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la Lega Nord gruppo più produttivo in parlamento (e opposizione più dura …)

12 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia il-parlamiasma, opendata

Lega prima alla Camera per produttività, di gran lunga, e prima anche al Senato, con distacco degli altri più moderato. Nell’ambito delle opposizioni la Lega, insomma, si rende disponibile, mentre il M5S no o molto meno (nel senso che non è disponibile al compromesso parlamentare). Come si possano conciliare questi dati della Lega con quelli forniti, sempre da Openpolis, riguardanti chi ha sostenuto le leggi approvate (la Lega ha votato solo il 14,58% di queste ultime), resta per me un mistero più che glorioso (sarà un mio limite ma non c’arrivo).

[…] La vera opposizione sembra quindi essere un’altra, limitata a quattro gruppi parlamentari. I più “ortodossi”, se così si possono definire, non sono i grillini ma bensì quelli della Lega Nord, che hanno sostenuto solamente il 14% delle leggi approvate. A seguire Fratelli d’Italia (16,67%), Movimento 5 Stelle (18,7%) e Sinistra Ecologia e Libertà (33,3%).

A parte questo, ecco le classifiche di produttività da Openpolis:

[…] La necessità del Governo di mediare con le opposizioni – o almeno una parte – sia per fare le riforma ma sopratutto in considerazione del margine esiguo della maggioranza al Senato, ha favorito chi, pur non sostenendo l’Esecutivo, si è reso disponibile a lavorare su determinati provvedimenti. Le classifiche dei gruppi per media di produttività danno una rappresentazione immediata di questo scenario.

Con la fine del 2014, e l’inizio del nuovo anno, la fitta agenda delle riforme in programma richiede un veloce punto sulla questione della produttività parlamentare. Non è un caso se le classifiche in entrambi i rami siano guidate da Lega e Sel – al Senato parte del Misto – che hanno espresso vari relatori su provvedimenti molto importanti. Fra le opposizioni, il M5S occupa posizioni inferiori proprio perché meno disponibile al compromesso parlamentare.

Nota: L’indice di produttività misura l’efficacia dell’azione di Deputati e Senatori assegnando un punteggio crescente in base agli avanzamenti di iter degli atti di cui sono responsabili, come primi firmatari o relatori.

prod-camera

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1914-2014 — Belluno – Calalzo — Una ferrovia tra le Dolomiti del Cadore – foto Cap. VI

12 Gennaio 2015 Cadore - Dolomiti, Cultura cadore, sviluppo-montagna

Dopo la presentazione del libro di Roberto Tabacchi e la pubblicazione dell’Introduzione, ecco alcune immagini dal fornitissimno corredo fotografico dell’opera. Iniziamo con due foto relative al primo capitolo, cui seguiranno via via quelle degli altri sei capitoli nei quali è suddivisa la narrazione.

(qui le foto del Capitolo I: 1866-1914. Le premesse, la costruzione e il primo anno di esercizio
qui le foto del Capitolo II: 1915-1918. La Grande Guerra
qui le foto del Capitolo III: 1919-1945. Il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale
qui le foto del Capitolo IV: 1946-1963. Dalla ricostruzione postbellica al disastro del Vajont)
qui le foto del Capitolo V: 1964-1979. Le luci della ribalta e il tentativo di chiusura

Capitolo VI

1980-1999. La riapertura e gli anni Novanta

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13/07/1980. Stazione di calalzo. Il Cadore intero saluta festante il ritorno del treno (foto F. Olivieri)

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Marzo 1987. Due Aln 663, sul viadotto del Boite, mentre salgono a Calalzo in una fredda mattinata tardo invernale (foto R. Tabacchi)
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Settembre 1994. Una coppia di AL n 668 percorre il ponte sul Boite, sullo sfondo della chiesa di San Martino (Valle di Cadore) e della mole dell’Antelao (m 3264) (foto R. Tabacchi)

chi sfrutta meglio i fondi europei 2007-2013: Italia 24a su 28

12 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia classifiche-italia, europatia

L’Italia è lunga, certamente, e anche larga, con tante regioni. Ma se si ipotizza che quelle del centro nord funzionino meglio delle altre, allora le altre devono funzionare davvero da cani per portare la media nazziunale dell’utilizzo dei fondi “europei” (cioè italiani che l’UE ci storna dopo averli in parte decurtati per prosperare) al 62,4%, ponendoci al 24° posto sui 28 oggi disponibili.

Qua si continua con il perimetrare le eroica gesta della repubblica bananiera. Non per sputare addosso a una baldracca, ché non è cosa buona, ma per avere una classifica di riferimento che illumini le nostre buie credenze (nel bene e nel male, anche se il male … vince di brutto).

Da Linkiesta: qui grafica e dati, qui l’articolo)

fondi europei utilizzo

#blackout-del-Cadore 09-01-2014: idee dei sindaci mentre gli alberi cadevano

11 Gennaio 2015 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana belluniadi, blackout-reloaded, cadoriadi, della-confutazione, politiche-cadorine, provincial-politik, scripta-manent, sindakos

the-blackout-reloaded

(riprendo ciò che scrissi allora chiudendo l’articolo, perché non avrei parole migliori per commentare quello che succedeva un anno fa: C’è qualcuno che ce la fa, senza mettersi a ridere, ad immaginarsi un sindaco in quei frangenti? Perché ve lo immaginate, no, il sindaco, in quelle ore di emergenza, mentre gli alberi si abbattevano sulle linee uno dopo l’altro che con gli occhi sgranati ripete ossessivamente a se stesso, davanti allo specchio, in una specie di delirio kafkiano, cosa? dove? quando? chi? ma soprattutto perché?)

