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Per la Gente di Lozzo: anche noi abbiamo a cuore la trasparenza e più ancora la libertà d’informazione

10 Maggio 2010 Informa-Lozzo libera-informazione, pubblicazione-delibere


Accolgo con sincera gioia la notizia che, a breve, il gruppo Per la Gente di Lozzo ha intenzione di rendere pubbliche le delibere dell’attività amministrativa del comune di Lozzo di Cadore. È il gruppo di minoranza a darne annuncio sul loro blog con l’articolo “Anche noi abbiamo a cuore la trasparenza e più ancora la libertà d’informazione“.

Se ciò che è stato promesso da Per la Gente di Lozzo verrà mantenuto, ed il tenore dell’articolo ce ne dà la certezza, i trogloditi della trasparenza e della libertà d’informazione possono anche continuare a ravanare nelle loro oscure caverne. La luce è infine giunta a rischiarare la nostra misera vita di cittadini-sudditi.

Fate attenzione però, voi cavernicoli, se intendete mettete il naso fuori dalle vostre caverne, perché potreste essere accecati. Il consiglio che vi dò è di esporvi pian pianino, con gradualità. La combinazione di trasparenza e libertà d’informazione, per chi non vi ci è abituato, può fare brutti scherzi, simili a quei devastanti shock anafilattici che sopraggiungono a chi è colpito da un potente agente allergenico.

A mio modo di vedere il valore simbolico di questa “conquista” è ENORME.

Se tanto mi dà tanto, sembrerebbe inutile il pellegrinaggio della maggioranza da Brunetta (che satiricamente ho descritto in questo articolo), con l’intento di chiedere una proroga all’applicazione della legge 18 giugno 2009.

Mi chiedo invece: sarete, voi cavernicoli, così meschini da correre dal prefetto per cercare di trovare un qualche modo per tarpare le ali a questa nostra (di noi cittadini) conquistata libertà? Siete stati meschini finora nel non voler pubblicare gli atti amministrativi che sono patrimonio informativo di tutta la collettività. Avreste solo una piccola macchia in più su una coscienza che, nei confronti della trasparenza e libertà di informazione, neanche Calimero, con tutta la buona volontà, potrebbe “riuscire a ripulire”.

Se fossi in voi mi vergognerei, in primisi nei confronti dei vostri elettori. Anche loro (una buona parte perlomeno), mi immagino e spero, stavano aspettando questo momento.

Nessuna illusione: la pubblicità degli atti amministrativi non dà alcuna garanzia sulla qualità dei medesimi. Ma dà la possibilità, a chi lo desidera, di accorgersene.

Foto: beppegrillo.it

Svariate collezioni private: un esempio di museo diffuso sul territorio

9 Maggio 2010 Digo la mea, Museo della Latteria bolcom, propaganda

Qualche giorno fa mi ha fatto visita una persona che, nelle vesti di volontario, ha prestato per parecchio tempo la propria opera al museo della latteria. Mi ha detto di essere stato dal sindaco e di aver avuto da questi assicurazione che, scrivendo “quelle particolari parole sul bollettino comunale“, non intendeva riferirsi a lui (il volontario).

Sembra che queste parole siano bastate per rincuorarlo. Buon per lui. Ma allora, a chi erano riferite? Chi è interessato o semplicemente curioso può recarsi in pellegrinaggio dal Botanico Palazzo e chiedere lumi. Non saprà a chi erano dirette quelle parole, ma saprà se lo erano nei suoi confronti (e non lo saranno mai, il sindaco è uomo di chiesa…).

Io quelle parole non le ho digerite. Neanche un po’.  In una occasione di “gioia” come dovrebbe essere una inaugurazione, al di là delle valutazioni di merito sulla riuscita o meno dello sforzo allestitorio, queste parole se le poteva risparmiare.

Ed ecco riproposte le “parole del sindaco” (faccio notare che si parla di “svariate collezioni private”: un esempio, ante litteram, di museo diffuso sul territorio):

Un motivo di orgoglio per tutti dunque dal momento che l’iniziativa racconta, attraverso oggetti, documenti e fotografie, un patrimonio che è di tutti e che potrà arricchirsi ulteriormente. Un patrimonio che, molto probabilmente, potrebbe già essere più consistente se molti oggetti usati per la lavorazione del latte, molti documenti della Latteria e molte foto storiche non fossero finite in svariate collezioni private.

Ma queste cose, il sindaco, le scrive da solo o si fa aiutare da qualcuno?

l’amministrazione di Lozzo di Cadore in ginocchio da Brunetta

8 Maggio 2010 Informa-Lozzo libera-informazione, non-trasparenza, pubblicazione-delibere

Inizialmente ci volevano andare tutti. Poi è prevalso il nome del sindaco, giustamente, in quanto icona della trasparenza.

