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BIM-Gsp: quelli del PDL sono ancora sotto … ma verranno a galla

27 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik

Una vera e propria presa di posizione da parte del PDL bellunese sulla vicenda BIM-Gsp non c’è ancora stata. Bastava anche un po’ delle solite cavolate che sparano in giro, ci accontentavamo. E non occorreva certo arrivare alle alte performance dell’on. Paniz (anche se la causa berlusconiana è molto più seria ed importante di questa nostra partita dei pitocchi dell’acqua), o alla promozione della tisana bunga bunga di Bond.

Bene! Io ho una spiegazione. NO, non è perché sono delle facce di tolla, NO.

E’ molto più semplice. E’ che sono sovrastati dalla merda (politica, chiaramente) che li obbliga a tacere. Poi verranno a galla anche loro, come consuetudine. Ed allora parleranno. E noi li ascolteremo. Come sempre, basta aspettare.

Gli apprendisti stregoni del Consorzio Bim diano le dimissioni! Intervento del Pd Circolo Feltre

27 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

Premetto, come già fatto per l’intervento di Reolon, che sarebbe bastato un link all’articolo pubblicato su Bellunopress, ma la lettura sarebbe stata “impaccata”; allora ho dato un po’ d’aria e d’ordine al contenuto (il grassetto è mio) sperando in una sua migliorata lettura.

Devo rilevare che, leggendo la parte finale dell’intervento, il circolo PD Feltre e Seren del Grappa auspicherebbe che le dimissioni coinvolgessero non solo la Gsp ma «l’intero “Gruppo BIM” alla cui gestione l’attuale disastro è indissolubilmente legato». Oltre a scriverlo chiaro e netto la riga dopo. Questo spiega il perché nel titolo compaia il Consorzio e non (solo) la costoletta Gsp.

Negli ultimi giorni sta finalmente emergendo in tutta la sua gravità il disastro economico della gestione del ciclo dell’acqua della Provincia di Belluno causato dalla società pubblica G.S.P. spa. (appartenente al cosiddetto Gruppo BIM) di cui è presidente Franco Roccon, Sindaco di Castellavazzo.

Dopo mesi di inutili richieste di spiegazione in merito al comportamento tenuto dallo stesso Roccon, che dopo aver lanciato allarmi sulla stampa negava ogni problema, veniamo a sapere che i debiti di G.S.P. ammontano, per ora, a 50 milioni di Euro, tra cui speriamo vi siano anche quelli dovuti al Comune di Feltre. Non si tratta di una novità, in quanto tale cifra corrisponde a quanto iscritto a bilancio, ma che da il senso del disastro combinato, in pochi anni dal 2004 al 2010, dall’ineffabile Presidente di G.S.P. , per il quale le responsabilità di tale catastrofe sarebbero nell’Ordine dei seguenti soggetti:

  • In primis l’A.A.T.O. (Autorità Ambito Territoriale Ottimale composto dai Sindaci e presieduto dalla Provincia di Belluno) che nel 2004 avrebbe sottostimato il consumo d’acqua dei bellunesi, in modo tale che i ricavi della gestione non sarebbero stati sufficienti a coprire il costo del servizio e gli investimenti da effettuare.
  • In seconda battuta i Sindaci e lo stesso A.A.T.O. (cioè la Provincia) che si rifiutano di adeguare la tariffa dell’acqua, naturalmente aumentandola, ai reali consumi e costi del servizio.
  • In terza battuta gli stessi bellunesi che “inspiegabilmente” consumano il 20% di acqua in meno rispetto alla pianura.

Quali i rimedi proposti dal Presidente G.S.P. per far fronte all’emergenza? Obbligare i Sindaci che compongono l’assemblea dell’A.A.T.O. e la Provincia che lo gestisce, ad aumentare le tariffe riscuotendo dai cittadini bellunesi anche i relativi conguagli, a partire dal 2004, fino ad arrivare alla somma di 28 milioni di Euro, corrispondente al presunto mancato incasso di G.S.P.

Ma cosa credono il signor Franco Roccon ed i suoi amici del “Gruppo B.I.M.” che i bellunesi risparmino sul consumo dell’acqua, misura facile da attuare in una Provincia ricchissima di questo elemento, perché quella da loro fornita costa troppo poco? O perché sono stufi di essere tosati, come pecore matte, per un servizio scadente che è sotto gli occhi di tutti.

Perché il Presidente di G.S.P. non chiarisce quali siano gli investimenti congruenti con il Piano d’Ambito dell’A.A.T.O. e quali quelli effettuati invece al di fuori di questo strumento di programmazione? Dove sono andati a finire i soldi delle bollette che avrebbero garantito, come hanno sempre fatto prima per i singoli Comuni, l’equilibrio dei conti del servizio? Ma cosa crede Franco Roccon che le società per azioni vengano create per fare  debiti e non per garantire dei dividendi ai soci?

