BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

La Regione Dolomitica, un progetto di autonomia per il futuro bellunese (le ragioni di un referendum) – sala Coletti di Tai di Cadore

2 Giugno 2010 Autonomia referendum-autonomia

Sulle ragioni dell’Autonomia della Provincia di Belluno ho già scritto parecchi articoli. Ho partecipato alla riunione che il Comitato Referendario ha organizzato recentemente a Pedavena:  i dati relativi alla nostra provincia, sociometrici ed econometrici, che pur in parte già conoscevo, mi hanno drammaticamente sconvolto (sia come cittadino che come padre).

Vi invito caldamente a partecipare all’incontro che si terrà venerdì 4 giugno alle ore 20.30 presso la sala Coletti di Tai di Cadore; si cercherà di capire quali potrebbero essere le ragioni del referendum che si profila come l’ultima possibilità che abbiamo per mantenere la nostra dignità di persone che abitano comunità di montagna. Ripeto quello che ho già scritto nel mio precedente articolo sull’autonomia: dovremmo partecipare numerosi, non perché convinti autonomisti, ma per capire se l’autonomia è la strada giusta per “salvarci dall’estinzione”.

De Rossi chiede al Sindaco la restituzione delle chiavi della ex caserma di Soracrepa a Pian dei Buoi

1 Giugno 2010 Pian dei Buoi cagliostro, caserma soracrepa, la-parola-ai-lozzesi

Premessa: in seguito alla segnalazione di simpatizzante_pian dei buoi, siamo venuti a conoscenza che il geom. De Rossi ha dato mandato al proprio avvocato di chiedere al Tribunale di Belluno la restituzione delle chiavi della ex caserma di Soracrepa da parte del sindaco di Lozzo di Cadore (vedi documento pdf messoci a disposizione). Come in altri casi, in relazione all’importanza dell’argomento ed alla pertinenza dei commenti in arrivo, ho ritenuto opportuno evidenziare il pensiero espresso da Cagliostro sulla vicenda aggiungendo anche un nota bene.

di Cagliostro

…E così, come volevasi dimostrare, la diatriba continua!! Con aggravanti però di non poco conto. Dalla lettura della istanza ora presentata al Giudice dell’Esecuzione al fine di ottenere la revoca della “custodia” e la riconsegna delle chiavi, si arguisce che le stesse erano in possesso del sindaco già dal 23/3/2007!! Perché l’Opinione Pubblica non era stata messa a conoscenza di ciò e continuava a ritenere che il De Rossi non avesse ottemperato ad un preciso ordine del Tribunale? (1)

Esimio sig. Sindaco, ella aveva almeno informato della cosa la sua Giunta ed i consiglieri della sua maggioranza? Risulta che nessuna comunicazione sia mai stata fatta in Consiglio dal 2007 ad oggi! Non le sembra che ciò rivesta carattere di particolare gravità? Si rende conto che era suo preciso dovere, posto che la cosa corrisponda a verità, informare il Consiglio nella cui competenza rientrava la “materia del contendere”? Era forse questo che il capo gruppo di minoranza dell’epoca “non avrebbe mai dovuto sapere“??

E, altro quesito, lei aveva allora provveduto a visionare lo stato interno ed esterno dell’immobile? E se adesso il tribunale dovesse costringerla alla restituzione della chiave, che figura farebbe fare all’Ente che lei rappresenta? Della sua figura personale a me ed ai lozzesi poco importa, anche se converrà che la cosa non sarebbe gran ché commendevole.

Egregi membri della minoranza, spero vi rendiate conto che la vicenda assume ora i toni, oltre che del dramma, anche della farsa!! Sapete che tra i vostri pochi poteri esiste anche quello della richiesta della convocazione straordinaria del Consiglio con fissazione, da parte vostra, dell’odg? Perché non farlo? Dimostrereste alla cittadinanza di avere veramente a cuore i problemi del paese e di svolgere il vostro ruolo con la auspicata determinazione! Marcate stretto l’uomo e fategli presente che così non gli è proprio consentito operare tenendo all’oscuro il Consiglio su materie così delicate. Disponga in segreto delle sue cose, non di quelle dell’Ente Pubblico che gli è provvisoriamente dato di amministrare!!!