Non ci andranno ad omaggiare la statura dell’uomo ministeriale, né a caccia di soldi, per questo basta Bond. Ci andranno per chiedere a Brunetta di prorogare (per la seconda volta) la possibilità, da parte dei comuni che non sono ancora attrezzati, di non pubblicare su internet gli atti amministrativi fondamentali come le delibere di giunta e quelle di consiglio.

In verità, il nostro comune è in grado di pubblicare questi atti fin dal 2004, periodo in cui (amministrazione Alessandro Da Pra) effettivamente vennero pubblicati. Fino a quando non entrarono in scena i barbari della trasparenza (vedi per questo “La opaca trasparenza dell’amministrazione di Lozzo di Cadore: parte prima e parte seconda).

In verità, i barbari della trasparenza non si accorsero subito che la macchina amministrativa continuava a pubblicare questi atti, finché non giunse il famoso articolo di giornale ad irritare il capobanda. E da quel giorno, se vuoi vedere una delibera, devi andare in comune, pagare il ticket e, se non le hanno già ritirate, puoi consultare gli atti che ti interessano.

Il sindaco non ci andrà da solo, a Roma. Si accoderà alla commissione provinciale per l’ammissibilità del referendum. Tale commissione scenderà al più presto così in basso (geograficamente), per chiedere se le schede del referendum debbano essere rosa salmone o rosa pesca, ciò infatti può determinare l’ammissibilità o meno del referendum che tutti i bellunesi aspettano per “passare in Trentino Alto Adige” o, meglio, aspettano per urlare la loro voglia di Autonomia.

Anche il sindaco di Lozzo scenderà così in basso (sempre geograficamente), ma per chiedere appunto una proroghina al disposto della legge 18 giugno 2009, entrata in vigore il 1° gennaio 2010 per i soli comuni virtuosi (non per il nostro quindi che, fino ad oggi, ha beneficiato di una proroga introdotta dal decreto, tenetevi forte, Mille proroghe…).

Del resto, da un’amministrazione che ti fa pagare per anni il massimo della ecotassa sulla raccolta dei rifiuti senza muovere un dito, che probabilmente non ha presentato alcun progetto per la tutela e difesa della nostra minoranza ladina, che … ma mi fermo qui, non è che ti puoi aspettare molto di più.

E sembra proprio che le inclinazioni ministeriali siano favorevoli ad un’altra proroghina. Dovremo quindi aspettare il 1° gennaio 2011 per vederci riconosciuto il diritto fondamentale di essere pubblicamente informati via internet sull’attività svolta dai nostri amministratori?

Sembra di sì. Ma noi eravamo già seduti sulla sponda del fiume … Mai paura! Si tratta solo di aspettare. Quando verrà quel giorno, lo prometto ad Ungaretti, scriverò il più breve articolo fin qui pubblicato e lo intitolerò, a nome di tutta la comunità di Lozzo di Cadore che crede nella libertà di informazione, “M’illumino d’immenso“.

Legge 482 e tutela della nostra minoranza ladina: se ne sa qualcosa?

7 Maggio 2010 Mondo Ladino minoranze-linguistiche, noi-ladini

Caro lozzese,

tu sei ladino! Lo sei in virtù di una storia secolare. Lo sei, anche, in virtù di una legge nazionale che tutela le minoranze linguistiche.

Lo stato italiano, cioè, nel lontano 1999, emanando la legge 482, ha finalmente dichiarato e preso atto che esistono delle minoranze linguistiche. I ladini ne fanno parte: i ladini del Cadore, e più in generale quelli bellunesi, quelli del gruppo del Sella, i friulani. Abbiamo la compagnia dei Cimbri e dei Mòcheni, per citare quelle a noi più vicine.

La legge italiana non riconosce solo queste minoranze linguistiche, di cui noi ladini cadorini facciamo parte, ma stabilisce delle forme di tutela ed offre, a questo scopo, dei finanziamenti con copertura pressoché totale.

Però bisogna ideare un progetto, svilupparlo, darne forma e presentare la domanda di finanziamento. Entro il 30 aprile di ogni anno.

Lo segnalavo il 14 gennaio 2010 nell’articolo “Legge 482, tutela delle minoranze linguistiche storiche, prossima scadenza del 30 aprile“, dove scrivevo “Mi sono premurato di avvisare in tempo, visto che mancano tre mesi e mezzo alla scadenza del 30 aprile”.

Non ci è dato sapere se la nostra assessora alla cultura ha fatto qualcosa al riguardo. Mi auguro di sì. Sarebbe opportuna una bella nota da diramarsi sul sito istituzionale e nel prossimo bolcom (bollettino comunale), la cui prossima uscita tutti noi attendiamo con crescente ansia.

Oppure dovremmo attendere l’uscita delle graduatorie del ministero e valutare se, fra le poche domande (strano ma vero), ci sia anche quella del nostro comune (ladino).

