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Caserma di Soracrepa: De Rossi chiede un incontro al sindaco di Lozzo di Cadore

3 Maggio 2010 Pian dei Buoi caserma soracrepa

Il geom. De Rossi, in quanto amministratore unico della “Cooperativa Turistica Caserma di Soracrepa”,  ha anticipato via internet la lettera che è intenzionato a spedire al sindaco di Lozzo di Cadore. In questa lettera il De Rossi chiede, sollecitato egli dice da numerosi cittadini di Lozzo, un incontro col sindaco per chiarire la situazione e discutere dell’eventuale apertura presso la caserma di un punto di ristoro. La Cooperativa ha anche approntato un sito web “Cooperativa turistica Caserma di Soracrepa” dal quale è possibile prendere visione della citata lettera in formato pdf.

Lezioni di marketing turistico: lezione n. 6 – nessuno li vuole ma tutti li chiedono

2 Maggio 2010 Lezioni di marketing turistico marketing-turistico, promozione-turistica

Lezioni di marketing turistico ad uso e consumo di sindaci ed assessori al turismo (compresi i sindaci con delega al turismo).

Mi riferisco ai pieghevoli (depliant, brochure ecc). Quelli elaborati a scopo turistico dovrebbero avere la finalità di illustrare al turista le varie offerte che un territorio-comunità è in grado di proporre. Il pieghevole perfetto dovrebbe essere leggero, agile, accattivante, esaustivo, economico. Il pieghevole perfetto, pertanto, non esiste.

Chiarisco subito che provo un certo disagio a parlare di cose che mi hanno visto coinvolto in modo diretto. Chiarisco anche che ciò che ho fatto l’ho fatto senza che nessuno me lo imponesse, essendo stata una scelta personale assolutamente volontaristica. A questo punto chi vuole può saltare l’articolo e leggersi solo la morale a fine pagina.

Tuttavia, se il nostro paese ha un insieme coordinato di pieghevoli illustrativi ed informativi lo si deve a me (almeno fino ad oggi; se volete dare un’occhiata, qui trovate le descrizioni ed eventualmente i PDF degli 8 depliant e della carta turistica di Lozzo di Cadore). Non sto dicendo che sono ben fatti, anche se penso che lo siano, sto dicendo che, quando ne ho sentito la necessità, mi sono dato da fare ed ho prodotto il minimo dell’informazione che ritengo sia necessaria per sostenere la vocazione turistica del nostro paese (lacunosa, ma non persa del tutto).

Quando faccio riferimento ad un “insieme coordinato” indico la necessità di creare uno strumento informativo che dia la sensazione di essere, sostanzialmente, “unitario”. In poche parole, se un turista sfoglia due pieghevoli in due momenti distinti deve percepire che c’è un’unica organizzazione/soggetto (Comune, Pro loco, ecc.) dietro all’informazione proposta (a scanso di equivooci: le organizzazioni possono anche essere tre, quello che conta è che fra loro si coordino per produrre un risultato unitario).

In questo senso la veste grafica ha la sua importanza (brutta o bella che possa apparire ad ognuno di noi) così come importante è uno slogan “universalmente” riconosciuto e riconoscibile, meglio se associato ad un logo.

Due anni fa, ad aprile, avvisai il comitato turistico della possibile necessità di stampare alcuni pieghevoli (le scorte stavano finendo …). Il risultato fu che il 27 luglio qualcuno mi telefonò per dirmi se si potevano stampare quattro dei vari depliant a disposizione. L’anno scorso ho fatto presente la medesima cosa (sempre ad aprile); nessuna ristampa è stata fatta ma si è tentato di colmare la mancanza di informazione “fotocopiando”, con qualità e risultato piuttosto discutibile, i pieghevoli “originali”.

Credo di non dire niente di male se aggiungo che la risposta data dal sindaco, alla Pro loco che chiedeva un finanziamento per stampare i pieghevoli, è stata: non abbiamo soldi. Poi se ne sono spesi 3.410 per il famoso concertone. Poi se ne sono spesi, comunque, per fotocopiare (e probabilmente il costo della fotocopiatura si può ritenere analogo se non superiore a quello della stampa tipografica, ovviamente non per 20 copie, diciamo dalle 300-400 in su).

