BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

mappa della perimetratura del Sistema 5 – Dolomiti settentrionali del Patrimonio Dolomiti-Unesco

8 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti unesco

Mi son detto che forse può tornare utile ad altre persone: mappa della perimetratura di buona parte delle zone core e buffer del Sistema 5 – Dolomiti settentrionali del patrimonio Unesco. La mappa google di base (che può essere in modalità mappa, mappa+rilievo, satellite) ha in overlay (cioè messa sopra quella di base) una seconda mappa che riporta la perimetrazione del Patrimonio. La trasparenza di questa mappa si modifica con il pincionoto in alto a destra. La linea rossa perimetra l’area core, la linea gialla quella buffer. La mappa è pubblicata dalla Fondazione Angelini.

estratto della mappa della perimetrazione di parte del Sistema 5 - Dolomiti settentrionali del patrimonio Dolomiti-Unesco

dopo averglielo mostrato, gliel’ho fatto anche provare (divertissement museali)

7 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti, Criticarium, Museo della Latteria, Turismo e dintorni attività-culturali, curiosando, dolomitando, iniziative-turistiche, museo-latteria, turismo-cadorino

A suo tempo (un anno e mezzo fa) gliel’avevo solo mostrato, ora gliel’ho fatto anche provare. E’ uno dei modi per scoprire il mondo. A me sembrava che un museo (ma tante altre increspature del territorio) potesse trarne una qualche soddisfazione:

Sai, con tutti i musei che abbiamo, le chiese, le case degli oratóri, le magnifiche sale, i bordelli. Qui in Cadore eh, mica al Louvre o giù dalla Venere del Botticello, che lì, forse, c’han già provveduto. Insomma, in attesa che arrivi lo stronzante (lo stronzo lungimirante) o lo stronzativo (lo stronzo innovativo) e se ne faccia carico (sapete, con tutti i sindaci che abbiamo questo è un rischio elevato).

Il mio dovere l’ho fatto: un possibile percorso virtuale, io, gliel’ho mostrato.

(vuoi mettere, per esempio, una visita virtuale del museo della latteria di Lozzo, dal quale saltare, sempre virtualmente, alla mia collezione di farfalle, o, se preferite, a una foto sferica del Pupo di Lozzo, simbolo fallico di profonda suggestione?)

E’ che i riflessi son lenti. Qui il più veloce va come Flash in Zootopia. E’ anche vero che farselo fare, un servizietto così, ha il suo costo (che però, se non chiedi un preventivo, ti resta sconosciuto). Comunque sia, nessuno se n’è accorto e non se n’è fatto nulla.

Nel frattempo è uscito un gingillo dal prezzo abbordabile che ha reso le cose più semplici. Fare una foto sferica è ora uno scherzo da ragazzi. Io, ricordandole la vetusta segnalazione d’allora, gliel’ho messo in mano e, d’un tratto, l’ho vista partire di corsa e – “di qua, di là, di giù, di su li mena” – l’ho vista tornare con una raffica di scatti.

(di seguito una prova di foto sferica della sala principale del Museo della Latteria con il gingillo posizionato a terra: a questo indirizzo il formato della foto è più panoramico; qui il gingillo è ad altezza più umana: foto sferica dell’interno della fucina del mulino dei Pinza)

Insomma, la specie (lentamente) si evolve!

Museo della Latteria di Lozzo di Cadore – Sala principale – Prova foto sferica #theta360 – Spherical Image – RICOH THETA

(se le librerie grafiche del computer sono antiche (per non dire antiquate), potreste vedere un bel niente…)

Alpago, le fusioni premianti

7 Giugno 2016 Giornalando giornalando

Con il referendum avevano già deciso di fondersi, altrimenti non sarebbero fusi, e invece lo sono.

Quindi, mi chiedo, se quelli di Alpago non avessero scelto “i rappresentanti delle giunte uscenti“, il titolo sarebbe stato “Gli elettori non premiano le fusioni” ??

estratto dalla prima del Corriere delle Alpi del 7 giugno 2016

il PD in Veneto vale un cazzo (moscio)

7 Giugno 2016 Criticarium Itaglia peones, psico-dramma, quelli-del-PD

PDE, dovrebbe chiamarsi, partito disfunzione erettile. In Veneto non gli è mai tirato davvero, ma adesso è proprio floscio. Talmente floscio che non riescono neanche più a menarselo, là nella cupa ombra delle oceaniche incompetenze nelle quali si dimenano. Ci vorrebbe una valchiria, come la Moretti, per ridare vita al canotto foffo (questa è ironica, mi raccomando).

Anche il peones dolomitico, perché dall’entrata in parlamento non ha ancora dato segni di affrancamento da tale ovvia condizione di partenza, per quanto si dimeni, sembra un avanotto fuor d’acqua. Diceva l’altro ieri, il peones, per bocca di un titolo del Corriere, «Così si pratica l’autonomia», riferendosi all’elemosina elargita dai nostri confinanti autonomi.

Elemosina comunque conquistata con il coraggio dei Referendum secessionisti, ferocemente avversati dal PD…C – che partito del cazzo! – che pure ha poi sottoscritto un accordo elettorale (quello con il Bard) che in seguito si sono ficcati in culo (certo, l’asfaltatura di Capitan Zaia, primo nel 96% dei comuni veneti, ha dato una mano…).

