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Gianfranco Miglio a dieci anni dalla sua scomparsa

10 Agosto 2011 Criticarium autonomia, blozzando, fresche-limpide-letture

A me lo Stato italiano è sempre sembrato troppo largo, valutato dunque lungo il parallelo da ovest a est, figuriamoci se non mi appare troppo lungo, dinoccolato da nord a sud. Già così, solo a guardarne l’ossatura fisico-territoriale, di questo stivale, non puoi pensare di poterlo governare centralmente. Ci hanno provato ed i risultati dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, che lo Stato italiano prodotto è uno Stato di merda.

Poi si fece strada un tale, Umberto Magno, che iniziò a parlare di territorio, di gente del territorio, di autodeterminazione dei popoli. Sparava anche grandi cazzate, quello che sembrava a tutti “un cialtrone”, finché non iniziò a raccogliere la protesta di “noi molti”, un sacco di voti, un vero e proprio terremoto, e tutti dovettero iniziare a considerarlo nel suo peso elettorale. Così il “cialtrone” divenne anche uomo di governo.

Molti di noi si sono avvicinati alla Lega di lotta perché a fianco dell’Umberto c’era la figura del Professore. Gianfranco Miglio ha sdoganato le frequenti fesserie pronunciate dal necessario “capopopolo” indicando ciò che si poteva raggiungere. E a molti di noi questa cosa è piaciuta subito: padroni sul proprio territorio (e tante altre cose, naturalmente).

Non mi piacevano molto le macroregioni da lui previste nel suo Modello di Costituzione Federale, ma ritenni che avesse perfettamente ragione quando consigliò di non allearsi con l’allora Forza Italia per entrare al governo.  Dovevamo stare fuori e rompere lo Stato centralista italiano, con la forza della ragione e della consapevolezza, con la disobbedienza civile (vedi Henry David Thoreau). Ma a quel punto ci fu la rottura, e Miglio se ne andò per la sua strada.

Da un articolo di C. Lottieri su Chicago blog:

[…] Per Miglio, il federalismo poteva rappresentare una vera alternativa allo Stato: era la costituzione di un ordine basato su autonomia, concorrenza istituzionale, libertà locale, responsabilità, diritto di secessione. Era la riscoperta di quell’altra “metà del cielo”, per usare una tipica metafora migliana, in cui lo studioso lombardo collocava le istituzioni perdenti del mondo moderno: dalle Province Unite olandesi alla Lega Anseatica. Tutti ordini politici privi di un vero centro di potere e basati su accordi essenzialmente privatistici, che hanno indicato all’Europa una strada alternativa rispetto a quella dello Stato che quasi nessuno, però, ha voluto o saputo imboccare. (Forse l’unica eccezione è rappresentata dalla Svizzera.)

In ragione di questo suo radicalismo, Miglio è scomodo anche per chi oggi vorrebbe contrabbandare per federalismo una semplice revisione di quello Stato centralizzato, giacobino e prefettizio, che la Destra storica ha costruito all’indomani dell’unificazione italiana.

[…] Miglio ora è riscoperto a dispetto di tutto, ma in fondo non c’è da stupirsi. Alla fine, il destino del genio è quello d’imporsi.

Esattamente 10 anni fa, il 10 agosto 2001, il Professore se ne andò per sempre. Ma il prossimo 25 agosto sarà finalmente in libreria Lezioni di politica, un’opera in due tomi, curata da Davide G. Bianchi e da A. Vitale edita dal Mulino, in cui sono riunite le Sue lezioni universitarie. Gianfranco Miglio è qui fra noi, è rimasto nei nostri cuori. Di Umberto è rimasto solo il fetore, lo stesso che emana lo Stato che ha contribuito, fino ad oggi, a far sopravvivere.

CGIA: boom della pressione fiscale; nel 2013 toccherà il record del 44,3%

9 Agosto 2011 Criticarium Itaglia il-parlamiasma, itaglia, verso-il-default

La CGIA ha fatto due conti sulle conseguenze della manovra correttiva. Ad sensum non avevamo dubbi, ma il conforto del “dato certo” ci rende la pena più dolce. Ora, visto che i tagli veri alla spesa pubblica non sono ancora stati messi in campo, che gli interessi sul debito sono destinati ad una impennata da brivido e che la crescita economica sarà ulteriormente depressa dall’aumento delle tasse, da dove si riusciranno a tirar fuori le risorse (ad esclusione dei Cavalieri senza macchia e senza paura di Milano Finanza) per far galleggiare questo Stato di merda?

