parola di Alessandra Moretti, cheerleader
Lettura complementare: TFR, Tante Fiabe Renziane.
(a #Ottoemezo la moretti ne deve aver sparate tante di cazzate da superare i botti di San Silvestro)
Lettura complementare: TFR, Tante Fiabe Renziane.
(a #Ottoemezo la moretti ne deve aver sparate tante di cazzate da superare i botti di San Silvestro)
Andamento su base mensile (mese su mese) delle presenze totali aggiornate a luglio nei comprensori, nelle povince e nei settori turistici locali del Veneto integrati con i dati delle Dolomiti. A questo indirizzo i dati degli arrivi totali. Le tabelle dell’area Dolomiti con i dati cumulati da inizio anno le trovate qui.
Be’, qualche difficoltà a capire Bersani quando inforcava “le sue” metafore c’era, ma poi ne venivi a capo. Quando invece parla lo strenzi…
(qui sul BLOZ abbiamo già “ospitato” Amalia Signorelli con la sua impietosa definizione circa il tirocinio da boy scout di renzie: tutto è legato al fatto che i boy scouts sarebbero 10 bambini vestiti da cretini, guidati da un cretino vestito da bambino…)
(via Malvino)
I dati sull’andamento della stagione turisica Cortina-Auronzo Dolomiti precedentemente pubblicati si riferiscono al totale progressivo dei flussi da inizio anno. Questi che seguono si riferiscono invece ai flussi “mese su mese” e fotografano l’andamento di arrivi e presenze di ogni mese rispetto al medesimo mese dell’anno precedente (i dati di luglio sono stati evidenziati). Da qui si può vedere, per esempio, che il “contenuto” calo di Auronzo nelle presenze da inizio anno pari a -2,0% (vedi tabella lincata precedentemente) è la conseguenza di un ottimo giugno (+11.3%) e di un pessimo luglio (-7,4%).
Cortina d’Ampezzo, che da inizio anno presenta un +1,1%, nel mese di luglio ha contenuto il calo allo 0,2%; il STL-Dolomiti registra un -8,9% similmente alla Provincia di Belluno -8,8%, che sale a -10,2% per il Comprensorio Montagna Veneta. Il Veneto cala del -6,3%, l’Alto Adige del 5,8% e l’Alta Pusteria del 5,4%.
Per i dati mese su mese degli arrivi e presenze totali segmentati per comprensorio, provincia e STL appuntamento a domani.
Sono turbati, i sindakos “saggi”, riguardo alle prossime elezioni “provinciali”, dal fatto che una seconda lista possa squilibrare gli equilibri. E siccome erano i loro equilibri, va ritenuto che fossero gli unici equilibri giusti. Gli equilibri degli altri sono sempre sbagliati.
Che poi, la seconda lista è forse espressione dittatoriale o non, come ovviamente è, democratica, ancorché squilibrata per coloro i quali anelavano al “loro giusto equilibrio“?
[…] «Abbiamo fatto il punto in vista delle elezioni» spiega il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, portavoce del gruppo di lavoro formato da dieci sindaci in rappresentanza di tutte le aree geografiche della provincia, «siamo preoccupati per la rappresentanza delle terre alte messa a rischio dalla presenza di una seconda lista che potrebbe avvantaggiare la parte bassa della provincia».
Cazzari! Siete dei cazzari!
Ma i cazzari non hanno una solo preoccupazione, ne hanno ben due: la seconda è la presidenza del Consorzio Bim:
[…] Ma questa non è l’unica preoccupazione dei sindaci. In ballo, oltre al governo di palazzo Piloni, c’è anche la presidenza del Consorzio Bim che, secondo uno schema iniziale sarebbe dovuta andare alle terre alte mentre la presidenza di palazzo Piloni sarebbe spettata alla parte bassa della provincia. Le turbolenze pre-elettorali hanno però turbato questa prospettiva costringendo ad un cambio di rotta: il sindaco al vertice del consorzio Bim dovrà essere del Gal 2 e di area moderata. Ma sembra che qualcuno si stia muovendo per trovare soluzioni alternative. «Noi rimaniamo per la nostra proposta istituzionale» ribadisce Massaro. Nessun passo indietro dunque, perlomeno non dal tavolo istituzionale che aveva ottenuto la delega degli stessi sindaci del territorio.
Sull’argomento mi ero già espresso:
Forse non vi rendete conto della portata.
