BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

popolazione in provincia di Belluno comune per comune (in 60 dei 69 comuni metà della popolazione)

4 Luglio 2014 Cadore - Dolomiti belluno-autonoma, dati-provincia-belluno, demografia, montagna-in-crisi

Niente di che, solo l’elenco dei comuni della provincia di Belluno in ordine crescente per popolazione (dati dal bilancio demografico Istat 2013) con le percentuali rappresentate dalla popolazione di ogni singolo comune rispetto al totale provinciale oltre alla popolazione cumulata (sempre in ordine crescente) con relative percentuali. Le ultime quattro colonne descrivono rispettivamente la popolazione complessiva raggruppata ogni dieci comuni, la percentuale di tale fetta sul totale, la popolazione cumulata per decine e le rispettive percentuali sul totale.

Qualche curiosità: la popolazione dei primi 60 comuni (l’87% di tutti i comuni) copre il 50,3% di quella provinciale; quella dei primi 66 comuni (96% di tutti i comuni) non copre neanche il 70% del totale fermandosi a 68,1%. Specularmente: nei 9 più popolosi comuni si concentra metà della popolazione provinciale; a Belluno è concentrato il 17% di quest’ultima, a Feltre il 9,9%, a Sedico il 4,8%. I primi tre comuni per popolazione giungono al 31,9% del totale provinciale: una persona su tre vive “concentrata” in questi tre comuni, le altre due nel resto del territorio provinciale.

La media della popolazione residente nei primi 60 comuni è di 1.756 persone (che è circa la popolazione di Taibon Agordino, 1.768, che occupa il 35° posto). La media della popolazione provinciale è di 3.035 persone per comune, 2.551 senza contare Belluno, 2.280 senza contare anche Feltre (questi dati non compaiono in tabella).

In questa “classifica” dei comuni per popolazione in ordine crescente, nella quale Zoppè occupa il primo posto con 236 persone, Lozzo di Cadore è al 29° (1.456 persone), Auronzo 55° (3.403), Pieve 57° (3.931) e Cortina d’Ampezzo 63° (5.929).

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Giorgetti Bond e Cortelazzo contro Weber (quelli con la crescita nel dna…)

4 Luglio 2014 Criticarium Itaglia bond, della-confutazione, perle-dialettiche, quelli-del-PDL, supercazzole

Giorgetti, Bond e Cortelazzo – Giorgetti-Bond-Crotelazzo chi? – si mettono contro Weber, capogruppo al parlamento europeo per il PPE. Che è come se tre polli si confrontassero in volo con un F14, diciamo.

Se la prendono, queste emerite teste di legno del PDL-FI, perché Weber è “rigoroso”. Ma, ripeto, rivolto alle grandi ed emerite teste di legno: chi ha votato PDL-Farsa Italia alle europee ha votato Junker, che era il candidato alla presidenza della Commissione per il PPE (ed ora, imposto dalla Merkel, lo è nei fatti). Sevedeva da chilometri che quella del rigore era la linea: mancava che Junker l’avesse scritto sulla fronte. Quindi: ma che cazzo andate a raccontare in giro ora, emerite teste di legno (e daje).

Non solo! Dicono, i clowns del PDL-FI, che predicare il rigore “è contro il nostro Dna“. Ma che cazzo dite, imbonitori di marmellata, che siete stati i primi a firmare e poi votare il Fiscal Compact (che ci sta letteralmente soffocando). Ma che cazzo dite che negli ultimi 20 anni l’Italia, con voi ala “guida”, non solo non è cresciuta ma ha visto inabissarsi il PIL pro capite sotto quello della media EU-28. Ma-vaffangà. E con ciò vi tolgo dai coglioni.

“Se queste sono le premesse, allora chiediamo a Forza Italia di prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di uscire dal Ppe. Non possiamo rimanere in un raggruppamento che non vuole la crescita e che predica il rigore fine a se stesso. È contro il nostro Dna”. A dirlo è l’assessore regionale Massimo Giorgetti con il capogruppo di Forza Italia per il Veneto Dario Bond e il suo vice Piergiorgio Cortelazzo all’indomani del discorso di apertura del semestre europeo a guida italiana che ha registrato lo scontro tra il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber, strenuo sostenitore della linea del rigore.

