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Museo della Latteria: le licenze poetiche dell’invito all’inaugurazione

22 Aprile 2010 Criticarium, Museo della Latteria associazione-latteria, museo-latteria, professionisti

Mi corre l’obbligo di segnalare, non senza una punta di imbarazzo, che la “gioiosa macchina da guerra”, approntata per la gestione del rinnovo dell’allestimento del museo della latteria, si è presa una licenza poetica.

Se a commettere il fatterello fossero stati i volontari, li avrebbero apostrofati con un: “che voleu, bona volontà tanta, ma pal resto …. lasonse”. Invece sono scesi in campo i professionisti. E allora?

In questi casi gli sbagli sono solitamente dovuti  a “troppa intelligenza“. Diversamente, per essere più fini, si dice, come ho fatto io, che si sono presi una licenza poetica. Che a loro (i professionisti) si concede, ai volontari NO.

Arrivo al punto. Con le stesse modalità con cui vi è giunto il rifiutino, vi sarà stato recapitato anche l’invito all’inaugurazione del nuovo allestimento del MdL. Se non vi è giunto protestate con forza e convinzione, ne avete diritto.

Capita di sbagliare, lo sappiamo. “Sette volte tagliato e … ancora corto“. Dispiace però che, dopo migliaia e migliaia di scelte prese in quest’ultimo anno di ferventi lavori, si vada a scivolare proprio sul biglietto di invito alla… Signoria Vostra. Che sfiga. L diau no dorme.

In fondo lo sbaglio di aver scritto, di Giosuè Baldovin, che è presidente della Latteria, e non come è corretto dell’Associazione Latteria … (cosa alquanto diversa), sarebbe passato inosservato ai più.

In fondo anche lo sbaglio (voluto?) di aver scritto, “inaugurazione del Museo”, invece del  più corretto “inaugurazione del nuovo allestimento del Museo”, sarebbe passato inosservato.

In fondo anche quell’ EIN scritto così in grande nella parte “crucca” passa di sicuro inosservato.

E sarebbe passato inosservato anche lo sbaglio del numero di telefono se qualcuno, diligentemente, non si fosse preso la briga di correggerlo a mano (piuttosto maldestramente, perlomeno sulla copia giuntami).

Valerio Staffelli si dice pronto a consegnare un tapirone di bianco vestito ma, correttamente, vorrebbe avere il giusto indirizzo. E’ da tener conto, sono il primo a sottolinearlo, che questa piccola serie di sbaglietti potrebbe anche non essere imputabile “ai professionisti” (i quali, comunque, hanno l’obbligo del CONTROLLO FINALE).

Potrebbe anche essere, insomma, colpa di qualche “grigio” impiegato comunale o, alternativamente, della tipografia.  Se Signoria Vostra avesse la cortesia di indicarmi l’indirizzo preciso, potrei poi provvedere alle restanti formalità (previo controllo dei dati fornitimi).

il rifiutino, bollettino del comune di Lozzo di Cadore, è ora nel cyberspazio: si apre una speranza per le delibere …

22 Aprile 2010 Informa-Lozzo bolcom, maglia-nera, pubblicazione-delibere, raccolta-differenziata

Santo cielo! La notizia ha fatto il giro delle agenzie d’informazione regionali. Il primo numero del bollettino comunale con il quale l’amministrazione di Lozzo di Cadore intende “informare” la popolazione, è apparso anche nella galassia del cyberspazio. Si può leggere e scaricare a questo indirizzo.

Gli ho affibbiato il nomignolo di rifiutino in ragione del fatto che il primo argomento che ha affrontato è stato la raccolta dei rifiuti (come sapete, abbiamo conseguito la maglia nera fra i comuni del Veneto in quanto a gestione della differenziata).

La notizia sensazionale è che il sindaco, ubriacato di trasparenza e buona volontà democratica, ha invitato la minoranza a preparare del materiale per l’uscita del prossimo numero. Ha concesso le ultime 8 righe del rifiutino ed ha anche suggerito loro (delirio di onnipotenza?) il titolo dell’intervento che, per ora, è top secret.

