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Prima chel che serve pal paes. Dopo, don a balà e ciantà (e spende)

26 Gennaio 2010 Auditorium, Digo la mea, Turismo e dintorni arredo-ambientale, concertorium


Sparare sul concertorium è come sparare sulla Croce Rossa, non se ne esce. Infatti io non sostengo che i concerti non vadano fatti (in assoluto). Mi piace però valutare i costi ed i benefici, in rapporto ad altre variabili, così da disegnare un “quadro globale”.

Ormai sappiamo tutti che un solo concerto ci è costato 3400 €, lo si può vedere dalla delibera che riporto nell’articolo Ecco i costi del concertorium. Per celestiale che sia stato, il coinvolgimento intendo, esso va commisurato con ciò che “ha dato” e con ciò che “ha tolto” (in termini di risorse).

Non dimenticandoci poi, che il tutto si è risolto nel giro di un’ora. Iniziamo col dire alla gente che, varcata la soglia della porta della chiesa, essa si rende partecipe della spesa di 3.400 € (in una manciata di minuti), poi vediamo quanti storcono il naso.

Andiamo a vedere, invece, cosa stava succedendo da un’altra parte del paese, mentre FILOarmonico e tanti altri si beavano con la musica solenne (senza addebitare loro alcuna colpa). Parliamo di semplici passeggiate, percorsi per passeggiare, fare due passi, camminare, fare escursioni, fate un po’ voi.

Bene. La strada di Ligonte (o Filuoi) ed il tratto da Val a Le Spesse, da ritenersi passeggiate da destinare ad uso e consumo di locali e villeggianti, elemento fondamentale della nostra offerta turistica, fino al 17 agosto sono rimasti, in chiave turistica, impresentabili, essendo “invase” dalla vegetazione di sponda (vedi foto a fine articolo). Il 18 o 19 agosto una ditta esterna ha provveduto alla manutenzione dei percorsi. Dal 20 agosto, come sapete, la fetta più grossa dei villeggianti si ritrasferisce presso la proprie dimore. Un tempismo eccezionale, quindi.

La strada dele vace, tratto della Traversata del Cadore, è stato pulito nei primi 30 metri, all’imbocco. La passeggiata di Loreto è rimasta più vergine di una educanda di antica memoria. La passeggiata di Costa, Pianizole-Val-Manadoira, per capirci, è stata manutenuta invece il 10 luglio, dagli “operai” della Comunità Montana (dimentichiamoci poi totalmente della strada della Val Longiarin e della strada del Genio oltre Le Spesse).

Morale “daniliana”: quando il nostro territorio avrà avuto tutte le cure che sono indispensabili ed irrinunciabili per sostenere e conseguire un buon sviluppo turistico, allora, e solo allora, per quanto mi riguarda, sarà possibile spendere 3400 € per dilettarci col concertorium (ricordate il panem et circenses evocato sul BLOZ da più parti? qui e qui ).

Qualcuno potrebbe dubitare che le passeggiate siano davvero, come ho poc’anzi sostenuto, “un elemento fondamentale della nostra offerta turistica”. La lezione di marketing turistico n. 4, che conto di pubblicare domani, potrebbe far luce sulla cosa.

Prima chel che serve pal paes. Dopo, don a balà e ciantà (e spende).

Lezioni di marketing turistico: lezione n. 3 – ma dove vai, se un posto per dormire non ce l’hai?

25 Gennaio 2010 Lezioni di marketing turistico, Turismo e dintorni affittacamere, albergo-diffuso, marketing-turistico, ricettività-turistica

Per il paese di Lozzo di Cadore è perfettamente inutile sviluppare un sistema di prodotti turistici in grado, potenzialmente, di attrarre e canalizzare flusso turisitico, se poi le ricadute economiche più importanti non sono godute dalla nostra gente ma da chi, nel comprensorio cadorino, è in grado di fornire i servizi d’accoglienza indispensabili al pernottamento del turista.

