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COME VOLEVASI DIMOSTRARE – LA ‘LUNGIMIRANZA’ DELLA CLASSE POLITICA LOCALE

3 Agosto 2014 Botanico Palazzo, Politica nostrana cagliostro, la-parola-ai-lozzesi

di Cagliostro

Faccio riferimento e seguito al mio articolo “Si chiude un decennio. Si va verso il ventennio?” per dimostrare la validità ed attualità di quanto più volte qui analizzato. Dunque, come volevasi dimostrare, è iniziato il ‘ventennio’ nel nostro un tempo già florido e vivace paese. Auspice, da un lato, San Delrio con lo sblocco all’ultimo momento della normativa sui mandati plurimi (oltre il secondo) e, dall’altro lato, la ‘disinformathia’ attribuibile, in buona misura, alla Pravda locale (il Bol-Com, ndr) ed allo ‘sfruculiare’ dell’eminenza grigia (o nera che dir si voglia) nelle sue visite pastorali nelle case degli sprovveduti, potenziali elettori-sostenitori, Iddu si è nuovamente assiso sullo scranno più alto del Botanico Palazzo, scranno mai occupato, a memoria d’uomo, da un ‘importato’, se si escludono le brevi parentesi del dopo grande guerra con il commissario Piazza Varè ed il momentaneo transito del podestà col. Gregori.

Un’altra delle ragioni della terza intronizzazione risiede nella dabbenaggine di una parte non trascurabile dell’elettorato, adusa ad ogni tornata, a delegare fideisticamente le leve del potere ad una esigua lobby per poi bellamente disinteressarsi di seguire le vicende relative alla quinquennale conduzione della Cosa Pubblica. Infine, ci sono i soliti interessati turiferari facenti parte del ‘circo magico’, quelli cioè (non molti per la verità) che sanno trarre partito dal pubblico sostegno richiesto e/o offerto furbescamente. Ed è qui che allignano i veri ‘opinion makers’, quelli che effettivamente contano e sono determinanti al fine del perpetuarsi della saga. Nell’analisi dei flussi elettorali non va neppure trascurata l’assenza di una valida, credibile alternativa, cosa che – opportunamente soppesata – avrebbe potuto e dovuto determinare una ancor più massiccia e possente mole di astensionismo.

Quest’ultimo c’è comunque stato ed in misura consistente, tanto che Iddu, cifre alla mano, può solo dire di essere espressione di una minoranza. Egli infatti risulta sì aver acquistato circa il 75% dei consensi, ma su di un afflusso ai seggi rappresentato da poco più della metà degli aventi diritto all’elettorato attivo. Per paradosso quindi, Iddu deve ringraziare il candidato sindaco avverso il quale, con la sua formazione raccogliticcia, gli ha comunque e semplicemente assicurato il raggiungimento dell’obiettivo. Se consideriamo l’alto tasso astensionistico ed a questo aggiungiamo quanto racimolato dalla minoranza, il risultato definitivo, in presenza della sola lista vincente, sarebbe stato la non validità della elezione.

A questo punto, ribadisco quanto asserito su queste colonne nel recente passato. Un sindaco che si rispetti, imposta la sua azione nella prima legislatura attuando i punti programmatici più qualificanti del suo disegno operativo, per poi realizzare e completare appieno la sua opera nel secondo mandato. Un borgomastro degno e conscio della sua funzione dà insomma il meglio di sè in un lasso di tempo sufficientemente ampio (giustappunto dieci anni). Tutto quello che viene dopo, a mio sommesso parere, sa di retrograda ed inconcludente oligarchia. Con il di più che lor signori hanno abbondantemente dimostrato, nel decennio testé concluso, di che strana pasta sono fatti. Eccoci quindi al punto dolente. Ma al conductor interessa davvero la perpetuazione del proprio incarico?

