BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

facciamo uscire dalla clandestinità la biblioteca comunale di Lozzo di Cadore?

17 Febbraio 2010 Cultura, Palazzo Pellegrini biblioteca


Non trovo per niente scandaloso pensare di dare una dignitosa sede alla biblioteca comunale utilizzando i locali di Palazzo Pellegrini.

Perché, secondo voi, questa nostra biblioteca non ha forse, e non da oggi, bisogno di una sistemazione decente? Avete mai visto in che condizioni si trova?

Qualche mese fa ho riportato dei libri in biblioteca ed una delle due bibliotecarie mi ha tirato le orecchie dicendomi, in buona sostanza, che non è stato giusto definire lo stato della biblioteca come “clandestino“.

Faceva riferimento, la gentile quanto acuta e punzecchiante osservazione, a quel breve passo del programma elettorale di “Per la Gente di Lozzo” in cui si trova scritto:

“dare una sede definitiva alla Biblioteca (vedi anche la programmazione per la cultura) che, con i suoi 8400 volumi, potrebbe aspirare ad avere un’importanza comprensoriale; in ogni caso far uscire questa istituzione dallo stato di “clandestinità” in cui si trova prevedendo, perlomeno, un minimo di tabellazione esterna e di promozione;”.

Ho semplicemente risposto che, come cittadino, non potevo che riconoscermi in quella semplice quanto cruda realtà. I clandestini, infatti, vivacchiano alla periferia della società cosiddetta civile; spesso non è negata loro la possibilità di “vivere”, spesso sono tollerati, ma devono starsene buoni buoni “ai margini”. Uno sforzo di immaginazione permetterà di capire il mio esempio e di rapportarlo all’argomento del mio scrivere.

Ho sempre pensato che se una sistemazione vi dovesse essere per la biblioteca, questa sarebbe stata a Palazzo Pellegrini. Invece pare che non sia possibile. Tutta la struttura sembra sia dedicata alla realizzazione di un centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale (vedi mio articolo).

Domanda: la giunta ed il consiglio comunale sanno dell’esistenza della biblioteca? L’assessore alla cultura è mai stata nei locali della stessa? Dobbiamo ritenere che ad ambedue le domande la risposta non possa che essere SI (tuttavia, nel programma elettorale dell’attuale amministrazione la parola “biblioteca” non esiste).

Mi piacerebbe dunque sapere, come cittadino ne ho tutto il diritto, che cosa pensa della biblioteca il nostro assessore alla cultura, funzionalmente preposta a seguirne le vicende.

Ce la teniamo così? Con i libri disposti in doppia fila cosicché la prima nasconde, per forza di cose, tutti i libri della seconda? Lo sa il nostro sindaco e l’assessore alla cultura che in termini di sicurezza (diciamolo pure a bassa voce), la nostra biblioteca può essere considerata una “topaia”?

Che sia ora di fare qualcosa?

P.S. dalle foto ho frettolosamente tolto due automobili che “intralciavano” la scena (se ne vedono i segni …)

De Rossi padrone della caserma di Soracrepa fino al 2017?

14 Febbraio 2010 Pian dei Buoi, Soldi: dove finiscono? cagliostro, caserma soracrepa, la-parola-ai-lozzesi

Premessa.
Nel pomeriggio di ieri mi è giunto un commento “singolare” (clicca qui per leggerlo). L’autore, simpatizzante_pian_dei_buoi, ci informa che, in relazione all’articolo “Caserma di Soracrepa: puntata n. 472” da me scritto il 23 agosto 2009, vi sono state ben due tipologie di forze dell’ordine intervenute nella circostanza descritta. Fin qui niente di particolare.

Simpatizzante_pian_dei_buoi (non ci è dato sapere chi sia, potrebbe essere chiunque tranne il sindaco di Lozzo) ci informa però di aver trovato in Rete una “fresca sentenza” depositata in cancelleria a Belluno il 30-12-2009 (clicca qui per consultare il documento segnalato da simpatizzante), con la quale il tribunale di Belluno da ragione alla Cooperativa Soracrepa (De Rossi), opposto al Comune di Lozzo, per quanto riguarda il rilascio dell’immobile al comune stesso.

