BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Fondazione Sodomiti-Unesco: la saga dei tabelloni (ditemi che è un fake)

24 Dicembre 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dolomitando, promozione-turistica, unesco

La fondazione Sodomiti-Unesco, detta per questo anche S-fondazione, s’era prodigata per ottenere un risultato di insperabile successo a cinque anni cinque dalla poro-clamazione a patrimonio bla bla: la messa a dimora (finalmente) di enne tabelloni informativi (ne avevamo già parlato in: tabelloni Dolomiti Unesco: giusto in tempo per la chiusura della stagione turistica).

Un successo strepitoso! S-t-r-e-p-i-t-o-s-o!

Tale etrento – in questo caso siamo chiaramente oltre l’evento – si profilava come finalmente possibile in ragione di un nuovo ed efficiente approccio sistemico riassumibile nella formula “all in one”. Insomma, la realizzazione dei tabelloni sarebbe avvenuta – come dire – “chiavi in mano” o “tutto compreso”, seguita da un gruppo di lavoro costituitosi appositamente, così da evitare tutte le lungaggini ed i problemi di coordinamento che fino a quel momento ne avevano vanificato il compimento.

Ma ecco, inatteso, il fatto strabiliante: la farfalla che batte le ali a Philadelphia e scatena l’uragano a New York (per dire dell’imponderatezza di taluni eventi).

Sul profilo FB di NuovoCadore viene riportata la notizia (e le foto che la supportano) per la quale alcuni tabelloni – che così tanto hanno provato questo gruppo di lavoro costituitisi appositamente – sono sbagliati. Nel senso che sul tabellone c’è la foto dell’elefante e i sodomitici c’hanno messo la didascalia colibrì; sul tabellone c’è la foto del cammello e loro c’hanno messo la dicitura anaconda.

Ditemi che è un fake (altrimenti mi taglio le vene)!

La mano sinistra e la mano destra non sono andate d’accordo; ma anche la mano sestra e quella dinistra non sono state da meno.

E i neuroni?

Eh, quelli forse non hanno colpa (chi cazzo li ha visti i neuroni!!).

Viviamo, non c’è dubbio, in un periodo veramente interessante.

marmarole-spalti

popera-cridola

(foto da profilo FB di NuovCadore)

 

Bim consorteria: ‘non si guardava al colore della giacchetta’

23 Dicembre 2014 Politica nostrana bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, cadoriadi, provinceide

Si parla dell’elezione del presidente della Consorteria provinciale, conosciuta anche col nome di Bim Consorzio, della quale già s’è detto in nuova presidenza Bim Consorzio: una fogna a cielo aperto (ma unitaria):. Colgo questa volta questo profondo pensiero:

[…] Prima è necessario convocare le assemblee di vallata. «Una volta» ricorda Pier Luigi Svaluto Ferro, sindaco di Perarolo, «le assemblee non decidevano solo i rappresentanti ma proponevano anche dei punti programmatici utili al futuro presidente». E, aggiunge il consigliere, «non si guardava al colore della giacchetta». «Aspettiamo un mese in più» conclude, «ma facciamo tutti i passaggi che servono, e facciamoli bene».

Che le assemblee debbano dare indicazione anche dei punti programmatici è proprio banalità assoluta (nel senso di ovvia). Pirotecnica, invece, l’affermazione secondo la quale «non si guardava al colore della giacchetta», che se una cosa così la dici in un oratorio coi bambini di 6 anni, questi ti anzano tutti – tutti – il dito medio.

La scelta, in questo caso, riguarda il presidente del Bim Consorzio. Ma che dire – che dire!!! – della scelta fatta dagli stessi sindakos relativa a quel letamaio del Bim Gsp?

 

Che dire? Eh!?

 

Non si è guardato al colore della giacchetta!?

Non lo so.

So che da lì, dal Bim Gsp, è uscita tanta di quella merda che, per le strade, è ancora tutta ai lati.

(e adesso tocca al Bim Consorzio: solo che lì la merda non la vedi perché è occultata dai soldini con cui l’ente innaffia il territorio… Ma la senti, cazzo se la senti!)

 

i comuni uniti nella difesa delle vigne a prosecco del Centro Cadore /1

23 Dicembre 2014 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana cadoriadi, lago-centro-cadore, local-politik, sindakos

Si parla del lago del Centro Cadore e dello sforzo che le comunità rivierasche profondono per averne il controllo del livello delle acque (neretto nostro):

«Tutti i comuni uniti nella difesa dei laghi centro cadorini»: così si può commentare la conclusione del documento di 24 pagine che …

No perché finalmente Lozzo ha capito che, alla fin fine, quelle perforazioni per estrarre il petrolio dal lago non portavano a niente. E anche Domegge deve aver capito che il niobio estratto lì sulle sponde del lago non è poi gran cosa, a conti fatti. E che dire di Calalzo che ha rinunciato allo stronzio e all’einsteinio, sempre estratti nei pressi del lago, e così Pieve che rinuncia al wolframio, al californio e perfino al falloppio.

