BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Satira istituzionale allo stato puro (considerazioni sulla Tarsu)

14 Dicembre 2010 Informa-Lozzo giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi, raccolta-differenziata

Caro Danilo De Martin,

per opportuna divulgazione al fine di una appropriata valutazione circa i comportamenti e gli atti inerenti la attuale conduzione della Cosa Pubblica nel nostro paese, ti pregherei di pubblicare la delibera Consigliare n. 4 del 28/4/2010 e la mia lettera alla Amministrazione Comunale che si rifà, contestandolo, all’iniquo provvedimento contenuto in tale atto deliberativo. Atto che ogni studente al primo esame di Diritto Pubblico Amministrativo considererebbe privo di validità in quanto non minimamente motivato. Per completezza di informazione, ti pregherei infine di pubblicare la NON RISPOSTA del sindaco, ricevuta a ben 72 giorni di distanza dalla mia istanza. Per doverosa precisione, io richiedevo “mi venissero fornite, con cortese urgenza, e comunque entro i limiti di tempo stabiliti dalla legge, le motivazioni alla base dell’adozione di un tale provvedimento”. Il sindaco, come sua abitudine, ha divagato, ha parlato d’altro, ha eluso completamente la domanda (ed ogni altra considerazione di merito da me espressa), dando così al non tempestivo riscontro un carattere formale e del tutto non esaustivo. Unica benevola concessione: la iniquità, sulla quale – in parte – il sindaco (bontà sua!) si concede il lusso di convenire.

Per il resto, aria fritta ed un maldestro tentativo di far passare come motivazione la ininfluente dissertazione, nel contesto deliberativo, del vice-sindaco sui costi e le modalità della raccolta differenziata (i cavoli a merenda sono cosa…molto più confacente).

All’Egregio Primo Cittadino (pro-tempore), vorrei far giungere un preciso messaggio: proprio non ci siamo in quanto allo stare al tema! Il Sindaco, per paradosso, personifica l’Amministratore che, non sapendo destreggiarsi con argomentazioni minimamente plausibili e quindi credibili, si permette, dall’alto della sua carica, di fare una certa qual ‘satira istituzionale’, con contorno di amenità, che nulla hanno a che vedere con le argomentazioni da me svolte. Mi ritengo veramente preso in giro e credo di non essere aduso a permettere a chicchessia di poterlo fare. Certe licenze possono essere consentite al massimo nella cerchia famigliare, non nei riguardi di cittadini che esprimono un motivato dissenso su di uno specifico atto dell’Amministrazione. Atto e decisione, lo ribadisco, sulla cui iniquità (ironia della sorte, sottigliezza diplomatica, od ulteriore presa in giro?) lo stesso sindaco, almeno in parte, manifesta condivisione…

Grazie di cuore per l’ospitalità. Un cordiale saluto.

Giuseppe Zanella


Spett/le
AMMINISTRAZIONE COMUNALE
32040 LOZZO DI CADORE

Egregio Signore
CALLIGARO DR IVANO
Capo Gruppo di minoranza in Cons. Comunale
32040 LOZZO DI CADORE

Belluno, 18/9/2010

Oggetto: Eliminazione riduzione 30% su Tarsu a c/ possessori seconde case. Riferimento: Delibera di Consiglio n. 4 del 28/4/2010 riguardante “abrogazione lettera d1) art. 11, comma 2 del Regolamento Comunale Tarsu”.

In qualità di cittadino non residente, proprietario di immobile sito nel contesto urbano del comune di Lozzo, avendo preso visione soltanto ora del contenuto della delibera emarginata, chiedo mi vengano fornite, con cortese urgenza, e comunque entro i limiti di tempo stabiliti dalla legge, le motivazioni alla base della adozione di un tale provvedimento.

Una decisione che considero iniqua e penalizzante per una certa parte dei contribuenti del Comune rispetto alla totalità della cittadinanza, in particolare rispetto ai residenti, che fruiscono del servizio raccolta e smaltimento rifiuti per l’intero arco dell’anno.