Qui la risposta è giocoforza ambivalente. Se consideriamo l’incarico in sé con la passione civile, nella fattispecie proiettata nel lunghissimo periodo, che un sindaco dovrebbe avere e teniamo nel debito conto il ‘teoretico’ corollario di dignità e coscienza del proprio ruolo insito e connaturato nelle preclari prerogative di un capo comune, io sono dell’avviso che l’attrattiva per l’ennesimo incarico sia pari a zero, o giù di lì. Se invece consideriamo quello che la iperbolica seggiola, fortunosamente ri-agguantata, sottende, allora l’interesse sicuramente è al massimo grado. L’incarico locale consente infatti e dà diritto alla partecipazione alle gare per le ben più ambite seggiole di Via T. Vecellio (BIM) e Palazzo Piloni (Provincia, ora ente di 2° grado) in quel di Belluno. E sappiamo tutti come l’ambizione possa spesso travalicare nell’ingordigia e, perfino, nella sottovalutazione dei propri limiti.

Devo tuttavia precisare che lo scopo vero del presente mio intervento è chiaramente un altro: quello della valutazione oggettiva dei criteri seguiti da questa classe politico-amministrativa (?) locale per raggiungere e consolidare la propria affermazione ed il possibile allargamento del perimetro del proprio potere. Già le scelte operate nella formazione dell’ultima compagine la dice lunga sull’intendimento del vecchio-nuovo borgomastro. Strumentale appare il discorso sul gruppo dei giovani new-entry (che potrebbero tuttavia aprire presto occhi, orecchi e menti e riservare, magari, piccole sorprese all’onnipotente, augusto sovrano), mentre il resto del sodalizio appare composto, per lo più, da presunti jes-man (pur con le sempre possibili eccezioni).

Fin dall’esordio, nel 2004, abbiamo chiaramente capito che l’uomo della Magna Grecia non ama attorniarsi di gente che sappia ragionare con la propria materia grigia ed abbiamo anche capito che la platea lozzese viene dal nostro divisa in: ‘seguaci’, ‘indifferenti’ e ‘avversari-nemici’. E Iddu ha sempre ritenuto utile ed opportuno, in questa trilogia, utilizzare appieno solo la prima componente, industriandosi possibilmente di convertire alla propria causa gli aderenti alla seconda categoria. Nulla da fare invece per quanto attiene la terza categoria: questa è una componente che va combattuta con ogni mezzo, non escluso l’ostracismo. Ma questo modo di operare risponde, forse, ad un criterio politico di elevata qualità e caratura? I tempi in cui ci è dato vivere sono assai perigliosi e la Politica non offre, ahimè!, molti esempi preclari in fatto di saggezza e corretto operare. La risposta dunque al quesito testé posto sembrerebbe propendere e doversi annoverare in modo palesemente negativo.

Machiavelli, sul tema, è stato un vero maestro. Questa, però, non è la scuola di pensiero degasperiano o moroteo. Moro sapeva guardare con lungimiranza agli sviluppi politico-sociali della collettività e sapeva trarre anche dagli avversari utili insegnamenti; sovente, poi, egli era in grado perfino di coinvolgere idee e persone, non propriamente in sintonia con i propri intimi convincimenti, in un progetto di lungo, efficace respiro. Per dirla tutta, Moro (proveniva pure lui dalla Magna Grecia!!) era alieno dal dividere le persone nella ‘trilogia’ sopra descritta e, quindi, non avrebbe mai praticato l’ostracismo nei confronti di avversari e non si sarebbe mai peritato, per spirito di pura rivalsa, di imporre dall’alto del suo potere alcun diktat come, per esempio, l’allontanamento di voci scomode od invise da testate o, in generale, di far ESAUTORARE operatori dei media.

Quello, insomma, che voglio sottolineare è che ora, più che mai, ci sarebbe bisogno di politici che sappiano mettere in luce doti di moderazione, che abbiano capacità di coinvolgimento, di progettualità alte, di sensibilità sociale, che sappiano impostare un dialogo costruttivo con tutte le forze vive della società, che pensino, in definitiva al bene comune. Non si ha certo bisogno di politici che indulgano solo al tornaconto personale e/o di gruppo, che non siano fautori e difensori di interessi oligarchici, che non studino soltanto di sfruttare ogni occasione per affermare la loro ‘enclave’ di effimero potere, che non siano immemori delle essenziali esigenze e bisogni della collettività in un contesto di accentuato degrado socio-economico.