A titolo di esempio, la stampa di 1500 copie di un classico depliant a 3 ante costa 180 € + iva. Se, come nel caso di due anni fa, se ne stampano 4 contemporaneamente, il costo cadauno è di 160 € + iva. Si può anche valutare la stampa digitale. Si può anche valutare di non stamparli proprio.

I “miei” pieghevoli sono pubblicati con una licenza che permette a chiunque, citando l’autore, di utilizzarli (purché non siano usati con scopi commerciali). Purtroppo ora non ho il tempo di aggiornarli, se ve ne fosse il bisogno. Ovviamente non esiste alcun obbligo ad utilizzare queste mie “fatiche”. Non dovessero essere ritenuti idonei, basta dimenticarsene. Ad ogni buon conto li ho messi on-line su www.lozzodicadore.eu nella speranza che possano essere d’aiuto a chi ha l’interesse, anche solo per curiosità, di approfondire la conoscenza del nostro paese (e vedo con soddisfazione che qualcuno li sta iniziando a scaricare, anche se il sito è aperto da un solo mese).

Morale: se la strategia di sviluppo turistico ritiene che i pieghevoli svolgano un utile ruolo, ancorché non sia risolutivo (magari), sappiate che Lozzo di Cadore ha a disposizione (gratis) una discreta serie di pieghevoli (non esaustiva: ho iniziato e per ora tralasciato  “La Madonna del Ciareido”, la “Chiesa di Loreto” e “Cosa fare a Pian dei Buoi”). Qualcuno ritiene che non siano sufficientemente professionali? C’è sempre il professionista. Poi però bisogna stamparli.

Problema: chi è che pianifica la strategia di sviluppo turistico a Lozzo di Cadore? L’assessore al turismo? Cioè il sindaco? Se è troppo impegnato può sempre delegare. Con portafoglio però.

Zeloz e il Museo della Lotteria

1 Maggio 2010 Museo della Latteria museo-latteria

Serpeggia sempre più insistente la voce che gli autori di Zeloz stiano mettendo a punto un nuovo spettacolo. La verità è che sono combattuti tra lo sviluppare “Bona Autonomia” e il “Museo della Lotteria” (proprio con la O, non con la A). Ambedue gli spettacoli offrono materiale a iosa per sviluppare le singole scenette.

Il “Museo della Lotteria” ha però sollevato più di qualche perplessità. Actarus ha spedito infatti in avanscoperta Frank, un che se ntende de falegnameria, per valutare come siano stati spesi i 40.000 € preventivati.

Frank, tornato dalla missione, sembra che abbia detto:  “len ghe nei visto pocio, i à d avelo sconto, però era n grumo de fotografie. Forse i fa na ntegrazion n corso d opera”.

Sul versante tecnologico Actarus ha spedito Giacomo a cronometrare la lunghezza dei video così da poter calcolare il costo al minuto. Dai primi calcoli salta fuori che Totti, quando gioca in campo,  prende qualcosina in più, al minuto s’intende. Un altro record. I costi così elevati (12.000 €) sono però stati giustificati dalle difficili condizioni ambientali in cui si sono svolte le riprese.

Il cesso da 28.000 € (demolizioni comprese eh!) è stato giudicato idoneo ad evacuare ogni necessità. In verità, qualcuno ha sollevato dei dubbi sulla pendenza degli scarichi, che non sembrerebbe del tutto appropriata. Dubbi che solo il tempo potrà fugare.

Sui 22.000 € circa impiegati nella progettazione (compresa la direzione dei lavori e la rendicontazione eh!) nessuno ha avuto niente da dire. Lo sforzo titanico è sotto gli occhi di tutti (le anime più cattivelle hanno detto che è un un po’ troppo “sotto”, ma basta scavare …).

L’impiantistica è stata fatta a Vicenza e portata su chiavi in mano (chiavi nella forma sostantiva, non verbale). Il collaudo del complesso sistema non è però ancora stato portato a termine. Gli artigiani locali si sono fermati in deferente contemplazione, assolutamente stupiti di fronte a cotanta tecnologia. Si sono iscritti in massa al corso “Come ciavar i cadorini sansa ca i se acorga” che si terrà a metà maggio in una villa palladiana. Potrebbe tornare utile in un prossimo futuro.

