BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

quegli stravaganti pernottamenti a Venezia…

21 Aprile 2016 Cadore - Dolomiti, Giornalando, Turismo e dintorni dolomitando, giornalando, scripta-manent, turismo-cadorino, turismo-veneto

Nel post il convoglio ‘Dolomiti express’ e il teletrasporto Venezia-Dolomiti abbiamo accennato al fatto che la durata media di una visita a Venezia è di 2,21 giorni, il che impedisce di pensare che, allo stato, ci possa essere, tra i turisti che se la concedono, qualcuno disposto a farsi un giro tra le Dolomiti con un convoglio di là da venire (in realtà abbiamo visto che la cosa non starebbe in piedi neanche se fosse in uso il teletrasporto).

Dicevamo anche che “l’articolista si concede qualche altra licenza poetica costellata da numeri stravaganti che, semmai, puntualizzeremo in seguito”. Puntualizziamo ora brevemente. Scriveva tale Francesco Dal Mas:

Venezia fa tra i 25 ed i 27 milioni di pernottamenti l’anno, nei propri alberghi, altri 10 milioni circa nelle navi da crociera.

Venezia fa tra i 25 ed i 27 milioni di pernottamenti l’anno? Neanche per sogno.

Venezia città, perché di questo si sta parlando, quindi il STL-Venezia (settore turistico locale),  fa 11 milioni di pernottamenti (10.915.894, anno 2015). Ad essere tra i 24 e i 27 milioni (c’è chi dice che Venezia abbia raggiunto i 30 milioni) sono semmai i visitatori.

I visitatori, nel loro insieme, sono x-turisti (che pernottano) e y-escursionisti (che arrivano in città e se ne tornano “a casa” la sera). Che pernottano, quindi, sono e restano in 11 milioni (consumando 2,21 giornate, ricordate?!).

Tanto per dire, l’intera provincia di Venezia conta su 34 milioni di pernottamenti, 24 dei quali sono da addebitare alla “frazione balneare” (il comprensorio “Mare”, per gran parte in provincia di Venezia). E’ poi oltremodo sbagliato scrivere che quei pernottamenti sarebbero “nei propri alberghi“, perché quelli alberghieri – a Venezia – sono il 75% (8 milioni di pernottamenti, gli altri 3 milioni sono in strutture complementari; ovviamente, se prendiamo in considerazione la provincia di Venezia la quota alberghiera cala al 44% e se consideriamo il comprensorio “Mare” la quota alberghiera cala ancora, al 29%).

Scive ancora tale Dal Mas che vi sarebbero – sempre pernottamenti – “altri 10 milioni circa nelle navi da crociera“. Neanche mettendo insieme i viaggiatori di Barcellona, Civitavecchia e la stessa Venezia si giunge a quella cifra. I passeggeri che transitano annualmente per Venezia sono 1.800.000 circa. Ma non tutti danno luogo a pernottamenti. Questi passeggeri, stima 2012 dell’Autorità portuale di Venezia (vedi p. 18), danno luogo a “soli” 736.229 pernottamenti. Sicché, per raggiungere quei 10 milioni, c’è di mezzo una bella botticella di tequila.

Non è poi vero, ma questo sembra dirlo l’esperto interpellato e non il giornalista, che il 92% di quei turisti siano stranieri. A Venezia (STL) i turisti stranieri sono l’85% (nel comprensorio Mare sono il 63%, nella totalità della provincia di Venezia il 72%).

Così, per puntualizzare.

 

speranza di vita alla nascita: province del Veneto, di Bolzano e di Trento (grafico 2002-2014)

20 Aprile 2016 Dati e numeri utili confronti-regionali, dati-numeri-utili, dati-provincia-belluno, demografia

Collegato al post speranza di vita alla nascita nelle province del Triveneto – 2014:
speranza di vita alla nascita: province del Veneto, di Bolzano e Trento (grafico 2002-2014)

i bellunesi rimangono lontani dalle urne (anche il Corriere delle Alpi)

20 Aprile 2016 Giornalando giornalando, scripta-manent

Scrive il Corriere che:

I bellunesi rimangono lontani dalle urne

Si è recato a votare meno del 30 per cento degli elettori. Sui social l’amarezza per l’affluenza così bassa

Be’, dico io, lontani dalle urne rispetto a chi: ai venusiani, ai marziani, agli elettori di altre province/regioni, a se stessi? Siccome quello visto è solo un titolo, ci sarà l’approfondimento nell’articolo:

BELLUNO. Quorum lontano. Niente a che vedere con l’ultimo referendum, del 2011, con il 57 per cento di votanti. Ieri il quorum è rimasto lontano, fermo a poco più del 29 per cento.