Di tale sentenza non abbiamo avuto notizia dagli organi di stampa locali, né tantomeno dall’ufficio stampa del nostro comune, tradizionalmente avaro nel dare notizie che interessano tutta la nostra comunità, sempre che non siano “regali” o iniziative “panem et circenses”.

Il documento che descrive la sentenza non proviene da un server del tribunale, tuttavia non ho l’impressione che qualche buontempone si sia preso la briga di prenderci in giro creando un artefatto così ben strutturato. Sono sicuro che il sindaco potrà domani tempestivamente chiarire, non a me ma a tutta la nostra comunità, se la sentenza è “veritiera”, informandoci poi di tutte le “conseguenze”.

Lascio ora spazio al commento di Cagliostro che, letto il messaggio di simpatizzante_pian_dei_buoi, ha prontamente argomentato sulla spinosa questione.

di Cagliostro

Egregio “Simpatizzante di Pian dei Buoi”,
ho letto attentamente il tuo breve ma significativo scritto sulla vicenda che ha visto (e vede?) contrapposti il nostro Comune alla Cooperativa Sora Crepa del geom. De Rossi e C. Le tue poche righe, nell’angusto ambito paesano, possono essere considerate una autentica primizia, un vero e proprio scoop, visto il silenzio del Municipio e dei media.

Nella annosa, complessa e farsesca controversia tra il De Rossi e le sue società da un lato ed il Comune dall’altro (dico farsesca in riferimento alle scelte ed ai comportamenti di certi “giureconsulti”, che hanno coinvolto l’Ente in accordi e transazioni rivelatisi oltremodo onerosi) ora si è giunti al redde-rationem e tu, “Simpatizzante”, citi una “fresca sentenza” che alleghi al tuo scritto in PDF. Di tutta la querelle è bene venga tralasciata la intera e vera storia e l’evolvere delle alterne vicende processuali e non, che richiederebbero forse la stesura di un intero volume, mentre carità di patria impone invece un velo di pietoso oblio.

Ma torniamo alla “fresca sentenza” che ho analizzato a dovere. In estrema sintesi, risulta che la Cooperativa Soracrepa del De Rossi aveva citato in giudizio civile il nostro Comune, opponendosi all’atto di ingiunzione e precetto con il quale l’Ente intimava, fra le altre cose, lo sgombero ed il rilascio dell’immobile pignorato e la consegna delle chiavi al custode, nella persona del sindaco pro-tempore (come da pregressa decisione del giudice).

L’opponente/ricorrente sosteneva sia l’illegittimità e/o inamissibilità del provvedimento del Comune di Lozzo per difetto di competenza, nonché il mancato rispetto del principio di corrispondenza fra chiesto e pronunciato, ex ad 112 c.p.c. Ora il Giudice, variamente argomentando, è giunto alla conclusione di accogliere parzialmente le richieste dell’opponente/attore e ciò proprio sul punto nodale della causa, ossia la dichiarazione di insussistenza del diritto dell’opposto/convenuto di procedere all’esecuzione per il rilascio dell’immobile pignorato. Viene invece rigettata ogni ulteriore domanda proposta dall’opponente Cooperativa, compreso quel che attiene il rilascio delle chiavi. Le spese processuali dovranno essere compensate.

A parte ogni commento sull’esito parzialmente penalizzante per il Comune sia in punto di diritto (rigetto della istanza principale) che per le spese processuali (il Comune aveva chiesto che fossero interamente a carico della Cooperativa), mi incuriosisce quel tuo citare la data del 2017, data che non ho riscontrato nella lettura del dispositivo della sentenza. Vorresti gentilmente chiarire a me ed ai lettori, visto che certamente sei molto documentato sull’argomento, il perché di tale preciso riferimento? Grazie e saluti cordiali.