Dalla minoranza hanno fatto sapere che non se ne parla. Le righe devono essere almeno 10. Il sindaco ha risposto che, a queste condizioni, non ci sta.

Dunque, la rivoluzione digitale sembra muovere i primi timidi passi anche a Lozzo di Cadore, il paese amministrato dai Flintstones (accostamento valido solo in relazione al “culto della modernità”; vi ricordate: Wilma, passami la delibera …).

Le delibere di giunta e consiglio NO, quelle non le trovate nel cyberspazio. In cambio trovate il rifiutino digitale. Che non ha però il pregio di quello cartaceo: con questo non potete pulirvi il c..o.


P.S.: la versione critica del rifiutino si può consultare a questo indirizzo.

Museo della Latteria a Lozzo di Cadore ed evoluzione della specie

21 Aprile 2010 Museo della Latteria associazione-latteria, local-politik

Quando Dio creò il mondo e pose l’Uomo sulla sua superficie sapeva di farne un essere deboluccio, timoroso e soprattutto fallace. Gli concesse allora più tempo di vita di quanta non ne avesse concessa a tutti gli animali che già aveva “inventato” e una dotazione di materia grigia meglio strutturata. Tutto ciò per fare in modo che l’Uomo avesse il tempo di capire i propri sbagli e di porvi rimedio. Questa prerogativa la concesse anche agli amministratori, compresi i sindaci.

Lo sbaglio.

Nell’ottobre del 2008, il Nostro, coadiuvato da solerte giornalista, scrisse sul Gazzettino in relazione al Museo della Latteria:

«Se Lozzo sarà la sede del quarto museo completo cadorino lo dovrà molto anche ai volontari ed in particolar modo all’Alpe, l’Associazione Lozzese dei Pensionati che già quest’estate ci ha aiutato molto per il ricevimento e la tutela dei visitatori»

C’erano le elezioni in vista, è vero, e si vedevano da tempo le lingue penzoloni, arrossate dal diligente ed accurato lecchinaggio. Tuttavia mi sono sentito in dovere di rispondere e chiarire una situazione oltremodo imbarazzante. Scrissi così alla redazione del Gazzettino che, più di dieci giorni dopo l’uscita del “leccarticolo”, fra le lettere, pubblicò la mia risentita puntualizzazione (per la verità un estratto).

Così scrivevo infatti (versione completa; in marroncino i rilievi essenziali):

Sul Gazzettino di martedì 28 ottobre è uscito un articolo riguardante il Museo della Latteria di Lozzo firmato da Daniele Collavino. Tale articolo mi è parso subito “sorprendente”. In esso si richiama l’attenzione sul progetto di nuovo allestimento e sull’entrata del nostro museo nella  “rete museale del Cadore”. Sorprendenti sono le ultime righe ed in particolare un virgolettato, che dunque devo ritenere espressione diretta del pensiero del sindaco, in cui si dice: «Se Lozzo sarà la sede del quarto museo completo cadorino lo dovrà molto anche ai volontari ed in particolar modo all’Alpe, l’Associazione Lozzese dei Pensionati che già quest’estate ci ha aiutato molto per il ricevimento e la tutela dei visitatori».

Premetto che quanto dirò è solo ed esclusivamente il mio pensiero, perché non ho il tempo di sentire le opinioni di molti altri che, però, ho la presunzione di pensare che saranno più che in sintonia con quanto esporrò. Ritengo inadeguato che il sindaco si limiti ad un iniziale riferimento generico ad “associazioni di volontari che renderebbero possibili iniziative di questo tipo”. Personalmente ho dato molto al Museo, ma certamente meno di tanti altri che, volontari come me, hanno investito ore ed ore del proprio tempo  per creare e realizzare ciò che oggi è una netta, chiara e importante realtà del nostro territorio.

