BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

le ferrate, il CAI e le linee di minima

8 Giugno 2015 Turismo e dintorni cai, dolomitando, sviluppo-montagna, turismo-alpino

La carne è debole: l’ha detto poco fa, per giustificarsi, l’ennesimo parroco scoperto a sgropparsi – devotamente – l’altrettanto devota (al di lui ammennicolo) moglie. Vale anche per il CAI: se la ferrata viene proposta, per esempio, da qualche autorevole “8000”, allora si usa la linea di minima, se la propone Peoceto si usa quella di massima (per quel che conta, cioè una mazza). Comunque, in linea di massima, il CAI dice no a nuove ferrate. Lo diceva anche 10 anni fa, e di ferrate… a gogò.

Usa, il CAI, la linea di minima anche riguardo all’eliski – e più in generale all’elitaxi -, alla motorizzazione dei sentieri, alle motoslitte. Dice no! E’ vero: dice. Ma tra il dire e il fare… c’è sempre di mezzo…

la linea di minima.

«Il Club Alpino Italiano dice di no, in linea di massima, all’apertura di nuove ferrate», afferma il portavoce Bruno Zannantonio, «quelle che ci sono bastano e avanzano. Si tratta, semmai, di provvedere alla loro manutenzione, attraverso, se necessario, una ristrutturazione»

(avete perfettamente idea – vero sì che ce l’avete? -, di quante ferrate ci potete ficcare nelle pieghe di quella “linea di massima”. Ad maiora!)

 

i tabelloni Unesco, gli alpinisti e le foto ‘sbagliate’ (ma anche no)

7 Giugno 2015 Cadore - Dolomiti, Giornalando dolomitando, giornalando, promozione-turistica, scripta-manent, unesco

Il tema è ancora quello dei cartelloni degli uneschi sodomitici, quelli costituiti da una foto con soggetto X e da una didascalia – “sovrimpressa” alla foto – che descrive X chiamandolo Y. Scrive dunque Vittore Doro, commentando l’abbattimento vandalico di uno di questi tabelloni (neretto nostro):

[…] Un foto, secondo molti alpinisti sbagliata, ma che non disturbava nessuno, almeno fino a due giorni fa, quando un vandalo l’ha presa di mira e con una motosega ha tagliato di netto i due supporti in legno che sostenevano la cornice.

Non ci siamo. Intanto, non mi pare che per la questione valesse la pena scomodare nientepopodimeno che la categoria “alpinisti” (che ha parecchi problemi già di suo). Poi, l’affermazione “secondo molti alpinisti la foto è sbagliata”, farebbe supporre che una minoranza tra essi possa anche – quella foto – ritenerla giusta.

Noi lo sappiamo: non è la foto ad essere sbagliata! Una foto, con tutta la buona volontà, non ce la fa proprio ad essere sbagliata. Se quella foto avesse ritratto un cammello, avremmo potuto solo dire che era un… cinin fuori luogo. Ma, ecco il problema, se nella foto del cammello mi scrivi la didascalia “Anaconda“, allora sì che “Houston, abbiamo un problema“.

Comunque, poteva andare peggio.

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(immagine da Linkiesta)

 

i dolori (e le lacrimucce) della giovane Morandini

7 Giugno 2015 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dolomitando, promozione-turistica, unesco

Naturalmente non poteva esimersi dal diffondere al mondo una tiepida nonché istituzionale disapprovazione dell’accaduto. Le ho chiesto via tweet se ci fa vedere quello dove si dispiace dell’incongruenza foto-didascalia apparsa sui due (ma mi sembra siano 4) tabelloni – a valenza didattico-promozionale – posati in giro in posizioni… strategiche (due dei quali sono stati “segati”).

Magari c’è (il tweet): se ci fosse, della Morandini potrei anche innamorarmi, lì su due piedi.

Tornando all’incongruenza: è apparsa, ma mai scomparsa (vedi anche questo commento di Emilio Da Deppo). Evidentemente i sodomitici avevano altro da fare che mettere la toppa (suvvia: sono tabelloni nientepopodimeno che didattico-promozionali! Che cazzo di figura ci facciamo se proponiamo un baobab chiamandolo scarpetta della madonna?). Veramente una delle due incongruenze (ma, ripeto, mi sembra siano 4) è stata, all’insaputa del collaudatore della motosega, cancellata: resta in piedi quella sul tabellone di Padola (foto del Cridola, didascalia “Popera”: basta una toppa, nè!).

(in termini “filosofici”, chi ha detto che segare un tabellone debba necessariamente entrare nella categoria “distruggere”? chi stabilisce che la posa di un tabellone sia da includere necessariamente nella categoria “costruire”)

cifavedere

l’Alessio furioso ne ‘dov’erano gli altri parlamentari bellunesi?’

6 Giugno 2015 Botanico Palazzo, Politica nostrana cronache-lozzesi, local-politik, opposizione

Di solito succede dopo ripetuti colpi di sole, sopra gli 8.000 m, in carenza di ossigeno. All’Alessio furioso invece succede qui, tra noi, in condizioni standard. Ordunque il nostro sciorina:

vaporosa

E voi, dove eravate?

Strepita l’Alessio (che sull’IMU aveva già gettato la spugna, ma su questo argomento avrò modo di tornarci): “Dov’erano gli altri parlamentari bellunesi? Finita la campagna elettorale ci si ritrova nel dimenticatoio…“.