———————–
Nota bene (1): si veda a questo proposito quanto scritto recentemente da Ghino di Tacco (punto 1), di cui riporto qui un passo: «… La gestione della vicenda “custodia” fatta in modo non trasparente, tanto che non è fin qui noto se le chiavi siano state rese al concessionario, dopo che si riteneva, a livello di pubblica opinione, che le medesime chiavi non fossero neanche mai state recapitate al Comune….;».

La “manovra” e lo scippo dell’Autonomia (virtuale) della Provincia di Belluno Dolomiti

30 Maggio 2010 Autonomia itaglia, referendum-autonomia

La fragilità della nostra condizione di persone che abitano la provincia di Belluno, è venuta a galla prepotentemente in occasione della cosiddetta “manovra” che il governo ha definito, più o meno ridicolmente, in queste ultime giornate.

Immaginate di aver lavorato per un anno intero al progetto di Autonomia per la Provincia di Belluno. Ti svegli e il governo cancella la tua provincia (l’ente) dalla faccia della terra, togliendoti sostanzialmente il combustibile di cui si poteva alimentare la tua richiesta di autonomia.

Perché è chiaro che vai a scompaginare le menti della gente le quali, anche se non proprio in maniera granitica, sono inevitabilmente ancorate, se non radicate, all’idea di provincia come entità territoriale, prima che come comunità di persone.

A parte l’altalena delle dichiarazioni sulla cancellazione delle province (negata in un primo tempo anche dal duo Berlusconi-Tremonti), salvo poi licenziare il testo della manovra in cui si parla proprio ed espressamente di loro cancellazione (nel giro di quattro mesi), per poi ribadire che non è vero niente, la nostra provincia si troverebbe comunque esclusa dall’applicazione della norma in quanto frontaliera, confinante con uno stato estero.

Magari i nostri governanti ipotizzano già la caduta dell’euro con il ritorno alle monete sovrane (piuttosto probabile) e quindi a confini già più marcati di quanto non appaiano ora, in ragione del fatto che l’integrazione monetaria (traballante) ha addolcito solo in parte alcuni spigoli di carattere storico-culturale. Ed ipotizzando tutto ciò ecco sorgere la necessità di avere un “presidio del territorio” frontaliero consolidato dalla consuetudine storica, ossia dall’unità territoriale chiamata “provincia”. Diversamente, in questa pallida Europa, da quali “nemici” dovremmo guardarci?

Una lettura avvilente dei fatti citati potrebbe portare ad una strisciante accettazione della nostra precarietà: potrebbe cioè instillarsi l’idea negletta per la quale “è meglio che ci accontentiamo”, almeno così restiamo provincia, perché diversamente potremmo svegliarci ed essere costretti a ritenerci “trevisane”, anche se per meriti governativi.

Invece NO!

Tutto ciò dovrebbe invece far capire alla nostra gente che al problema dell’Autonomia della nostra provincia dobbiamo dare, oggi più che mai, tutto il peso e l’attenzione che si danno ai valori e princìpi “sacri”. Altrimenti sarà la fine di ogni possibile piccola speranza di continuare a vivere, seppur con sacrifici, in questo angolo di montagna.


P.S. Segnalo che venerdì 4 giugno alle ore 20.30 presso la sala Coletti di Tai di Cadore, si terrà un incontro promosso dal comitato “REFERENDUM PROVINCIALE per BELLUNO AUTONOMA nella REGIONE DOLOMITI” dal titolo “LA REGIONE DOLOMITICA, UN PROGETTO DI AUTONOMIA PER IL FUTURO DEL BELLUNESE”. Dovreste partecipare numerosi, non perché siete convinti autonomisti, ma per capire se l’autonomia è la strada giusta per “salvarci dall’estinzione”.

lettera al Sindaco di Lozzo (e, soprattutto, ai miei concittadini)

29 Maggio 2010 Informa-Lozzo local-politik

di Ghino di Tacco

Sono un cittadino molto arrabbiato e deluso per il modo in cui la sua Amministrazione sta conducendo la Cosa Pubblica nel mio paese.