Penso qui solo al ginepraio burocratico e normativo iniziale per tratteggiare l’attività dell’associazione, tutto il lavoro di ricerca e conseguente sforzo per l’allestimento del percorso museale, le attività di corredo a museo avviato come la creazione della cellula museale relativa a “Lino, canapa e lana”.

Al sindaco quindi devo dire, riprendendo ciò che è stato scritto nell’articolo citato, che se Lozzo sarà la sede del quarto museo completo cadorino … lo sarà in virtù dell’opera svolta da tanti volontari espressione diretta dell’Associazione Latteria Sociale di Lozzo di Cadore, proprietaria dello stabile a suo tempo sede della Latteria Sociale, erede e scrigno della veneranda società costituita più di 120 anni fa, il 6 ottobre 1884, “per la confezione in comunione dei latticini nella stagione invernale …”. Questa  associazione, in relazione alle risorse di cui dispone, ha fatto il miracolo di mantenere la struttura e salvare dall’abbandono un patrimonio che oggi può essere valorizzato (e ne siamo più che felici) dal lodevole intervento che Amministrazione comunale e Comunità Montana Centro Cadore stanno predisponendo.

L’Alpe, chiamata in causa e declamata dal Sindaco, nel contesto dell’articolo ha permesso semplicemente di sperimentare l’apertura del museo anche nella fascia tardo-serale (ultime due estati), essendo quella pomeridiana (dalle 17 alle 19) garantita in ogni caso dal Museo. Anche questo è un merito, sia chiaro, ma va misurato per quello che è, perché diversamente, mi si conceda la battuta, a chi ha veramente partecipato con devozione alla realizzazione del Museo della Latteria bisognerebbe erigere un monumento. Mi auguro che il Sindaco Manfreda, così come ha trovato il tempo per elogiare l’Alpe per l’apertura serale, lo trovi per “riequilibrare” i meriti che gli avvenimenti concreti, non fantasiose ipotesi, pongono sotto gli occhi di tutti; tutto ciò per il rispetto che si deve a chi, volontario dell’Associazione Latteria Sociale, ha lavorato alla realizzazione e lavora al perfezionamento del Museo della Latteria contribuendo inoltre alla conduzione delle visite guidate alla Roggia dei Mulini, un’altra “piccola perla” che valorizza il nostro piccolo paese.

Danilo De Martin


Il rimedio.

Dal “rifiutino”, il bollettino comunale fattoci pervenire dall’amministrazione: “Il merito del Museo che andiamo ad inaugurare – ha sottolineato il Sindaco Mario Manfreda – deve essere riconosciuto soprattutto all’Associazione, a tutti i suoi componenti …”

Tutto ciò ci dà conferma che l’Uomo si evolve.

manutenzione ordinaria: i prossimi lavori alla ex-caserma di Soracrepa a Pian dei Buoi

20 Aprile 2010 Pian dei Buoi, Soldi: dove finiscono? caserma soracrepa

Il 14 febbraio 2010 pubblicavo l’articolo De Rossi padrone della caserma di Soracrepa fino al 2017? con l’argomento centrato sulla sentenza che, per certi versi, dà ragione a De Rossi. In coda ai vari commenti all’articolo è recentemente apparsa una breve nota di Simpatizzante_pian_dei_buoi nella quale ci viene offerta la possibilità di visionare una “comunicazione di inizio di lavori di manutenzione ordinaria” che sarebbe stata trasmessa da De Rossi al comune di Lozzo di Cadore.

Prendo felicemente atto che qualcuno ha a cuore il destino della ex-caserma di Soracrepa. E se De Rossi è disposto ad investire non solo sul rifacimento del pavimento ma anche nella sistemazione interna, è probabile che si senta sicuro di poter disporre dell’immobile (a questo punto non importa a quale titolo) proprio fino al 2017, come era stato ventilato da Simpatizzante.