A mio parere la tessitura drammatica de “Il Museo della Lotteria” risulterà così spinosa che Actarus preferirà affrontare il copione de “La principessa Siora Crepa“, vicenda che è eufemistico definire ginepraio ma che, confrontata col Museo della Lotteria, risulterà quanto mai chiara e definita.

“Bona Autonomia” resta comunque un baluardo del “palinsesto” di Zeloz. Per chi ci crede ancora. A proposito, sane a dute e bona autonomia.

Lettera aperta a S.E. il Sindaco di Lozzo di Cadore

30 Aprile 2010 Informa-Lozzo cagliostro, caserma soracrepa, la-parola-ai-lozzesi, raccolta-differenziata, sviluppo-pian-dei-buoi

Ricevo e volentieri pubblico.

Di Cagliostro

Faccio riferimento e seguito alla mia lettera a Lei indirizzata su questo stesso Blog, in qualità di cittadino-contribuente, in data 12/3/2010 ore 15,51, lettera rimasta ovviamente inevasa. Lei ben comprenderà come io non mi fossi fatto soverchie illusione sulla Sua sensibilità e sul fatto che un civile riscontro da parte Sua alle osservazione di un “amministrato” sarebbe dovuto rientrare nel normale ordine delle cose. Ma pazienza, non si può voler tutto dalla vita…. Che Lei abbia in uggia l’uso degli strumenti tecnologici avanzati (facilitanti il dialogo con i Suoi cittadini) è cosa risaputa, basti citare il suo refrattario, ribadito diniego alla pubblicazione sull’ormai fantomatico sito Comunale delle delibere di Giunta, di Consiglio e delle determine; ma il Suo atteggiamento evidenzia anche, nella fattispecie, l’alto concetto che Ella ha della “Democrazia”, intesa come accezione alta e nobile della conduzione della “Res Publica”, affidata alle Sue sapienti mani, alla Sua lungimiranza, al Suo sofisticato ingegno, al Suo sviscerato amore per il Suo borgo d’adozione. Concetto che Ella deve aver ben attinto dalla Sua terra d’origine, non per nulla chiamata anche “Magna Grecia”.

Ma tutte queste belle doti carismatiche di primo cittadino non le impediscono di valutare pragmaticamente quale è il vero bene dei Suoi Amministrati. Suvvia! Che sarà mai!? Perché non valutare la perdita di tempo nel pubblicare malloppi di scartoffie? E poi, perché non pensare che si potrebbe ingenerare nei cittadini confusione e fuorviare gli stessi sottraendoli alle normali attitudini quotidiane? Se poi esiste qualcuno che ha voglia di documentarsi, che venga all’albo pretorio e si legga i voluminosi “dossier”. Lo farà magari una o due volte, poi desisterà perché avrà il braccio anchilosato e la vista annebbiata.. In fondo questo è il bello della democrazia partecipata che presuppone sacrificio, non è vero?

Fatta però questa premessa, io vorrei intrattenerLa su alcune questioni che mi è stato riferito hanno avuto una qualche piccola eco nel recente Consiglio Comunale.

1 – Raccolta differenziata:

Sarebbe stato asserito che in pochi giorni la validità sperimentale sarebbe stata provata. Bene. Peccato che la fonte della informativa al Consiglio sia la stessa che effettua il servizio. Non si può pretendere che sia diversamente, non Le pare? Sembra poi che Ella abbia affermato che la raccolta “porta a porta” (fatta non da Bruno Vespa ma da Ecomont) risulterebbe inapplicabile per onerosità di costi! Si vorrebbe sapere se la fonte della informazione è sempre Ecomont. (notoriamente privo di idonea attrezzatura alla bisogna…). Una cosa è certa: i cittadini non vedranno benefici dalla nuova normativa….

2 – Contenzioso De Rossi:

La disponibilità dimostrata dall’interessato ad una composizione dopo anni di defatiganti azioni giudiziarie e dopo che, sembra assodato, il suddetto De Rossi potrà disporre dell’immobile ancora per sette anni, è stata da Lei rigettata. Può darsi che Lei, nella Sua lungimiranza, abbia anche ragione a tener “duro”, a fare l’inflessibile custode delle buone ragioni dell’Ente. Ma di una cosa Ella non mi pare conscio, ossia che le parcelle legali sono pagate con i denari dei contribuenti, non di tasca Sua, e fin qui i costi sembra proprio che siano stati ingenti…. La vicenda intricata Lei dovrebbe conoscerLa bene e, con questi chiari di luna, non è detto che la soluzione sia dietro l’angolo e che non si debbano sborsare ancora parecchi soldini, senza contare che l’esito non è proprio scontato (e la recente sentenza docet). Per di più, non si è Ella avveduta che l’avvocato patrocinatore del Comune, nella Sua recente ingiunzione e diffida agli ipotizzati lavori manutentivi (segnalati al Comune dal De Rossi) sembra essere incorso in una affermazione fuorviante, subito oggetto di messa a punto da parte dell’avv.to Vio che patrocina il De Rossi e la soc. Sora Crepa?

