BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

i sette nani ed il parco di Loreto a Lozzo di Cadore

17 Aprile 2010 Parco di Loreto aree-gioco, loreto, spazi-pubblici, verde-pubblico


E’ da parecchi giorni che il furgoncino dei Servizi Forestali ha ripreso il suo andirivieni. Lo vedo e lo sento. Va avanti e indietro più volte, durante il corso della giornata.

Quando arriva la mattina però, e dopo la pausa del pranzo, mi pare di veder passare la squadra dei sette nani che, intonando “Andiam, andiam, andiam a lavorar …”, affronta con gioia e profondo impegno il proprio lavoro. E devono essere proprio dei nani se, a fronte di un lavoro che è sotto gli occhi di tutti, non sono ancora riusciti a finire l’impresa.

Se ne è accorto anche l’attento redattore dalla rubrica “dal Comune” nell’ultimo bollettino parrocchiale: “a breve riprenderanno i lavori, già in fase avanzata, davanti alla chiesa di Loreto. I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate, l’area recuperata a parco sarà ….”.

I lavori, che dichiara essere (per fortuna) in fase avanzata (è davvero così?), dovrebbero, il condizionale anche qui è d’obbligo, “dovrebbero terminare prima dell’estate“.

Secondo il calendario in uso, l’estate inizia il 21 giugno. I lavori sono già in fase avanzata. Che cosa dovranno poi fare, se si insinua il dubbio che per terminare i lavori non bastino i mesi di aprile, maggio e buona parte di giugno? Se poi si considera che il cantiere è stato ri-aperto a metà marzo (giorno più giorno meno), la cosa lascia quantomeno perplessi.

Che manchi l’ausilio di Biancaneve?

foto Flickr: pinkiwinkitinki

andremo su Marte: anche mercui, duoiba e vendre, se son ncora ca …

16 Aprile 2010 Digo la mea blozzando


Obama, per gli amici Obi, ha detto a tutti noi che conta, per il 2030, di andare su Marte. Ha poi aggiunto: “Siamo già stati sulla Luna, è il momento di andare oltre. Quando accadrà, sarò ancora vivo a godermi lo spettacolo”.

Anche gli abitanti dei cantoni svizzeri potranno assistere all’evento. I cadorini invece, per quel tempo, saranno diventati come i porcini, se tutto va bene, una specie di funghi che, come tutti i funghi, per vivere hanno bisogno di qualcun altro.

Conoscendo l’indole dei cadorini, giova sottolineare che con ogni probabilità faremmo parte della categoria dei saprofiti, essendo il parassitismo un concetto non ben integrato nel nostro DNA. Converrete che non è cosa di poco conto.

Foto: Flickr (mongider)

a Lozzo di Cadore l’amministrazione è … in umido

16 Aprile 2010 Ambiente, Informa-Lozzo maglia-nera, raccolta-differenziata


Le amministrazioni cadorine, in genere, sono tutte a secco, fatta eccezione per quella di Lozzo di Cadore che, invece, è in umido.

Tutto è gioco del destino. I nostri amministratori, che stanno navigando nel loro secondo mandato, rimaneggiati nella ciurma ma non al ponte di comando, hanno saputo dal blog “Per la Gente di Lozzo”, tramite l’articolo “Umido innovativo, forse no?!?!?” che la differenziata, il paese di Lozzo, quello che loro amministrano da più di un lustro, la sta già facendo da ane e anorum. L’articolo poi si è premurato di avvisare i nostri amministratori che quei bidoncini verdi che si vedono in giro, sono le compostiere.

Ivano fa poi una proposta:

“Ora voglio fare una proposta “innovativa”, perché non fare in modo di risparmiare anche gli 85 euro/tonnellata  o ridurne la quantità sensibilizzando la gente al compostaggio, in modo che chi già ha la composteria continui ad utilizzarla e chi non c’è l’ha se la procuri per il tramite del Comune.”

E si pone una legittima domanda:

“A questo punto sorge spontanea una domanda, ma chi già utilizzava la compostiera non è che con la comparsa dei contenitori dell’umido smetterà di fare compostaggio e di conseguenza vi sarà un’aumento nella produzione di umido da smaltire?

