite, l’istituto di Credito ebbe buon gioco a dimostrare che tale iscrizione era avvenuta a posteriori (dopo il consolidamento del pregiudizio ipotecario). Ed il nostro Comune allora soccombette. Un duo di saccenti assessori osò allora interporre appello (si disse: “per costringere la Banca a trattare”, io allora precisai: “per prendere un’altra batosta”). Per fortuna che, nelle more della composizione della vertenza con la Banca finanziatrice, almeno questo ricorso venne ritirato… .

 


(link per scaricare i pdf: sentenza 464/14 comune vs coffen; determina n.74 del 9-7-2012)

 

ma le previsioni, lì all’Arpav, le fate coi dadi?

13 Settembre 2014 Curiosando curiosando

(il diavolo si nasconde nei dettagli)

“Non posso credere nemmeno per un attimo che Dio giochi a dadi!”, diceva Albert, mentre Niels gli rispondeva 
“Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi.”. Va riconosciuto che anche questo dialogo prendeva le mosse dall’indeterminazione. Ma passi per una particella che più o meno riottosamente non ti vuol far sapere dov’è, se pretendi di sapere anche che velocità ha (e viceserva).

Qui però ne va della stabilità psicofisica di tutta la provincia, proprio ora che stanno spingendo a fondo per trovare il puzzone. Uno capisce che in piena estate una certa effervescenza nel corso della giornata ci può essere, e alle tre del pomeriggio accetta anche il temporale che non hai espressamente previsto, ma con tutti quei satelliti che girano sopra le nostre teste (che in numero superano i sindaci idiotoidi – quindi capite che sono numeri di tutto rispetto), tenuto conto che la stagione ha in termini di turbolenza, ora, la stessa focosità che può avere una zitella in menopausa, un po’ di precisione in più non guasterebbe.

Quindi, per tornare a noi, ci chiedevamo: ma le previsioni, lì all’Arpav, le fate coi dadi o sono solo la conseguenza di un uso disinvolto di erba cipollina?

(là fuori la giornata è di un grigio che il grigio pantone di riferimento sembra un arcobaleno; quella del “rientro di nuvolosità che potrà limitare maggiormente il soleggiamento, ma perlopiù senza fenomeni” … mo’ me lo segno; dettaglio luciferino: “Precipitazioni. … sulle Dolomiti … non escluse del tutto deboli o debolissime precipitazioni fino al pomeriggio (30%); com’è che chiami quel 30% di probabilità di precipitazioni, che per te che le vivi è il 100%? Dannata sfiga! Ma è lì che si nasconde il diavolo. Morale per chi legge le previsioni: guardare “oltre le icone”. Morale per chi le fa: tenersi sempre una porta aperta (pararsi il culo per almeno il 30%)) 

 

previsione1

previsioni2

conto alla rovescia per le deiezioni provinciali: il puzzone è sempre più complesso…

13 Settembre 2014 Politica nostrana provincial-politik, sindakos

E’ che ho altro da fare altrimenti qua, con tutta la materia prima – organica, mica c’è bisogno di dirlo – che la vicenda ci mette a disposizione, si poteva imbastire un impasto fecale di dimensioni apocalittiche.

BELLUNO. Un puzzle sempre più complesso che deve tenere conto della composizione politica, geografica e di genere della politica bellunese. Ma il tempo stringe: sono giorni caldi per il futuro dell’ente provinciale che tra un mese esatto vedrà le elezioni per nominare il nuovo presidente. […]

“Sono giorni caldi per il futuro dell’ente…” sottolinea il CorrierAlpi. Torna in mente, imperioso, il grande Robin Williams:

“Il clima nella zona è oggi caldo e merdoso e continuerà a essere caldo e merdeggiante nel pomeriggio. Domani caccosità intermittente alternate a pisciatine di provenienza nordica e farà più caldo che nel culo di una vacca sacra a Calcutta”.

Morale (per restare in ambito intestinale): un consorzio di comuni (com’è l’esempio del BIM) a capo della provincia è una cagata pazzesca. Credetemi: il declino della provincia di Belluno assumerà un’accelerazione che neanche sul bordo di un buco nero… . Diceva quell’altro con motivazioni apparentemente più futili: “Asteroide, ti prego, da parte a parte!“.

 

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