Il nostro paese ha bisogno, in poche parole, di affiancare all’offerta dei prodotti turistici, Roggia dei Mulini, Museo della Latteria, Sentiero botanico Tita Poa, Anelli e Vie di Lozzo di Cadore, per fare alcuni esempi, una rete di accoglienza-pernottamento in grado di generare un beneficio economico diretto.

La vicenda del dgr 1598 è raccontata dai seguenti articoli:

  • Azione pilota del Dgr 1598: la Regione Veneto lancia un nuovo gratta e vinci
  • Che fine ha fatto il progetto per affittacamere, azione pilota del dgr 1598? (1a parte)
  • Che fine ha fatto il progetto per affittacamere, azione pilota del dgr 1598? (2a parte)

Da questa vicenda, in particolare dal progetto pilota legato al dgr 1598, ed alle possibilità di sviluppare un minimo di sistema di accoglienza extra-alberghiero, avanzo queste semplici proposte.

E’ da chiarire subito, se mai ce ne fosse bisogno, che l’accoglienza cui possiamo aspirare, anche in relazione alla struttura urbana che caratterizza il nostro paese, passa attraverso la valorizzazione del “borgo”, inteso come unità territoriale di accoglienza. Questo vuol dire, sostanzialmente, che l’accoglienza potrà essere strutturata nella forma di:

  • affittacamere
  • bed & breakfast
  • albergo diffuso

Ora, bisogna subito chiarire un’altra cosa. Non ci si può illudere che il turismo possa diventare un elemento fondante del reddito della nostra gente, ma ritenere che esso possa sostenere ed integrare la nostra economia questo sì, lo possiamo credere (dobbiamo farlo).

Un’altra precisazione. L’azione pilota del dgr 1598 ha portato ad ognuno dei 4 progetti selezionati 575.000 €, proprio per sviluppare la capacità ricettiva extra-alberghiera. E’ certo che la programmazione decentrata metterà altri 18 milioni di euro a disposizione anche per il 2010, non è invece certo se l’azione pilota sarà ugualmente finanziata (sembrerebbe di sì, ma con regole diverse dalla precedente, in ogni caso non vi è ancora la certezza).

Valutando quest’ultimo elemento, bisognerà che la nostra amministrazione si attivi per tempo, non aspettando l’8 di agosto come l’anno scorso, per chiamare a raccolta la gente e spiegare loro, senza farsi illusioni, le opportunità che sono in gioco. Per tempo vuol dire oggi, domani o al massimo dopodomani. Ad aprile è già tardi.

Io però mi sto convincendo di una cosa. Dimentichiamoci di “correre” per presentare un progetto che forse (vedi anche imminenti elezioni regionali) farà fatica ad essere chiarito anche nelle sue sole modalità applicative. Spogliamoci di tutto e proviamo a delineare quali sono le possibilità che si possono perseguire.

Cosa fare dunque. Semplice. Organizzare dei veri incontri con la gente per descrivere ciò che si può o si dovrebbe fare in termini di accoglienza, chiarendo le opportunità legate ad ogni approccio: affittacamere, b&b, albergo diffuso. Ciò che va fatto capire è che investire nella sistemazione di una camera con l’intento di offrire ospitalità, può essere meno oneroso di ciò che si crede, offrendo a sé stessi un’opportunità economica di sostegno e integrazione al proprio reddito, e partecipando al rinnovamento del proprio paese, qualificandolo anche dal punto di vista urbanistico.

La gente deve incominciare a ragionare e soprattutto a confrontarsi su questi temi. Suggerivo che una delle più belle cose che si potrebbero fare è organizzare una “gita” in corriera a Sauris o Comeglians, lì dove l’albergo diffuso è una realtà consolidata, per farsi spiegare, da chi ci lavora e trae soddisfazione economica, quali sono i problemi e come vanno affrontati (c’è da dire che in Veneto l’albergo diffuso non è ancora una realtà normata; la legge che istituiva tale modalità d’accoglienza è per il momento ferma, così mi è stato detto in Regione, alla 6a commissione).

