BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

decessi da coronavirus dal sen sfuggiti?

3 Aprile 2020 Giornalando amicodp, giornalando

L’Amico del Popolo (AdP) s’è chiesto se anche in provincia di Belluno vi possano essere dei decessi da coronavirus “sfuggiti” (cioè non attribuiti come tali). La cosa era stata affrontata da vari osservatori e da diversi giornali: qui un tweet di Davide Mancino (per il Corriere della Sera) che riassume l’impennata verticale dei decessi in un confronto tra i dati di quest’anno e lo stesso periodo del 2019;  qui invece i dati messi a disposizione dall’Istat dai quali il grafico è stato tratto.

L’AdP, dopo aver considerato i dati disponibili relativi ad alcuni comuni bellunesi e aver tratto da essi variopinto grafico, fa questa considerazione: 

Si può notare (nella tabella in alto è chiaro) che diversi Comuni quest’anno sono “ai massimi” rispetto ai dati dell’ultimo lustro. Certo, a Cesiomaggiore si passa da 1 morto dell’anno scorso a 4 di quest’anno, ma sono cifre talmente piccole che non è possibile trarne delle medie né delle conclusioni. Però…

Però se sommiamo i dati di questi dieci comuni bellunesi la “colonna rossa” che abbiamo messo nel grafico, ovvero quella che si riferisce a quest’anno, svetta in modo netto: rispetto ai 35 morti verificatisi in questo stesso periodo l’anno scorso (ed era già il numero più alto dell’ultimo lustro), i 47 di quest’anno segnano uno stacco vistoso. C’entra il coronavirus? Difficile dirlo, per ora si può solo metterci un punto di domanda. Però quella colonna che svetta qualche problema lo pone.

Dice inoltre, l’AdP che “quel 47 significa comunque il 34% di morti in più rispetto all’anno scorso”. 

Aggiungo a quanto già espresso nell’articolo alcune considerazioni.

(1) Non c’è alcun dubbio che i dati della Lombardia relativi alle morti da coronavirus fossero enormemente sottostimati, e questo lo si sa da almeno due settimane, senza ricorrere alla statistica. Gli errori madornali della gestione dell’epidemia in quelle zone hanno permesso che il contagio dilagasse a tappeto facendo morire in casa persone alle quali mai è stato fatto il tampone.

Ma invece di puntare il dito sul contagio nosocomiale (al virus sono state aperte tutte le porte degli ospedali) provando a raccontare i fatti, i nostri “midia” hanno preferito frustare il furbetto delle passeggiate. Poi è arrivata la realtà con la clava.

(2) Al lettore dovrebbe essere detto che i dati messi a disposizione dall’Istat sono tratti da campioni già sovrastimati per i decessi: sulla nota informativa si legge infatti che i dati si riferiscono ai comuni:

 “con un numero di decessi che, nel periodo dal 1° gennaio al 21 marzo 2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e che nel mese di marzo del 2020 hanno presentato, rispetto alla corrispondente media del quinquennio 2015-2019, un incremento della mortalità pari ad almeno il 20 per cento”. 

Capite bene che se il campione è, di per sé, sovrastimato del 20% (te lo dicono), qualsiasi possibile stima sarà… forzatamente sovrastimata. Non sto dicendo che il campione è sbagliato, sto dicendo che il campione è, a detta di chi te lo dà, sovrastimato del 20%. Basta saperlo (e tenerne conto).

(3) i dati del grafico sulla pagina dell’AdP già danno una risposta: se è vero che la variazione dei decessi 2020 su 2019 è di +12 persone pari al 34% (in ipotesi attribuibile, in parte o del tutto, al coronavirus), è altrettanto vero che tra il 2019 e il 2015 vi è uno scarto di +10 persone pari al 40%; è altrettanto vero che tra il 2019 e il 2016 lo scarto è di +11 persone pari al 46%; è altrettanto vero che tra il 2018 e il 2016 lo scarto è di +10 persone pari al 42%: è la stessa serie storica che ti dice che ciò che vedi oggi è già successo, e con pesi percentuali maggiori, in passato (con dati non sovrastimati perché riferiti ad anni diversi dal 2020).