Nel dire ciò, mi torna alla mente un esempio di recente scadimento della politica. Mi riferisco al così detto ‘buco nell’acqua’ ed alle inique soluzioni adottate per il ripianamento di questo obbrobrio, fatto pesare in prevalenza sulle spalle degli ignari, incolpevoli cittadini. ACQUA COME BENZINA!!! E l’estensore della proposta sembra proprio addurre giustificazioni ‘insopportabili’. Anzi, ora non ne parla proprio!!! Atteniamo fiduciosi l’esito della istanza al Tar Lombardo. A proposito, che fine ha fatto la ‘class-action ‘ promessa dai sindaci contro Enel e Terna per i black-out invernali?

 

sindaci, il ‘ritreno del torno’ e lo sballo verso nord

2 Agosto 2014 Politica nostrana belluniadi, cadoriadi, politiche-cadorine, sindakos, sviluppo-montagna

Che a vederli così conglomerati, i sindaci, ti si rizzano tutti i peli del culo. Perché, lo abbiamo imparato in questi anni (non solo osservando il disastro del Bim-Gsp), quando fanno coa sono più letali del plutonio 239 (il nemico invisibile per eccellenza). Ma questa volta la circostanza ha semplicemente agevolato nei sindaci l’attivazione della modalità “geranio fiorito“, e così si son messi, con la fascetta tricolore d’ordinanza, in bella mostra al balconcino.

Meglio (detto con cupa rassegnazione), molto meglio così, in modalità “geranio fiorito”, piuttosto che in modalità Bim-Gsp.

L’occasione gliel’ha data l’arrivo del trenino (il ritreno del torno, “traslitterazione lisergica” del ritorno del treno, si capirà poi perché!) che dopo un certo numero di mesi di parcheggio forzato, in attesa del rinforzo della galleria Perarolo, è riuscito a riapparire a Calalzo di Cadore: allo scadere del centenario della tratta Belluno-Calalzo la medesima era chiusa, sì, ma in manutenzione a carattere temporaneo, per cui possiamo dire con forza che, perlomeno, la Belluno-Calalzo ha compiuto con onore un secolo di attività.

Al riguardo si ricorda qui, sommessamente, ciò che il presidente dell’unione montana Centro Cadore ebbe a dire in un momento di appassionata lucidità: “E’ auspicabile riavere la ferrovia aperta per l’estate perché è la stagione in cui viene utilizzata di più dai turisti“, affermazione che mi portò a questa conferma interiore: “E qui, nell’avere amministratori così perspicaci, uno si sente davvero in una botte di ferro“.

Ma ciò che più mi ha impressionato è la comunità d’intenti con la quale i sindakos si son messi d’accordo nel ritenere che lo sballo verso nord (oops, lo sbocco verso nord…) sia la soluzione da perseguire per blindare questo ramo secco che più secco non si può. E se ne ha contezza nel video, dove le cocorite hanno ripetuto la filastrocca, per l’appunto, dello “sballo verso nord“.

Credetemi, la questione ferroviaria su tratte di montagna è di enorme complessità; niente che non si possa studiare, valutare, progettare ed eventualmente realizzare. Ma è comunque paradossale che ieri, all’arrivo di quel treno (fermo da febbraio), che nel suo riapparire si è palesato – grottescamente – come la più feroce rappresentazione della precarizzazione e dissoluzione del collegamento verso sud, verso Venezia (vi ricordate il collegamento diretto degli anni ’80 con la città lagunare?), collegamento che infrastrutturalmente ha i suoi anni ma c’è ed è sfruttato in infima parte, le suddette cocorite abbiano ricorsivamente parlato dello sbocco (qualcuno addirittura di sfondamento…) verso nord, tutto da inventare (le novelle cronache di Narnia).