Su questo punti è bene essere chiari fin da subito, il Circolo di Feltre e Seren del Grappa del Partito Democratico si opporrà, in ogni sede e con qualsiasi mezzo, ad ogni ipotesi di aumento delle tariffe e di privatizzazione del servizio. Come uscire dunque da questa situazione garantendo alla nostra gente un servizio idrico efficiente e ad un prezzo equo?

Prima di tutto con le dimissioni di tutto il Consiglio di Amministrazione di G.S.P. e l’avvio di una azione di responsabilità per arrivare a determinare con esattezza dove e come sono stati spesi i soldi delle nostre bollette. Successivamente affrontando il problema del risanamento della società che non può essere separato da quello dell’assetto complessivo dell’intero “Gruppo BIM” alla cui gestione l’attuale disastro è indissolubilmente legato.

Non è infatti possibile che gli “apprendisti stregoni” del “Consorzio BIM” non si assumano in pieno le responsabilità di un sistema economico e politico costruito partendo dalla disponibilità di cassa di un Ente pubblico e dunque con il denaro di tutti i bellunesi.
Partito Democratico – Circolo di Feltre – Seren del Grappa

BIM-Gsp e il buco dell’acqua… Intervento del consigliere regionale Pd Sergio Reolon

27 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

Almeno un gallo ha cantato (dei tre che abbiamo in consiglio regionale), e mi sembra che l’abbia fatto in modo forte e soprattutto chiaro. Chissà che anche Bond, dopo aver sistemato la faccenda dei pendolari (ha chiesto aiuto anche a Capitan Ventosa…), non si affacci al balcone. Idem Toscani.

Nel frattempo, non avevamo dubbi, si è deciso un aumento del 5% delle bollette che pagherà Pantalone (chissà perché la cosa non ci coglie di sorpresa).

Premetto che sarebbe bastato un link all’articolo pubblicato su Bellunopress, ma la lettura sarebbe stata “impaccata”; allora ho dato un po’ d’aria e d’ordine al contenuto (il grassetto è mio) sperando che risulti più digeribile.

E’ un buco o sono debiti esigibili? Buona o cattiva gestione? Colpa degli amministratori della società, dell’ATO o di chi altri? Molte voci si sono sollevate a discutere sulla gestione del servizio idrico, sulle eventuali responsabilità nella conduzione della società BIM/GSP, sulle prospettive del servizio e sul rischio che si scarichino sul cittadino i costi degli errori compiuti.

Ognuno rivendica la sua parte di verità, ma il tema vero è cercare di andare alla radice del problema per evitare di ripetere scelte sbagliate, o non sufficientemente meditate, e di trovare soluzioni in cui chi non ha alcuna responsabilità sia, alla fine quello che paga, cioè il cittadino utente del servizio. Ci sono sicuramente state scelte gestionali discutibili che personalmente ho sempre evidenziato, ma la questione vera, di fondo, sta nella decisione di affidare il servizio alla GSP e nella modalità con cui questo è avvenuto.

Riepiloghiamo brevemente. Entro Giugno 2003, in virtù della normativa (legge Galli e Legge Regionale 5/96) l’ATO (organismo composto da 66 comuni dalla nostra provincia), deve affidare la gestione del servizio tramite gara ad evidenza pubblica oppure direttamente ad una società interamente pubblica. I sindaci si orientano per l’affidamento ad una società interamente pubblica e cioè la BIM/GSP composta da tutti i comuni della provincia.

Io, che seguivo allora la questione in qualità di assessore provinciale alla tutela delle acque, sono invece per una ipotesi di società mista sulla falsariga dell’esperienza già fatta, con successo, per la Dolomiti Bus. Di cosa si trattava? Di indire una gara pubblica europea per individuare uno o più soci privati interessati ad acquisire fino al 40% di una società composta per almeno il 60% da enti pubblici.

Può sembrare una contraddizione rispetto al mio impegno per la tutela delle acque, ma non lo è. Faccio questa proposta perché:

  1. la maggioranza e quindi l’indirizzo, le finalità ed il controllo sarebbero state saldamente nelle mani degli enti pubblici (i comuni);
  2. la gestione industriale sarebbe stata esercitata dalla società partecipante (pubblica o privata non importa) che avrebbe avuto già una competenza nel settore e avrebbe potuto apportare conoscenze e professionalità di cui era totalmente priva una società come GSP che aveva fatto altri mestieri ma di acqua non sapeva nulla;
  3. questa società avrebbe apportato capitale fresco necessario per avviare la gestione senza ricorrere, come invece è stato, all’indebitamento, scaricando sulla tariffa il costo degli interessi;
  4. affidando la gestione tramite gara si sarebbe evitato il conflitto d’interesse e garantito trasparenza a tutto l’iter;
  5. a quel tempo eravamo all’avvio del processo di gestione e ci sarebbe stato interesse di società esterne anche per una realtà poco interessanti dal punto di vista del volume d’affari come Belluno.