(4) ma si può provare a fare di più: se calcoliamo il coefficiente di variazione (deviazione standard / media per 100) delle serie dei vari comuni scopriamo che Sedico ha il valore più basso con un 34,6% (cioè i dati di Sedico sono più raggruppati intorno alla media di quanto non siano gli altri; Cortina ha un coefficiente di 38%, gli altri tutti superiori al 45%): i decessi nel 2020 sono 9, la media negli anni è di 7,17. Nessuno può escludere a priori che la differenza tra i decessi registrati e la media non sia attribuibile al coronavirus, ma, in ipotesi, visto che i decessi del 2020 di Sedico si discostano da quelli degli anni precedenti meno di qualsiasi altro comune, posso provare ad escluderli dai conteggi.

Così facendo si scopre che i decessi cumulati per tutti i comuni del campione meno Sedico sono 38 per il 2020 e 30 per il 2019: la differenza passa da 12 a 8 e il peso dal 34% al 27%. Inoltre, sempre con i dati ottenuti escludendo Sedico, tra il 2019 (30) e il 2016 (14) la differenza di decessi cumulati è pari a 16 (114%), mentre tra il 2019 e il 2015 è pari a 15 (100%). Chi ha stato a raddoppiare i decessi in quegli anni?

(5) A valere per qualsiasi situazione: “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa“. (Gregg Easterbrook, giornalista e scrittore statunitense)

ma anche: “Le statistiche sono come i bikini. Ciò che rivelano è suggestivo, ma ciò che nascondono è più importante“. (Aaron Levenstein).

In attesa di nuovi campioni da torturare da analizzare, passo e chiudo.

i fassistelli dell’ #iorestoacasa

2 Aprile 2020 Criticarium, Curiosando curiosando, libertarian, supercazzole

Ancora: niente contro il cosiddetto distanziamento sociale, essendo pratica ovvia che non ha bisogno di peiper per essere capita (peiper: paper: Nell’editoria accademica una pubblicazione scientifica (in inglese scientific paper)[1] è uno scritto redatto in modo oggettivo, bla bla…).

fassistello: un fascistello cui si concede l’attenuante della candida ingenuità, della profonda ignoranza, della più squisita ipocrisia.

Dall’oceanica incompetenza sulla quale galleggia il governo italico, composto da veri scappati di casa e da consunti piddini dediti al reciproco spidocchiamento, era apparsa una inezia di ragionevolezza riguardante la possibilità, per un solo genitore, di poter far sgranchire il figlioletto per le strade della repubblica bananiera. La misura riconfermava anche la possibilità di svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione.

All’apparizione di cotanta ardita precisazione, i fassistelli de noantri si sono scatenati in una gara all’ultimo respiro contro il provvedimento al grido di “non dobbiamo abbassare la guardia”.

Il fassistello è persona dalla cupa e opaca esistenza che, conscio della propria nullità nello stanco e quotidiano trascinarsi cui la realtà lo costringe, al sopraggiungere di queste situazioni si anima e diventa un intransigente baluardo della responsabilità. Dà perciò mostra della propria adeguatezza e prova della propria virtù additando al pubblico ludibrio gli infedeli che, pervasi dal demonio, hanno la sfrontatezza di programmare una passeggiata (ovviamente nel rispetto del cosiddetto distanziamento sociale).

I suddetti fassistelli, inclini a mettere le proprie libertà sotto le scarpe in cambio di un paradiso di ugualitarismo idiota, godono a restare a casa, godono di più a vedere gli altri restare a casa, godono di più ancora quando possono chiamare la mamma additando lo screanzato passeggiatore. Vanno capiti: per sentirsi vivi hanno bisogno di avere un collare: se non ce l’hanno lo cercano disperatamente.

I peggiori tra loro, quelli più incalliti, nel mentre si affaccendano a far presente che anche l’assessore alla sanità della Lombardia si è “ribellato” a queste misure “libertarie”, non sembrano rendersi conto che la gestione lombarda ha portato al crollo la capacità sanitaria di quella regione, lasciando i propri operatori sanitari senza protezione per lungo tempo, lasciandoli peraltro scorrazzare tra case di cura e ospedali tanto da portare al 41% i casi di contagio ospedalieri. Questa Regione che a loro sembra piacere così tanto, non ha ancora idea né dei contagiati né dei morti non rilevati. Però all’assessore, dall’alto di questa catastrofe organizzativa nella quale è stato fagocitato, prudono le mani non solo al pensiero che la gente possa fare un po’ di attività motoria ma anche a quello di un genitore che fa due passi col proprio figlioletto.