Feltre è sede di uno dei 4 progetti, titolato “Camere con vista“, selezionati dalla Regione Veneto. Qualcuno dei nostri amministratori potrà (credo e spero) valutare personalmente quali sono gli elementi che hanno caratterizzato questo progetto, cercando di farne tesoro nel momento in cui dovrà essere calato nella nostra realtà (niente da dire se i nostri amministratori vogliono visitare ed imparare dagli altri 3 progetti approvati).

Chi è, secondo voi, che in questo momento storico dovrebbe porsi alla guida di queste cose, fornire informazioni e incitamento, approfondimento e sostegno? Chi è che deve assumersi il ruolo di faro e come tale fare luce ed indicare la strada da seguire?

Qualcuno lo dovrebbe fare. Magari il sindaco, o l’assessore al turismo, o qualcun altro dell’amministrazione che sente di conoscere bene la materia (nell’incertezza possono sempre ricorrere ad un professionista esterno, consiglio la figura dell’architetto polivalente).

Anche la minoranza potrebbe. Essendo però ancora in letargo, a quanto ci è dato vedere, bisognerebbe accelerare l’arrivo della bella stagione, cose fuori dalla nostra reale portata.

Non resterebbe che la Pro loco. E’ tuttavia risaputo che alle Pro loco si ricorre tutte le volte che, dovendo risolvere un problema spinoso, si ha il bisogno di trovare qualcuno da additare in caso di insuccesso.

Lozzo di Cadore, il paese dei Flintstones: Wilma, passami la delibera ….

21 Gennaio 2010 Digo la mea, Informa-Lozzo libera-informazione, non-trasparenza, pubblicazione-delibere


Era da qualche giorno che stavo pregustando il momento in cui avrei visto sul mio lettore RSS apparire de delibere di giunta del comune di Pieve di Cadore.

Nell’articolo “La libertà di dire ciò che pensiamo” segnalavo che il comune di Pieve, in virtù di quanto stabilito dalla Legge 18 giugno 2009, con il 1° gennaio 2010 avrebbe iniziato a pubblicare su internet tutta la documentazione inerente l’attività amministrativa, in primis le delibere di giunta e di consiglio (fatta esclusione per i progetti eventualmente allegati).

Aggiungevo poi la considerazione che qui evidenzio:

“Può darsi che mi sbagli, ma secondo il mio modesto parere, il sistema altamente democratico vigente nell’oligarchia lozzese non si piegherà volentieri a questo nuovo sistema, i dinosauri della politica amministrativa non concederanno facilmente una leva del loro potere, tenere la gente nell’ignoranza ha i propri indubbi vantaggi”.

I nostri cari e nostrani dinosauri della politica stavano già sbavando dalla rabbia, costretti da una legge dello Stato (che ha tolto valore legale alla carta, conferendola alla pubblicazione sul sito isituzionale) a pubblicare le delibere, quelle finora nascoste al mondo della Rete.

Documenti che altro non sono che atti con cui misurare quanto di buono, o meno buono, stanno facendo gli aministratori che la gente ha votato perché fossero al nostro servizio, semmai, e non viceversa, come succede a chi è suddito.

Dicevo che stavano sbavando. Poi l’Italia dalle 1000 proroghe ha concesso loro ancora 6 mesi (sempre che non salti fuori un’altra proroga). Staremo a vedere. Ma devono iniziare a rassegnarsi, pian pianino, senza scosse, non fa male, ve lo giuro. Quel giorno arriverà.

Nel frattempo mi sono collegato con il sito di Pieve di Cadore ed ho dato un’occhiata alle prime delibere dell’anno. Una ha attirato la mia attenzione. Se volete potete leggerla anche voi, si trova a questo indirizzo (è un documento pdf relativo al concertorium di Pieve, con una sorpresina …).

Così sperimentate come dovrebbe essere gestita l’informazione in un comune normale. Pieve, sia chiaro, ha il solo merito di non aver tergiversato in questa circostanza, perché fino a ieri era comunque preistoria, come tutti i comuni del Centro Cadore. Lozzo di Cadore si distingueva in questo già nel 2003-2004, come sapete, perché già allora con l’amministrazione Alessandro Da Pra le delibere erano online, a disposizione di tutti. Poi sono arrivati loro, “gli innovatori flintstoniani“, ed hanno spento tutto.