Infatti, con ogni evidenza, di altro non si è trattato che ” dello sballo verso nord” (e che sballo).

(sarebbe illuminante vedere quanto i sindakos ne sappiano della faccenda, dello sballo verso nord, in termini di analisi dello scenario e dei dati di progetto: ci sarebbe da divertirsi!)

l’Unità, liberaci dal male (amen)

1 Agosto 2014 Criticarium Itaglia della-confutazione, libera-informazione, no-euro, pude, quelli-del-PD

Mettendomi nei panni di un operaio, un cipputi qualsiasi, l’Unità non l’avrei usata neanche per pulirmi il culo. Non era più lotta di classe, fosse stata almeno fotta di classe. Ma niente. Dice bene (anzi, benissimo) Menty, il mitraglietta:

“La Cgil si appella al Pd perché metta in campo tutto il suo peso per salvare il giornale – continua Mentana su Facebook -. Ma la Cgil ha cinque milioni e mezzo di iscritti, dieci volte esatte gli iscritti del Pd. Il partito ha però più di undici milioni di elettori, e soprattutto migliaia di eletti solo tra comuni capoluoghi, regioni e parlamento. Come si coniugano questi numeri con le ventimila copie dell’Unità? Volete salvarlo quel giornale? Ma se non lo comprate nemmeno…”.

Ma riguardo all’uscita di scena dell’Umiltà, l’articolo capolavoro l’ha scritto Alberto Bagnai (un economista de sinistra). Prendendo lo spunto da quella prima pagina, “LA LIBERAZIONE”, uscita quando vi fu l’avvicendamento tra Berlusconi e monti, Bagnai poggia delicatamente le mani attorno al collo dell’Unità per stringerle, con serafica calma e licenziosa libidine, in un crescendo trionfale che lascia il foglio rosso senza respiro, fermo, immobile.

(lettura sconsigliata ai piddini senza la presenza di un adulto)

Unità0

 

 

Piccoli, le sentinelle e la sentina

31 Luglio 2014 Politica nostrana belluniadi, bim-gsp-buco-dell-acqua, peones, politicanti, politiche-cadorine, sindakos

Commentando con aria fritta d’ordinanza le ultime novità giunte da Venezia in termini di “autonomia”:

“Una cosa è certa”, conclude Piccoli, “il traguardo è storico anche perché va a responsabilizzare i Comuni e i sindaci, vere sentinelle del nostro territorio”.

Ora, scusate se mi ripeto, ma ricorderete che il nostro, prima di fare il senatore peones, è stato sindaco di Sedico ed ha poggiato le terga sulla carega del Bim Consorzio, oltre ad avere vicinissima la consorella Bim-Gsp.

Ecco, se immaginiamo i sindaci come sentinelle del nostro territorio (così come li vede il peones), la vicenda del Bim-Gsp che tutti conosciamo ci appare ad un tempo paradossale e ultracaricaturale. Perché, diciamolo, tanto leste non devonno essere state quelle sentinelle se il Bim-Gsp è diventata quella baldracca di società che tutto il mondo ci invidia.

Insomma, visti i risultati, a me pare che quei sindaci, più che star di sentinella, si siano trovati maggiormente a proprio agio a far da sentina, nel senso figurato espresso dal vocabolario Treccani: “Ricettacolo, luogo di raccolta di brutture e scelleratezze”.

Così a me pare.

