BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Collo Cervera 2 (la verifica)

14 Novembre 2018 Criticarium, Curiosando, Informa-Lozzo comunità-montana, cronache-lozzesi, curiosando, scripta-manent, sviluppo-pian-dei-buoi

Vi ricordate di Collo Cervera, “storpionimo” coniato da gallinoide? Allora, nel post “Collo Cervera (in Mtb nel cuore del Cadore)“, avevamo tiepidamente ritenuto che anche la direzione della tabella avesse ben poco a che fare con la meta indicata (ci mancava la prova documentale):

(pare, inoltre, che la posa della tabella e la direzione cui punta abbiano poco a che fare con la meta indicata: se così fosse ci troveremmo nella situazione di quel tedesco che, impegnato ad imparare l’italiano, indicando con il dito la propria testa, diceva “imparato tante parole, tutte qua dentro mio culo”)

Dubbio risolto: è proprio così.

A onor del vero la tabella, che indica chiaramente la direzione per Col Vidal, è posta una ventina di metri prima della svolta a sinistra e a gomito che, se si vuole andare sul Collo Cervera, si è costretti a fare. Ma, ovviamente, non v’è alcuna successiva tabella che indichi la svolta (il bordo della stradina che sale al Collo si può notare sopra la tabella della foto più in basso). Ciò conferma l’origine gallinoide di chi ha curato i testi delle tabelle e/o di chi le ha stampate e di chi ha stabilito il luogo di posa. Insomma, ragazzi coccodè (in ladino: laoro da pite). 

Dintorni tabià de Bice, danni da vento – 31 ottobre 2018

13 Novembre 2018 Ambiente, Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, tempesta-vento, tutela-ambiente

Tempesta di vento nella notte di lunedì 29 ottobre 2018: alcuni scatti del 31 ottobre 2018 negli immediati dintorni del tabià de Bice (link diretto):



















Parco della Memoria di Pian dei Buoi (video)

12 Novembre 2018 Cadore - Dolomiti, Pian dei Buoi, Turismo e dintorni parco-della-memoria, sviluppo-pian-dei-buoi, turismo-cadorino

Sito web del Parco della Memoria con mappa dei luoghi su GMaps (qui link diretto); qui invece mappa del parco su Historical Objects con la connessa rete viaria (foto scattate il 25 ottobre 2018):

sentieri chiusi, semichiusi, semiaperti, divietati e altre categorie dello spirito

9 Novembre 2018 Botanico Palazzo, Criticarium cronache-lozzesi, tempesta-vento

Siamo nella fase post wind-storm (tempesta di vento). Quello che fa sorridere di più è il comune di Asiago che giunge a porre “Il divieto di transito su tutti i sentieri di montagna“; ora, qualunque cosa possa significcare “sentieri di montagna”, immagino che chiunque, evitando di camminare “sui sentieri”, possa scorrazzare per boschi, prati e pascoli senza infrangere alcun divieto. E già questo fa ridere le marmotte.

Ma fa sorridere anche quanto disposto dall’amministrazione di Lozzo di Cadore che ha ordinato “il divieto di transito lungo tutti i sentieri CAI“: il divieto, quindi, non sarebbe esteso a tutti i sentieri ma solo a quelli CAI, il che potrebbe essere già motivo di conforto. Da ciò, infatti, si potrebbe preliminarmente dedurre che, siccome l’ordinanza è scaturita “per motivi di pubblica incolumità“, quest’ultima debba ritenersi salvaguardata in tutti gli altri “tipi” di sentieri. E anche qui le marmotte avrebbero di che ridere.

In realtà la chiusura dei sentieri alpini (non esistono sentieri CAI) è atto previsto dalla normativa vigente, atto al quale le amministrazioni comunali ricorrono ampiamente. L’ente amministrativo, in questo caso il comune, dichiara un sentiero (o un suo tratto) “chiuso” (in quanto il sentiero è da ritenersi aperto per default) conferendogli uno stato, per l’appunto “chiuso”, di carattere amministrativo. Ciò significa che normalmente la chiusura comporta la semplice pubblicazione, solitamente alle due estremità del percorso che qualifica il sentiero, del conseguente atto amministrativo e nulla più: il sentiero, insomma, non viene transennato né alle partenze né tanto meno nella sua lunghezza 🙂 (se non in casi eccezionali).