Ah ecco, quindi è in riferimento a “se stessi” nel referendum precedente. Dunque, in quello del 2011 – anzi, in quelli, ce ne furono quattro – votò mediamente il 57% dei bellunesi. Ma fu tutta l’Italia, dalla Vetta d’Italia a Capo Passero a votare mediamente per il 55%. Quindi i bellunesi, semmai, furono appena appena “più bravi” della media.

Nel corso dell’articolo vengono poi snocciolati i dati d’affluenza delle ore 12 e delle 19, ma non si fa nessuna “comparazione” con altri e nell’aria resta quel senso di supposto mancato civismo dei bellunesi che, appunto, rimarrebbero lontani dalle urne (come non fosse, peraltro, legittimo).

Si, è vero, “lontani”, ma tanto quanto gli altri. Perché se i bellunesi di fermano a poco più del 29%, in Trentino-Alto Adige si fermano al 25,19%. Ci sono poi regioni che fanno un po’ meglio: Friuli VG 32,16%, Liguria al 31,6%, Piemonte 32,7%, Lombardia al 30,74. Il Veneto, in effetti, si scosta da questa media arrivando al 37,8%. Ma l’Italia tutta è inchiodata al 31,18%.

Sicché i bellunesi, tanto furono un po’ più bravi nei referendum del 2011 quanto lo sono stati un po’ meno in questo del 2016.

 

cadoreproloco.it: diciamolo, se fosse inutile non sarebbe neanche male (ma è proprio deleterio)

19 Aprile 2016 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni pro-loco, sviluppo-montagna, turismo-cadorino, turisticando

Si si, siamo tutti volontari. Lo so. Ma non per questo le cose si devono fare alla cazzo. Per esempio, il sito web del Consorzio ProLoco Centro Cadore (il diavoletto mi sibila da un po’ Poro-Loco, Poro-Loco… e l’altro giorno invece ControLoco, ControLoco…). Il sito è peraltro lincato sulla pagina facebook del consorzio (una foto di copertina più definita no eh?), pagina che appare attiva (se non altro, come già detto, mostra qualche caramellina) e che “piace” a 1107 persone.

Se ci vai (al sito), trovi un bel pulsante rosso con una call-to-action “clicca per cominciare“. Così clicchi e… cadi nel buco di una specie di pagina di benvenuto che ha un’immagine d’intestazione grottescamente “rabbrividente” (un poltrenesofà à la famiglia Addams: t’aspetti che “la Mano” faccia la sua comparsa da dietro il divano!).

In alto un claim d’eccezione: “News, eventi… e molto altro“, che dà un tocco d’inaspettata originalità tipo i pre-TG serali. Inoltre il titolo della pagina è sguaiatamente interrogativo: “Chi siamo?“. Tipo cucù-sciaaaa insomma (di solito ci si limita al “Chi siamo”, esclamativo; solo sull’isola di Tonga si vedono, talvolta, i “Chi siamo?” interrogativi).

Ma tutto ciò sarebbe anche digeribile (che webmaster mattacchione, si potrebbe pensare). Ma se decidi (a tuo rischio e pericolo) di andare avanti, per esempio in Itinerari-Lozzo, ti trovi con una pagina che, stilisticamente, definire melanconica è un’affermazione di prorompente vitalità. Del Museo della Latteria hanno trovato un’immagine “corrispondente”, ma della Roggia dei Mulini c’hanno messo una foto esotica, sembrano quasi catacombe (ma sono forni fusori della Val Imperina); la foto a corredo della descrizione “Santuario della Madonna di Loreto”, invece, è verosimilmente uno scorcio della cittadina anconetana di Loreto (tanto valeva metterci la foto della stazione di Loreto della metropolitana milanese).

Descrivendo Auronzo si dimenticano di Misurina, ma, di Misurina, mettono la foto del lago con il Sorapis sullo sfondo quando parlano del lago di Auronzo.