La sorpresina, dicevo. Nella delibera segnalata, si viene a sapere che l’orchesta Dolomiti Simphonia si è offerta di fare, al Cos.mo di Pieve, 7 concerti + una conferenza per la somma di 3.000 €.

Domanda: pagando 3410 € per un solo concerto (vedi mio articolo sui costi del concertorium), i nostri amministratori eli stade semplicemente mondeste o l ai ciapou anche nte l …?

Mhaaaaa!!!


P.S. 1- ele poco porzele ste delibere su internet? 2-può darsi che la “formula concertoria” sia diversa, che l’una contempli 200 orchestrali e l’altra due soli professori d’orchestra, non sono io a doverlo spiegare. Speriamo che qualcuno si degni di farlo, altrimenti resterà sempre il tarlo “che chi da Loze à spendù 3.400 € pa n concerto, quan che chi da Pieve con 3.000 i se a sentù 7 (che bale) pi na conferenza …”.


Foto: Flickr (Aaron Jacobs)

Lozzo di Cadore: che fine ha fatto il progetto per affittacamere, azione pilota del dgr 1598? (2a parte)

21 Gennaio 2010 Informa-Lozzo, Turismo e dintorni affittacamere, ricettività-turistica

Nel seguire attraverso la stampa gli avvenimenti che accadono in Cadore, non mi è capitato di leggere nulla relativamente alle azioni pilota cui faccio riferimento in questo e nella prima parte dell’articolo, cui rimando il lettore per un eventuale approfondimento.

Con riferimento al Dgr 1598 sono stati invece pubblicati articoli su altre elargizioni, quelle relative ai progetti pubblici previsti nel decreto, la traversata del Cadore per esempio (sulla quale scriverò a breve).

Seguendo l’attività della Regione attraverso gli RSS, non mi è sfuggito invece alcuno dei comunicati stampa o delle delibere prodotte dalla giunta regionale, che già il 23 dicembre 2009 ne davano notizia. Riporto qui la parte relativa alle quattro azioni pilota, sottolineando quella di Feltre, più vicino a noi, dal titolo forse banale ma profondamente evocativo:

  • “Soggiornare nelle antiche valli dei conti e dei signori”. Comune di Valli del Pasubio (Vicenza). Contributo: 575 mila euro.
  • “La ricchezza del fiume, il calore dell’accoglienza”. Comune di Taglio di Po (Rovigo). Contributo: 575.000 euro.
  • “Feltre. Camere con vista”. Comune di Feltre (Belluno). Contributo: 575 mila euro.
  • “Riqualificazione degli elementi urbani del centro storico di Molina”. Comune di Fumane (Verona). Contributo: 575.000 euro.

Io però sono curioso per cui ho aspettato che uscisse la delibera di assegnazione per prendere atto più compiutamente degli allegati. In uno di questi, quello C, ho potuto verificare le 10 proposte di azioni pilota presentate alla Regione Veneto (la quale ne doveva poi scegliere quattro, quelle elencate poc’anzi).

Ho scoperto che il progetto pilota proposto dalla nostra IPA-Dolomiti Venete (Intesa programmatica d’area) era relativo a Fornesighe, borgo di grande bellezza che conosco, peraltro, relativamente bene. Mi sono quindi chiesto dove fosse finito il “nostro” progetto, quello presentato dai nostri 6-7 soggetti per il tramite del comune di Lozzo di Cadore (scrivo 6-7 perché uno dei due dovrebbe essere il numero corretto).

Ho quindi telefonato al Dipartimento Programmazione della Regione Veneto. Qui mi è stato detto che il progetto era stato allegato ma, in ossequio a quanto previsto dal dgr 1598, ogni IPA poteva presentarne uno solamente, pur allegando tutti gli altri (ma solo per dare un’idea dell’interesse dimostrato dal territorio riguardo all’azione pilota).