Voglio rivolgere un’ultimo quesito a lor signori amministratori, con il titolo “Raccolta rifiuti:parte la differenziata“  volete dire che sino ad ora le campane del vetro, della carta e i bidoni della plastica non servivano a differenziare? Se  fosse così, ora è chiaro perché Lozzo viaggi ad un livello di differenziata al di sotto del 35% e paghi così per intero l’ecotassa”.

L’ufficio alle relazioni con il pubblico infatti, nel redarre il rifiutino, il bollettino sui rifiuti che ci è stato recapitato, si è lanciato in un pomposo quanto fuori luogo titolone che Minzolini al TG1 neanche se lo sogna: “parte la differenziata”.

L’ufficio RP aveva poi continuato con: “Noi chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?” ma poi il sindaco, nell’immancabile “diamo un’occhiata se tutto va bene”, non ha ritenuto fosse il caso di pubblicare anche queste “dolorose domande sulla nostra identità e sul nostro futuro”, ritenendo che vi siano già grossi problemi a gestire il presente.

Già, il presente. Perché qualcuno dovrebbe avvisare il ponte di comando che siamo nel 2010 e che la differenziata, in qualche forma, adesso sappiamo con scarsa efficienza, ma saremmo già attrezzati per farla. Certo mancava l’umido, che adesso è arrivato. Che fossimo così poco efficienti ce lo ha fatto sapere la Regione Veneto (segnalato da un precedente articolo di Ivano), applicandoci il massimo della tassa, non siamo venuti a saperlo dal SINDACO!

Il sindaco è un uomo e quindi, come tutti gli uomini, ha un’anima buona ed una cattiva. Nella stesura del rifiutino, l’anima buona suggeriva “non vi ho aumentato le tasse sui rifiuti …”, mentre quella cattiva incalzava “vi ho fatto pagare il massimo della tariffa tenendovi all’oscuro per tutto questo tempo …”. Ha prevalso l’anima buona, che è l’unica ad aver ottenuto il posto nel rifiutino (altrimenti la gente faceva confusione), con la sottolineatura: “e questo è un vanto“.

Per un approfondimento:

  • Benvenuti a Zozzo di Cadore, il paese maglia nera in Veneto nella raccolta differenziata
  • Domegge prova con la differenziata spinta. Lozzo si differenzia con la maglia nera.
  • Lozzo di Cadore maglia nera in Veneto per la raccolta differenziata

… e finalmente la provincia insorse al grido di Bellunomia, Bellunomia, Bellunomia!

15 Aprile 2010 Autonomia, Politica nostrana elezioni-reg., referendum-autonomia

Chissà se questo tipo di titolo potrà mai comparire sulle testate regionali e, magari, anche su quelle nazionali. Ieri su Antenna 3 dall’istrionico urlatore Gandi si è cercato di capire cosa resta da fare a questa nostra provincia “dimenticata“. C’erano anche Sappada e Lamon a rappresentare i comuni referendari-secessionisti.

Si è detto che la Lega Nord ha sempre appoggiato l’autodeterminazione dei popoli, si è detto che la mancanza di un assessore bellunese in giunta a Venezia non significa che Belluno sia dimenticata, si sono dette tante altre cose.

Reolon e Bond hanno detto che bisogna mettersi assieme, tutti quanti appassionatamente (senza ironia), per tentare di ottenere ora ciò che prima, per dovere di partito, si poteva solo sussurrare o trattare in politichese. Si può cioè parlare di Autonomia legislativa e finanziaria per la provincia di Belluno. Dopo la trombatura dei suoi, così l’ha definita lui stesso, Bond si è reso conto che così non va. Bisogna credergli.

Oltre tutto, recentemente, ha anche detto che: «Ci attende una nuova sfida: quella di una politica senza etichette di partito, fatta da rappresentanti della gente che rispondono in prima persona». Nello stesso articolo ha poi detto, neanche fosse un leghista: «C’è una diga che ha tentato di imbrigliare le esigenze di questa terra, ma che sta per cedere e noi saremo pronti a ricostruire dopo quell’onda». Non basta “ricostruire”, caro Bond, bisogna anche farla partire, L’ONDA!