Sono talmente adirato che manifesto perfino l’intendimento di rivolgermi a lei solo formalmente, nella sostanza il mio scopo è quello di parlare direttamente ai cittadini, di far sapere alla gente che a Lozzo non tutti sono amorfi, apatici e disinteressati a quello che succede nel Palazzo da lei occupato quale primo cittadino pro-tempore, di far conoscere a fondo il suo censurabile modo di fare il sindaco e di come lei intenda il mandato popolare che le è stato provvisoriamente dato.

Lei, in senso giuridico correttamente inteso, dovrebbe essere il sindaco di tutti gli abitanti del paese, anche di quelli che non la hanno votata; nella sostanza, molti di noi non la percepiscono più come tale perché notano una idiosincrasia tra le sue ampollose parole, i suoi vacui auspici e la realtà della sua politica, tesa, nei fatti, ad un uso non trasparente della sua azione amministrativa (possiamo ancora definire così il suo operato?).

Ella, tempo addietro, inibì ed abrogò la pubblicità degli atti della municipalità, attraverso il web, ossia proibì la conoscenza dei provvedimenti essenziali (delibere di giunta, di consiglio, determine ecc.). Tutto ebbe inizio da un articolo su di un quotidiano locale (che evidentemente non le era piaciuto) nel quale un cronista riportava il pensiero del capo gruppo di minoranza dell’epoca, pensiero desunto dalla messa in rete di apposita ed esaustiva delibera consiliare sull’argomento Caserma di Sora Crepa. Da quel momento, sul punto, il sito comunale fu praticamente oscurato. E nel far ciò ella manifestò chiaramente il timore di un giudizio non positivo sul suo operato. Mantenne però una parvenza (ridicola) di pubblicità con la immissione in rete dei soli titoli e numeri di protocollo dei deliberati degli Organi Amministrativi del Comune. Insomma, una autentica beffa: si poteva conoscere l’argomento ma non l’essenza, le modalità e gli scopi di ogni singolo atto.

Ora Brunetta (il ministro tutto pepe, ha presente?) dimostra di pensarla diversamente da lei. Ma lei è caparbio ed evidenzia il fastidio per uno strumento moderno e di larga diffusione e controllo della sua azione. Si da il caso che perfino la inesperta e non smaliziata minoranza attuale abbia capito e, stanca di essere presa in giro, stia ora surrogandola dando pubblicità a quegli atti che sarebbe stato suo precipuo compito portare a conoscenza della cittadinanza con le forme moderne della comunicazione. Una bella occasione mancata, non le pare? Che un sindaco, con 6 anni di esperienza alle spalle, che si dice espressione della più aulica delle democraticità, si faccia superare in fatto di trasparenza ed informazione agli amministrati da una pattuglia di poveri neofiti è cosa che fa veramente meditare.

Quello che però appare ancor più censurabile sono i suoi atti concreti in campo amministrativo-gestionale, sempre più incomprensibili e non rispondenti, in tempi di grave crisi economico-sociale come quella che stiamo attraversando, a criteri di lungimiranza, priorità e utilità essenziale per il soddisfacimento delle reali esigenze della comunità che le è dato di rappresentare e guidare.

Vuole degli esempi, già ampiamente reclamizzati e commentati su questo blog?