Infine, argomento clou. Perché Ella non ha informato il Consiglio e la Pubblica Opinione che il De Rossi aveva ottemperato alla recente sentenza, finalmente consegnandoLe la chiave dell’immobile? Ed ora, sembrando venute meno le condizioni per la “custodia” con la decadenza dell’azione esecutiva da parte della Banca mutuante, come Ella risponderà alla richiesta di riconsegna della chiave? Le rammento che per avviare l’iter da parte del nostro Ente per una nuova azione esecutiva (intimazione, precetto ecc.) ce ne vorrà del tempo e soprattutto capacità di convincimento e non sarà, purtroppo, affatto facile convincere il nuovo giudice che il contratto di sub-concessione non sia da ritenersi valido (con ciò smentendo le argomentazioni, invero apparse ben motivate, del giudice monocratico).

La mia personale opinione è che Ella, nella conduzione della intricata querelle, abbia commesso tutta una serie di errori di valutazione, abbia dato retta a consiglieri non propriamente preparati ed ora si trovi in un bel ginepraio nel quale è difficile districarsi contemperando i veri interessi della collettività lozzese. Le ricordo che se dovranno trascorrere ancora anni per ottenere la disponibilità dell’immobile, anche prescindendo dalle parcelle legali e dai costi di giustizia, il danno sarà comunque ingente (mancata fruizione, ulteriore degrado, interessi sul capitale sborsato per il riscatto ecc.). Tanto valeva evitare di diffidare dal fare i lavori e forse era meglio far scoprire le carte al De Rossi (vista la sua disponibilità al dialogo, che non è detto essere segno di debolezza, valutato anche l’esito del suo ricorso…).

Io mi auguro che Lei voglia ulteriormente ben meditare sui suoi futuri passi al fine di non vedersi addossare soverchie responsabilità nell’ipotesi di infausto esito dell’intero contenzioso….

Doverosi ossequi.

“Cagliostro”

A Lozzo di Cadore i consiglieri di maggioranza: no al rastrellamento di Loreto

30 Aprile 2010 Parco di Loreto blozzando, bolpar, loreto, spazi-pubblici

A sorpresa i consiglieri di maggioranza di Lozzo di Cadore hanno detto “NO al rastrellamento di Loreto“.

Quella che tutti consideravano (a torto) una schiera di “scimmie ammaestrate del governo” di antica memoria, atta solo ad alzare la mano, in ogni caso dopo il buon esempio anticipato da almeno uno dei “virtuosi”, ha dimostrato questa volta un certo carattere.

Essi si sono infatti pronunciati contro la precettazione imposta dal sindaco ed hanno espresso il proprio dissenso aprendo un nuovo gruppo su facebook cui hanno proprio dato il nome di “NO al rastrellamento di Loreto”.

Come si ricorderà, il sindaco aveva precettato, oltre ai consiglieri, anche Cacciatori, ANA, ANAS, CAI, Società autostrade con l’intento di ri-pulire la scarpata di Loreto (vedi articolo).

I consiglieri hanno addotto come giustificazione il fatto che svolgono la propria attività con ritmi già serrati, per non dire infernali, e non se la sentivano di affrontare anche questo nuovo e così gravoso impegno.

E’ bastato ricorrere al bolpar per avere conferma di quanto da loro sostenuto. In esso infatti vi troviamo scritto:

Assicuro che non stiamo elemosinando il nostro impegno per portare avanti i programmi e gli obiettivi per i quali ci siamo impegnati in campagna elettorale …

In questo periodo stiamo lavorando intensamente per concludere nel migliore dei modi ….

… e poi stiamo lavorando al progetto di riqualificazione dei locali adiacenti …

… in queste settimane il nostro impegno prioritario ….