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(tratto da il Territoriarchico)

Renzi alza la voce con la Germania (e ora gliene dice quattro)

3 Luglio 2014 Criticarium Itaglia della-confutazione, perche-secedere, renzie, repubblica-bananiera, verso-il-default

Oggi il Calzettino titola pieno d’orgoglio patrio “Renzi alza la voce con la Germania”. Già si è visto cosa ha detto Schauble. Il nuovo capogruppo Ppe, il tedesco Manfred Weber ha sottolineato che «l’Italia ha il 130% di debito, dove prende i soldi?». El Cojon ha risposto «è vero che l’Italia ha un debito molto alto, ma è anche vero che ha una ricchezza privata quattro volte superiore».

Che vuol dire, in buona sostanza, che si sta preparando il terreno per una patrimoniale confiscatoria.

Vedete altre strade voi, a parte una sana rivoluzione?

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Tralasciando l’orrida realtà appena dichiarata (quella della confisca, e io non mi sbaglio mai), tornando all’ …alza la voce con la Germania, mi viene naturalmente in mente Omen (e questo farà, alla fine, El Cojon fiorentino):

MW sul marchio ‘Dolomiti Unesco’: Bene il turismo, male l’ambiente (ma dov’è tutto sto bene?)

2 Luglio 2014 Cadore - Dolomiti dolomitando, trentino-alto-adige, unesco

Secondo quanto espresso dal quotidiano Alto Adige, interpretando un’analisi-“pistolotto” di Mountain Wilderness, il marchio “Dolomiti Unesco” funzionerebbe bene come veicolo di marketing territoriale, concetto condensato nel titolo “Bene il turismo“:

I 5 anni delle «Dolomiti Unesco» Bene il turismo, male l’ambiente

Analisi impietosa di Mountain Wilderness. «Un “brand” che funziona come marketing territoriale ma che non riesce a fermare le devastazioni e l’assedio del traffico, specialmente in Alto Adige»

[…] Insomma le Dolomiti, continuano a godere del marchio che l’Unesco ha conferito il 26 giugno di cinque anni fa. Ma i benefici – allo stato attuale – sembrano soltanto per il settore turistico. Il “marchio” paga, e bene. Ma restano tutti i problemi, e molti sono rilevanti, rimarcati da Mountain Wilderness. Non c’è soltanto il traffico a condizionare il futuro dei Monti Pallidi. Ci sono anche gli attacchi – spesso sconsiderati – al territorio. E c’è, soprattutto, chi vive nel cuore delle Dolomiti e che, in questi cinque anni, di giovamenti non ha avuto neppure il sentore.

Resta un fitto mistero la modalità con la quale il marchio “Dolomiti Unesco” funzionerebbe come marketing territoriale. E considerando che, a quanto pare, funzionerebbe bene, visto che “il marchio paga, e bene“, il mistero diventa ancor più fitto.

Perché non v’è ragione di credere che il marchio “Dolomiti Unesco”, anche nel paradiso altoatesino, sia portatore – per ora – di grandi soddisfazioni. Se poi apriamo le porte dell’inferno bellunese (non esiste un purgatorio, fatevene una ragione), le supposte ragioni si dissolvono … divorate dalle fiamme. Quello che segue è il grafico dell’andamento delle differenze percentuali nelle presenze turistiche totali di ogni singolo anno rispetto al 2000 preso come anno base nei vari comprensori turistici dell’Alto Adige, nel STL Dolomiti e altre ripartizioni relative al Cadore (CC+CO+VB= Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite).

Ho evidenziato con una campitura rosa gli anni dall’attribuzione del riconoscimento Unesco (giugno 2009), con una campitura verde un pari numero di anni precedenti quell’evento. Nel paradiso – Alto Adige – la crescita c’era anche prima (semmai più accentuata); nell’inferno – provincia di Belluno – il declino c’era anche prima e perdura, ostinatamente perdura, anche con l’arrivo della patacca dell’Unesco; non v’è alcun segno di un’inversione di tendenza. Sappiamo che la crisi pesa soprattutto sugli italiani, sappiamo che “guai non ci fossero gli stranieri”, ma dire che il marchio “Dolomiti Unesco” funziona come marketing territoriale è una coglionata, tanto in paradiso quanto all’inferno.

