BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

previsioni demografiche al 2030 in Alto Adige: un canuto ottimismo (in Cadore? funesto incubo)

12 Giugno 2014 Cadore - Dolomiti dati-provincia-belluno, demografia, montagna-in-crisi, politiche-cadorine, politiche-sociali, sviluppo-montagna, trentino-alto-adige

Nell’Alto Adige la popolazione salirà, anche se dal 2020 il saldo naturale sarà anche in questa terra negativo (da noi lo è da 60 anni). E tuttavia c’è di che “mettersi a piangere” (con canuto ottimismo…) nel leggere ed interpretare certi risultati della previsione sull’andamento demografico fino al 2030 per l’Alto Adige (che ha appena finito il 2013 con un incremento di 11,9 persone per 1.000 abitanti).

Immaginate quale funesto incubo possa essere la valutazione della situazione cadorina che nel saldo di settembre, con previsioni a fine 2013, dava per il Cadore un decremento demografico di 4,9 persone per 1.000 abitanti e per il Centro Cadore un decremento di addrittura 8 per 1.000 (a giorni dovrebbero uscire i dati, ora fermi a novembre, che, pur non definitivi, permetteranno di chiudere e consuntivare l’anno).

Secondo il nuovo modello di previsione demografica dell’ASTAT – Istituto provinciale di statistica – la consistenza della popolazione residente totale passerà dalle iniziali 514.516 unità iscritte nei registri anagrafici comunali al 31.12.2012 alle 564.586 nel 2030, evidenziando un incremento del 9,7%. Dal 2020 l’aumento della popolazione sarà da ricondurre esclusivamente al saldo migratorio. L’invecchiamento della popolazione sarà sempre più evidente: nell’anno 2030 una persona su tre avrà un’età di 60 anni o più. (comunicato ASTAT)

 

I principali risultati della nuova previsione demografica sono (tratto da “Previsione sull’andamento demografico fino al 2030” dell’ASTAT):

  • la popolazione altoatesina aumenterà leggermente, ma dal 2020 circa l’aumento sarà da ricondurre esclusivamente al saldo migratorio. A quel punto il numero dei decessi supererà quello delle nascite e il saldo naturale risulterà negativo;
  • invecchiamento demografico accelerato;
  • netto aumento dei decessi come conseguenza diretta dell’invecchiamento della popolazione. Dall’inizio del secolo le classi di età più consistenti si avvicinano sempre di più alle età avanzate e hanno perciò un rischio di mortalità più alto;
  • aumento notevole dell’indice di vecchiaia, cioè del rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e quella giovane (0-14 anni). Nel 1986 l’indice era pari a 59,4 e fino al 2030 salirà a 170,8. Ciò significa che ogni 100 persone giovani sotto i 15 anni ci saranno 170 persone anziane di 65 anni e oltre;
  • aumento dell’indice di dipendenza degli anziani, cioè del rapporto tra le persone ritirate dal lavoro e le persone in età lavorativa. La popolazione in età lavorativa sentirà in futuro sempre di più il peso degli anziani: se nel 1986 per ogni 100 persone in età lavorativa (15-64 anni) c’erano 16,8 anziani (65 anni e oltre), nel 2030 l’indice salirà a 40,1;

 

Bond di ‘Farsa Italia’: che gli assessori a infrastrutture e sociale non siano di nomina partitica

11 Giugno 2014 Politica nostrana bond, casta-regionale, perle-dialettiche, quelli-del-PDL, regione-veneto, supercazzole, verso-il-default

Non sono cambiati. Quelli del PDL – Farsa Italia sono sempre i soliti clown. Bond ha paura che per “colpa del Mose” si fermi tutto. E candidamente avanza l’ipotesi di metterci un supercommissario che faccia da garanzia (come per l’Expo lombardo). Avanza poi un’altra proposta: che tanto il nuovo assessore alle infrastrutture (al posto di Chisso) che quello al sociale non siano di nomina partitica.

Ma allora, per che cacchio li abbiamo votati questi partiti?

Perché tutelassero i nostri interessi di cittadini, innanzitutto. Ed ora questi clown che li rappresentano – perché Bond è stato capogruppo del PDL ed ora di FI in Regione – ci vengono a proporre una scelta “laica”? OK, ma valga, a questo punto, per tutto il consiglio: fuori dai coglioni ogni lembo partitico e rifondiamo la “nazione veneta”. Partirei con le suore nei posti chiave, se siete d’accordo. E Bond che torni a fare il tisaniere, che torni a raccoglier erbe!