Lozzo di Cadore maglia nera in Veneto per la raccolta differenziata

12 Febbraio 2010 Ambiente, Informa-Lozzo, Politica nostrana maglia-nera, raccolta-differenziata

Sul blog di “Per la Gente di Lozzo” è stato pubblicato un interessante articolo sulla gestione dei rifiuti dal titolo “Differenziamo o no?”. L’articolo è davvero un buon esempio di informazione. Dal punto di vista più squisitamente politico però, a mio modo di vedere, è troppo “cattolico”, non ha il mordente che questa problematica richiede.

Approfitto dell’argomento. Il mordente ce lo metto io.

In buona sostanza, leggetevi l’articolo, è breve e ne vale la pena, Ivano ci informa che il nostro comune, insieme a Pieve, Calalzo e Enego è, a livello regionale, la maglia nera della raccolta differenziata. Ivano chiude l’articolo con un commento fin troppo gentile, quasi remissivo: “Personalmente vorrei che a livello regionale il mio paese fosse considerato per cose positive e non per cose negative come questa”. Come dargli torto.

E’ vero, non possiamo attribuire questa situazione al nostro sindaco ed in generale ai nostri amministratori, qui è tutto il popolo lozzese che deve essere chiamato a raccolta.

Ma è anche vero che la gestione dei rifiuti non la faccio io, o Tizio, o Caio, la fa (o non la fa?) l’amministrazione comunale tutta. Ed il sindaco quando siede sullo scranno che gli compete, o va in giro a presenziare incontri promuovendo il BIM, evidentemente non si vergogna di essere a capo di un paese così poco “civile” come scopriamo essere il nostro, relativamente alla gestione dei rifiuti (la qual cosa, peraltro, ci costa non poco).

Lui e l’amministrazione tutta non hanno ancora fatto nulla per “educare i loro concittadini”, mettendoci di fronte alla cruda realtà di ciò che siamo (sporcacioi senza ritegno). Però si sta interessando per una “tassa rifiuti più equa”. Lo so perché questo era un “categorico” impegno espresso nel programma elettorale che riporto qui di seguito.

UNA TASSA RIFIUTI PIÙ EQUA

Il nostro impegno è categorico per quanto riguarda i servizi: vogliamo migliorarne la qualità e l’efficienza senza far lievitare i costi a carico delle famiglie e delle imprese (aspetta e spera che già l’ora s’avvicina …). Questo, del resto, è stato un impegno preso anche cinque anni fa (e non mantenuto). E siamo riusciti a mantenerlo con successo (certo, qualcuno ha avuto successo, ma  non il cittadino di Lozzo).

Per quanto riguarda specificatamente la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti pensiamo siano maturi i tempi per riflettere insieme (insieme a chi?) sull’opportunità o meno di passare ad un sistema di raccolta differenziata spinta con il “porta a porta”. E’ stato chiesto alla Società Ecomont (… in bocca al lupo) uno studio per aiutarci a capire qual’è la differenza di costo tra la raccolta tradizionale (quella in atto) e la raccolta “porta a porta” (la Val Boite la fa da tempo, che studio ci vuole? o va o non va). Quando conosceremo questa differenza (la relazione finale è prevista per il 2014 …) decideremo insieme ai cittadini di Lozzo e a quelli di tutti i Comuni che compongono la Comunità Montana del Centro Cadore (il primo esempio di democrazia diretta, segnatevelo …). Sicuramente (??) studieremo poi un sistema di pagamento della tassa sui rifiuti che tenga conto non solo della superficie degli immobili ma anche della quantità di rifiuti conferiti (quest’ultimo passaggio, non c’è che dire, merita un plauso). Solo così questa tassa può essere equa.

Caro “lozzese qualunque”, con ogni probabilità continueremo a pagare tanto (e questo già lo sapevamo …) ma continueremo anche ad essere per la Regione Veneto, e chiunque altro lo sappia, “chi lorde da Loze”.

Soluzione. Estremizzo. Se io fossi il sindaco, nell’ipotesi di aver scelto una squadra “votata al lavoro” e non dei semplici tirapiedi, guarderei negli occhi il più adatto dei miei consiglieri e gli direi di fare quello che ha fatto durante la campagna elettorale. Andare “porta a porta” ad evangelizzare “chi lorde da Loze”, spiegando come e perché si deve fare la raccolta differenziata.