Il fassistello lo riconosci subito: è quello che per vent’anni fa il fassistello e poi, nel giro di un’ora, te lo ritrovi col fazzoletto rosso al collo. Basta che l’autorità sventoli da altra parte e il fassistello cambia direzione. In Italia questa volta non succederà perché è tale la marea di merda che sta montando che è sempre opportuno avere un osso da gettare ai cani.

Perché in Italia la mortalità è dell’11% e in Germania dello 0,8%? Chiedetelo al fassistello: con il coraggio che gli è proprio, vi dirà che lassù i runner sono stati chiusi in casa mentre da noi hanno potuto scorrazzare liberi per troppo tempo.

Un fassistello è per sempre.

immagine tratta dal profilo twitter di "Le frasi di Osho"

via @lefrasidiosho

la montagna soffre: non ci vuole un pennello grande ma un grande pennello

1 Aprile 2020 Cadore - Dolomiti, Giornalando dati-provincia-belluno, demografia, giornalando, provinceide

A pagina 3 del numero di marzo 2020 de il Cadore si può leggere l’articolo «Quale futuro per le “Terre alte”?». Tralasciando il contenuto “generale”, solita fuffa che si legge su questo argomento da 10, 20, 30, 40 50, 60 anni a questa parte (con il pezzo forte che non manca mai della fiscalità agevolata, altrimenti declinata coi nomi di zona franca, defiscalizzazione e decontribuzione…  e, per quelli che hanno fatto il militare a Cuneo, le tax expenditures), dall’articolo ho tratto due spezzoni, il primo attribuibile al direttore del foglio (l’articolo non è firmato…) che fa riferimento alla montagna “nazionale” e il secondo un virgolettato di tale Luca De Carlo:

L’evidente e progressivo spopolamento merita un impegno senza precedenti sui servizi alla persona, sulle reti, sulle infrastrutture e su scuola e università.

La montagna non soffre perché si spopola, ma soffre e quindi si spopola: lo spopolamento non è la causa, ma la conseguenza più drammatica

Tentando di andare oltre la frase da bacetti perugina, vi propongo un grafico dal quale si nota che il calo della popolazione residente in provincia di Belluno è in atto dal… dal… dal 1951. La prima deduzione, dunque, è che la montagna soffre dal 1951, perché è da quell’anno che la popolazione cala. Quindi sarebbero 70 anni di sofferenza. Ora, per fare un banale esempio, vi chiedo il piccolo sforzo di pensare al ventennio tra il 1981 e il 2001 e di associarlo, per dire, alla disoccupazione e alla ricchezza prodotta in queste valli. Fatto!? Ecco! (no serve autro)

(non so quali siano state le sofferenze sofferte dalla montagna in quel periodo (1981-2001), ma sofferenze devono essere state perché, se si sta al ragionamento da baci perugina su esposto, lo spopolamento è una costante che non è mai mancata. E anche durante tutti gli anni del mitico boom economico, nel quale le famiglie bellunesi hanno visto schizzare verso l’alto i propri redditi con i quali si sono riempite le case di orrendi orpelli imperialisti come la televisione, il frigorifero e la lavatrice, la popolazione è andata calando. Credo che l’arcano si possa spiegare solo con le scie chimiche, o con un ben orchestrato complotto pluto-giudaico-massonico)  

Popolazione residente in provincia di Belluno tra il 1951 e il 2019

lo sceriffetto, il pistolino e il mercato…

31 Marzo 2020 Cadore - Dolomiti, Criticarium, Curiosando, Giornalando curiosando, giornalando, regione-veneto, scripta-manent

Sempre per la serie ducetti de noantri, il presidente-sceriffetto della Regione del Veneto, tale Zaia, estraendo il pistolino ha tuonato: “chiudo i mercati”. La dolente nota, per ora solo minacciata, deriverebbe dalle segnalazioni che alcuni veneti-bene gli avrebbero fatto quasi a tu-per-tu (e continuerebbero a fare, anche dalla sella dei trattori -dai quali intercettano i flâneur che vagano inconsapevoli per la campagna- con i quali stanno or ora sverginando i suoli, per fecondarli poi, e consegnare a suo tempo al volgo il pane per la sua sopravvivenza). Ma galeotta fu una foto, più d’una ragionevolmente, colta da uno dell’Ansa al mercato di piazza delle Erbe, dalle quali il nostro, salivando copiosamente, sembrerebbe aver arguito che gli incauti erano appiccicati gli uni agli altri, contravvenendo con ciò alle regie disposizioni di distanziamento sociale.