Eccoli:

  1. la opaca gestione del contenzioso Caserma Montiglio, trattato nelle secrete del Botanico Palazzo senza uno straccio di informativa, nel passato come nel presente, tanto che la recente sentenza è stata conosciuta solo attraverso la rete per iniziativa della controparte. La sua determinazione a proseguire in diatribe giudiziarie che potrebbero rivelarsi negative (lo sono già in fatto di parcelle degli avvocati), senza un minimo di pragmatismo in ordine a valutazioni alternative per un proficuo ed immediato utilizzo dell’immobile evitando così nuovi degradi. La gestione della vicenda “custodia” fatta in modo non trasparente, tanto che non è fin qui noto se le chiavi siano state rese al concessionario, dopo che si riteneva, a livello di pubblica opinione, che le medesime chiavi non fossero neanche mai state recapitate al Comune….;
  2. la strana e dispendiosa vicenda dei lavori a Palazzo Mubarak (alias Nave da crociera, ovvero Palazzo Pellegrini) per cui si è notato un continuo fare e disfare di alcune opere e rifiniture; nulla si sa di preciso su intoppi di vario genere che sembra abbiano richiesto “manutenzioni urgenti” ad un sito ancora da inaugurare. Mistero fitto sulla vera destinazione d’uso (inverosimile e non conforme alla grandiosità del sito quella ufficiale). Nessuna notizia poi sulla onerosità del manufatto a consuntivo, comprensiva dei costi di progettazione, sicurezza e direzione lavori. Tutto tace in merito alla presunta, ipotetica apertura. Molto si è qui dibattuto su ipotesi d’uso alternative od integrative nell’esclusivo interesse della collettività lozzese;
  3. la discutibile e criticabilissima (secondo molti cittadini) attuazione del così detto Parco Papa Benedetto XVI°, in quel di Loreto. Sarà anche opera della moderna tecnologia di cura dei suoli, ma alla popolazione quanto fatto proprio non piace. Le tanto promesse piante a foglia particolare ancora non si sono viste; la plaga appare desolata e la sacralità del luogo risulta certamente sminuita. I costi dell’opera poi, anche se non avranno inciso più di tanto sulle casse comunali (la gestione compete comunque ai dipendenti comunali), hanno certamente costituito, a mio modesto avviso, uno sperpero di denaro che non ha giustificazione nella utilità di un risultato apprezzabile, anzi hanno come effetto un danno evidente all’intera zona. Anche qui l’opera e gli annessi e connessi appaiono impostati al solito criterio di carente informativa;
  4. Abbiamo potuto osservare le foto, su questo blog, relative ai rattoppi della strada della Manadoira con la stesura di ghiaia sopra l’asfalto corroso e deturpato e la posa in loco di pannelli di legno a contenimento, con pali di ferro conficcati nel suolo a sostegno di tale obbrobrio (pali, tra l’altro, costituenti un pericolo evidente per la pubblica incolumità). Opera che, penso, abbia suscitato perfino lo… sgomento degli operai che hanno eseguito il lavoro su ordine, magari, di qualche provetto ed esperto assessore. Risultato: l’indomani la situazione, dopo un modesto acquazzone, era peggiore di prima (documentazione da foto, sempre su questo stesso blog). Ma è così che si opera? Si voleva risparmiare? Ma così si buttano invece i soldi dei cittadini al vento e questo per curare le relazioni elettoralistiche derivanti dalle pressioni di qualche ras dimorante nei paraggi!!!
  5. Considerato che ora i Comuni possono fruire del 30% degli introiti derivanti dal recupero di evasione fiscale ottenuta dall’obbligatoria azione d’accertamento dei sindaci attraverso le strutture alle loro dirette dipendenze, valutato che le “case fantasma” esistono anche a Lozzo, sia nel perimetro abitativo che soprattutto in quello extraurbano, non sente il sindaco il dovere di effettuare opportuni accertamenti, in linea con le disposizione in fase di emanazione, per operare una vera regolarizzazione delle molte anomalie che tutti conoscono e che nessuno ha avuto fin qui il coraggio di sanzionare?