Tra i Rifugi, a Lozzo ci mettono il Ciareido con la foto dell’Agudo. Non mancano le perle grammaticali: Monte Clareìdo (gli scappa sia la “l” che l’accento sbagliato); lo definiscono poi “un nido d’ acquila” (dove si beve un’ottima tecquila), seguito da un Monte Gudo. Sui rifugi d’Auronzo parlano del Carducci e ci mettono la foto del Comici.

E poi basta, mi sono stufato.

Fosse solo inutile, lo si potrebbe anche lasciare. Ma è proprio deleterio (qui il ControLoco si fa strada): dategli le vitamine o chiudetelo (per il bene dei nostri figli e dei figli dei nostri figli).

immagine dell'header del sito cadoreproloco.it (allegra e gioviale...)

quando si dice ‘sei fuori di una riga di rifugi’

18 Aprile 2016 Curiosando, Giornalando curiosando, refusi

(nota di colore)

Potrebbe anche essere umanamente possibile smarrire la strada lungo il sentiero che porta al Rifugio Tita Piaz (Passo del Pura, Ampezzo UD) e ritrovarsi poi nel versante di Domegge di Cadore, in Val Talagona. Ma è più probabile che il Tita, piuttosto che Piaz, sia stato Barba.

DOMEGGE DI CADORE – Alle 14.40 il 118 ha allertato il Soccorso alpino di Pieve di Cadore per una coppia di escursionisti di Montebelluna (TV), 43 anni lui, 41 anni lei, che si era smarrita lungo il sentiero che porta al Rifugio Tita Piaz. Una squadra del Soccorso alpino di Pieve di Cadore ha quindi avviato la ricerca, per accorgersi subito che probabilmente la coppia si trovava nel versante di Domegge di Cadore. Quando è stata attivata la geolocalizzazione tramite l’invio dell’apposito messaggio su smartphone, è infatti emerso che i due erano in Val Talagona. Poco dopo le 15 si è quindi mossa anche una squadra del Soccorso alpino del Centro Cadore che, assieme agli altri soccorritori, con le precise coordinate Gps del luogo, ha raggiunto la coppia che, perso l’orientamento, era finita sul greto del torrente Talagona. I due escursionisti sono quindi stati accompagnati fino alla loro macchina.

Proloco Centro Cadore e il cadorinoide Family Week (si sa niente? è ancora la fuffa d’allora?)

17 Aprile 2016 Cadore - Dolomiti, I Turismi degli Altri, Politica nostrana, Turismo e dintorni pro-loco, scopri-alto-adige, sviluppo-montagna, turismo-alto-adige, turismo-cadorino

Incappo in Vacanze estive per famiglie in Alta Pusteria e mi sovvien il cadorinoide Family Week:

03 novembre 2014

Prende il via il progetto dedicato alla creazione di un’offerta turistica specializzata e dedicata alle famiglie: il “Family Week. Vivere di turismo in Cadore si può!”

Con questo slogan il Consorzio Pro loco Centro Cadore prende il testimone passato dai Lions di Pieve di Cadore e, grazie al sostegno economico del Consorzio BIM Piave “avvia questo importante progetto che rappresenta un primo passo verso la creazione di una gamma di proposte di vacanze a tema per l’area del Cadore centrale” spiega Giovanni Giacomelli. “Un percorso ambizioso che il Consorzio intende condividere con tutti gli attori locali (operatori turistici, aziende agricole e artigiane, associazioni e pro loco, amministrazioni locali) per decidere insieme cosa offrire alle famiglie che verranno in vacanza nella nostra valle e come farci conoscere nell’affollato mercato turistico” […]

Sicché mi chiedo (e lo chiedo anche al Consorzio Proloco Centro Cadore):

che fine ha fatto

“questo importante progetto” ?

“…che rappresenta un primo passo verso la creazione di una gamma di proposte di vacanze a tema per l’area del Cadore centrale” spiega Giovanni Giacomelli.

Ché, sul profilo FB del Consorzio Proloco Centro Cadore, ce stanno tante caramelline ma n tozzo de pane vero non lo trovi manco co a lente.

(no, dico, che se me fai avé na pppagina, nnnnsito, TE LINKO volentieri)

 

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