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il sindaco di Lozzo e i 100 mega sotto i mari (del digital divide de noantri)

13 Maggio 2014 Botanico Palazzo, Curiosando curiosando, internet, perle-dialettiche, scripta-manent, supercazzole

Si parla di “divario digitale” e più specificamente di velocità di internet. Il prossimo anno, si dice, la connessione Adsl a 7 mega sarà una realtà per tutta la provincia. Nel dibattito si inserisce anche l’autorevole voce del vicepresidente del Bim consorzio, tale Manfreda, sindaco di Lozzo:

[…] Obiettivo 20 mega. «Il progetto regione punta ad arrivare a 20 mega nel futuro» spiega Mario Manfreda, vicepresidente del Consorzio Bim, «rispetto alla situazione delle infrastrutture non serve piangerci addosso ma essere operativi. Quelli posti insieme alla Regione sono obiettivi minimi visto che l’Europa corre già a 100 mega di velocità ma noi speriamo di andare oltre a breve. […]».

L’ignoranza non è un peccato capitale.

Dice Manfreda: “visto che l’Europa corre già a 100 mega di velocità ma noi speriamo di andare oltre a breve.”

Ora, sarebbe bello capire come pensa il vostro sindaco, questa volta nelle vesti di vicepresidente del Bim consorzio, di “andare oltre a breve” – e sia chiaro, oltre i 100 mega – quando per la fine del 2015 – forse – l’adsl a 7 mega sarà una realtà per tutta la provincia (presagio: poteri divinatori nascosti? molto ben nascosti?).

Cioè, quel divario di 93 mega, da 7 a 100, come penserebbe di saltarlo? Campano? Zip-Line? Ma l’ignoranza sull’argomento si palesa ancor più nell’affermazione: “visto che l’Europa corre già a 100 mega di velocità”

‘Sta cosa che l’Europa corre già a 100 mega di velocità dove se l’è andata a trovare??

Perché, per quanto ne so io, i 100 mega (mega ché? mega-piccioni-viaggiatori? … suppongo siano Mbps) in Europa sono un miraggio anche per i più ben messi (qui stamo a parlà de connessioni ad uso consumer, al massimo business non Nato, Ncis, Nsa,  ecc.).

Per chi volesse verificare di persona (Italia 8,3 Mbps; Spagna 23; Francia 32; Germania 25; Gran Bretagna 27; Norvegia 37; Svezia 42; Svizzera 49; media EU 24,5;  media G8 23,5; media OECD 22,9; Graph period: Nov 11, 2011 – May 12, 2014).

ff

Immagine tratta da: Netindex.

 

settimana della cultura cadorina (buona affluenza nei musei del territorio…)

13 Maggio 2014 Criticarium, Cultura attività-culturali, cadoriadi

Relazione di rito:

PIEVE DI CADORE. Buona affluenza nei musei del territorio, con la casa Tiziano tra i musei più visitati; ottima affluenza anche nei Tesori d’arte di Vigo di Cadore.

Si è conclusa ieri la seconda Settimana della Cultura Cadorina, l’evento organizzato dalla Magnifica Comunità di Cadore in collaborazione con 19 Comuni, enti e istituzioni, con lo scopo di valorizzare e rendere fruibili molti beni culturali del territorio.

Definire “più visitati”. Definire “ottima affluenza” (cacciate fuori i numeri, cazzo).

Comunque, fortunata Pieve di Cadore. Lozzo zero. Lo so perché la mia signora, che alle 15 di domenica avrebbe dovuto aprire il Museo della Latteria, alle 15 era ancora in casa. E alla domanda: “ma no te dovèe dì a verde l museo” la risposta è stata “no à ciamou nesun” (la visita era su prenotazione, per evitare di trovarsi nel posto x convenuto a guardare le traiettorie delle rondini e girarsi i pollici in attesa che cada l’asteroide). Certo il tempo non è stato dei migliori. Ma anche col sole … le nespole fan fatica a maturare.

Segnalo anche un cortocircuito semantico (credo del tutto involontario, forse):

[…] Per la prima volta è stata attivata anche la “Rete Museale” nata lo scorso mese di marzo, ma che in questa occasione si è dimostrata una scelta felice.

Altrove (o in un altro tempo) si è forse dimostrata infelice? L’importante, comunque, è partecipare.

(ma neanche l’offerta degli afrori dei vari formaggi, poche molecole nell’aria di Camembert, Roquefort e Brie, hanno saputo fare la differenza? Non sapete che vi siete persi: me li ha fatti portare due settimane di fila, i calzini)

 

Zozzo di Cadore in pillole /2

12 Maggio 2014 Botanico Palazzo elelozzo2014, maglia-nera, raccolta-differenziata, zdc

(continua la narrazione delle “prodezze dell’umido” ossia come, con la guida di un sindaco illuminato, siamo riusciti ad uscire dal buio pesto in cui ci eravamo cacciati per essere “accecati dalla luce della raccolta differenziata”; parla il sindaco di Lozzo, 10 aprile 2010, e subito si capisce che si cambia marcia …; all’umido nessuno – nessuno – ci aveva pensato prima … a parte il sottoscritto ed un ristretto manipolo di pionieri che differenzia l’umido dal 1990: dal 1990; sì, avete letto bene, dal 1990)

Il diavolo …. oops, il genio si nasconde nei dettagli…

Benvenuti a Zozzo di Cadore, il paese maglia nera in Veneto nella raccolta differenziata

[…] “Abbiamo pensato di iniziare fin da subito con la separazione della componente organica umida dagli altri rifiuti”

“Secondo gli esperti e anche secondo le famiglie che stanno già operando questa differenziazione si dovrebbe ridurre la quantità dei rifiuti indifferenziati del 50 per cento”.