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Se si va a prendere il dettaglio”più dolomitico” anche per il paradiso altoatesino, considerando le presenze in Alta Pusteria, la situazione non cambia. Se poi si va a vedere analiticamente la cosa, si scopre che negli ultimi 4 anni – quelli del marchio “Dolomiti Unesco” – l’incremento delle presenze in Alta Pusteria è stato pari a 43.710, mentre nei 4 anni precedenti (dal 2005) l’incremento è stato di 108.177 presenze. Punto. Tutto il resto è narrativa.

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del ‘Bomba’ se ne sono accorti anche quelli de La Repubblica – L’Espresso

1 Luglio 2014 Criticarium Itaglia della-confutazione, quelli-del-PD, renzie, verso-il-default

Che il Renzi Bomba alias Bimbominkia (ed entourage) sia una pingue quanto molliccia Bolla, se ne sono accorti anche quelli de La Repubblica – L’Espresso.

Prima con Fubini, che chiarisce che “la Commissione Ue uscente ha confermato e ribadito che dall’Italia ci si attende il pareggio strutturale di bilancio nel 2015” (annullando quindi le sospirate speranze italiche di stiracchiarlo al 2016), poi col Barbapapà Scalfari che dall’alto di un editoriale eiffeliano da svenimento sbatacchia come un pungiball la faccia da culo del premier (preludio già nel titolo: Quant’è bravo il premier, ma chi ripara gli errori che sta facendo?).

Arriva quindi la copertina de L’Espresso: “5 miliardi di tasse in più: Matteo Renzi aveva promesso di abbassare la pressione fiscale, ma ora le famiglie dovranno fare i conti con le imposte sulla casa molto più alte che in passato vanificando così il bonus da 80 euro“.

Sappiamo che i problemi resteranno lì sul tavolo, ma almeno è iniziato il rientro sul pianeta Terra dallo stargate che aveva proiettato l’Italia nello splendore mediatico planetario del Cirque de Soleil. Poggiati nuovamente i piedi per terra si potrà guardare l’orlo del baratro con più fiducia.

espresso

solo escursionismo, riposte (per ora) le velleità neo-colonialiste

1 Luglio 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni cadoriadi, cai, della-confutazione, dolomitando, scripta-manent, sviluppo-montagna, turismo-alpino

Grande movimento di truppe per la XVI Settimana dell’escursionismo del CAI. A Pieve di Cadore il presidente generale, tale Umberto Martini, apre bocca e … rimembrando io a passate uscite spiritiche dell’uomo, già m’immaginavo segnali di fumo, squaw, tomahawk, Toro Seduto, Orso Grigio, Nuvola Bianca. Nel marzo scorso, in rilanciamo la stagione turistica in Cadore (vediamo chi arriva più lontano), avevo condensato l’acutezza del di lui spirito retorico colonialistico:

In primis fu il presidente generale del CAI, tal Umberto Martini, che dopo aver brucato assenzio nelle sterminate praterie della retorica se ne uscì con alcune perle dialettiche da me raccolte e commentate in:

  • il presidente generale del CAI e le riserve indiane ‘montaniche’ /1
  • il presidente generale del CAI e le riserve indiane ‘montaniche’ /2

Sull’onda del fattore lisergico, il nostro portò il proprio pensiero a vette esplorative di inusitata bellezza espressiva che ho incastonato in e ora, per salvare i montanari, una legge sul gemellaggio montagna-pianura:

Ma no, questa volta no, almeno a dar credito alle cose finora pubblicate dalla stampa, niente uscite a carattere onirico. Anzi, questa volta il presidente Martini risplende per concretezza e al tempo stesso originalità:

[…] Ha affermato, concludendo, che il “Cadore e Cortina, non sono solo montagne e natura, ma anche cultura e tradizioni”. 

E statene certi, le anime mesolitiche che fluttuano in questo nostro spazio-tempo pervadendolo (ma anche quelle dei periodi storici più recenti: vado alla Battaglia di Cadore del 2 marzo 1508 tra l’Impero di Massimiliano e la Serenissima), si saranno gonfiate d’orgoglio nel sentirlo parlare in codesto modo.

E noi, nel nostro piccolo, confidiamo che la salita dei pianuresi per salvare i montanari sia solo un lontano e compassionevole ricordo. Insomma (finora), solo escursionismo, nessuna velleità neo-colonialista.

(e guardate che non è poco)

pranzo-ringraziamento-tra-nativi-e-colonizzatori

(foto pressagency.it)

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