Non rinunciano invece, nessuno dei comuni e dei sindaci che li reggono, alla coltivazione di quelle superbe vigne che adornano le rive del lago da cui traggono prosecco in gran copia che poi usano con generosità durante tutto il corso dell’anno – in particolare verso la fine del medesimo – per innaffiare i propri intendimenti, far sapere che ci sono, che esistono. E lo stordimento è, senza dubbio alcuno, generale.

(poi viene la seconda puntata, con… “la novità più significativa e politicamente importante”, sempre in tema di unitarismo del cazzo)

 

solstizio d’inverno 2014

23 Dicembre 2014 Curiosando curiosando, meditazioni

Solstizi ed equnozi mi toccano. In particolare il solstizio d’inverno, quando la stanca melanconia che mi avvolge nell’autunno finalmente si leva, sicché posso di nuovo sperare nel tiepido sole che verrà.

Lo scorso anno ho ricordato il solstizio con tre “inverni”: quello di De André, quello di Vivaldi e quello di Tori Amos. Quest’anno c’è una splendida Italia muta che scorre illuminatissima sotto alla ISS. Ho anche rapito, in questo primo giorno d’inverno, qualche foto al primo tramonto veramente infuocato di questo scorcio di stagione. Magari domani …

CONSIDERAZIONI VALIDE IN ALTO LOCO COME IN SEDE LOCALE

22 Dicembre 2014 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Come ogni domenica, anche oggi, mi sono letto e gustato il fondo settimanale di Eugenio Scalfari. Il titolo dell’odierno intervento del dotto ed efficace giornalista e scrittore bene riassume e sintetizza l’intero contenuto del pezzo: “Tutto comincia con tre parole di Conrad sulla vita”. L’attacco del ‘pezzo’ riguarda proprio la prima frase con cui Joseph Conrad, nel 1913, inizia uno dei suoi romanzi più belli con riferimento “Alla storia degli uomini sulla terra fin dall’alba dei tempi, che si può riassumere in parole infinitamente evocative: ‘Nacquero, soffrirono, morirono’”. Non mi addentrerò nei dettagli della disquisizione di natura politica circa l’attuale contesto delle problematiche strategiche europee e planetarie, così bene analizzate all’esperto giornalista. Mi limiterò a fare un fugace cenno sui risultati eclatanti della ‘caduta del muro d’acqua’ fra Stati Uniti e Cuba, auspice la riconosciuta, discreta mediazione vaticana; tale caduta riguarda, secondo Scalfari, una visione strategica bergogliana di ‘sistemazione’ dell’intero pianeta nord e sud-americano, preludio ad una attenuazione delle frizioni internazionali (leggi Cina, Medio Oriente ed emisfero afro-asiatico in generale).

Poi Scalfari passa a trattare dei problemi europei e di quanto necessiti far progredire l’idea di una Europa Unita. E qui la critica si muove dalla consapevolezza che la sola politica del rigore, disgiunta dagli opportuni e sostanziali incentivi per la crescita, può solo portare al fallimento del progetto Europeo di Stato-Continente. A questo punto della disamina scalfariana, interviene una chiara censura nei confronti del nostro giovane premier sia per i suoi atteggiamenti da bullo in Europa ma anche per la concezione della politica interna così come vien concepita ed attuata dall’ambizioso ma inesperto presidente del Consiglio. Ed è qui che ho focalizzato l’attenzione su quanto Scalfari, di seguito, scrive a sostegno delle sue tesi. Al di là delle valide e condivisibili analisi sul quadro politico interno ed internazionale, trovo infatti molto originali le citazioni filosofico-politico-letterarie dell’ex fondatore dell’Espresso e di Repubblica, citazioni che mettono bene in luce le conseguenze nefaste di una politica accentratrice dell’uomo solo al comando.

Scalfari ricorda quanto sia di straordinaria attualità l’insegnamento contenuto nell’unico libro scritto, fra il 1500 ed il 1600, da Etienne de la Boétie, morto soltanto ventisettenne. Il testo si intitola. “Discorso sulla servitù volontaria”. L’autore inizia con la seguente tesi:“E’ ben difficile credere che ci sia qualche cosa di pubblico in quel governo in cui tutto è nelle mani di uno solo o di una qualche aristocrazia, perché avere un padrone o parecchi significa essere colpiti varie volte da una tale disgrazia”. E discutendo dei rapporti fra il leader ed i suoi sudditi che in teoria rappresentano il popolo sovrano, dice: “Da dove prenderebbe (il leader) i tanti occhi con i quali vi spia se non glieli forniste voi? Come farebbe (egli) ad avere tante mani per colpirvi se non le prendesse da voi? Ha forse (egli) un potere su di voi che non sia il vostro? Che male potrebbe farvi se voi non faceste da palo al ladrone che vi saccheggia? VOI SIETE IN REALTA’ I TRADITORI DI VOI STESSI !! Ma sapete perché? Perché lui ed i suoi compagni di scelleratezze vi danno il potere di esercitare gli stessi arbitrii e sopraffazioni su quelli che sono più deboli di voi. Poi voi vi compiacete della vostra servitù perché tanti altri sono in servitù vostra. Il livello del vostro potere è diverso ma pur sempre di potere si tratta, sicché quella in cui vivete è una servitù che volontariamente accettate e vi assumete”.

