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provincia di Belluno: bilancio demografico 2015 (tutte le tabelle)

23 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti cadoriadi, dati-provincia-belluno, demografia, provinceide

Come già fatto a suo tempo per il 2013, ecco di seguito la serie completa delle tabelle 2015 con i comuni della provincia di Belluno ordinati per ordine alfabetico, saldo totale %, saldo naturale %, saldo migratorio %, popolazione in ordine crescente e decrescente.

A scopo puramente indicativo, facendo ancora riferimento ai 69 comuni costituenti la provincia di Belluno (nel frattempo Longarone-Castellavazzo e Quero-Vas si sono fusi e i comuni sono diventati 67), la media della popolazione per comune, che nel 2013 era pari a 3.035 abitanti, nel 2015 scende a 2.998; escludendo dal computo i comuni di Belluno e Feltre la media scenderebbe a 2.179 abitanti per comune (nel 2013 era 2.280 abitanti per comune). In pratica, dal 2013 ad oggi è come se ognuno dei 69 comuni avesse perso 37 persone.

Tenuto conto dei 67 comuni oggi costituenti la provincia, la media di abitanti per comune è a fine 2015 di 3.088 (che scende a 2.246 se dal computo totale si tolgono le popolazioni di Belluno e Feltre).

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CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO

23 Giugno 2016 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

La supponenza e l’arroganza non hanno mai pagato e non pagano neanche oggi giorno; è sempre stato così da che mondo è mondo. La batosta elettorale del primo turno delle amministrative, ma soprattutto quella dei ballottaggi del 19 u.s., sembra proprio non aver insegnato nulla al così detto ‘giglio magico’, ossia a quella accozzaglia di mediocri sostenitori toscani che Renzi si è ‘tirato dietro’ a Roma e che costituiscono l’entourage del PdC. Forse l’unico che ha capito un po’ più dei propri valvassori e valvassini che il vento è cambiato e che l’era renziana è ormai al tramonto, paradossalmente, sembra proprio il diretto interessato…

Il Renzi ha infatti dato l’impressione di aver subìto ed avvertito chiaramente il colpo da ko, anche se, bisogna pur dirlo, egli non vuole né può trarre fino in fondo le conseguenze dei propri fallimenti, ora ratificati dalla crisi enorme manifestata nel consenso popolare. Altri, nel passato e per molto meno, avevano preso atto delle proprie sconfitte elettorali ed avevano gettato la spugna: lo aveva fatto Veltroni, quale segretario del partito, dopo le sconfitte alle regionali in Molise ed in Sardegna; lo aveva fatto D’Alema, quale PdC, dopo la batosta alle regionali generali.

Il giovin toscano ora ammette sì la sconfitta e non parla più di elezioni di sola matrice locale ed ammette perfino che la valenza della consultazione è stata ed è squisitamente politica; c’è stato quindi un certo cambio di tono, ma il carattere supponente “dell’uomo solo al comando” porta comunque il soggetto a scaricare le colpe della sconfitta sugli altri, senza alcun cenno di ‘mea-culpa’, basti pensare al trattamento che è stato riservato a Piero Fassino dopo l’esito del ballottaggio a Torino. L’uomo, insomma, difetta totalmente di modestia e non può trasformarsi pragmaticamente in soggetto colloquiante verso tutte le componenti del partito e soprattutto verso la intera collettività nazionale con una chiara assunzione delle proprie responsabilità e dei propri errori.

L’ho detto altre volte:il combinato disposto della legge elettorale (‘Italicum’) e della ‘deforma’ costituzionale avranno effetti devastanti sulle nostre Istituzioni. Ora però, con i dati di fatto appena acquisiti, il referendum del prossimo ottobre dovrebbe riservare al giovin toscano ulteriori amarezze. Non è rendendo il quesito referendario una autentica ‘ordalia’ pro o contro il PdC che si rispetta l’articolo 138 della Carta. La valutazione degli elettori non può basarsi su di una personalizzazione del voto in rapporto all’inquilino di Palazzo Chigi, bensì deve essere una valutazione sul merito del quesito sottoposto al voto dei cittadini (meglio sarebbe se il quesito fosse adeguatamente spacchettato).

Ma a questo punto, una sola constatazione si impone, prescindendo da ogni altra possibile valutazione del merito. L’esito della prossima consultazione, a mio modo di vedere, appare scontato sol che si pensi alla legge dei numeri: se tutte le opposizioni e parte del PD dovessero comportarsi nell’urna come fin qui dichiarato, non ci sarebbe partita per il fallimentare ex rottamatore divenuto, nei fatti, un vero ‘restauratore’ (basti citare il sodalizio con tale Verdini). Ma da qui ad ottobre molti eventi potrebbero maturare e contribuire a mutare il quadro politico qui prospettato. Ed il rebus è l’atteggiamento dei grillini, fin qui avversari decisi sia della legge elettorale che delle proposte di modifica costituzionale.