Speriamo che la concessione di una qualche presidenza di una qualche commissione non gli faccia cambiare idea. Sarebbe un peccato.

Orbene, la facciamo davvero questa insalata mista riunendo il pensiero politico localistico di Pdl, Pd e Lega? In fondo non fu anche Vaccari a dire lo scorso ottobre che ”Per la provincia di Belluno il modello giusto e’ l’autonomia finanziaria e legislativa come Trento e Bolzano”?

Naturalmente, a sovrastare le sigle di partito, una volta confermata la “alleanza per l’Autonomia” (ci sarà?), ci dovrà essere solo ed esclusivamente l’interesse per il nostro territorio (sottolineo per la seconda volta quello che Bond ha detto: “… senza etichette di partito“).

In poche parole Reolon e Bond, quest’ultimo in particolare, hanno fatto capire che “coabitano” in un partito al quale devono in qualche modo rendere conto ma, se la gente, premendo, li dovesse in qualche modo spingere verso l’Autonomia, loro non potrebbero sottrarsi dall’amministrare questo disagio popolare.

Il prossimo consiglio provinciale dovrebbe pronunciarsi sull’ammissibilità o meno del referendum per l’Autonomia della Provincia di Belluno (nella forma di “passaggio di Belluno al Trentino”). Sarebbe un’ottima notizia se il provvedimento dovesse passare in consiglio provinciale con un bel SI, magari unanime. A meno che la votazione referendaria non sia poi fissata per la primavera del 2020.

Scrivevo recentemente in un commento: “Sappiamo anche che seppur vincesse il SI con il 90% dei consensi, sarebbe sempre Roma a dover decidere della nostra libertà, ma è pur vero che 200.000 persone che si dovessero muovere al ritmo del referendum potrebbero … diventare …. incontrollabili. Se vi fosse il NO del consiglio provinciale all’ammissibilità dovremmo iniziare la raccolta delle 8000 firme … (io l tavolin par tirà su firme l ei belo pareciou …)”. Speriamo non sia necessario.


Altri articoli sull’Autonomia della Provincia di Belluno Dolomiti.

siamo preoccupati per le molte cariche che deve gestire contemporaneamente …

13 Aprile 2010 Politica nostrana bim, local-politik

In un momento in cui noi bellunesi, dopo 40 anni, non ci vediamo rappresentati in giunta a Venezia, fa “tenerezza” vedere i nani della politica nostrana che si dibattono sull’orlo della propria “carega”.

Mentre a qualcuno è stato categoricamente negato di assumere a Venezia un ruolo fondamentale per la nostra provincia, si discute quanto sia giusto o meno che, qualcun altro, direttamente nel territorio provinciale, abbia perfino tre incarichi. Mi rincresce farvi notare queste cosucce. Da un recente articolo del Gazzettino (il neretto è mio):

Poche idee e confuse quelle che aleggiano nel Pdl sulla possibile successione di Giovanni Piccoli, attuale vicepresidente della Provincia di Belluno, ma anche presidente del Consorzio Bim Piave e sindaco di Sedico. Quello che è certo è che qualcosa va rivisto, ma ancora non si sa come. Il coordinatore provinciale del partito, il parlamentare Maurizio Paniz: «Non è detto che Piccoli rinunci alla vicepresidenza, è una risorsa molto importante per la Provincia, ma siamo preoccupati per le molte cariche che deve gestire contemporaneamente».

Io non sono preoccupato, perché so che Super-Piccoli non solo prende le vitamine, ma ha anche i propri aiutanti, perlomeno al BIM, che quando serve si ergono a tutori e difensori dell’istituzione che rappresentano, lasciando al presidentone la possibilità di interessarsi d’altro. Per il nostro bene, naturalmente.

Illuminante un altro stralcio dell’articolo richiamato:

Frena anche Bruno Zanolla, assessore provinciale in lista con Pdl e presidente di Bim Infrastrutture: «Non c’è fretta». Una delle possibilità nate all’interno Pdl per Zanolla è quella di mantenere Piccoli in Provincia con un ruolo più leggero, come la delega all’innovazione senza la vicepresidenza, perché «non è banale la sua sostituzione».