Se tanto mi dà tanto, guardando anche agli ultimi risultati delle amministrative, se il M5S si dà una mossa, del PD, in Veneto, non resteranno che le frattaglie. E la cosa non mi addolora per niente (è vero, quel che resta non olezza propriamente di rosa, ma almeno non è in decomposizione).

(le anime pie perdonino l’uso del registro linguistico adottato, ma si tratta del PD, sicché qui il linguaggio è quasi morigerato)

Amministrative 2016: i verdetti a Nordest: tratto dalla prima pagina del Gazzettino del 7 giugno 2016

la MarmaroleRunde e le geometrie non euclidee /2

6 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni sentieri, turismo-cadorino, turisticando

Riassunto: “i rifugisti” si sono inventati il/la MarmaroleRunde, un’escursione che – hanno l’ardire – definiscono “ad anello attorno al gruppo delle Marmarole” (ma il peccato originale c’è già nel nome: Runde). Nel post precedente alcuni dati su tempi e dislivelli ci sono parsi esoterici, perlomeno ad un “confronto di coerenza”.

Del supposto anello abbiamo già detto: la prima metà va a toccare tutti i rifugi e si ferma al San Marco, dopo 7 tappine. L’ottava tappina è, in realtà, una tappona (la locuzione più appropriata sarebbe “tapina”: avete presente l’esclamazione “Oh me tapino…”?). Nella proposta elaborata dai rifugisti, vi lanciano dal San Marco per 600 m di dislivello portandovi a forcella Grande, dalla quale proseguite per la Val di San Vito scendendo lunghissimamente fino a Somadida e quindi Palus S. Marco.

In questo caso i tempi previsti (6 ore) sembrano ragionevoli (per l’escursionista medio). Resta sempre una singolarità da buco nero la differenza con il tratto M. Agudo – Ciareido: se questo vale 3 ore per i 280 m di dislivello dichiarati (ma sono 396) , allora la salita a forcella Grande con la discesa agli inferi da questa a Palus S. Marco per la Val di S. Vito dovrebbe durare almeno… 12 ore.

Esilarante (oltre ogni immaginazione), alla fine della discesa, dopo 6 ore di cammino e 11 km dichiarati di percorso, la scelta “narrativa” utilizzata per chiudere – ad anello – questa escursione:

Da qui è possibile raggiungere Auronzo utilizzando i mezzi pubblici, mediante taxi privato oppure percorrendo la ciclabile che in 2 ore consente di arrivare al parcheggio seguendo il percorso del Fiume Ansiei.

Quel “Da qui“, sia chiaro, significa che siete a 13 km dal parcheggio della seggiovia del M. Agudo (dove “siamo partiti“). Sappiate però che avete l’agevolazione dell’utilizzo eventuale dei mezzi pubblici (e mettici almeno una cavolo d’informazione sugli orari, no?!…). Altrimenti potete chiamare un taxi privato (ET telefono casa; ma, “c’è campo” o bisogna chiamare prima e fissare un appuntamento ai piedi delle ubertose pendici?). Che poi, a uno che è in cammino da 6 ore, sceso per la Val di S. Vito, tu possa prospettare che i 13 km che lo separano dal parcheggio richiedano altre 2 ore, è veramente tutta da piangere (e non solo perché, minimo, le ore sono tre).

Capite? L’ultima tappa, la tappona, che la chiudiate con i mezzi pubblici (tanti auguri), con i taxi privati (vengo a prenderti stasera con la mia torpedo blu…) o con un’ultima disperata sgroppatona a piedi, vale tutte le altre messe assieme.

E tutto per tentare di conferire alla somma delle tappine la caratteristica di essere Runde, ad anello (accontentarsi di chiamarla Traversata delle Marmarole no eh!). Maahhhh! Ribadisco: questa è un’invenzione di importanza pari alla scoperta dell’acqua tiepida.

(in altre parole: se ben calibrate, non sono per niente contrario alle nuove etichettature, alle rivisitazioni creative (o pseudo tali), al new packaging, al re-branding, alle retro-favole (Rosso cappuccetto), ma se tiri oltremodo il collo a uno struzzo non è che quello diventa una giraffa eh!)

ottavatappona

adesso che abbiamo i family bag, speriamo arrivino anche gli avventori

5 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana, Turismo e dintorni comunità-montana, turismo-cadorino

Adesso che abbiamo il “family bag”, con il quale si porrà finalmente freno allo spreco alimentare perpetrato con ignobile leggerezza nei ristoranti del Centro Cadore, non ci resta che sperare che arrivino gli avventori.

E la speranza dovrà essere riposta non solo sul loro arrivo, ovviamente fondamentale, ma anche sulle loro caratteristiche intrinseche: è sperabile che siano del tipo “l magna come n auzeluto“, cosicché l’avanzo nel piatto sia garantito per via… costituzionale.

Nei casi dubbi sarà l’attento ristoratore a farsi carico del problema, portando in tavola porzioni JUMBO, sì da costringere l’avventore a ricorrere – gioco forza – al “family bag”.

Ma la cosa che ci riempie di gioia è vedere l’Um dedicarsi, finalmente, a problematiche di rilevante valore strategico con possibili ricadute anche in campo turistico. Meglio tardi che mai.

(limitatamente alla stagione estiva è inoltre sperabile che i fortunati avventori siano dotati di auto con frigo incorporato: ce li immaginiamo, usciti dal ristorante, combattere con fierezza contro i 28 gradi ambiente e contro i 42 dell’auto lasciata sotto al sole, in attesa di riguadagnare il proprio domicilio)

tratto da Corriere delle Alpi 3 giugno 2016

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