I sindaci vollero invece affidare il servizio alla BIM/GSP senza gara e sulla base di un piano d’ambito che tutti sapevano bisognoso di un notevole approfondimento e messa a punto. Non  c’era infatti tempo per questo visto che la norma prevedeva che per poter affidare direttamente il servizio senza procedura di gara bisognava farlo entro giugno 2003.

Si affidò così il servizio ad una società priva di professionalità specifiche, priva di capitale adeguato, su presupposti di un piano inattendibile e aprendo un conflitto d’interessi imbarazzante e imbalsamante. E’ ridicolo il gioco allo scaricabarile che il consiglio di amministrazione della società ha cercato di praticare. Da una parte e dall’altra ci sono gli stessi enti e le stesse espressioni istituzionali. Evitiamo quindi di cadere nel ridicolo. E soprattutto cerchiamo di capire cosa vogliamo fare per il futuro.

Ho cercato di ricostruire come sono avvenuti i fatti non per il piacere di individuare responsabilità, che ci sono e pesanti, di ordine politico ancor prima che di gestione della società, ma per evitare che si ripercorrano strade che se sono state sbagliate ieri lo sarebbero ancor di più e più colpevolmente oggi.

Ma chi gestirà questa fase? L’ATO. Su questo, al momento, a legislazione vigente non ci possono essere dubbi. E qui sta esattamente l’altra debolezza di tutta la vicenda. La funzione di indirizzo e di controllo è persino più delicata e difficile di quella di gestione. Richiede competenza, professionalità, autorevolezza, credibilità. Tutto ciò che un soggetto come l’ATO non possiede e, così pensato, non potrà mai possedere.

Entro il 31 dicembre l’ATO deve fare la gara per l’ingresso dei privati nella società; entro il 31 marzo la Regione deve emanare la legge di riforma degli ATO. Un guazzabuglio. E’ utile che il Consiglio Regionale si dia una mossa per fare una legge che avrebbe dovuto fare già da due anni e mezzo.

Sergio Reolon

Bim-Gsp e i 50 milioni di debiti con le banche. Italia dei Valori: il fallimento di GSP divenga effettivo

26 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

Nell’intento di far sapere come viene visto il “Buco dell’Acqua” da 50 milioni di euri dai vari punti di vista …

Sembra che il consiglio d’amministrazione di GSP non intenda dimettersi, mentre tenta di imbrogliare la popolazione affermando che “non c’è buco, perché i debiti sono crediti“. Sono debiti o sono crediti? Siccome le concessioni sono pubbliche, cioè gli acquedotti non sono di proprietà di GSP, allora la società apra istanza di fallimento e depositi i bilanci in tribunale.

L’Italia dei Valori è stato il primo partito a denunciare lo stato dei conti di GSP e a sollevare il problema dell’attuale assetto societario.  Il pasticcio è dovuto al fatto che chi doveva controllare i controllati non ha controllato un bel nulla, perché controllori e controllati sono sempre gli stessi. Controllori e controllati che fanno anche da soci e da gestori, in un conflitto d’interessi gigantesco.

La ricetta dei controllori e dei controllati? Aumentare le bollette. Ma per nessun motivo a pagare i loro sbagli devono essere gli utenti con aumenti tariffari. GSP ha già fatto pagare un prezzo più elevato per l’acqua, rispetto a prima. Nonostante questo e nonostante l’errore di stima dei consumi, i controllori e i controllati hanno investito lo stesso, in linea con le previsioni errate, come niente fosse. Come effetto i debiti sono aumentati.

Nel mezzo, importanti appuntamenti elettorali nei quali era meglio, per certa politica, che non venissero alla ribalta i fatti.

E adesso eccoci qui a commentare il brillante risultato della governance. Chi ha responsabilità ne prenda atto invece di rimpallare colpe che, comunque, rimangono sempre nello stesso circuito, o farsi aiutare dal soccorso azzurro del Popolo Della Libertà, che quando si tratta di difendere l’immoralità nella politica si trova sempre in pole position.

(IDV – Belluno)

vieni in via Broilo a trovarmi, ti farò vedere alcune comodità gentilmente offerte dall’amministrazione …

26 Febbraio 2011 Decoro urbano Decoro urbano, la-parola-ai-lozzesi, lavori-pubblici, promesse-mancate

Le prodezze di cui è stato capace il BIM-Gsp mi hanno impedito, lunedì scorso e nei giorni seguenti, di pubblicare questa galleria di foto. Mica niente di nuovo, la situazione il sindaco la conosce benissimo, non foss’altro perché il luogo è a 50 passi dal municipio. Inoltre, affianca il “Tempio della Cultura” (concertorium) quindi …!