Dalla patrimoniale, e sarà una “patrimoniale perfetta“, e non potrà avere sull’economia che le stesse conseguenze della famosa “tempesta perfetta“.  La domanda quindi non è se sarà, perché sarà, ma quanto sarà duro. Auguro a tutti un default morbido.

“Come era facilmente preventivabile – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – l’anticipo della manovra correttiva farà aumentare la pressione fiscale a livelli record mai toccati in passato.  Se le previsioni, prima della manovra correttiva, ci segnalavano una pressione fiscale nel 2013 al 42,6%, per raggiungere il pareggio di bilancio, gli effetti della manovra correttiva faranno salire il carico fiscale nel 2013 al 44,3%. Un 1,7% in più, rispetto alla previsione pre-manovra, che fa veramente paura”.

 

Stima della pressione fiscale dopo la manovra correttiva 2011-2013 (anticipata di 1 anno)

2010

2011

2012

2013

Maggiori entrate fiscali con manovra (mln euro)

0

1.400

10.081

28.284

Entrate fiscali totali (mln euro)

659.924

678.286

712.072

751.105

Pil nominale (mln euro) 1.548.813 1.593.314 1.642.432 1.696.995
PRESSIONE FISCALE (% Pil)

42,6

42,6

43,4

44,3

Elaborazione Ufficio Studi CGIA Mestre su dati Ministero dell’Economia e Camera dei Deputati

Milano Finanza e l’orizzonte degli eventi

9 Agosto 2011 Criticarium Itaglia blozzando, cronache-relativistiche, itaglia

Inizialmente ho pensato ad uno scherzo orchestrato sotto l’ombrellone. Ne avrebbero diritto, anche gli economisti di noiseFromAmerika. Invece è cruda realtà, almeno in questo intervallo spazio-temporale che ci accomuna.

Orbene, in questo universo si deve decretare l’esistenza, valida per tutti gli osservatori, a qualunque velocità si stiano spostando, a qualsiasi accelerazione siano sottoposti, di un appello di MF (Milano Finanza per l’Italia e gli italiani) teso a scacciare le tempestose nubi che si sono addensate sul Belpaese (di merda, ossimoro casuale). Leggere per credere: vi sono anche dei sottoscrittori (increspature dello spazio-tempo?).

L’evento (in senso relativistico)  è accompagnato anche da una singolarità: il buco nero di Napo capo emette energia. Lascio all’articolo Stingiamci a coorte, l’Italia chiamò su noiseFromAmerika la spiegazione di questo nuovo collasso gravitazionale.

l’indebitamento delle famiglie nella provincia di Belluno

8 Agosto 2011 Autonomia belluno-autonoma, dati-provincia-belluno, trentino-alto-adige

La CGIA di Mestre (Associazione Artigiani Piccole Imprese) ha pubblicato i dati dell’indebitamento delle famiglie italiane provincia per provincia. I dati si riferiscono al 31.12.2010.

[…] l’indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane – causato dall’accensione di mutui per l’acquisto della casa, dai prestiti per l’acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. – ha raggiunto i 19.198 €. Rispetto al dicembre 2009, l’indebitamento medio nazionale è cresciuto in termini assoluti di 3.268 €, segno che gli effetti della crisi si fanno sentire soprattutto sui bilanci delle famiglie italiane.

La provincia di Belluno si classifica al 69° posto su 107 con una media di 15.368 € di indebitamento, 2.395 € in più rispetto al 2009. Da segnalare il debito delle famiglie trentine (8° con 23.971 €) e quello delle famiglie altoatesine (22° con 21.757 €). Nel conteggio storico (seconda tabella), dal 2002 l’aumento del debito familiare è pari al +108,2% con una posizione pari al 72° posto (Trento è 69° con +111,3%, Bolzano ultima con un +60%). I dati completi sono scaricabili dal link della CGIA.