(destino analogo per tutti gli altri, PD in testa naturalmente: per dire, Orsoni ha detto che farà il nome di mister X del PD che faceva da collettore per tutti i soldi spartiti dal Consorzio Venezia Nuova…)

Prima di andare meglio, andrà molto peggio (dicono taluni).

Venezia, 10 giu. (Adnkronos) – “La mia preoccupazione è che quelle poche risorse finanziarie che ancora tengono in piedi il sistema economico veneto, si blocchino, bloccando di fatto il sistema imprenditoriale”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pdl-Fiv, Dario Bond, intervenendo nel corso del dibattito dedicato all’inchiesta sul Mose.

“Quello fatto in Lombardia con la vicenda dell’Expo – ha precisato – è emblematico, il meccanismo è stato depurato e rivisto, ma non si è bloccato”. Rivolgendosi poi al Presidente Zaia, Bond ha avanzato due proposta: “la prima di individuare, come fatto da Roberto Maroni, una persona nota che diventi motivo di garanzia per questo fine mandato; la seconda, riferendosi alla richiesta del consigliere Teso, ovvero che il nuovo assessore alle infrastrutture non sia di nomina partitica, di fare altrettanto per quello al sociale, materia delicata e di attualità, che abbisogna di molta attenzione”.

i famosi stampi con le stelle alpine…

11 Giugno 2014 Cadore - Dolomiti, Cultura, Curiosando, Mondo Ladino, Museo della Latteria attività-culturali, cronache-lozzesi, museo-latteria, tra-le-righe

(questa volta rischio davvero: perlomeno di dovermi far da mangiare per il prossimo mese, se tutto va bene. Perché la signora di cui parlo sarebbe, sarebbe, quella santa donna di mia moglie, qui nelle vesti di presidente dell’Associazione Latteria Sociale di Lozzo di Cadore. Di un video girato in Latteria me ne aveva parlato e ricordo che aveva anche tentato di farmelo vedere, anche se non so quale scusa ho utilizzato per evitare, allora, quella presunta pena. Oggi il fato ha voluto che ne prendessi coscienza e quello che segue è il breve racconto di come ho vissuto quei 3 minuti)

Mi ero appena ripreso dalle affermazioni degli “assi” recatisi a Barcellona per l’assegnazione dei mondiali di sci alpino 2019 che, occhieggiando, ti vedo un “Se tornano le mucche” (sottotitolo “la proposta di Lozzo di Cadore) con il logo del Museo della Latteria. Il montaggio del video è buono, si vede che non sono zotikones dell’ultim’ora, ed anche lo storyboard è avvincente, diciamo.

Avvincente perché prova a legare una tomba culturale, il museo, alla brulicante realtà del territorio, veicolata in questo caso dal leitmotiv “voltare le spalle alla crisi delle città e fare gli imprenditori agricoli in quota, un venticello per ora ancora debole eppure soffia e l’associazione Latteria Sociale di Lozzo ci mette del suo …“, facendo apparire quella che è poco più di una fregnaccia come un sogno autoavverantesi ai piedi delle Dolomiti.

Sdoganato il passato – che potrebbe apparire ammuffito e stantio – legandolo sapientemente al presente, il video procede con la descrizione del contenuto museale. Rilevo intanto che il presidente dell’associazione Latteria Sociale, tale Francesca Larese Filon, è anche comandante in capo dei ladini del Centro Cadore e non ci si aspetterebbe che dall’alto di tale carica svilisca la lingua ladina, della quale dovrebbe essere supremo garante, relegandola al rango di dialetto (così l’ha definita): propongo quindi 100 frustate col nervo de bò (che posso elargire a domicilio con garanzia totale di esecutività della pena).

Ma la cosa che più mi ha fatto candidamente sorridere è giunta quando la nostra parla degli stampi per il burro: “il burro viene messo sugli stampi, i famosi stampi con le stelle alpine“. Notate l’enfasi quasi giaculatoria, con lo studiato cambio di modulazione della voce, mentre pronuncia “i famosi stampi con le stelle alpine”. Vedete quanto poco ci vuole per creare un nuovo mito – “i famosi stampi con le stelle alpine” – che da semplice oggetto della tradizione casearia quasi assurgono a vera e propria categoria di pensiero?