estratto prima pagina Corriere delle Alpi del 30 marzo 2020

Non fosse che, sul Corriere del Veneto, ecco comparire un articolo: Foto contestata al “mercato affollato”: spunta testimone che la smentisce. Tale Giulietta Di Benedetto che colà si trovava:

«Riconosco la mia immagine in una delle fotografie pubblicate ieri su molti giornali, scattate da un fotografo dell’Ansa sabato mattina al mercato di Piazza delle Erbe di Padova – ci scrive Di Benedetto -. Posso dunque affermare con certezza che in quel luogo ed in quel momento non vi era nessun assembramento, e le persone presenti erano tutte regolarmente distanziate. Evidentemente la foto è stata scattata da lontano con un teleobiettivo, che riduce la profondità di campo, facendo apparire le figure tutte appiattite sullo stesso piano». Non solo: «Allontanandomi poco dopo dal mercato ho anche notato, a fianco della grande fontana della Piazza vicina al punto immortalato nello scatto, due vigili urbani posti a controllare la regolarità dello svolgimento del mercato, che infatti stavano lì vigilando, senza alcun bisogno di intervenire» aggiunge la testimone oculare.

Alla ragionevole testimonianza nella prima parte dell’articolo si somma, altrettanto ragionevole, un commento nella sua seconda parte:

«Il mercato della Piazza, insieme alle botteghe del Salone, sono il cuore della nostra città, e sono già da anni in sofferenza, a causa del pullulare di nuovi supermercati – sottolinea la missiva mandata alla nostra redazione -. In questo periodo sono presenti soltanto circa un terzo dei venditori abituali, che con grande impegno si sforzano di mantenere in vita il mercato, attorno al quale ruota la vitalità del centro. Questo, unitamente al fatto che la spesa all’aperto di questi tempi è probabilmente più salubre della frequentazione di qualsiasi supermercato, dovrebbe costituire un incoraggiamento a frequentare, nel rispetto delle distanze di sicurezza, come in questi giorni è avvenuto, il mercato della Piazza e le botteghe del Salone, per mantenerle in vita e poterle ritrovare al loro posto alla fine di questo periodo»

Si sa che l’uomo forte, vero o presunto che sia, eccita le folle e gli istinti animali che in esse albergano. Tuttavia credo che sia meglio destinare il pistolino a usi diversi è più proficui, da cui trarre, per quanto possibile, adeguata soddisfazione, senza rischiare di spararsi su un piede.

piccoli ducetti crescono: ad Auronzo drone per controllare i runner

28 Marzo 2020 Cadore - Dolomiti, Criticarium, Giornalando giornalando, libertarian, sindakos, supercazzole

Voi non state bene!

Io l’avevo detto che questa cosa avrebbe aperto le porte al fascismo latente nella testa del talian. Se lasci che il presidente del consiglio dei ministri, attraverso il DPCM, per l’appunto decreto del presidente del consiglio dei ministri, si interessi di libertà costituzionalmente garantite, dai la stura affinché altri ducetti, i presidenti di regione prima e i sindaci dopo, appuntandosi sul petto la stelletta di sceriffo, scorrazzino nelle ampie praterie dell’intervento pubico (sic!, pubico, non pubblico).

La libertà costituzionalmente garantita può essere normata solo per via di legge e il DPCM non è atto avente forza di legge, figuriamoci gli atti dei presidenti di regione e dei sindaci. Punto. Diversamente, il decreto legge del governo è atto di legge, valevole per il limite di 60 giorni, oltre il quale può diventare legge definitiva solo se approvato dal parlamento, luogo dove si suppone che il contenuto del decreto sia vagliato nella totalità dei suoi aspetti ed eventualmente “rinnegato”. 