La chiusura (amministrativa) dei sentieri alpini è atto che può avere una sua sensatezza, mentre il divieto di transito -in questo come in altri provvedimenti similari- appare più come una vacua categoria dello spirito. Anche perché un divieto, per essere tale, dovrebbe prevedere una sanzione che l’ente dovrebbe evidenziare nel provvedimento.

Ebbene sì: senza averne coscienza ieri ho infranto questo po’ po’ di divieto. Che faccio? Mi costituisco?

(en passant: nell’ordinanza lozzese si legge “Rilevato che la gestione e manutenzione dei sentieri alpini appartengono alle sezioni del Club Alpino Italiano ai sensi della previsione dell’art. 115 della L.R n. 33 del 04/11/2002”; faccio notare che l’art. 115 della L.R n. 33 non esiste più, essendo stato abrogato dall’art. 30 della L.R. n.6 del 27/04/2015 e quindi dal comma 3 dell’art. 48bis  della L.R. n. 11 del 14/06/2013 che prevede che le funzioni amministrative relative alla realizzazione e gestione dei sentieri alpini spettino alle unioni montane. Le unioni montane, poi, si avvalgono (ma mica dappertutto) del CAI il quale può provvedere alla loro manutenzione.)

i danni da vento alle foreste non sono ancora mappati: come possiamo dare un aiuto?

7 Novembre 2018 Ambiente, Cadore - Dolomiti, Curiosando cadore, curiosando, tempesta-vento, tutela-ambiente

C’è stato il vento e la tempesta, c’è stata anche l’acqua. Poi è giunta l’attivazione di CopernicusEMS. E diversi di noi a chiedersi come mai nell’area di attivazione non c’è il Cadore e il Comelico: probabilmente perché le mappe escono da una analisi comparativa del flooding (allagamento), e in Cadore e Comelico è stato il vento e non l’esondazione a dare la mazzata più forte.

Di seguito un contributo di Alessandro Sarretta (qui i dettagli) su come estrarre e unire i dati delle varie aree per ottenere un quadro d’unione delle zone colpite, con la successiva mappatura dei luoghi interessati dal fenomeno (qui mappa).

E poi quella domanda, che anche noi ci siamo fatti: wind-damaged forests are not yet mapped: how can we help? 

E quelli di Copernicus che promettono di rifarsi vivi, appena possibile, con risposte e commenti.

Why a mapping activation has not yet been open on @CopernicusEMS for the forest disaster just happened in the #Veneto mountains? It might help in defining damage extension and priority areas. @openstreetmap volunteers can help with mapping if aerial/satellite images are available pic.twitter.com/ID0CvL6ZJV

— Alessandro Sarretta (@alesarrett) November 2, 2018

https://twitter.com/CopernicusEMS/status/1060056412548673536

il Parco della Memoria di Pian dei Buoi è ora su OpenStreetMap

5 Novembre 2018 Cadore - Dolomiti, Cultura, Curiosando, Pian dei Buoi, Turismo e dintorni curiosando, opendata, parco-della-memoria, promozione-turistica, sviluppo-pian-dei-buoi, turismo-cadorino

Tra le sottospecie di escursionisti c’è – per esempio – l’escursionista venatorio, altrimenti detto cacciatore, al quale questa mappa non serve. Ma c’è anche l’escursionista “della Memoria”, colui a cui piace il paesaggio naturale, meglio se inframezzato da emergenze storiche (emergenza è una brutta, ma brutta parola: in questo caso indica ciò che di storico “emerge” dal restante paesaggio): insomma, un escursionista che visita volentieri ciò che resta dei manufatti della Grande Guerra.

Questa sottospecie d’escursionista potrà trovare varie utilità nella mappa qui presentata. Per esempio, potrà scaricare il tracciato gpx delle “emergenze storiche” definite in mappa e caricarlo sulle mappe offline che (forse) usa sul proprio smartphone, per una visita più informata. Sto anche preparando una mappa uMap, sostanzialmente una “gemella” della sottostante ma con più ampie possibilità espressive. Ovviamente non dovreste dimenticare il sito del Parco della Memoria, tra la cui documentazione questa mappa andrà presto ad aggiungersi. Stato della mappatura: son davoi (per i diversamente ladini in progress).

(la mappa si muove (non da sola: bisogna trascinarla 🙂 ). Sui “pupinote” ci si può passare sopra il cursore… e si possono cliccare. Tra i dati di dettaglio, col tempo arriveranno anche le fotine (foto piccoline)) 


Visualizza mappa ingrandita

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