E’ peraltro sempre più insistente la voce secondo la quale i consiglieri di maggioranza avrebbero preteso di avere in dotazione un qualche pezzo del lenzuolone usato per denudare “la cosa della latteria”: non come ricordo dell’evento ma molto più semplicemente per detergersi dal copioso sudore (gli scarsi mezzi comunali non garantiscono infatti questo pur indispensabile servizio).

Preso atto del dissenso, lasciato alle corde anche dai Cacciatori che si stanno interessando alle “bruse”, dall’ANA che si è detta impegnata nella preparazione della tradizionale castagnata del prossimo ottobre, dal CAI che si sta ancora riorganizzando in cerca del Nord, il sindaco, senza perdersi d’animo, si è prontamente rivolto all’amministrazione di Calalzo che è immediatamente intervenuta con la propria squadra di mobilitati in mobilità, riconosciuta come virtuosa anche dall’amministrazione provinciale (vedi nota di De Carlo).

Il sindaco di Lozzo è rimasto folgorato dall’efficienza dimostrata dai mobilitati di Calalzo (che evidentemente non riscontra in egual misura fra i mobilitati assunti a Lozzo) ed ha chiesto a De Carlo come faccia a farli lavorare così efficacemente. De Carlo ha svelato che ha promesso loro che, per ogni settimana di lavoro, alla fine del periodo concederà di passare un’ora al Lagheto de le Tose.

I mobilitati non sanno ancora che l’acqua del laghetto è piuttosto fredda e che, de femene, per quel periodo, neanche l’ombra …

Parco di Loreto: ora appare più chiara la direzione della linea di spesa …

29 Aprile 2010 Parco di Loreto, Soldi: dove finiscono? loreto, spazi-pubblici

Già, perché non riuscivamo proprio a capire dove potessero andare a finire 104.000 € (dei quali 85.000 in lavori che, fra l’altro, non comprendono l’abbattimento ed esbosco delle piante).

In attesa del numero speciale su Loreto, a conclusione del progetto, è però opportuno anticipare alla nostra gente che adesso abbiamo gli elementi per capire, finalmente, dove si è concentrato buona parte dello sforzo economico per realizzare il parco di Loreto.

E’ da quest’autunno, da quando mi fu detto che l’ARENA sarebbe stata finita solo con l’arrivo della prossima primavera, che cerco di immaginarmi come sarebbe stata questa “benedetta arena”. A tutto avevo pensato, ma non alla idea più semplice e naturale. La ricostruzione di una vera e propria arena, costituita da un anfiteatro su cui si siede il pubblico e un’area pianeggiante (l’arena vera e propria) sulla quale si dovrebbero svolgere gli spettacoli o le rappresentazioni.

Ma nel nostro caso è più appropriato pensare che sarà usata per trasmettere il sapere dal maestro al discepolo, come avveniva nella grecia socratica. Gli alunni siederanno coscienziosi sulle gradinate dell’anfiteatro, mentre il professore, custode del sapere, si produrrà nella lezione.

In un primo momento l’amministrazione aveva espresso una qual predilezione per materiale lapideo pompeiano. La cosa si poteva fare, ma i costi si sono prospettati da subito non sostenibili. La scelta è quindi caduta, in onore dell’UNESCO e della sopraggiunta dichiarazione di Patrimonio dell’Umanità, su blocchi di Dolomia che però, proprio in virtù del pronunciamento UNESCO, sono diventati anch’essi non sfruttabili. Si è allora pensato di ricorrere ad un comune marmo, però dal colore dolomitico, non pregiatissimo ma neanche dozzinale. Una Pietra, come per i diamanti, è (quasi) per sempre.

In posizione lievemente sopraelevata troverà posto un busto che, per la verità, era già pronto per la spedizione, ma qualcuno ne ha bloccato l’invio. All’azienda produttrice è infatti giunta una direttiva per la quale dovrà modificare leggermente il già prodotto busto. Sembra che sia stata richiesta l’aggiunta di una barba (nel rispetto dei canoni di bellezza classici). L’azienda sta ora aspettando i disegni con le specifiche di modifica, richieste ad un architetto del loco (archi-loco). La cosa troverà comunque soluzione nel giro di pochi giorni.

Per ulteriori approfondimenti: il parco di Loreto.

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