Ora, se il nostro sindaco trovasse il tempo (e il coraggio?) di scrivere un “casermino” (così come lo ha trovato per scrivere il “rifiutino“, il fogliettino recentemente fattoci pervenire sul tema rifiuti), con il quale informare la gente di Lozzo sulle ipotesi di utilizzo dell’immobile, forse si potrebbe sgombrare la strada da pregiudizi e cercare di guardare al futuro in modo un po’ più utile.

Mi chiedo: se altro non potessimo fare che aspettare il 2017, perché perdere tutto questo tempo? Perché non trovare il modo di collaborare con De Rossi? Perché per esempio (nell’ipotesi, ripeto, che sia chiarito che nulla possiamo fare prima del 2017), non immaginare che si possa fare avanti qualcuno del nostro paese con l’intenzione di aprire un punto di accoglienza con solo semplice servizio di bar? Chi ha detto che non si possa tutti trarne un vantaggio? De Rossi, il gestore dall’attività e tutto il territorio di Pian dei Buoi, dalla promozione che un siffatto punto potrebbe contribuire a sviluppare.

Sempre che De Rossi non ci abbia in odio profondissimo e che, più probabilmente, il groviglio di leggi italiane non neghi l’uso dello stabile in base all’art. TOT.

Altrimenti? Già sono passati 15 anni. Abbiamo già speso 240.000 €. Abbiamo svenduto nel contempo le proprietà “Ater” per “fare cassa” (si fa per dire). Per avere un “cumulo di pietre” in deperimento che finora ci hanno riempito solo di ridicolo. C’è l’ipotesi di congelare tutto fino al 2017 e … il tempo è denaro. Già ora si prospetterebbe la necessità di investire una somma, a mio modo di vedere, intorno ai 100.000 € se volessimo risistemare il fabbricato (nella sua interezza, dentro, fuori e … tetto). Figuriamoci nel 2017 se no se tien le man apede.

Intanto prendiamo atto che il pavimento esterno, effettivamente, ha bisogno di una sistemazione.

Altri articoli sulla caserma di Soracrepa.

Se la gente di Lozzo non va a consiglio, portiamo il consiglio alla gente di Lozzo

19 Aprile 2010 Informa-Lozzo blozzando, bolpar, libera-informazione

Sempre dal Bolpar (bollettino parrocchiale, Pasqua 2010, p. 13), per ora unico cordone ombelicale che ci lega all’attività dell’amministrazione comunale (a parte le passeggiate pro-informative che ognuno di noi può farsi all’atrio del municipio per leggersi i deliberati esposti, quando non siano già stati “ritirati” per scadenza dei termini).

Parla il sindaco:

Mi rendo conto che a volte le scelte e le decisioni prese dall’Amministrazione non sono ben conosciute. Vi chiedo scusa per questo. Cercheremo nei prossimi mesi di essere puntuali informandovi con una certa regolarità sulle questioni più importanti e delicate. Vi invito però anche a partecipare ai consigli comunali dove tutto viene discusso e deliberato.

Cosa c’è di male in tutto ciò, vi chiederete. Niente, assolutamente niente. Anzi.

A parte talune imprecisioni come il ritenere che in consiglio “tutto viene discusso e deliberato”, che è vero solo se si puntualizza “tutto ciò che deve passare (necessariamente) per il consiglio viene discusso e deliberato”. Ma è una sottigliezza.

Ma prendo spunto dalla centralità del consiglio comunale e dall’invito che il nostro sindaco fa di partecipare ai consigli comunali, per fare una considerazioni e una ri-proposta.

L’ultimo consiglio comunale è stato convocato alle sei del pomeriggio. Non lo posso giurare, ma l’ho sentito e ci credo (facilmente verificabile ma, mi fido, tanto non cambierebbe niente). Proposta semiseria: fatelo a mezzogiorno, che la maggior parte di noi è quasi di sicuro a casa; un salto, prima di tornare al lavoro alle 13.30, lo si può fare volentieri (l’offerta di un fernet consigliare sarebbe gradita).

Ma veniamo alla proposta seria.

Caro sindaco, vuoi tu veramente che i tuoi cittadini vengano a consiglio? Lo vuoi veramente? SI, lo hai scritto!