 

#blackoutdelCadore 09-01-2014

due idee dei sindaci che erano nell’aria già durante l’emergenza (mentre gli alberi cadevano)

Scrivendo sul Corriere del Veneto il pezzo sul summit organizzativo dei sindaci del 7 gennaio scorso a Pieve, l’autore si lascia andare ad un’affermazione, diciamo, allegorica, allorquando afferma che (neretto mio):

[…] Dopo un dibattito durato oltre due ore e mezza, i sindaci hanno confermato due idee che erano nell’aria già durante l’emergenza, mentre gli alberi si abbattevano sulle linee uno dopo l’altro. Innanzitutto un esposto per individuare le responsabilità dei gestori delle infrastrutture elettriche, per capire cosa sia effettivamente successo alle linee durante il blackout e quale fosse il livello di manutenzione degli impianti. Poi la raccolta dei dati necessari alla richiesta di risarcimento.

Non so se l’autore ha l’abitudine (detto con simpatia), mentre scrive di sindaci, di farsi qualche boccata di gas esilarante, così, tanto per agevolare la stesura del pezzo; bisognerebbe chiederglielo!! Dunque, da quanto scritto si deduce che:

i sindaci avrebbero avuto due idee, che tali idee erano nell’aria già durante l’emergenza, proprio nel mentre gli alberi si abbattevano sulle linee uno dopo l’altro.

Capite che qui lasciamo i ragionamenti terreni per avventurarci su un impervio sentiero metafisico. Perché voi tutti sapete, perché lo sapete vero?, che solo verso le sei di sera il sindaco laqualunque si dev’essere accorto di quello che stava succedendo.

Anche perché uno di loro (tal Manfreda) ha recentemente affermato che “Nei primi due giorni non si sapeva neppure quanto sarebbe durata l’emergenza: un’ora, cinque ore, un giorno? Nessuna risposta, nessuna chiarezza. E questo è davvero incredibile.”.

(e già qui capite che il sindaco in questione deve avere qualche difficoltà coordinatoria riguardante lo scorrere del tempo: nei primi due giorni (cioè 48 ore), il sindaco dice che non si sapeva quanto sarebbe durata l’emergenza, se un’ora, cinque o tutto il giorno. Be’, dopo un’ora sai che l’emergenza è durata un’ora;  il giorno dopo, alla stessa ora, sai che sta durando da 24 ore e così via, senza neanche il bisogno che l’Enel te lo dica … come dire? matematico! se non altro lo sai a consuntivo. Ti fa qualche differenza, dopo 24 ore di black out, sapere se poteva durare un’ora o cinque? Ancora: dopo 48 ore quanto d’aiuto ti può essere sapere che il black out durerà ancora per 5 ore? Se lo sai è meglio, certo, ma se dopo 48 ore di black out non hai ancora fatto, in qualità di sindaco, quello che potevi e dovevi fare che cosa ti potrebbe spingere a farlo? Forse l’esorcista?).

C’è qualcuno che ce la fa, senza mettersi a ridere, ad immaginarsi un sindaco in quei frangenti? Perché ve lo immaginate, no, il sindaco, in quelle ore di emergenza, mentre gli alberi si abbattevano sulle linee uno dopo l’altro che con gli occhi sgranati ripete ossessivamente a se stesso, davanti allo specchio, in una specie di delirio kafkiano, cosa? dove? quando? chi? ma soprattutto perché?
 

tra ibis eremiti e avvoltoi

11 Gennaio 2015 Provincia di Belluno Elettiva provinciazza

ibis

la-provinciazza

Dopo la scomparsa delle cigogne, Bellulandia si è coperta del cupo volo dei corvi; stiamo ora assistendo alla colonizzazione degli avvoltoi che trovano terreno favorevole nelle carogne disperse sul territorio; in una nicchia ecologica si osserva ancora, tuttavia, la frenetica attività della passera scopaiola.

 

#blackout-del-Cadore 08-01-2014: De Menech e l’arco alpino

11 Gennaio 2015 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana blackout-reloaded, peones, quelli-del-PD

the-blackout-reloaded

(un anno fa il peones De Menech “rivendicava” – sì, rivendicava – un piano di manutenzione, investimenti e potenziamento per tutto l’arco alpinoooooooooo. Ne sapete niente? Noo? Per forza, era aria fritta. PD=Pura Demenza)

 

#blackoutdelCadore 08-01-2014

black out, De Menech e l’arco alpino

No perché, fosse stato solo per la montagna bellunese, avrei avuto qualche dubbio che a Roma il nostro deputato piddimenoellino potesse essere in qualche modo ascoltato. Ma vedo che sulle normative il focus è stato posto – con grande lungimiranza – sulle infrastrutture dell’intero arco alpino. Ora sì che non potranno fare a meno di ascoltare il nostro mentre rivendica.

«A Roma — annuncia De Menech — rivendicherò un piano di manutenzione, investimenti per il potenziamento delle linee con corridoi alternativi e normative ad hoc per le infrastrutture dell’arco alpino».

 

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