Nella passata legislatura la Municipalità era partita con idee “bellicose” (forse per intimorire ed impressionare qualche oppositore di minoranza), si disse che si doveva fare un controllo a tappeto, poi però la solenne affermazione si trasformò in promessa di marinaio, non è forse vero, esimio Conducator? Le tasse, i tributi, i diritti di allacciamento vari, gli oneri multiformi devono essere pagati da TUTTI, non ci devono essere zone d’ombra e di privilegio. Chi non paga, è bene lo si sappia, danneggia tutta la collettività, in particolare gli onesti che pagano regolarmente…

Molte altre cose si potrebbero dire; magari, nei prossimi giorni, scoprirò altri altarini.

Per ora mi limito a fare una considerazione. Lo stile di un sindaco che elude precise domande di inesperti oppositori e cerca di evitare furbescamente di entrare nel merito dei problemi sollevati, non risulta certo commendevole. Tutti ora possono farsi una idea sul tenore delle risposte date alle due prime “innocue”interpellanze appena presentate dalla minoranza (argomenti: fonti energetiche e caserma Sora Crepa). Lo stile delle risposte è inconfondibilmente e andreottianamente costituito dalla solita aria fritta e sfido chiunque a dimostrare che ciò non sia vero.

Sono veramente incavolato!!! Spero solo che qualcuno mediti e giudichi con severità e sanzioni un tale comportamento.

-Ghino di Tacco-

La mappa degli abusi sessuali nella Chiesa

28 Maggio 2010 Digo la mea chiesa-vaticano


Il 9 marzo scorso ho postato due righe di commento ad una notizia “secondaria” che, per il Cadore, poteva diventare primaria al sopraggiungere dell’estate.  Il papa aveva infatti fatto sapere che non sarebbe andato né ad Aosta né a Bressanone.

Corre voce che in quei luoghi abbiano tirato un respiro di sollievo perché la presenza del papa sarebbe stata un tantino imbarazzante (con ventilate ripercussioni anche sui flussi turistici). Non tanto per lui, quanto per il fratello maggiore, padre Georg Ratzinger che, come si saprà, quando era direttore del Coro dei Passeri del Duomo di Ratisbona distribuì più di qualche ceffone.

Da un articolo del 9 marzo pubblicato su Repubblica:

“Io ero felice a ogni prova del Coro”, racconta padre Georg Ratzinger, “ma devo ammettere che spesso diventavo depresso, perché non raggiungevamo i risultati che volevo. E all’inizio io ho spesso distribuito schiaffi, anche se poi mi rimordeva la coscienza per averlo fatto”. Egli aggiunge di non aver mai picchiato nessun ragazzo fino a procurargli lividi o lesioni.

In quei giorni chi è che non ha pensato “se non va ad Aosta e Bressanone viene a Lorenzago di Cadore?”. A meno di sorprese, sempre possibili, così poteva ragionevolmente essere.

Noi sappiamo che tanto il potere temporale quanto quello spirituale dei papi succedutisi, a fronte di costi non indifferenti coperti dalla Regione Veneto, non ha fermato il declino di un paese che, non me ne vogliano gli abitanti, io chiamo da tempo Lorenzasma di Cadore (ma forse non è più neanche il fantasma del paese di un tempo). Per gli aspetti più intimamente legati alla fede, non quindi al mero interesse “promozionale”, non sono adeguatamente attrezzato e quindi … glisso.

Prima che il Vaticano chiarisse che il papa avrebbe passato l’estate a Castelgandolfo, mi son detto che il Cadore avrebbe potuto rincuorarlo almeno su un aspetto: per quanto riguarda il “dispotismo”, noi qui siamo abituati dal 1866 alle purghe dello Stato italiano che ha costretto i nostri avi ad emigrare forzatamente in ogni dove, noi qui siamo abituati ad andare al massacro per guerre create, volute ed imposte dagli altri (fin dalla Grande Guerra), noi qui siamo abituati a vivere nella disparità di trattamento dei popoli della montagna (Aosta e Bolzano hanno un ché di speciale … che noi non abbiamo), noi qui siamo abituati … e potrei continuare con altri svariati esempi, che “due ceffoni” dati alla maniera del nostro vecchio, defunto, temuto, arcigno don Pietro, ci appaiono educative carezze, piccoli buffetti correttivi.