Cian no fa giate! Non vi sfiora il sospetto che la banalità cui si fa rierimento non sia un’eurobanalità? Alla fine abbiamo capito che a Venezia, nella stanza dei bottoni, non ci va nessuno dei nostri, che possiamo ora assimilare a “disoccupati della politica”.

A Belluno invece, di fronte alla preoccupazione per le molte cariche che deve gestire contemporaneamente (bisogna fare intervenire il sindacato per questo vile sfruttamento?), ed in ragione poi del fatto che … «non è banale la sua sostituzione», si farà qualche alchimia per alleggerire i ruoli che gravano su quella potenza della natura che è Piccoli.

Bisognerà però modificare, leggermente, l’organigramma.

http://www.youtube.com/watch?v=ITufeQ4sGfQ

finalmente lo posso dire, sono un territoriarchico

12 Aprile 2010 Autonomia, Politica nostrana blozzando, magnifica-comunità, referendum-autonomia


Semplificando al massimo. Una mia radicata convinzione è che per governare con efficenza i territori estesi, in rapporto alla popolazione che li abita, vi è un solo strumento disponibile: la confederazione dei territori con autonomia di governo locale, quest’ultima modulata a livello confederale. Magnifica Comunità di Cadore, o uno qualsiasi dei 26 cantoni svizzeri. Che bravo sono stato eh? Avevo premesso che sarei stato sintetico.

Facciamo un esperimento virtuale. Immaginate di avere la bacchetta magica e di avere la possibilità di isolare e mantenere isolato il territorio del nostro Cadore da qualsiasi influenza esterna. Immaginate ora questo territorio senza alcuna presenza umana. Ora, con la bacchetta magica, popolatelo con uomini e donne come potevano essere gli uomini e le donne di 1000 anni fa (cioè noi uomini d’oggi, senza televisione e le “corazze tecnologiche” di cui ora disponiamo).

Il vostro lavoro è finito qui. Adesso dovete solo osservare come quegli uomini si aggregheranno. Con un po’ di pazienza vedreste il formarsi dei borghi così come li osserviamo oggi (Auronzo, Lozzo, Domegge … Borca, S. Vito …). Aspettando un altro po’ riscontrerete la nascita di un organismo territoriale coordinatore, la Magnifica Comunità di Cadore … Osservereste anche una particolare forma di organizzazione della vita delle comunità, la più appropriata per affrontare le esigenze in essere in quelle condizioni, ossia la Regola … una nobilissima forma di autogoverno.

L’esperimento è finito.

Le ultime vicende, in particolare quelle legate alla mancanza di un bellunese nel gruppo di governo regionale, mi spingono a ritenere che ci si debba staccare nettamente da qualsiasi “legame partitico” per iniziare a professare una sola religione politica: il culto del territorio, del proprio territorio.

Ecco allora che, personalmente, mi obbligo a cancellare tutti i residui di partitismo e qualsiasi simpatia politica, ripromettendomi di valutare tutto quello che l’azione politica ci proporrà con un’ ottica territoriarchica, misurandola cioè con le sole esigenze del nostro territorio e della popolazione che lo abita.

Non territorialista (come fascista o comunista), non territoriale (come liberale o radicale) ma esclusivamente territoriarchica. I territori di montagna devono godere della libertà di autogoverno.

Se alla gente che abita i territori di montagna non verrà lasciata la libertà di governare se stessa ed il territorio che la ospita, la morte sileziosa, che ha già iniziato il suo spietato cammino, ci cancellerà dalla faccia della Terra.

Vi sono sfide, prima ancora sociali che economiche, che stanno facendo tremare la classe dirigente dei territori montani autonomi che si appresta ad affrontarle. Noi, che non disponiamo di strumenti di governo autonomi, potremmo solo attenderci, dalla classe politica che ci governa oggi, un caritatevole quanto inutile requiem.

P.S. segnalo, con un certo senso di fierezza (ironica), che con territoriarchico ho dato vita (perlomeno nella blogosfera) ad un neologismo, non essendo la parola ancora indicizzata da Google: mi auguro che a breve lo possa essere diffusamente, con il senso che ho cercato di attribuirle nel corso di questo breve articolo.

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