Quella di Auronzo a presiedere il consorzio di comuni a indirizzo provinciale, quello di Lozzo a presiedere il consorzio di comuni a indirizzo imbrifero (qui si danno i giochi come chiusi, anche se mai dire mai). Tutti e due usciti dall’esercizio di un intenso sforzo unitario di sintesi.
Non so se mi spiego. Qui la Provincia di Belluno si affida anima e corpo a due sindakos del Centro Cadore. Il fato vuole che i due comuni siano peraltro adiacenti, quasi a formare un nucleo dirompente, un nocciolo energetico, un bubbone virale. Se poi tenete conto che la concretezza ladina si potrebbe fondere a influenze levantine, be’, attenti a quei due, verrebbe da dire.
Belluno e Feltre, insomma, due checche.
No dico, come cazzo fai, posto di fronte a un elettorato su base territoriale, che saranno anche bellunioti idiotikos, ma non fino al punto da digerire una siffatta cagadura, perché questa è politicamente una cagata pazzesca, come cazzo fai dicevo a giustificare la spartizione delle due cariche in modo che una tocchi ad Auronzo e una a Lozzo, cioè ambedue al Centro Cadore (non Cadore, Centro Cadore).
E non vedo qualità politico amministrative tali, quello di Lozzo che ho sotto gli occhi è in questo campo una banalità ambulante, da giustificare questa “concentrazione” di ruoli.
Massaro ribadisce: «Noi rimaniamo per la nostra proposta istituzionale».
Io credo invece che i bellunesi boccerebbero alla grande questa “proposta istituzionale”. A meno che i sindakos non riescano a trovare valide argomentazioni da proporre alla valutazione di tutti i bellunesi – argomentazioni che finora non si sono peritati di elaborare – a sostegno di una siffatta “proposta istituzionale” (sì, ok, se passa questo assetto, alle prossime regionali le terre alte non avranno un rappresentante in Regione, ma basta questo per “reggere” questa megastronzata che si sta per compiere?).
Naaaaa!
Che quando le leggo, certe cose, dovrei essermi legato preventivamente le caviglie e i polsi. Tale Carrer, presidente regionale del Cai, nel merito dell’incipriatura (ma chi cavolo crede all’interrogazione?) del peones di Farsa Italia sull’inconcludenza della Sfondazione Sodomitici Unesco:
[…] Lo stesso presidente ricorda al senatore bellunese che, solo grazie alle Dolomiti Patrimonio Unesco, la Regione Veneto ha potuto predisporre il “Progetto di eccellenza” turistica che ha permesso, fra l’altro, di installare in 25 rifugi alpini, anche privati, l’impianto della banda larga satellitare e di avviare i sentieri tematici e ‘parlanti’. «Non per essere ridondanti ma, senza il riconoscimento delle Dolomiti e senza il conseguente aiuto della Regione, questi investimenti sul territorio non si sarebbero potuti fare», conclude il presidente del Cai Veneto.
Cioè, per questo “gallo alpino”, se non ci fosse stato Dolomiti Patrimonio Unesco la Regione – o chiunque altro, compreso il gestore del rifugetto – non avrebbe potuto mettere sul tetto un cazzo d’antenna satellitare per la banda larga, che ormai ce l’hanno anche nei più sperduti villaggi aborigeni australiani?
Dai che due cosette le avevo già scritte al riguardo: Super Finozzi, la banda larga satellitare e l’informatizzazione delle ‘terre alte’.
Sempre il gallo ritiene che non si sarebbero potuti avviare i “sentieri tematici e ‘parlanti’“. Ma dove vive ‘sto presidente? Ma se i sentieri parlano da mo’. Non è mai andato in pellegrinaggio al Peron de Mondeval con in mano il palmare che parla? Nel 2006 lo si poteva fare (bastava passare allo Iat di San Vito, quello di Cadore ovviamente, non dei Normanni). E c’era nel palmare anche un tot di enciclopedia “della montagna” al punto che se incrociavi un corvo imperiale potevi attivare la funzione cerca – ma va? – e leggere tutta la relativa storiella. Oggi c’è il mobile, ovvio, ma anche mettere insieme un’app parlante è come farsi un caffelatte o poco più…
Stampatevi in testa questa storica dichiarazione del presidente del Cai Veneto:
«Non per essere ridondanti ma, senza il riconoscimento delle Dolomiti e senza il conseguente aiuto della Regione, questi investimenti sul territorio non si sarebbero potuti fare»
Rosita, non ti preoccupare. Si vede che non era quello giusto per te, lascialo perdere. (Ma ne capiteranno altri, vedrai).