 

Bim-Gsp, l’esorcista e la BEI

31 Luglio 2014 Politica nostrana belluniadi, bim-gsp-buco-dell-acqua, politicanti, politiche-cadorine, sindakos

Vignato, l’esorcista al capezzale di Bim-Gsp, società tenebrosa, annuncia festoso la partenza degli hydrobond, obbligazioncine emesse dalla società e sottoscritte dalla BEI. L’esorcista, riferendosi alla BEI, sostiene che:

[…] “Si tratta di un importante riconoscimento alla credibilità e alle positive prospettive di Bim GSP da parte del più grande istituto bancario europeo”

Giusto per capirci, la Banca europea per gli investimenti è un minestrone al quale partecipano tutti i 28 stati membri, anche se quattro fra loro – Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna – ne detengono quote paritarie pari al 16,11% per una copertura complessiva del 64%. Semplificando, avete presente l’italiana Cassa depositi e prestiti (con tutto ciò che ne consegue)? Più o meno uguale (con un più solido orientamento alle PMI), solo che più in grande (come i sughi Star: tu per fare il tuo sugo usi una carota, loro 130 chili).

Dunque, del fatto che la BEI sarebbe “il più grande istituto bancario europeo” se ne potrebbe discutere, dipendendo la cosa da ciò che si intende per “istituto bancario”, ma sì, diamolo per buono. Ma allora è altrettanto vero che l’assemblea dei soci del Bim-Gsp, cioè i sindaci, ha costituito in questi anni uno degli assembramenti europei a più alto indice di coglionaggine istituzionalizzata.

Ma la comprensione più profonda del perché gli esorcismi messi in atto contemplino il ricorso alla BEI, si ha dal semplice titolo – basta la parola, come l’euchessina – di un articolo del 30 aprile scorso apparso sul Corriere delle Alpi:

Bim Gsp, le banche non danno credito: via agli Hydrobond

Tutto il resto è noia (per noi dolorosa e soprattutto costosa; speriamo poi che la forza degli esorcismi superi quello dell’euchessina, “una a te e due a me“, altrimenti potremmo navigare in un nuovo mare di melma…).

 

Bim-Gsp e quei topi di fogna

30 Luglio 2014 Politica nostrana belluniadi, bim-gsp-buco-dell-acqua, politicanti, politiche-cadorine, sindakos

Primo Torresin parla del caro bollette dell’acqua e del Bim-Gsp (neretto mio):

[…] Ma ciò che più produce rabbia nella popolazione è il fatto che, nonostante tutto questo, lotte intestine e acerrime si combattono per voler mantenere al posto di comando le stesse persone che hanno determinato tali ingiustificabili errori. Non solo, ma sotto sotto qualcuno pensa che i medesimi siano anche titolati nella governance della “nuova?” Provincia.

Traduco liberamente (concedetemi queste immagini allegoriche):

Ci sono in giro topi di fogna che siedono in qualche posto di comando e che “hanno determinato tali ingiustificabili errori”. Non solo: qualcuno pensa che questi topi di fogna “siano anche titolati nella governance della Provincella”.

Il problema è che al momento del voto questi topi di fogna sono emersi dalle “chiaviche politiche” e, nonostante il fetore che si portavano (e si portano) appresso, sono stati legittimati dal voto popò-lare (ovviamente non importa se il voto l’hanno raccolto nel paesello dove – nel mese prima delle elezioni – hanno scodinzolato e sbavato come cagne in calore ai piedi dei propri elettori per accattivarsene le simpatie; elettori dimentichi, buona parte di essi, di ogni aggancio – per quanto vergognoso – alle “politiche provinciali” legate al Bim-Gsp dello scodinzolante, cui hanno poi concesso un altro giro di giostra).

Difficile, ora che possono rotolarsi nuovamente nel fango e nella me..lma che è loro congeniale, pensare ad un “ravvedimento operoso”. Resteranno i topi di fogna che erano. Di nuovo – come s’è detto – c’è che ora possono votarsi l’un l’altro, in una ridda autoreferenziale – più o meno sodomitica, staremo a vedere – benedetta da quel concentrato di rara ignoranza che è Delrio e dalla sua “deforma” degli enti provinciali.

Del resto io l’avevo detto:

sindaci del buco, statevene a casa!

 

( rimando al post per aderire all’associazione La Sorgente Trasparente che riporta le modalità per iscriversi all’associazione e partecipare alla class action orchestrata dalla medesima contro il caro bollette di Bim-Gsp)

 

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