A quanto risulta da una attenta lettura della citata deliberazione, non esiste uno straccio di motivazione che giustifichi tale abrogazione; per di più gli striminziti interventi riportati nel contesto deliberativo svolti dal Sindaco, dal vice sindaco, da un assessore e da ben tre consiglieri (due della opposizione) hanno riguardato considerazioni di carattere generale, per lo più sulle tecniche riguardanti la raccolta, senza minimamente entrare nel merito del provvedimento, ossia sul PERCHE’ si doveva procedere alla abrogazione di una agevolazione parzialmente equiparativa fra fruitori del servizio residenti e quelli che in paese dimorano soltanto per brevi periodi. Si è insomma molto divagato ma ci si è guardati bene dall’attenersi al tema. Un buon insegnante di lettere avrebbe dato a tutti gli intervenuti un voto di grave insufficienza per aver eluso completamente di analizzare la vera natura e le finalità del provvedimento al vaglio del voto consigliare. Solo il Dr Calligaro Ivano ha sfiorato l’argomento all’odg quando ha affermato che “agire su materia iniqua come è la Tarsu, non sembra il modo migliore per fare cassa”. Egli avrebbe dovuto comunque sottolineare, a mio avviso, molto più efficacemente, la ulteriore iniquità che si andava mettendo in essere danneggiando, oltre tutto, non solo e non tanto trevigiani e veneziani possessori di alloggi in paese, ma soprattutto i lozzesi che conservano la casa avita e si dovranno ora sobbarcare, oltre all’ICI al 7 per mille, anche la tariffa piena per la Tarsu per l’intero anno, a fronte di brevi fruizioni del servizio. In ogni caso, pur in assenza di un argomentare efficace, va dato atto del voto contrario degli esponenti della minoranza…

Va altresì precisato che gli attuali amministratori avrebbero dovuto ben conoscere le ragioni che avevano spinto i loro predecessori ad introdurre la riduzione tariffaria (ora abrogata) a favore dei non residenti. Se comunque gli odierni amministratori non fossero stati a conoscenza (o per pigrizia in riferimento all’esigenza di documentarsi prima di assumere determinazioni così sperequate, o per negligente indifferenza di fronte ad ogni possibile considerazione sulle conseguenze etiche del loro operato), reputo necessario e doveroso supplire a tali ipotetiche carenze con opportuna azione didattica. Lo “sconto” a suo tempo introdotto rispondeva, in modo lungimirante, ad una necessità almeno parzialmente perequativa, trattandosi di evitare che chi restava in paese per poche settimane, e pagava tariffa piena per l’intero anno, contribuisse impropriamente ed in modo significativo ad abbassare i costi a carico di chi invece fruiva del servizio in modo duraturo e sistematico. Era questa insomma la introduzione di un principio di “rettifica equitativa” e di “riduzione del danno”, oggettivamente molto apprezzati. Tanto più che, al tempo, sia a livello statale che regionale, si pensava di introdurre il principio di pagare in base alla effettiva fruizione temporale del servizio, e ciò sulla base di idonea autocertificazione (ed una tale norma sarebbe stata la più idonea ed opportuna).

Trovo pertanto inusuale questa sconfessione di un tale principio introdotto dalle amministrazioni precedenti e la scelta odierna appare oggettivamente ingiusta e discriminante.

Per di più avverto tutta la incoerenza di chi fra gli amministratori (il sindaco in primis) parla tanto dell’esigenza di incentivare il turismo e poi, nei fatti, opera in modo del tutto diverso e crea danni evidenti ed ingiustificati e disagi, anche di natura economica, perfino ai lozzesi che vivono altrove (magari non per loro scelta e diletto) e che ci tengono molto a rientrare in paese per un periodo di riposo. Ed i lozzesi della “diaspora” sono numerosi e nei mesi di Luglio ed Agosto danno il loro piccolo contributo al sostegno della magra economia locale frequentando negozi, bar, gelaterie e pizzerie. Si vuole costringere queste persone a vedere sotto una luce diversa il proprio paese? Si vuole fare in modo che anche costoro mettano in vendita le loro vecchie case? E’ così che si aiuta la “rinascita” della montagna?

Nonostante i termini di opposizione alla deliberazione in questione siano, purtroppo, ampiamente scaduti, attendo doverose ed esaustive motivazioni sul perché di quanto deliberato.

Distinti saluti.
Giuseppe Zanella




Per prendere visione della delibera:
Delibera consiliare 4/2010: MODIFICA AL REGOLAMENTO PER L’APPLICAZIONE DELLA TASSA SUI RIFIUTI SOLIDI URBANI.



Superman e Superfici. A Lozzo di Cadore il primo caso di creazione dello spazio dal nulla.

12 Dicembre 2010 Criticarium centraline, lavori-pubblici, non-trasparenza, pubblicazione-delibere, risposte-del-sindaco

Vi sono due posti al mondo nei quali può succedere che si crei spazio (e materia) dal nulla. A Ginevra presso l’LHC e a Lozzo di Cadore. Qui non c’è neanche bisogno di un collisore di adroni, basta un sindaco. Ed i suoi superpoteri. Divinatori.

Ma teniamoci ai fatti. Il comune provvede ad effettuare un acquisto di terreni. E’ costretto, giocoforza, a produrre una delibera di giunta. Che se fosse per i trogloditi dell’amministrazione, l’abbiamo già detto 1000 volte, resterebbe a prendere polvere all’albo pretorio (il solo tempo stabilito dalla legge, 15 giorni, forse). Ma la minoranza di Per la Gente di Lozzo pubblica la delibera in questione (le pubblica tutte, se è per quello).