L’Italicum prevede il premio di maggioranza alla lista, non alle coalizioni e tale norma è stata varata al tempo in cui esisteva la prospettiva (direi la quasi certezza) di una netta prevalenza del PD (a geni modificati, inglobante quindi anche buona parte dei moderati del Centro e perfino di destra). Con i risultati acquisiti il 19 giugno scorso, chi mi dice che i seguaci del comico genovese, fin qui acerrimi avversari dell’Italicum, non optino, anziché per il no, per l’approvazione delle modifiche costituzionali nella convinzione che il vento delle urne li possa favorire? Non sarebbe certo un atto di coerenza, ma sicuramente una posizione in linea con l’interesse di partito (al di là delle rassicurazione dell’on. Di Battista: vedi l’assunto “in politica, mai dire mai”). Se tale evento dovesse verificarsi, verrebbe spontaneo dire che Renzi, con le sue astuzie, si sarebbe scavato la fossa con le sue stesse mani, ossia diverrebbe di attualità il detto “…mal gliene incolse…”.

 

Lozzo di Cadore, sesto peggior risultato provinciale per calo demografico 2015 (tabella con tutti i comuni)

22 Giugno 2016 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti cadoriadi, cronache-lozzesi, dati-provincia-belluno, demografia, provinceide

Essere primi per peggior risultato 2015 in Centro Cadore; scoprire di essere primi – questa volta in Cadore – anche nell’intervallo 2007-2015; terzo posto 2015 ancora in Cadore. Tutto ciò non lasciava forse presagire che anche la posizione in provincia non fosse delle migliori? Del resto partivamo già dall’ottimo ottavo posto del 2013. Infatti, il borgo detiene il sesto peggior risultato su 67 comuni. Amen.

(domani tutte le altre tabelle dei dati provinciali comune per comune ordinate per ordine alfabetico, saldo naturale, saldo migratorio e numero di abitanti; e in arrivo c’è anche la mappa provinciale del calo demografico…)

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Lozzo di Cadore: piramidi dell’età 2002 vs 2016

21 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, demografia

Non c’è la suddivisione divorziati-celibi-nubili-vedovi-ecc-ecc, e neanche quella maschi-femmine (per ora nun ce frega); ecco tuttavia la piramide dell’età della popolazione di Lozzo di Cadore per gli anni 2002 e 2016 (dati al 1° gennaio). Nella terza immagine la traccia in rosso rappresenta la piramide 2016 che va a sovrapporsi a quella 2002. Nella quarta immagine si possono confrontare “dinamicamente” le due piramidi: se si lascia la linea di mezzeria a metà, essendo la piramide perfettamente simmetrica (non c’è la distinzione maschi-femmine), si ha la chiara rappresentazione di come si sia modificata la popolazione per fasce d’età.

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le fassiniane: ‘Grillo fondi un suo partito e vediamo quanto prende’ (tre anni dopo)

20 Giugno 2016 Criticarium Itaglia M5S, quelli-del-PD, scripta-manent

Più di tre anni fa, del pur “galante” Fassino, avevamo messo lì una goccia “dialettica” che, poco dopo, si trasformò in tsunami. Solo che l’onda anomala, allora, fu di carattere nazionale: questa volta gli è arrivata proprio in casa (portando in dote il 54,6% di voti).

demografia a Lozzo di Cadore: lo straniero ‘cede’

20 Giugno 2016 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, demografia

Schema riepilogativo con dati al 1° gennaio 2016 su popolazione italiana e straniera a Lozzo di Cadore (qui quello del 2014, qui quello del 2015). In termini relativi, ponendo a zero la popolazione del 2002, nel 2016 si registra da allora un calo del 16,4% della componente italiana (passata da 1.488 a 1.244), una quota dell’ 11,2% di quella straniera (passata da 125 a 139) che determinano una diminuzione del 14,3% di quella totale (passata da 1.613 a 1.383). Rispetto al 2015, gli italiani “persi” sono 13, gli stranieri 36, per un totale di -49 persone corrispondenti al catastrofico valore di -34,2 per mille).

Oltre al grafico con base 2002 = 0, è riportato anche quello della variazione della popolazione italiana e straniera in valori assoluti. Da quanto riportato sullo spopolino (sbollettino comunale), al 31 maggio di quest’anno la quota stranieri viene dichiarata di 124 unità, calata quindi di ulteriori 15 persone rispetto all’inizio dell’anno (con una popolazione residente totale, a quella data, pari a 1.350 persone, delle 1.383 presenti al 1° gennaio 2016).

Andamento demografico 2002-2016 a Lozzo di Cadore della popolazione italiana e straniera (anno 2002=0)

Popolazione totale, italiana e straniera residente a Lozzo di Cadore tra il 2002 e il 2016

Popolazione a Lozzo di Cadore tra il 2002 e il 2016 suddivisa in italiani e stranieri

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