E così  il contributo video si avvia alla chiusa – più degnamente di quanto avrebbe saputo fare l’Istituto Luce, ma con tono ugualmente enfatico – tratteggiando per tutti noi montanari uno speranzoso avvenire: “Dal 2008 ad oggi si sono insediati nel bellunese 267 nuovi agricoltori, certo poco per parlare di un consistente ritorno alla cura delle terre alte, eppure abbastanza, pensano a Lozzo, per continuare, nonostante tutto, a lavorare e a sperare in un domani per la montagna“.

E se lo “pensano a Lozzo”, c’è di che ritenere che la cosa – qualunque sia – avrà un futuro garantito.

(chissà cosa ne pensa Tafy di tutto ciò, ora che dal Botanico Palazzo gli han allungato il diritto di montare oops monticare Sovergna)

 

a proposito di campionati già persi in partenza (startup soffocate nella culla)

10 Giugno 2014 Criticarium Itaglia classifiche-italia, lavoro-occupazione

A proposito di campionati già persi in partenza (ma quanti altri ce ne sarebbero da raccontare!). Da leggere per intero su Linkerblog (Startup, la coppa che abbiamo già perso):

Detto questo il fatto è che dobbiamo sbattere (ancora) la faccia sui limiti che ci siamo creati nel paese lento e burocratico in cui viviamo e mangiamo. Limiti che sono evidenziati in modo crudele nella ricerca annualmente pubblicata da EY in ‘The EY G20 Entrepreneurship Barometer- The Power of Three” che per il 2013 mostra risultati imbarazzanti per l’Italia.

Siamo classificati nel 4° gruppo-quartile insieme a Turchia e Indonesia, a lunga distanza da USA, Canada, Corea del Sud. E siamo indietro in tutte le classifiche parziali che determinano la propensione di un paese a sostenere la nuova imprenditoria.

The_EY_G20_Entrepreneurship_Barometer_2013_overall-610x514

e io che pensavo che l’Italia fosse l’unico paese pallonaro…

10 Giugno 2014 Curiosando curiosando

Come vuole tradizione al prossimo campionato mundial le probabilità che ce lo mettano nel portabagagli aumenteranno a dismisura. Nel portabagagli ce lo mettono per tutto l’anno, se è per questo, ma queste occasioni “mondiali” sono più propizie per interventi governativi di “grosso peso” perché hanno il vantaggio che la gente non se ne accorge subito (e quando se ne accorge o è galvanizzata da qualche vittoria o depressa da qualche sconfitta).

Credevo, tuttavia, che almeno in questo campo fossimo i primi. Ma mi sbagliavo. Anche i crucchi si perdono dietro al pallone mondiale più di quanto non faccia l’italiota. E il nipponico? Robe de mati!

(Chissà se anche quei governi stanno preparando qualche retro sorpresa ai loro sudditi!)

spotting2

(via The Economist)

LOZZO – CONSUNTIVO ELETTORALE 2014

10 Giugno 2014 Botanico Palazzo cagliostro, elelozzo2014, la-parola-ai-lozzesi

di Cagliostro

Qualcuno, enfaticamente, afferma che la vittoria del duo di Piadena è stata quasi bulgara e che ciò sarebbe stato giusto suggello e premio alla decennale “buona amministrazione”, nonché il risultato di un coraggioso rinnovamento operato nella composizione della squadra, presentata al vaglio dei cittadini, con l’innesto di ben tre ‘virgulti’ dalle belle speranze, più qualche elemento non propriamente autoctono ma espressione ed erede designato di noti clan locali.

A mio avviso, trattasi di una analisi molto superficiale che prescinde da una obiettiva ed approfondita disamina circa le vere ragioni dell’esito uscito dalle urne. Innanzi tutto il presunto grande successo elettorale non tiene conto del vistoso astensionismo, che dimostra, nelle nostrane dimensioni, un qualche cosa che va ben oltre il fisiologico e che appalesa chiaramente la presa di distanza di una gran fetta di elettorato da entrambe le formazioni in campo.