A questo punto sul BLOZ compare l’articolo “La giunta di Lozzo di Cadore compra i terreni a corpo, un tanto al chilo (ma non si usava il metro quadro?)” segnalando che i notabili di palazzo Venzo comprano, a nome e per conto del popolo di Lozzo, terreni senza specificare l’entità della superficie acquistata, omettendo di riportare il costo al metro quadro. Voi, le arance, le comprate al metro quadro?

La minoranza provvede a presentare una interrogazione alla quale, con il dovuto ritardo, il sindaco dà risposta.

Nell’interrogazione si chiedeva, molto semplicemente: «SIA notificata l’esatta superficie della particella di terreno identificata al mappale n°97 del foglio n°5 del NCT di Lozzo e al mappale n°215 del foglio n°119 del NCT di Auronzo;»

Per tutta risposta il sindaco scrive: «si allega copia della delibera n. 38 … dalla quale possono essere rilevate anche le superfici acquistate (sic!)».

Se non fosse che la risposta è su carta intestata del comune, firmata dal sindaco ed indirizzata alla minoranza, configurandosi quindi come comunicazione istituzionale, avrei giurato di essere di fronte al primo caso di  “satira istituzionale”. Un sindaco satirico, la fine del mondo (in senso positivo eh).

La stessa minoranza, disorientata dalla risposta, accenna ad un telegrafico commento (che appare mosso da pietà, a me sembra): «Deve essere stato alquanto stanco [il sindaco, ndr] o, perlomeno, piuttosto disattento se, nelle prime righe, così ha pensato di scrivere: “si allega fotocopia della delibera n. 38 …. dalla quale possono essere rilevate anche le superfici acquistate”. Noi ci abbiamo provato, a rilevare le superfici, ma non ci siamo riusciti».

Ora, avendo il sindaco un trascorso da “agronomo”, non possiamo pensare che con la parola “superfici” egli abbia inteso indicare il numero dei mappali riportati in delibera. Se così fosse vorrebbe dire che non ha letto l’interpellanza avanzata dalla minoranza (cosa che reputo a questo punto altamente probabile, vista la qualità della risposta).

Anch’io, come la minoranza, ho cercato disperatamente nella delibera 38 dove si nasconda il valore (in qualsiasi unità di misura lo si voglia determinare: cm2, m2, are, ettari ecc.) delle superfici acquistate. Se la delibera 38 consultabile online corrisponde a quella cartacea consultata dal sindaco (non c’è alcun motivo per cui non sia così), questi valori non ci sono.

Ecco quindi farsi largo l’ipotesi iniziale. La creazione dello spazio dal nulla. Per ora si tratta di uno spazio bidimensionale. Col tempo e l’applicazione i superpoteri potranno però dar luogo anche a spazi a tre dimensioni. E chissà che non salti fuori anche la teoria unificatoria delle forze, quella che dovrebbe sposare il mondo quantistico con la gravità. Non si sa mai.

Il problema che la minoranza voleva risolvere, però, è rimasto sul tavolo. Il sindaco sarà anche riuscito (a suo dire) a creare una superficie dal nulla, tanto che indica anche dove andarla a leggere, ma non ne esplicita il valore. Non può, il sindaco, con i suoi superpoteri, farci sapere a quanto ammontano le superfici piane dei mappali richiamati nell’interrogazione? Il dato avrebbe il solo scopo di permettere il calcolo del costo per m2 dei terreni acquistati. Così, solo per avere un’idea.

Belluno Autonoma su Radio Più

11 Dicembre 2010 Autonomia autonomia, referendum-autonomia


Come è stato ampiamente riportato dalla stampa, il 4 dicembre scorso il Comitato per Belluno Autonoma si è incontrato con Stefano Ghezze, Presidente del Consiglio Provinciale, al quale ha consegnato le 16.500 firme raccolte dal Comitato Belluno Autonoma per l’indizione del Referendum provinciale.

In seguito, alcuni dei nostri amici autonomisti hanno fatto “quattro chiacchere” a Radio Più, portando un ulteriore contributo alla spiegazione delle cosiddette “ragioni del referendum”. Qui di seguito propongo l’intera intervista (che può eventualmente essere scaricata per essere sentita off-line cliccando sul questo link). Avanti con l’Autonomia!

Here is the Music Player. You need to installl flash player to show this cool thing!

Intervista di Belluno Autonoma a Radio Più – dicembre 2010.

Altri contributi audio e video sul sito di Belluno Autonoma.

Grazie alla Gente Bellunese. Insieme abbiamo raggiunto il primo grande obiettivo! I Bellunesi hanno chiesto il Referendum!

10 Dicembre 2010 Autonomia autonomia, referendum-autonomia

Bellunesi, a testa alta verso il futuro, tra le nostre montagne, aperti al mondo.