Il solerte e gentilissimo funzionario mi ha poi letto la delibera dell’IPA-Dolomiti Venete, di cui il nostro Centro Cadore fa parte, nella quale si definiva che: “preso visione dei progetti presentati da Cibiana, Lozzo di Cadore, Fornesighe, un’altra località in Centro Cadore ed un’altra in Comelico (non ho capito quali fossero), si delibera di scegliere come progetto da proporre alla Regione Veneto quello di Fornesighe” (che alla fine, comunque, non rientra tra i 4 “vincitori”).

Tutto ciò succedeva ad agosto 2009, non ho ben capito se il 19 o il 29, ad Agordo, nella sede della comunità montana. Un diligente piccione viaggiatore liberato ad Agordo alle 8 di mattina, credo possa giungere a Lozzo di Cadore per mezzogiorno. Una telefonata sta meno.

Morale: alla fine di agosto 2009 nessuno poteva sapere quale progetto sarebbe stato selezionato dalla Regione Veneto, fra quelli proposti, ma certo era che non poteva essere quello di Lozzo di Cadore, essendo questo stato “bocciato” dalla stessa IPA proponente.

Tutto ciò, lo ammetto, non dà la certezza assoluta che a Lozzo già si potesse sapere l’esito della cosa, perché è evidente che il deliberato dell’IPA può non essere giunto a conoscenza dei nostri amministratori. Nel qual caso dovrei ricorrere ad un altro esempio avicolo, cambiando però specie.

Conclusioni finali: fate un po’ voi.


Foto: Flickr (toprural)

Lozzo di Cadore: che fine ha fatto il progetto per affittacamere, azione pilota del dgr 1598? (1a parte)

20 Gennaio 2010 Informa-Lozzo, Turismo e dintorni affittacamere, ricettività-turistica

Credo che pochi si ricorderanno dell’ “azione pilota” introdotta in via sperimentale dal Dgr 1598 (decreto giunta regionale). Ve ne ho parlato nell’articolo Azione pilota del Dgr 1598: la Regione Veneto lancia un nuovo gratta e vinci.

L’azione pilota era stata attivata “al fine di favorire l’incremento della ricettività turistica extra alberghiera, con riuso di edifici esistenti, in quei Comuni ancora non sufficientemente interessati da attività turistiche, ma potenzialmente suscettibili di un loro sviluppo”.

Uno spirito, quello che ha animato questa azione, assolutamente condivisibile, in quanto è proprio di questo che ha bisogno il nostro paese: sviluppare la ricettività extra-alberghiera, attraverso nuovi B&B (Bed & Breakfast) ma anche, in particolare, attraverso l’offerta di affittacamere.

La cosa che invece ho giudicato orrendamente vergognosa, a carico della nostra amministrazione, è che per indire una riunione pubblica nella quale spiegare ciò che il dgr 1598 prevedeva riguardo all’ azione pilota (incremento ricettività turistica extra albergiera), si sia giunti all’8 agosto.

Il giudizio di orrendamente vergognoso è legato al fatto che, scrivevo nell’articolo precedentemente citato: “la delibera (di cui l’azione pilota in esame è solo una scheggia) è del 26 maggio 2009, diventa norma il 12 giugno 2009. Per una serie di ragioni la riunione per descrivere le finalità e modalità di accesso all’azione descrittiva è stata fatta ieri, 8 agosto 2009, ore 16 presso la sala consiliare. Il bello è che le adesioni-progetto devono essere presentate entro l’11 agosto (non è uno scherzo)“.

Comunque, entro i termini previsti, una proposta facente capo al nostro comune, comprendente 6 o 7 soggetti, è stata presentata. Non faccio fatica alcuna ad immaginarmi quanto sia stata raffazzonata, visti i tempi a disposizione e considerando che il 10 agosto c’era anche San Lorenzo, festa patronale.

C’è qualcuno, fra gli amministratori, che sa qualcosa di preciso in merito all’esito delle proposte presentate?