Una cosa è certa: noi siamo fieri di essere ladini e, vivaddio, non ci lasciamo scappare neanche una delle possibilità di attingere a finanziamenti di questo tipo. Gratis e che ci permettono di irrobustire la nostra tutela di minoranza linguistica (quale noi siamo).

Quindi non abbiamo dubbi. L’assessora la domanda l’ha fatta di sicuro. Per ragioni di trasparenza, tuttavia, non ne possiamo sapere il tenore. Bisognerà aspettare lo “scartamento” di un altro regalo, nella ormai consolidata tradizione di questa amministrazione.

Raccolta differenziata: the winner is Zozzo di Cadore (certificato dalla Regione Veneto)

5 Maggio 2010 Ambiente, Informa-Lozzo maglia-nera, raccolta-differenziata

Ieri si è accesa la lucina rossa lampeggiante del mio lettore rss vicino alla voce “delibere giunta regione del veneto”: 142 delibere in una seduta e nessuna voglia, da parte mia, di scorrerne i titoli. Poi ho dovuto. Ed ho verificato quello che sapevamo già, siamo la maglia nera nella raccolta della differenziata. In più c’è solo la certificazione della delibera della Regione Veneto (qui l’elenco dei comuni in pdf).

Ho preparato una sintesi dei soli comuni bellunesi che vi propongo qui sotto. La terza categoria, quella dei comuni virtuosi che pagano solo 7, 75 €/t, l’ho troncata alla lettera F (non compaiono quindi i comuni cadorini di S. Stefano, S. Nicolò, S. Vito, Selva, Sappada e Valle di Cadore).

Domanda n.1: caro sindaco che non ci hai aumentato le tasse di smaltimento, dov’eri quando la gente di Lozzo si conquistava la maglia nera per la raccolta differenziata?

Domanda n.2: è possibile sapere quanto ci è costata e ci verrà a costare questa cosa?

propongo un aiutino: 25,82 € x numero tonnellate conferite = (??)

Domanda n.3: quanto avremmo potuto risparmiare (come comune)?

caso con tributo al 65% (come Calalzo, Domegge, Lorenzago): (25,82 € – 16,78 €) x n° tonnellate conferite = (??)
caso con tributo al 30% (come Auronzo, Borca, Cibiana): (25,82 € – 7,75 €) x n° tonnellate conferite = (??)

Sembra che nell’ultimo consiglio comunale sia stato chiarito che “dalle prime proiezioni” dell’Ecomont la “rivoluzione” introdotta recentemente stia dando i suoi risultati. Bene. Bastava quindi così poco per diventare virtuosi? Bastava consegnare il cestino dell’umido? Suppongo che per il nostro sindaco sia un motivo di vanto non averlo fatto prima.

Nota bene: 25,82 € è la “ecotassa” pagata dal comune di Lozzo, in quanto maglia nera, per ogni tonnellata di rifiuti non differenziati conferiti in discarica; 16,78 € è la somma pagata dai comuni un po’ più virtuosi; 7,75€ da quelli ancora più bravi.

Roggia dei Mulini e minuto s-mantenimento

4 Maggio 2010 Decoro urbano, Roggia dei Mulini minuto-mantenimento

Nell’articolo “aspettando il GAL … alla Roggia dei Mulini” (4 marzo 2010) evidenziavo che c’erano dei cartelli, facenti parte del percorso turistico-culturale della Roggia dei Mulini, da diversi anni in condizioni indecorose (per non dire pietose).

Sottolineavo anche l’incapacità manifesta da parte di questa amministrazione di gestire il minuto mantenimento. Lì dove si deve mettere impegno, non là dove vi sono i soldi in cui sguazzare e ci pensa il professionista di turno a finire la cosa (gli aministratori però, apprendiamo dal bolpar, si asciugano il sudore nello sforzo di aspettare che i professionisti giungano al termine delle opere intraprese: per affrontare poi l’inaugurazione).

Bene! I reparti speciali del comune sono passati ed hanno tolto non solo i cartelli indecenti, ma anche quelli che, pur invecchiati, riuscivano comunque a trasmettere “il sapere” al viandante (da cambiarsi in ogni caso). Non li hanno tolti svitandoli (non tuti perlomeno) ma usando il sistema HULK (divelti).

L’insieme polifunzionale assessore al turismo (sindaco) + assessore alla cultura + assessore ai lavori pubblici ha sperimentato una qual difficoltà nel risolvere la situazione prospettata (il rifacimento dei pannelli investe tutte e tre le suddette competenze). Tanto che si sono decisi ad inoltrare una domanda di deroga a Calderoli, chiedendo il permesso di nominare un assessore aggiunto, detto “della Roggia dei Mulini”, per ottemperare alla bisogna. L’assessore aggiunto, se nominato, ha già espresso la volontà chiara e definita di nominare un consulente per affrontare la spinosa questione.

Intanto ci sentiamo sollevati dal fatto che, perlomeno, il minuto s-mantenimento lo sapete fare.

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