Considerazioni: facciamo mente locale e vediamo che quanto cita Scalfari dello scrittore francese si attaglia perfettamente all’epoca in cui questi visse, ma lo scritto appare perfettamente adattabile e di attualità anche ai nostri tempi. Non è forse questo il quadro di un imperatore all’apice di una scala gerarchica di valvassori e valvassini? Non è questa la fotografia del potere, prima del “grande pregiudicato” (di cui rifuggo perfino dal fare il nome) ed ora del Matteo Nazionale? Questi due ultimi non si sono forse rispettivamente attorniati di compari di merende dalla dubbia presentabilità (alcuni, tra i primi, anche di esecrabile fama) e comunque dalla incerta od oscura provenienza e competenza?

Pensiamo soltanto ai vari: Dell’Utri, Previti, Matacena, Cosentino, Scajola, Brancher, Papa ecc., seguiti dal codazzo di donnine dalle belle speranze quali Gelmini, Santa-de-ché, Brambilla, Ravetto, Carfagna, Prestigiacomo ecc. (escludendo dalla conta la Minetti e le varie Olgettine per ovvie ragioni di decenza). Per l’attuale gran visir Matteo da Rignano, va detto che le scelte appaiono innovative nel senso della giovanile avvenenza, ma in quanto a competenza, esperienza e preparazione tecnica tutto è ancora da dimostrare. Ricordo come le varie Boschi, Mogherini, Madia, Bonafé debbono la loro posizione di prima fila soltanto alla vicinanza ed all’appoggio incondizionato fornito al loro capo dal cipiglio e dalla indiscussa volontà di predominio e comando.

Così vanno le cose nell’anno di grazia 2014 che sta per concludersi. Trattasi di “SERVITU’ VOLONTARIA” tanto cara ad Etienne de la Boétie già qualche secolo addietro. Siamo, insomma, un popolo che delega la propria sovranità al primo che riesce in qualche modo ad imporsi, e siamo anche soddisfatti di ciò soprattutto se, a cascata, un piccolo potere ci viene magari benevolmente elargito, a scapito di altri più deboli di noi. Questa, però, non è democrazia ma è essenzialmente la parodia di questa bella, antica parola. Quanto vale a Roma poi, pensiamoci bene, vale anche a Venezia, a Belluno ed in sede locale. Non siamo forse noi che diamo (meglio, abbiamo dato) una delega in bianco al primo che è passato e poi ci siamo disinteressati e ci disinteressiamo bellamente su come siamo stati e veniamo amministrati, sulle conseguenze di una azione amministrativa della quale nulla abbiamo saputo e sappiamo e, magari, nulla vogliamo sapere, o non ci interessa di sapere?

Scalfari chiude il suo odierno fondo, citando alcuni versi, pure molto significativi, di W.H. Auden: “La politica dovrebbe adeguarsi a Libertà, Legge, Compassione/ Ma di regola obbedisce a Vanità, Egoismo, Tremarella/ La maggior parte degli uomini da soli a soli/ sembrano gentili e amichevoli/ ma l’Uomo collettivamente in genere/ si comporta da canaglia.”

 

io intanto, con una scusa qualsiasi, gliel’ho mostrato!

21 Dicembre 2014 Cadore - Dolomiti, Criticarium, Museo della Latteria, Turismo e dintorni attività-culturali, curiosando, dolomitando, iniziative-turistiche, museo-latteria, turismo-cadorino

Che grosso…! – ha detto subito.

In realtà deve aver detto “che grossa”, perché in seguito ha parlato di opportunità – una grossa opportunità!

Be’ dico, so’ almeno ‘na decina d’anni che ‘sta cosa se po fffa. Anche prima, anche prima (di esempi ce ne sono a bizzeffe), ma adesso c’est plus facile. No, non la realtà aumentata, che è un pochino più in là, la semplice realtà virtuale (VR, virtual reality), che Google ha provveduto da tempo a “sdoganare” al volgo, applicata al turismo e alla cultura.

Sai, con tutti i musei che abbiamo, le chiese, le case degli oratóri, le magnifiche sale, i bordelli. Qui in Cadore eh, mica al Louvre o giù dalla Venere del Botticello, che lì, forse, c’han già provveduto. Insomma, in attesa che arrivi lo stronzante (lo stronzo lungimirante) o lo stronzativo (lo stronzo innovativo) e se ne faccia carico (sapete, con tutti i sindaci che abbiamo questo è un rischio elevato).

Il mio dovere l’ho fatto: un possibile percorso virtuale, io, gliel’ho mostrato.

(vuoi mettere, per esempio, una visita virtuale del museo della latteria di Lozzo, dal quale saltare, sempre virtualmente, alla mia collezione di farfalle, o, se preferite, a una foto sferica del Pupo di Lozzo, simbolo fallico di profonda suggestione?)

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