Ecco. Quando sento uno Zaia qualsiasi gonfiare il petto contro i furbetti della corsetta, alimentando così l’animosità dei poveretti di spirito che colmano la propria pochezza con il “dagli all’untore” (quando non si vestano da delatori orgogliosi di dare una lezione a chi sta correndo/camminando in solitudine), seguito a ruota dai sindakos che non vedono l’ora di sentirsi finalmente qualcuno che conta, be’, non mi resta che sperare che l’immunità di gregge giunga quanto prima, evitando così di mettere a nudo nullità che, in fondo, se vedeva, erano già tali.

Dall’Amico del Popolo, gli sceriffi de noantri:

Al via il controllo del territorio con i droni nel comune di Auronzo per il rispetto del decreto Coronavirus e per contenere il contagio. L’amministrazione comunale ha deciso di mettere in campo questa innovativa forma di verifica del rispetto di decreti e ordinanze perché garantisce, grazie alla possibilità di osservare un’ampia zona del territorio dall’alto, di individuare eventuali assembramenti in maniera veloce e dirigere la pattuglia della Polizia locale dove serve (un modo per ottimizzare le risorse e garantire il risultato in uno dei Comuni più vasti del Veneto con 220 kmq di estensione). […]

In queste settimane i controlli hanno interessato strade e piazze, ma anche i sentieri di montagna e le piste da sci di Misurina dove qualcuno, incurante delle disposizioni governative, ha pensato di avventurarsi per praticare lo sci alpinismo.

ALTRUISMO EVANGELICO ED INTOLLERABILI DISCRIMINAZIONI

27 Marzo 2020 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

In questa epoca drammatica in cui ci è dato vivere, assistiamo ad una necessaria e doverosa metamorfosi nel modo di pensare e di vivere la vita di ogni giorno ed esperimentiamo, fin da ora, il cambiamento di paradigma che sta avvenendo ed avverrà nel prossimo futuro nella esistenza di ciascuno di noi, se ed in quanto risulteremo superstiti dall’azione ‘spavalda’ di un microorganismo che ha stravolto e sta stravolgendo l’intero pianeta. La tanto decantata ‘globalizzazione’ ha avuto il merito di rendere partecipi di un certo benessere masse di persone prima derelitte e ‘rinchiuse’ in una visione di vita assai grama, ai margini di una società egoista ed opulenta. Penso a quanto San Paolo VI° diceva e scriveva a questo proposito, racchiuso pressappoco in questo assunto: “I popoli della miseria interpellano drammaticamente i popoli della opulenza e del benessere!!”.

Intere comunità della immensa Cina e dell’India, ad esempio, hanno vissuto negli ultimi decenni trasformazioni epocali che hanno fatto assurgere quei popoli e quelle nazioni al rango di partner affidabili e dalle posizioni sociali ed economiche impensabili solo qualche lustro prima. E questo è stato oltremodo positivo per lo sviluppo civile, sociale ed economico dell’intero pianeta. Ma all’esempio testé citato si è contrapposto e si contrappone il rovescio della medaglia. Il vorticoso sviluppo di talune società, prima in uno stato di totale arretratezza, si è accompagnato ad una contemporanea crisi in alcune altre società storicamente industrializzate, quelle della opulenza ‘montiniana’, creando, in certe situazioni, detrimenti produttivi (anche in imprese strategiche) dovuti alle delocalizzazioni attuate per evidenti risparmi nel costo della manodopera, nonché per ragioni di minori oneri fiscali o di vantaggi ‘logistici’.

Per non dire delle velocizzazioni nelle comunicazioni e negli scambi, da un lato forieri di benessere e sviluppo, dall’altro lato, però, fonte di trasmissione quasi istantanea di elementi di negatività quali, giustappunto, la facile propagazione di virus e patologie fin qui sconosciute (o debellate) alle nostre latitudini. In questo quadro di natura storica ed economica, va ora inserito il discorso della sconcertante attualità che stiamo vivendo in queste settimane nelle quali assistiamo ad autentiche ‘stragi’ generazionali a causa di un microorganismo che sta mettendo a dura prova il mondo intero sotto i più disparati profili: sanitario in primis, ma poi anche sociale, economico e politico.. Passata questa bufera , certamente il mondo non sarà più come prima, cambierà tutto il nostro paradigma esistenziale ed anche il mondo politico nostrano ed europeo risulterà rivoluzionato.