Gianluigi Nardei si chiedeva se anche quest’area avrà la fortuna di essere fra le 40 che verranno sistemate. E’ giunto alla conclusione che SI, lo sarà, senza alcun dubbio. Non foss’altro (e daiiie) che per la vicinanza, oltre che al municipio, anche alla Piaza Granda, centro del paese (facciamo 80 passi tra le due?).

C’è da dire che il luogo è piuttosto frequentato dai notabili di palazzo in quanto il ristorante-bar “Ai Pellegrini” paga un affitto che entra nelle casse del comune. Quindi, tanto per essere chiari, è giocoforza che l’area venga sistemata, NO? Cristo Santo, un po’ di decoro va concesso almeno a chi partecipa al rinsanguamento delle anemiche casse comunali.

Per quanto riguarda le altre aree del feudo di Broilo, non sappiamo se il signorotto avrà la bontà di concederne il restyling. Staremo a vedere! E’ inoltre trapelata la voce che, quanto prima, l’amministrazione  del Botanico palazzo dovrebbe essere in grado di identificare in Google Map i punti di intervento, alla stregua di quanto qui da me proposto a solo scopo didattico (il link si apre su una nuova scheda).

Segnalo inoltre le “immagini della discordia” pubblicate l’estate scorsa (discordia-1, discordia-2: i luoghi, invece di essere come quelli qui evocati immediatamente ad est del “Concertorium – Tempio della Cultura”, sono … immediatamente ad ovest, discordia-1 in particolare). Per un compendio sulla vicenda ecco l’elenco di tutti gli articoli della Crociata di Gigi.

Che altro dire? Lasciamolo dire ad un commento dello stesso Gianluigi che qui riprendo. Ancora una sola e banale nota: i cassonetti sono 9, non 8 come segnalato da Gigi.

Caro apolitico vieni in via Broilo a trovarmi, ti faro’ vedere alcune “COMODITA’” gentilmente offerte dalla nostra amministrazione (SECONDO MANDATO!) comincia dal parcheggio di fronte al campanile, controlla bene i porfidi ammira la ringhiera ! la parte bassa del parcheggio è ancora parcheggio oppure come vedo io è una piazzola dell’”ECOMONT”, ci sono N.8 cassonetti circondati da sporcizia, un cumulo di terra, un cumulo di porfidi, […]

I pendolari dei treni hanno un nuovo santo protettore: San Bond!

25 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik

Mentre “infuria” la polemica sul BIM-Gsp per il “Buco nell’Acqua” gestionale (qui la serie di articoli sul BLOZ), anche se va segnalato che ci deve essere ancora chiarito con certezza di che tipo di buco si tratti, gli esponenti del Pdl (ma non solo) battono tutti in ritirata, chissà perché. Si sono chiusi nella loro toilette per pisciare e quindi non si possono raggiungere/disturbare: ma sta pisciatella prima o poi dovrà finire.

Il consigliere Bond, dopo essersi cimentato nella veste di vigile del fuoco, “Mi rivolgo a chi può fare qualcosa perché sblocchi questa situazione, da Roma a Venezia” (incendio monte S. Mauro), non trova niente di meglio (invece di dire qualcosa di sensato sulla vicenda BIM-Gsp) che fare del sano populismo su una vicenda di non trascurabile serietà (se sei uno dei passeggeri del treno), ma non propriamente tragica per tutta la provincia (come potrebbe invece diventare la vicenda del “buco”). Ecco alcune perle di questo sano populismo:

“Mi attiverò perchè in questo genere di casi venga restituito parte dell’abbonamento”

“Farò una segnalazione del disguido all’assessore regionale Renato Chisso e alle strutture della Regione perchè tengano in considerazione questo nuovo episodio”

“Ogni volta che ci sarà un disservizio, farò una segnalazione, come peraltro ho già fatto. Spero che eventuali sanzioni possano servire”

“Ci sono dei meccanismi che consentono la restituzione di parte dell’abbonamento. E’ una questione da approfondire”

Ora, se per questa vicenda il consigliere regionale Bond farà tutte queste cose, cosa sarà disposto a fare per la vicenda BIM-Gsp? Ce lo stiamo domandando in molti.

Altra innocente domanda: i 10.000 € al mese che percepisce un consigliere regionale (più o meno), non sono uno stimolo adeguato per affacciarsi al balcone e dire qualcosa che non siano le solite cazzate?

Attendiamo speranzosi.



P.S. Se con l’arrivo della primavera la spossatezza si fa sentire, il consigliere Bond potrebbe ricorrere alla sua recente trovata: la “tisana bunga-bunga“.

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