Faccio mia la tua proposta, solo che scambio le “direzioni dei flussi”. Mi spiego.

Premetto che la cosa non è per niente avanguardistica, né lungimirante. E’ già stata proposta in passato (nella variante “radiofonica”), ma oggi torna di attualità. Vediamo come e perché.

Proposta:

  • con 60 € compriamo un registratore digitale che mettiamo al centro dell’arena politica (consiglio comunale);
  • quando inizia il consiglio qualcuno si incarica di accenderlo e alla fine di spegnerlo;
  • poi qualcuno prende il file mp3 già pronto e lo mette in rete, così la gente può sentirsi con comodo i contenuti dibattuti, quando vuole e dove vuole;
  • non ci vogliono più di 83 secondi (a parte il tempo di caricamento), cronometrati io ora, in questo momento, ades, now per confezionarvi il file mp3 che trovate a fondo pagina …

Si può fare, volendo, la stessa cosa anche con una ripresa video, ma richiede più tempo …; si può anche fare la trasmissione in diretta, sempre video, ma a che pro, se possiamo sentircela in differita con comodo e, sottolineo, quando e dove vogliamo?

Che ne dite? Se la gente di Lozzo non va a consiglio, portiamo il consiglio alla gente di Lozzo. Lo diceva anche qualcun altro, ma si riferiva alle montagne (e alla fede).

Allora?

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Concittadini carissimi …

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Caso mai … “A te”, di Jovanotti.

Settimana della Cultura: a Lozzo di Cadore un seminario sulla gestione della differenziata

18 Aprile 2010 Cultura maglia-nera, raccolta-differenziata

Già un anno fa, sul blog del Ladino cadorino, mi lamentavo che il Cadore non riesce proprio a capire che ogni evento può e deve essere usato per fare “promozione turistica“.

E’ il caso della cosiddetta “Settimana della cultura”, evento ministerial-statalista giunto alla XII edizione (dal 16 al 24 aprile), che può tornare utile per rimettere in moto la macchina del turismo (dopo la parentesi invernale).

Se avete voglia, fatevi un giro sui siti istituzionali dei comuni, della provincia, dei consorzi e verificate come la cosa sia sentita. Niente. Quando va bene un accenno.

Lozzo di Cadore però, sulla spinta della quanto mai effervescente assessora alla cultura, quest’anno ha la fortuna di poter disporre di un evento eccezionale.

NO, non mi riferisco alla inaugurazione del nuovo allestimento del museo della latteria (che viene invece spacciato come inaugurazione del museo), che altro non sarà che un momento per mangiarsi due tartine e leccarsi le dita (le tartine, lo so per certo, saranno guarnite con formaggio della Val Maira).

NO, non mi riferisco al concertino barocchino ordinato un tanto al chilo, e neanche al “solito” giro della Roggia dei Mulini.

L’evento clou della settimana della cultura sarà, per il nostro paese, l’organizzazione del seminario su “Come conquistare la maglia nera nella gestione della differenziata: strategie a confronto. Il caso di Lozzo di Cadore“.  I pochi posti letto a disposizione sono già stati prenotati, ma per gli arrivi previsti è stato organizzato un efficace sistema di dirottamento verso le aree contermini.

A quanto si legge nella locandina stampata dal comune, interverranno “amministratori, esperti e alcuni cittadini che da tempo separano l’umido dai rimanenti rifiuti e lo usano per produrre composter“. Al sindaco spetterà l’arduo compito di spiegare, nel dettaglio, le varie fasi che hanno permesso a Lozzo di Cadore il raggiungimento di un così nobile e prestigioso risultato.

E’ data quasi per certa la partecipazione del governatore del cantone degli Uri, che ha espresso l’ardente desiderio di esportare in Svizzera questo modello di “buona pratica” nella gestione dei rifiuti.

Per maggiori informazioni ci si può rivolgere agli uffici comunali. Prenotazione obbligatoria.

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