Rank

Province

Impieghi per famiglia
(in euro)

Diff. in val. ass. rispetto anno precedente (in euro)

1

Roma

27.727

5.333

2

Lodi

27.479

5.262

3

Milano

27.241

5.159

4

Prato

25.912

4.470

5

Varese

25.085

4.744

6

Como

24.608

3.912

7

Treviso

23.997

5.614

8

Trento

23.971

2.327

9

Bergamo

23.705

3.891

10

Pesaro e Urbino

23.608

4.411

69

Belluno

15.368

2.395

 

 

Rank

Provincia

Impieghi per famiglia

(var.% 2002/2010)

1

Taranto

+197,8

2

Caserta

+186,2

3

Napoli

+184,3

4

Chieti

+177,3

5

Varese

+170,4

72

Belluno

+108,2

il colmo della misura e l’utilizzo dei forconi

7 Agosto 2011 Criticarium Itaglia bastardos, belluno-autonoma, della-crisi, itaglia, veneto-stato

Sono convinto che la misura non sia ancora colma. Trovo tuttavia istruttivo quanto scritto da Leonardo Facco in questo post:

Fossi in voi comincerei a rimboccarmi le maniche! Ma non per lavorare ancora di più, ma per cominciare a menare le mani, perché se è vero – come è vero – che verranno aumentate ancora le tasse delle due l’una: o siete degli schiavi senza possibilità di redimervi (Etienne de la Boetie), oppure ad un certo punto perderete la pazienza e la smetterete di accettare pedissequamente i soprusi di quel branco di maiali (più eguali degli altri) che siede in Parlamento. […]

Nossignori, io sto cercando comunque di salvarmi le chiappe, nonostante voi democratici di destra e di sinistra. Il fatto è un altro, è che la storia della libertà è una storia di botte da orbi, soprattutto quando la misura diventa colma.

Ogni tanto penso alla condizione dei cadorini e più in generale dei bellunesi. Tranne pochi visionari, nessuno che si renda conto che stiamo morendo soffocati dallo Stato. Allo stesso modo la gente che popola il Veneto: rassegnati a lavorare e tirare il carro con la fronte bassa, e nulla più. Gli uni e gli altri ingessati, impossibilitati ad assumere coscienza della loro qualità di servi ed oppressi dallo Stato. L’idea di autonomia per i primi e dell’indipendenza per i secondi scalda solo qualche anima avanguardista. Gli altri dormono nella loro radicata infermità.

Ma Adams, nel suo bellissimo ed istruttivo libro, ci fa notare anche un’altra cosa: nessun satrapo ha mai mollato l’osso fino a quando non è stato preso a legnate sui denti. Nessun aguzzino di Stato (si chiami Equitalia, Esatri, Agenzia delle Entrate o come diavolo preferite) ha mai smesso di bussare alla porta dei sudditi, sino a quando i sudditi, dopo avergli aperto, hanno cominciato a rincorrerli, bastonarli, impeciarli e riempirli di piume per mostrali al pubblico ludibrio. A volte li impalavano nella pubblica piazza! […]

Dubito che le amebe possano avere un colpo di reni da cui partire per la riconquista delle libertà che ci sono state sottratte, tuttavia “mai dire mai”. La citazione iniziale di Étienne de La Boétie mi ha fatto ricordare di un articolo letto su Byoblu, Svegliati, servo!, che suona una melodia molto simile a quella intonata da Facco:

« Tiranno non è semplicemente l’Uno della monarchia assoluta, ma qualsiasi corpo politico che elimini il carattere pubblico del potere per utilizzarlo in modo da imporre agli altri la propria volontà ed i propri interessi; indipendentemente dal modo in cui questo potere è ottenuto, fosse anche attraverso il suffragio popolare. » (Étienne de La Boétie)

«Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!»
(da mettere in qualche modo in pratica)

crisi: cosa fare e cosa non fare secondo Michele Boldrin

7 Agosto 2011 Criticarium Itaglia bastardos, della-crisi, il-parlamiasma, itaglia

Ci sono letture, come questo articolo di Michele Boldrin su noiseFromAmerika, che contribuiscono a rasserenare un poco queste buie e funeste giornate.

Concordo sulla realtà che questo governo, più per ciò che non ha fatto che per quel poco che ha fatto, sia una vergogna nazionale da toglierci di dosso il prima possibile. Il Berlusca è ormai un pallido ologramma generato da un artefatto compiacimento di sé stesso, Tremonti è (politicamente) un morto che cammina (non ci si deve dimenticare che Voltremont è a capo di un potere inusuale, potendo governare da un unico scranno tanto le entrate quanto le uscite dello Stato).

La maggioranza è costituita da parlamentari che sono delle salme, dei corpi esanimi dai quali emana un fetore asfissiante: produttori di putrescina e cadaverina. L’opposizione è fresco letame in lentissima decomposizione: un domani lontano, a ciclo fermentativo concluso, potrà forse dar luogo a qualche fiore, ma ora è fetore.