Quello che conta ora sottolineare è però la situazione estremamente difficile sotto l’aspetto sanitario, situazione che attanaglia da oltre un mese la nostra povera Italia, in assenza di strutture e mezzi adeguati atti a fronteggiare un morbo la cui natura ci è sconosciuta. La dabbenaggine e la insipienza politica praticata da molto tempo con lo smantellamento di servizi essenziali e basilari quali Scuola, Ricerca Scientifica, Sistema Giustizia, Trasporti e, soprattutto, Sanità con soppressione di posti letto, terapie intensive, nosocomi e detrimento nelle piante organiche ecc. ci ha portato a questa condizione di una gravosità estrema. Ed ora ne paghiamo tutti lo scotto…

Assistiamo, in questo marasma di manchevolezze e di provvedimenti ‘coercitivi’ necessari ma emanati a ritmo frenetico e, giocoforza, non sempre ossequienti ad una prassi normativa consolidata, a tutta una serie di atti individuali e collettivi di autentico eroismo al fine di sostenere gli ammalati e poter dar loro sollievo e conforto in ore veramente buie e tragiche. Parlo di medici, infermieri, barellieri, addetti alle ambulanze ed ai vari supporti logistici ecc. Ricordo soltanto due di questi atti di altruismo: il sacrificio di quel sacerdote lombardo di 72 anni che ha rifiutato il ventilatore polmonare offertogli dai parrocchiani per offrirlo ad un ammalato giovane, ben sapendo che il suo destino sarebbe stato così segnato. E poi l’atto, a noi vicino, di Don Alessio Strappazzon, laureato infermiere prima dell’Ordinazione, parroco di Castellavazzo, il quale è tornato in corsia per assistere gli ammalati e dar loro assistenza sia materiale che spirituale.

Ora però, accanto agli atti di autentica sequela evangelica, mi corre l’obbligo di parlare di quanto letto in questi giorni a proposito della opulenta società statunitense, del suo presidente e di molti dei governatori degli stati di quella repubblica, culla della democrazia e della famosa “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo”, redatta a Philadelphia quale atto di nascita di quella nazione. Ebbene, leggendo quelle notizie, la ripulsa è grande, ci fa letteralmente accapponare la pelle e ci costringe a pensare a qualche cosa che si avvicina, non fosse altro che a livello di pensiero, alle dottrine naziste. Quella Nazione Americana dove l’assistenza sanitaria, ultimamente anche per volontà del tycoon attualmente Presidente, è basata soprattutto sulle strutture private e “coperta” solo dalle polizze assicurative (oltre 8 milioni di cittadini americani sono totalmente privi di copertura!!), ebbene -dicevo- quella nazione, secondo gli esperti, è del tutto impreparata a far fronte ad una emergenza come quella che si prospetta.

Ma non basta, essendo le terapie intensive del tutto insufficienti, ben 10 governatori di stati molto importanti (cito soltanto alcuni: Minnesota, Meryland, Pennsylvannia, Alabama, Tennessee, stato di Washington) hanno già dato disposizioni di escludere dal ricorso ai ventilatori ed alle terapie intensive alcune categorie di cittadini le cui aspettative di vita non dovessero essere valutate degne di considerazione. Ognuno di questi governatori ha differenziato le proprie “normative” in modo del tutto personale e specifico. Qui vengono riassunte le istruzioni che risultano date complessivamente, senza scendere in dettagli che fanno rabbrividire.

Queste le categorie scremate da un ipotetico utilizzo delle complesse strutture salva-vita: portatori handicap, chi presenta situazioni di “disordini psichici”, i malati di cirrosi, gli affetti da distrofia muscolare e via di questo passo!! La “cernita moderna” che verrebbe attuata in America in che cosa differirebbe dalle scelte operate dai vari “dott. Morte” di nazistica memoria? Forse nelle modalità meno spicce e più …gentili? Il cristiano dovrebbe inorridire alla lettura di un tale intendimento, purtroppo ufficializzato a livello Istituzionale!! E’ questa l’America dei vari Luther King, dei fratelli Kennedy e della emancipazione delle classi e delle etnie dei “diversi”?? E’ questo il “sogno americano”? Ma gli Evangelici che guidano la Nazione (Pence è un convertito dal cattolicesimo e Tramp ottiene il sostegno dagli aderenti a questa Religione) non hanno niente da dire?!

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