Caro gruppo di minoranza: perché non usare il “tempio della cultura” per chiamare a raccolta la gente di Lozzo ed iniziare un doveroso percorso di informazione (e anche formazione)? E’ meno difficile dell’organizzazione di quella “famosa corriera” per Sauris, iniziativa volta a farci conoscere la realtà dell’albergo diffuso.

Così, per iniziare, magari chiamando come relatore qualche amministratore che questa sfida l’ha già affrontata (nella lista Auronzo, Borca, Cibiana, Valle sono fra i “virtuosi”). Ci sono, naturalmente, tante altre piccole-grandi iniziative che si può cercare di mettere in campo. Poi si può iniziare a pensare davvero seriamente alla raccolta “porta a porta”. Che vi siano interessi in gioco “spropositati” nella raccolta dei rifiuti non è una novità, quindi è facile immaginare che vi siano “resistenze”, che vanno abbattute da una “politica per i cittadini” e non sostenute da una “politica pai balanzoi”, ancorché pubblici (balanzoi = ha lo stesso significato di “carrozzoni”).

Nell’articolo di “Per la Gente di Lozzo” trovate i collegamenti alla delibera regionale ed anche all’allegato-A che ci qualifica maglia nera. Per i miei lettori, da quella lista ho estratto i soli comuni bellunesi, raggruppandoli per “bravura” nella raccolta differenziata (in questo caso gli ultimi sono più bravi). Per chi desidera consultarlo qui il file.

Permettetemi ancora una segnalazione. Nel bollettino parrocchiale dello scorso Natale, fra le informazioni civiche vi era un articolo, mi perdoni il redattore, alquanto nebuloso. Trattava di raccolta differenziata. Adesso l’ho finalmente capito. Mi sfugge ancora, però, il senso della conclusione, che vi propongo:

Se vogliamo essere migliori di altri, necessitano provvedimenti migliori, altrimenti il solo dire di essere migliori è un momento comune qualunque e non serve che a riempirci la bocca.

Solo Luca Giurato è riuscito a fare di meglio (per sdramatizzare, concedetemelo).

a cosa sarà dovuto il calo dei turisti a Lozzo di Cadore?

11 Febbraio 2010 Turismo e dintorni marketing-turistico, promozione-turistica


Leone del bar Commercio soleva dire che “coi schei se va daparduto”. Talvolta, oltre ai soldi, bisogna avere anche informazioni e dati che permettono di “farsi un’idea” della cosa da affrontare.

Così è anche per la gestione del turismo. Bisogna avere dei dati di partenza da cui iniziare a fare analisi e riflessioni. E se i dati non ci sono? Bisogna iniziare a reperirli.

Correva la primavera del 2006 quando chiesi ad Azzurra Volpi, che avrebbe tenuto aperto l’ufficio turistico di Lozzo per quella stagione, se se la sentiva di tenere traccia di chi passava nel suo ufficio, cercando di registrarne numero e provenienza e cercando soprattutto di capire quali fossero le loro esigenze.

Tutto ciò da semplice cittadino, “mona qualunque”, solo perché “ci tengo” e “voglio capire”.

Azzurra, per quell’anno, fece delle “interviste sistematiche” e registrò numero e provenienza dei turisti. Alla fine mi fornì i risultati che io elaborai e consegnai anche al sindaco Manfreda con una mia relazione e le osservazioni di Azzurra.

Nel 2007 si ritenne di non chiedere così sistematicamente la provenienza dei turisti e del loro flusso venne tenuto un conteggio aggregato. Il 2008 fu l’anno di Kyara Lora cui seguì, nel 2009, Giulia Montecchio.

Vi propongo i dati aggregati. Si riferiscono alle persone che, in qualità di turisti, sono transitate dal nostro ufficio:

  • 2006 – 1065
  • 2007 – 1200
  • 2008 – 488
  • 2009 – 215

Si rileva purtroppo un drastico calo dei passaggi. Per i puristi della rilevazione statistica, i criteri di raccolta dei dati potrebbero non essere stati “omogenei” (secondo me, nella sostanza, lo sono). Se il sindaco finanzia, quest’anno lo faranno fare alla Doxa (par ades contentonse de chel che avon).