Il duo vincente ha potuto anche contare sul fatto che la squadra antagonista non era una formazione a ranghi completi ed era composta da ben tre elementi del tutto esterni al paese. In quanto poi a qualità intrinseca di entrambe le compagini, appare inutile ogni sottolineatura sul giudizio, invero abbastanza generalizzato, espresso dalla Pubblica Opinione ed evidenziato proprio dal marcato assenteismo e dalla variazione, rispetto al passato, del pacchetto di mischia preferenziale.

A questo punto, una valutazione di natura prettamente politica si impone, valutazione che gli inquilini (‘vecchi/nuovi’) del Palazzo farebbero bene a tenere nella debita considerazione. Il 77% del bottino elettorale è espressone soltanto apparente di un plebiscito, tenuto giustappunto conto che tale percentuale va calcolata su di una platea abbastanza contenuta di partecipanti al voto (64%). Tale esito è pertanto da considerarsi non certo come una adesione corale, bensì come la volontà espressa da una minoranza di aventi diritto (infatti, il 77% di 64= 49,..%).

Se poi a tale situazione aggiungiamo anche le schede bianche e nulle, la minoranza risulta ancora più marcata. Sia ben chiaro che nessuno vuole svilire la legittimità di una elezione avvenuta secondo le regole democratiche codificate dalla normativa riguardante la formazione degli organi amministrativi degli enti locali più vicini ai cittadini. Qui si vuole solo mettere in risalto che l’enfasi di chi inneggia al plebiscito va doverosamente ridimensionata, pur nella consapevolezza che la non partecipazione ad un primario diritto/dovere civico (il voto) va deprecata per molteplici, intuibili ragioni; ma sarebbe da sciocchi non valutare nella giusta luce l’impatto negativo e l’espressione di malcontento che deriva, pur tuttavia, da una così netta espressione di diniego.

Tanto più se nel conto mettiamo le indubbie caratteristiche del fattore “C”, che ha rivestito un ruolo (intrinseco ed estrinseco alla compagine) non secondario nella rinnovazione del mandato a questi “abbarbicati” amanti dei due scranni più alti del botanico Palazzo. Detto questo, e proprio in conseguenza delle modalità di espressione del voto e del non voto, appare del tutto necessaria una valutazione dell’operato pregresso di lor signori. Io sono tra quelli che valutano negativamente i risultati complessivi del decennio trascorso e non solo per negligenze, omissioni, mancanza di progettualità vera, in un quadro prospettico di visione politico-programmatica del futuro del nostro paese, mi si passi l’aforisma, alquanto aleatorio; ci sarebbero ben altre e più pregnanti, non commendevoli considerazioni aggiuntive da fare…

Che lor signori non abbiano avuto e non abbiano idee e visioni alte è un fatto acclarato, ma è anche incontestabile che non abbiano fin qui saputo o voluto neppure attuare e predisporre una vera scala di priorità in ordine ad una politica che contemplasse minimi provvedimenti sul Sociale, sulle OOPP indispensabili, primarie ed essenziali, su incentivi economici alle categorie più disagiate, sulla ristrutturazione della spesa corrente, in particolare della pianta organica…

Diciamo che un esecutivo che si rispetti, normalmente, attua gran parte del suo programma nel primo mandato e consolida i suoi risultati nel secondo mandato. Nell’ipotesi di un terzo mandato, i programmi dovrebbero essere radicalmente reimpostati e aggiornati basandosi molto sulla esperienza acquisita… E’ forse questo il caso che ci riguarda?? Ho letto attentamente il programma manfrediano!! L’impressione ricavata è stata quella di molto politichese e di molta ‘fuffa’. Si direbbe proprio che la SPINTA PROPULSIVA di berlingueriana memoria (se a Lozzo, per pura ipotesi, ci fosse anche stata!!!) si è completamente esaurita….

Che Palazzo Venzo sia, ora più che mai, soltanto l’utile trampolino di lancio per altri lidi (da confermare e/o del tutto nuovi?)?? Ora dovranno formare la Giunta che avrà due soli componenti, oltre al sindaco; è assodato che uno sarà la solita eminenza grigia (grigia in senso letterale?) e l’altro/a chi sarà mai? Magari qualcuno/a che ha già spergiurato di non volere tale incarico ma che, forse, lo accetterà (l’incarico) a bocce ferme?

 

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