Non ho alcun dubbio che c’è.

Ma, visto che c’è, non ritenete che sia doveroso da parte dell’amministrazione, anche attraverso il sito, ma meglio con un contatto personale (per questo caso), portare a conoscenza i 6-7 soggetti che si sono resi disponibili nel presentare i progetti di “affittacamere”, dell’esito finale della proposta (con conseguenti considerazioni)?

L’avete fatto? Non so gli altri, ma uno l’avete lasciato fuori di sicuro, l’ho sentito al telefono poco fa. Nel gruppo dei proponenti c’era anche l’assessore Cristian Baldovin. Ho ragione di credere che lui potesse sapere tutto fin dalla fine di agosto. Volete sapere perché? A breve ve lo spiego, nella seconda parte di questo articolo.

Morale: il cittadino va trattato da cittadino, non dico che vada coccolato, ma adeguatamente informato sì. So che la cosa vi riesce difficile, abbiamo capito da tempo che volete forzatamente tenerci nell’ignoranza, per esempio negandoci il diritto di consultare efficacemente su internet le delibere dell’attività amministrativa, cui noi vi abbiamo delegato e che tutti ci coinvolge. Ma qui si trattava di avvisare 6 o 7 persone. Anzi, una in meno, l’assessore Baldovin lo poteva già sapere.


Foto: Flickr (toprural)

Lezioni di marketing turistico: lezione n. 2 – fornire al turista un valido punto informativo

19 Gennaio 2010 Lezioni di marketing turistico, Turismo e dintorni marketing-turistico, promozione-turistica


Lezioni di marketing turistico ad uso e consumo di sindaci ed assessori al turismo (compresi i sindaci con delega al turismo).

Un paese che intende sviluppare la propria vocazione turistica deve avere, in ogni momento dell’anno, un numero di telefono a disposizione di chi cerca informazioni.

Non solo attivo, cioè che suona, che è il minimo.

Ma anche con una persona “dietro”.

La persona non deve solo essere un parlante.

Deve anche essere senziente (dotata di sensi). Ed essere in grado di usarli.

L’ufficio turistico di Lozzo risponde (anzi, non risponde) al numero 0435-76.051. Per la verità risponde durante la cosiddetta “stagione turistica”, con un servizio appositamente predisposto, ma è sostanzialmente morto in qualsiasi altra fase stagionale.

La situazione è così riassumibile:

Tu-tu, tu-tu, tu-tu ….. 0435-76051 … drinn! … drinn! … drinn! … drinn! ………… (in veneziano) qua i xe tuti mooorti (ho omesso le imprecazioni tipo  “va in m… de to maaare”).

A tutto ciò c’è però una soluzione, semplice semplice, alla portata di tutti (quasi) i sindaci del comprensorio. Fare in modo che il telefono legato all’ufficio turistico, in tutte le circostanze in cui quest’ultimo non è presidiato, suoni su un tavolo di uno dei nostri impiegati comunali (pronti a dare informazioni utili … ma su questo argomento tornerò a breve con un articolo specifico).

In municipio c’è qualcuno che può testimoniare che queste cose le dico da 10 anni. Le ho dette, direttamente, anche ai sindaci. Forse in qualche relazione le ho anche scritte. La primavera scorsa Mario Calligaro mi aveva detto che stavano “facendo qualcosa”, tipo collegare la linea del 76.051 al centralino del comune, così da permettere questa “lungimirante integrazione”.

Notizie in merito?


Nota bene:

  • la Pro-loco, in questa situazione, c’entra ben poco, Mauro Del Favero lo potrà o meno direttamente confermare;
  • il canone per il 76.051 risultava pagato per tutto l’anno, anche quando non veniva usato …;
  • ad onor del vero, in questo momento, al 76.051 risponde l’addetta allo sportello ladino, un servizio che niente ha a che fare con l’ufficio turistico, se non per il fatto di essere temporaneamente “ospitato” nella sede dell’ufficio turistico stesso.

Foto: Flickr (paolohrodrigues)

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