Compito a casa. A quali cause si può imputare, secondo voi, il calo evidenziato? Non è per la crisi. Auronzo ha dichiarato un aumento dell’8% delle presenze, a loro dire per effetto UNESCO.

Lozzo di Cadore: interventi in favore del turismo – la manutenzione delle passeggiate rilassanti

9 Febbraio 2010 Proposte, Turismo e dintorni arredo-ambientale, decoro-aree-turistiche, verde-pubblico


La mia è una stima, ma credo che sia molto vicina alla verità. Un operaio alle dipendenze del comune di Lozzo di Cadore, che lavori all’esterno senza avere particolari “responsabilità”, percepisce 1.000-1.100 € netti al mese. Facciamo pure 1.100.

Lasciatemi fare il seguente ragionamento sul valore “netto” dello stipendio. Credo di aver chiarito l’importanza di una adeguata cura dei percorsi che, nel loro insieme, forniscono una rete di itinerari atti a rappresentare le classiche “passeggiate rilassanti”.

Per un approfondimento: “Prima chel che serve pal paes. Dopo, don a balà e ciantà (e spende)” ed anche “Lezioni di marketing turistico: lezione n. 4 – volete burro o cannoni …?“.

1.100 € x 3 mesi = 3.300 €

Non so se posso contare su 8 ore giornaliere di lavoro, non conosco i contratti di categoria, ma fossero anche 7 (le ore lavorate dal nostro “operaio comunale virtuale”), avete idea di cosa può fare un buon operaio, ben addestrato e ben diretto, in 3 mesi di lavoro? Provate ad immaginarvi quante e quali manutenzioni possa fare al solo scopo di offrire una adeguata rete di percorsi per fare semplici passeggiate rilassanti. Vi do la garanzia che vi faccio anche la manutenzione della strada del Genio. Una “intera stagione” di manutenzioni al costo di 3.300 €.

I più pronti hanno già capito tutto. Il costo di “quel” concerto, di quella sublime manciata di minuti, è stato di 3.400 € (per quelli di quest’anno vedremo).

Ora, i più precisini penseranno che il conto è stato fatto con lo stipendio netto. Lo so, l’ho detto. Moltiplicate tutto per due, se volete un operaio a vostra disposizione per tre mesi, altrimenti accontentatevi di averlo per la metà del tempo.

Eppure lozzese in un commento diceva: “Riguardo ai soldi purtroppo con 6.300 euro non puoi fare niente per il nostro turismo, ci vorrebbe un miracolo! Speriamo che si avveri in futuro, nell’attesa penso che si faccia quello che si può”.

Miracoli NO, non si possono fare con 6.300 €, ma tenere manutenute le passeggiate (tutte), allo scopo fondamentale di fornire un servizio primario richiesto dal turista SI, questo si può fare. Bisogna crederci.


P.S. oltre al turista, ma serve dirlo?, la cosa sarebbe piacevole anche per tutta la nostra gente, e non è poca, che frequenta a vario titolo le “passeggiate” di cui disponiamo.

il piano di gestione del sic-zps “Antelao, Marmarole, Sorapis”

7 Febbraio 2010 Ambiente, Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni comunità-montana, tutela-ambiente

E’ stato approntato il piano di gestione dell’area SIC-ZPS “Antelao, Marmarole, Sorapis”. La bozza del piano è disponibile a questo indirizzo (pdf), il verbale dell’incontro fra Regione Veneto, provincia ed i vari comuni (presentazione del piano) a questo (doc).

E’ interessante notare, nel verbale dell’incontro (il neretto è mio), come il presidente della comunità montana Centro Cadore Svaluto Ferro sia costretto ad ammettere che:

.. Purtroppo i temi (tempi n.d.r.) tecnici per il completamento della procedura sono piuttosto brevi. Ciò nonostante intende avviare ogni iniziativa per la massima informazione e condivisione dei contenuti del Piano che dovrà poi essere adottato dalla Comunità Montana prima dell’approvazione definitiva di competenza regionale …

… Il Presidente ribadisce la necessità di procedere a ulteriori incontri con i portatori di interesse per l’acquisizione di proposte o suggerimenti integrativi da inserire nel Piano di Gestione.