Quindi la Bellot non era qui per se stessa, ma per noi, per i nostri bisogni, per non dimenticarci. Che se lo sapevo prima, mi preparavo qualche richiesta specifica. Ma te lo vedi De Menech, che starà ancora sbracciandosi nel tentativo di uscire dalla vagonata di merda che gli è arrivata addosso, passare di qua mentre, tra l’altro, enne sindaci stanno andando ai ballottaggi?

Te lo vedi Piccoli, sorridente a fianco di colui che alla serata di presentazione dei candidati PD, capeggiata da Reolon (piddino al metro quadro, anche lui nella merda fino al collo) a palazzo Pellegrini, ha accolto gli astanti con un “saluto dal sindaco Manfreda” (che appariva bene in evidenza sulle locandine piddone distribuite al volgo)? Te lo vedi, sempre Piccoli, sorridente a fianco di colui che ha appoggiato la Moretti (a proposito, anche lei nella merda fino al collo) con la selezione “noi sindaci” (quelli che l’han preso in culo). Resta il pentastellato, che non conosco e seguo, ma che per questa volta avrà avuto di meglio da fare.

E tu, Alessio furioso, opposizione vaporosa nel consiglio comunale di Lozzo de Calor, dov’eri? Hai forse trovato utili convergenze con quelli di Per il pene comune o semplicemente dormi?

Così, tanto per dire (in relazione al supposto ruolo di cuculo del GAL):

commento da Puore noi,

nell’ipotesi che la liberalità del borgomastro & C. fosse stata attuata con ‘motu-proprio’, bisognerebbe chiedersi anche: ‘chi paga luce, acqua, riscaldamento? Le utenze a chi sono intestate?’ Al di là della presenza o meno di un contratto di affittanza (già di per sé probante ai fini di un opportuno chiarimento), i quesiti sopra posti assolverebbero alla esigenza di trasparenza e conoscenza circa quello che per gli ignari cittadini appare, allo stato, come un autentico rebus. La minoranza che fa? Dorme?

vandali abbattono cartellone Unesco (altri ‘vandali’ l’avevano installato)

6 Giugno 2015 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dolomitando, promozione-turistica, unesco

A qualcuno gli son girati i coglioni (dovrebbero essere “coglioni” perché, anche Vittore Doro ne è certo, s’è trattato di “uno”; ma io ho visto fior di pulzelle menare fendenti con la motosega che neanche Conan…) e ha tagliato le gambe a un tabellone dei sodomitici. Avete presente i tabelloni, quelli della Fondazione Sodomiti-Unesco: la saga dei tabelloni (ditemi che è un fake)?

Quello (quella?) dell’abbattimento sarebbe un vandalo. Ma anche quello che li ha installati non scherzava eh! Intanto, li ha messi paralleli alla direzione di percorrenza della strada: ciò comporta che, nella direzione di marcia, quello che vedi è il profilo del palo. E’ come se in autostrada l’indicazione dell’uscita XY te la mettessero “di fianco” e non davanti. Solo un vandalo può farlo; solo un vandalo può pretenderlo.

Veniamo alla “rappresentazione grafica”: foto degli Spalti di Toro con didascalia “Marmarole”. E’ lì così da almeno sei mesi. Una cosa così un vandalo da solo non ce la fa a farcela: qui siamo di fronte al prodotto di un’orgia vandalica vera e propria. Strano che quello installato in quel di Padola (mi sembra, vado a memoria), che mostrava il Cridola con la didascalia Popera, sia, ehm, ancora in piedi 🙂 .

 

il GAL alberga nel ‘cuore del centro storico’ di Lozzo (detto anche palazzo Mubarak o Olcoloz)

6 Giugno 2015 Botanico Palazzo, Giornalando, Palazzo Pellegrini cronache-lozzesi, della-confutazione, gal, giornalando, scripta-manent

E’ un po’ come quelle MILF che da lontano te lo fanno tirare anche se sei addormentato, ma da vicino te lo fanno ammosciare. Così è palazzo Pellegrini, conosciuto anche come palazzo Mubarak (e come Olcoloz): se lo vedi davanti t’attizza (diciamo), se lo vedi da dietro t’ammoscia.

Fatta questa indispendabile premessa, giungiamo al dunque. Nello stesso articolo che ci ha permesso di scolpire, a futura memoria, il fulgido pensiero del sindaco di Lozzo riguardo ai flussi turistici che interessano il paesello – chi s’accontenta gode (come un porco) -, troviamo, questa volta sgorgata dalla penna del giornalista, un’altra pennellata folcloristica.

Dice, tale Gianluca De Rosa, che il centro visitatori (parola altisonante che, in codesto caso, equivale all’estensione di un pollaio) è…

[…] ospitato nella sede del Gal Alto Bellunese nel cuore del centro storico di Lozzo proprio a ridosso del municipio.

Ora, se parliamo di “centro storico” (la cosa sarebbe diversa se parlassimo, che ne so, di “centro incompetenti pluridecorati”), non ne troverete uno – ancorché ubriaco fradicio – disposto a dirvi che palazzo Pellegrini-Mubarak-Olcoloz e adiacenze possano essere connotate, qui a Lozzo, come “centro storico” (manco pel cazzo). Prou è “centro storico” per eccellenza, seguito, semmai, dalla borgata Danela e da quella Medavila.

Capitttoo?

Che poi il pulinei visitatori sia, essendo nella sede del GAL, addirittura nel “cuore” del supposto centro storico di Lozzo, è cosa da far scompisciare dalla risate tutti… i polli.

 

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