Non mi piace l’idea che la politica si debba far da parte per lasciare spazio ad un governo “tecnico” o “del Presidente”, ma siccome di politico non è rimasto che un fetore indistinto, non vedo altra possibilità. Per le ideali elezioni nel 2012, Boldrin si dimentica di chiarire che non dovrebbero essere indette senza cambiare l’attuale sistema elettorale, per non trovarci nuovamente legati mani e piedi ai partiti, con candidature da essi imposte, senza avere cioè la possibilità di esprimere delle preferenze. Non credo che un governo tecnico abbia la forza di imporre nuove regole in questo campo.

A parte questo, Boldrin fornisce alcune (poche ma chiare) soluzioni ai problemi sul tappeto (leggi tutto):

Che fare? Poche cose, ma chiare, oltre che difficili.

(I) Cambiare governo. Mi rendo conto che questo sembri assurdo, che sembri la solita richiesta dell’economista che vuole i suoi amici al potere. Credetemi, non lo è e, se potessi, non la farei questa richiesta. Ma questo governo, ripeto, è sia screditatissimo che incapace. Deve andarsene. Siccome l’opposizione è composta di gente altrettanto incapace – anche se non altrettanto screditata e delinquenziale – l’alternativa non può venire da lì. Le elezioni vanno indette per maggio 2012. Nell’interim un governo del presidente (della BCE e della UE, a cui il signore che sta al Quirinale dovrebbe offrire la propria immagine di copertura) governerà il paese e prenderà tre o quattro provvedimenti seri.

(II) Riduzione degli stipendi dei funzionari della PA ministeriale e regionale per un totale pari al 25% in 4 anni, a partire dal 2012. Blocco totale del turnover per gli stessi soggetti. Questi NON sono tutti i dipendenti pubblici, ma quel milione e qualcosa che non serve a nulla e che, come documentato nell’ultima relazione della Bd’I, ha visto il proprio reddito reale crescere del 27% in otto anni.

(III) Cancellazione del cosidetto “federalismo”. Sua sostituzione con la riforma federalista che Sandro Brusco va suggerendo da tempo (e che ha degli antecedenti nobili che non dovrei menzionare …).

(IV) Riforma pensionistica immediata che porti, nell’arco di 15 anni, il rapporto spesa pensionistica su PIL al 10%. Le misure le sappiamo tutti e consistono, fondamentalmente, nell’innalzamento uniforme e progressivo dell’età di pensione, nella restrizione delle invalidità e nel passaggio immediato di TUTTI al regime della riforma Dini.

(V) Privatizzare tutto quanto lo stato possieda e che non sia fonte di produzione di beni pubblici (dove “bene pubblico” è come da definizione economica, non nel senso assurdo di “l’acqua è un bene pubblico”!!!). Quindi vendere tutta l’ENEL, l’ENI, la CDP, Trenitalia, la Rai, eccetera, eccetera. Tutti i proventi vadano a ritiro del debito. Idem, ovviamente, per le imprese di servizi locali, ma questo compito va gestito secondi i criteri in (III).

(VI) Liberalizzazione totale dei settori di cui sopra, oltre che di quelli dei servizi. La litania qui la conosciamo tutti, non vedo ragione di ripeterla.

Fatto questo mettiamo in cantiere la riforma fiscale, della scuola e dell’università e del mercato del lavoro. Ma per prepararle bene, vista la totale impreparazione, ci vogliono 6-12 mesi, quindi questo compito spetta al governo che, nei miei auspici, dovrebbe governare l’Italia a partire dal maggio del 2012.

Si’, lo so, è la solita lista dei sogni. Che altro posso fare?

P.S. Ovviamente abbiamo anche bisogno che la UE e, soprattutto, la BCE facciano la loro parte (quest’ultima in particolare: ci vuole un quantitative easing europeo e selettivo, usato come arma per forzare i paesi in mora a cambi drastici di comportamento) ma questo post è già lungo abbastanza. E poi, francamente, di Draghi mi fido.

P.P.S. Ah, parlando di Draghi: non credete sia possibile posticipare il pensionamento di Trichet al maggio 2012, rimandando a quella data l’arrivo di Mario Draghi a Francoforte come presidente della BCE? Nei nove mesi che intercorrono fra ora e quella data, avrei un altro lavoretto in mente per il signor MD …

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