Finivo il mio ragionamento convincendomi che se il papa avesse deciso di trascorrere le sue vacanze in Cadore ci avrebbe trovati, nonostante tutto, pronti ad accoglierlo.

Due giorni fa ho letto l’articolo “La mappa degli abusi sessuali nella Chiesa” pubblicato da “il Post” che propone gli impressionanti dati del fenomeno con una infografica di grande efficacia. L’articolo è l’ennesimo di una serie infinita ed ha il pregio, se così si può dire, di riassumere la situazione decretandone, come ormai riconosciuto anche dalla Chiesa, la estrema gravità. Credo che il papa abbia fatto bene a restare a Castelgandolfo.

Foto: Sentieri Interrotti

il lupo perde il pelo ma non il vizio

28 Maggio 2010 Decoro urbano, Turismo e dintorni decoro-aree-turistiche, erbarie

23 luglio 2009, foto sopra: il fieno rinsecchito alla Roggia dei Mulini.

27 maggio 2010, foto sotto: il lupo perde il pelo ma non il vizio. L’erba è stata tagliata il 4 o il 5 maggio, quindi circa 22 giorni fa. Io c’ero perché sto finendo un libro sulle macchine idrauliche e stavo raccogliendo una testimonianza da Leo.

In un’area come la Roggia dei Mulini, che deve funzionare da attrattiva turistica, il decoro delle adiacenze dovrebbe stare a cuore tanto quanto la possibilità di far girare la ruota utilizzando l’acqua della roggia (anche se a solo scopo dimostrativo).

Dimentichiamoci per un momento che il decoro è un diritto prima del cittadino lozzese e poi del turista. Mettiamo pure che, vista la stagione e la voglia di fare turismo che c’è in questo paese, si tengano per validi solo i fine settimana (ma questo è il periodo delle scolaresche: ce n’era una recentemente da Padova; in ogni caso, di fine settimana, ne sono passati tre). Anche con questa indulgente premessa posso solo dire che, ancora una volta, con il minuto mantenimento (questa volta finalizzato alla pulizia e decoro del paese) non ci siamo proprio.

C’è un assessore a cui si possano tirare le orecchie o la materia, stante la difficoltà dell’argomento, è multidisciplinare?

cumulo-fieno-secco-roggi

«‹ 700 701 702 703 704 ›»

Commenti recenti

  • GIUSEPPE ZANELLA: "2+2" Tutte le sue argomentazioni si sono inizialmente limitate a contestare il mio ragi…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Io sono aduso a confrontarmi con persone civili e dalla dirittura etica ineccepibile, non…
  • Un lettore: ....come sempre dimostra di voler essere l'unto del signore....che tutto sa.... e che gli…
  • 2+2: Mio caro Giuseppe, innanzitutto, lei non sa per chi ho votato, e se vuole saperlo, non h…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Breve replica a "un lettore". Io non sono 'un leone da tastiera'. I miei interventi, div…
  • Giuseppe: Quindi ,caro Signore "2+2", il suo arzigogolato argomentare la porta a dire che gli asten…
RSS Dolomiti RSS

Naviga nel BLOZ

  • Cerca nel BLOZ con Google
  • Etichette (elenco di tutte le voci)
  • Tutti gli articoli ordinati per data
  • Ultimi 10 articoli per ogni argomento

Pagine

  • BLOZ – Mappa del sito
  • Consigli per la navigazione
  • Elenco delibere comunali
  • Info sul blog
  • Programmi elettorali e bol-com

Etichette - Tag

  • Qui l'elenco completo dei tag usati

Links

  • Antichi Sentieri
  • Danilo De Martin (sito)
  • Dolomitiche
  • Flickr
  • Google+
  • Parco della Memoria
  • PhotoLoz
  • Youtube
logo provincia di belluno
banner della pagina facebook del BLOZ
Tweets di @blozdicadore
Privacy Policy
© BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti 2025
Powered by WordPress • Themify WordPress Themes