E per elaborare il tutto nelle forme esposte, converrete, ci vuole veramente un colpo di genio.

 

… un fotovoltaico sul tetto!

12 Maggio 2014 Criticarium Itaglia, Ecco Nomia fotovoltaico, itaglia, repubblica-bananiera, verso-il-default

(Premessa/avvertenza per le anime belle che stanno cercando di salvare il mondo, i vegetariani, i vegani, i complottisti e i decrescitori felici/infelici: qui non si critica lo sforzo degli Stati teso a sviluppare alternative energetiche che affranchino i medesimi dalla dipendenza dall’energia fossile, ma le modalità scelte per farlo)

Gli impianti fotovoltaici, piccoli o grandi che siano, si sono potuti installare solo per effetto degli incentivi erogati dallo stato.

In altre parole – e da sempre – gli impianti fotovoltaici sono fuori mercato (ancora, anche se la grid parity si intravede lontana): costano più di quello che rendono. Punto.

In ambito privato ci sono in giro degli ebeti che si sentono fieri di avere sul tetto un impianto fotovoltaico: soprattutto perché si sentono green (sentono di aver fatto qualcosa di grande per salvare il mondo). La maggior parte di questi ebeti sa che lo stato ha incentivato il loro impianto, ma non ne capisce le conseguenze. Fra loro, una ristretta minoranza, c’è chi ha capito benissimo e, solitamente, guarda alla vita con un sorriso beffardo.

Domanda: dov’è che lo Stato è andato a prendere i soldi per incentivare gli impianti fotovoltaici?

Risposta: dalle tasche degli italiani, ovvio, cioè dalle nostre tasche (anche dalle tue, ebete!).

Più precisamente: mentre in Spagna gli incentivi al fotovoltaico (e alle rinnovabili in senso generale) sono stati finanziati ricorrendo alla fiscalità generale, in Italia il finanziamento si è attuato aumentando le bollette elettriche pagate dalle utenze (per 1/3 privati-famiglie e per i restanti 2/3 imprese). Già: un’imposta occulta – che pesa ben più sui poveri che sui ricchi – nella cosiddetta componente A3 della bolletta (che incentiva tutte le rinnovabili, anche se il fotovoltaico rappresenta la fetta più consistente). In parole povere i sussidi alle energie rinnovabili pesano oggi sulle bollette elettriche per circa 12 miliardi l’anno (2013).

 

E per l’utente domestico quanto vale questa “imposta occulta”?

Risposta: 90 euro l’anno circa!

(Per il famoso utente domestico medio, la A3 da sola vale il 93 per cento degli oneri di sistema, ovvero il 18 per cento della bolletta complessiva, in soldoni circa 90 euro l’anno [fonte]).

 

Il peso di questi sussidi è diventato col tempo talmente assurdo che Zanonato, sì, proprio lui, l’ex sindaco PD brutto anatroccolo diventato ministro-cigno, aveva provato ad applicarsi per cercare di spalmare su un numero di anni maggiore tale peso, che gravita in particolare sulle imprese che avrebbero invece bisogno di esserne alleggerite (l’Italia ha in assoluto il costo più alto fra i paesi della UE per l’energia elettrica), con l’ideazione dei Zanonato-bond, obbligazioni che alfine non hanno visto la luce (per fortuna).

Quasi “fra parentesi”, in tema di sussidi al fotovoltaico, in questo paese delle fate vale la pena sottolineare che:

I sussidi alle energie rinnovabili, e al fotovoltaico in particolare, sono forse una delle peggiori vicende di malgoverno, di cui nessuno vuole parlare probabilmente perché la responsabilità è condivisa da destra e sinistra.

Anche in ambito pubblico, naturalmente, la corsa al fotovoltaico è diventata assolutamente trendy al punto che pochissimi sono i comuni che non hanno da qualche parte un tale impianto sul tetto. Anche in ambito pubblico, è lampante, vi sono in giro ebeti particolarmente fieri di aver fatto ciò che hanno fatto: per l’appunto, un fotovoltaico sul tetto.

(che agli italiani “costa solo” 4,3 miliardi di euri all’anno per i prossimi 20 anni)

 

andamento arrivi italiani e stranieri dal 2000 (sguardo d’insieme) nei comprensori turistici del Veneto

12 Maggio 2014 Turismo e dintorni comprensori-tur, turismo-veneto

Ho semplicemente fuso gli andamenti degli arrivi stranieri e italiani che precedentemente avevo proposto – per maggior chiarezza – singolarmente. Il risultato non è poi così confuso come mi aspettavo e permette di avere un confronto immediato tra i due andamenti per ogni comprensorio.

arrcomprITA+STR

El Grì

12 Maggio 2014 Curiosando M5S

Bisogna dire che qualche tratto messianico ce l’ha … peccato che ogni tanto se ne esca con freddure così sfacciatamente e smidollatamente stataliste (tralascio le implicazioni di carattere socio-storico)!

(Il comunismo è bellissimo: è solo stato applicato male)!

el-gri

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