Il dr, Martini chiede che la Comunità Montana rispetti comunque il termine del 31 gennaio per l’invio.

Si concorda pertanto che entro il termine suddetto la Comunità Montana invii in Regione la “bozza del Piano di Gestione” e che successivamente, verranno utilizzati mesi di febbraio e marzo per realizzare nuovi incontri con i Comuni e i portatori di interesse al fine di raccogliere ogni utile suggerimento. Quindi entro il termine del 31 marzo la Comunità Montana procedereà all’adempimento formale dell’adozione del Piano in Consiglio …

… Copia della bozza del Piano di Gestione verrà inviata a cura di TEMI a tutti i soggetti pubblici interessati e pubblicata nel  sito internet della Comunità Montana.

Fin qui le parole e gli intendimenti. Staremo a vedere cosa si intenda con “procedere a ulteriori incontri con i portatori di interesse”. Per esempio, sono perplesso riguardo alle parole “ulteriori incontri“: ulteriori? ve ne sono mai stati prima? mi devono essere sfuggiti. Comunque, se qualcuno ha la lista degli incontri svolti, e la necessaria documentazione da cui si può dedurre che vi sia stata adeguata pubblicità alla cosa, può sempre farmela avere. Perché io non ho visto niente di niente al riguardo. Che stia invecchiando?

Cari portatori di interesse, voi che sapete già tutto, perché è da tempo che siete stati informati (dai comuni, ve ne sono 10 o 11, dalle comunità montane ecc. ecc.), adesso potrete finalmente dire la vostra sul piano di gestione del sic-zps bla bla bla. Tragico e patetico.

Suggerisco ai nostri amministratori, tuttavia, per averlo consultato, un approccio simile a quello adottato per il piano di gestione del zps “Dolomiti feltrine e bellunesi”, che è oltremodo illuminante riguardo a come si dovrebbe fare informazione.

Riporto, per semplice immediatezza, alcuni link particolarmente istruttivi tratti da questa pagina del sito del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi:

  • Scarica la presentazione power-point
  • PDF Scarica il modulo per le osservazioni
  • PDF Scarica la bozza del PdG ZPS/SIC IT3230083 “Dolomiti Feltrine e Bellunesi” (4MB)
  • PDF calendario delle consultazioni
  • PDF modalità per presentare osservazioni al Piano

Vi interessa sapere quali possano essere alcuni portatori di interesse interessati al piano di gestione? Se vi interessa, cliccate sull’ultimo link qui sopra (modalità per presentare ….).

Se invece volete qualche informazione sul sic-zps “Antelao, Marmarole, Sorapis”, niente di che, qualche informazione di base, potete consultare il pannello informativo elaborato qualche anno fa da un certo Danilo De Martin, posto sotto l’ex rifugio Marmarole, alle porte dell’altopiano di Pian dei Buoi. Non serve salire fin lassù, basta cliccare qui.

Perdonerete un certo campanilismo: il sic l’ho intitolato “Marmarole, Antelao, Sorapis” (dovrebbe essere Antelao …) per evidenti motivi di vicinanza orografica. Cliccando sul pannello caricate l’immagine a più alta risoluzione. Potrete così verificare come il nostro sic-zps sia in buona compagnia. La Regione Veneto, infatti, ha tappezzato l’intera provincia di sic, senza chiedere niente a nessuno. E’ per il nostro bene.


P.S. l’immagine cui faccio riferimento, ossia la rappresentazione parziale della provincia di Belluno, è una mia elaborazione su dati fornitimi dall’Ufficio cartografico della Regione Veneto. Risale al 2006. Nessun cambiamento è intervenuto da allora, che io sappia, tuttavia tenetene conto. Per chiarezza: la campitura gialla rappresenta le sole aree ZPS, quella azzurra  le sole aree SIC, quella verde la sovrapposizione di SIC e ZPS.

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