(le firme, come sappiamo, non sono più le 8.000 citate nel video che ci eravamo inizialmente riproposti di raccogliere, siamo infatti arrivati a 16.500. E la raccolta continua).

… crediamo sia pericoloso il clima di violenza travestito talvolta da satira politica …

8 Dicembre 2010 Digo la mea bolcom, libera-informazione, local-politik

Che per scrivere sciocchezze e/o cazzate (nei vari calibri: piccole, grandi, gigantesche, colossali)  non ci fosse il bisogno di essere giornalisti, lo sapevamo già dall’esistenza del bolcom. Le varie edizioni fin qui succedutesi rappresentano infatti la prova che la categoria dei sindaci ha una particolare predisposizione nel produrre un genere letterario in cui le sciocchezze trovano diffusa rappresentazione.

A conferma di tutto ciò si è unito al coro il sindaco di Calalzo (gemellato con quello di Perarolo) che sul proprio blog, in relazione alla recente vicenda che ha visto coinvolto il sindaco di Vigo, così scrive:

« … Al di là del singolo episodio crediamo sia pericoloso il clima di violenza travestito talvolta da satira politica che purtroppo sta prendendo piede a tutti i livelli. Troppo spesso politici ed amministratori che mettono la propria faccia e lavorano per la gente, vengono resi destinatari di insulti ‘giustificati’ da una libertà di parola, di critica e di satira, campagne di diffamazione che poi avvallano comportamenti violenti. L’aggressione fisica ad Antonio Mazzucco è anche frutto di questo clima che non ci piace e che non vogliamo tollerare, perchè in individui evidentemente poco equilibrati rischia di sfociare nella violenza più brutale e inspiegabile, colpendo per di più un sindaco il cui operato è sempre stato limpido ed efficace a servizio della sua gente»

Non so di preciso a chi si riferiscano i nostri “messia”, quando parlano di “clima di violenza travestito talvolta da satira politica”, ma essendo mia opinione che trattasi di cazzata colossale (cavolata se volete, ma oggi le due parole sono equivalenti), mi sento in dovere di dire la mia. Che cosa dire dunque a questi paladini della libertà d’espressione?

Primo: cari sindaci, non vi ricordate proprio quando, ognuno con la propria faccia di bronzo (eufemismo per non usare espressioni leggermente più colorite), siete venuti da noi ad elemosinare il nostro voto? Non ce l’avete mica chiesto in cambio dell’assoluta fedeltà. Non vi ricordate che tremavate come poveri pulcini, incerti sull’esito del voto?

Secondo: ora che sindaci siete diventati, credete forse di potervi ergere al ruolo di podestà con una sorta di Ovra al vostro fianco pronta a vigilare e soprattutto reprimere le “residue” azioni sovversive? Credete forse di essere dei figli di un Dio maggiore solo perché siete diventati primi cittadini (metaforicamente, molto metaforicamente)?

Terzo: è vero, “politici ed amministratori mettono la propria faccia e lavorano per la gente”. Ma la vostra mammina non ve l’aveva detto che da secoli il ruolo di sindaco (marìgo) comporta qualche problemino? Pensavate di sedere sullo scranno più alto di questi piccoli paesi a prendere il sole e trastullarvi? Nessun ve l’aveva detto che esistono le opposizioni e le opinioni pubbliche? Volete essere gli unici ad avere il proprio blog (o il bolcom) e disporre della possibilità di nutrire con le vostre informazioni le nostre poveri menti di sudditi obbedienti?

Suvvia, guerrieri della vostra tempra, con tutti gli epocali problemi che siete chiamati a risolvere, non vi vorrete accanire contro “quattro parole travestite da satira”.

16.500 Sì al Referendum per Belluno Autonoma

5 Dicembre 2010 Autonomia autonomia, dolomiti, referendum-autonomia

Con grande soddisfazione riprendo dal sito di Belluno Autonoma Dolomiti Regione:

Ieri il nostro Comitato ha depositato al Consiglio Provinciale la richiesta popolare per l’indizione del Referendum Provinciale. Al Presidente Stefano Ghezze sono state consegnate 16.500 firme di Bellunesi che chiedono Belluno Autonoma nella Regione Dolomiti. Altre ne arriveranno le prossime settimane. Ora la decisione spetta al Consiglio Provinciale.

A nostro avviso, non ci sono dubbi:  i Bellunesi hanno già scelto.

Sul sito potrete trovare un bellissimo articolo che “riassume” questa prima “lunga corsa” per la conquista della nostra Autonomia. Ne riporto le prime righe.

Abbiamo raggiunto il primo dei nostri obiettivi impossibili. Volevamo raccogliere ottomila firme per chiedere al Consiglio Provinciale di indire un referendum. Ci guardavano strano. Alcuni pensavano che fossimo irresponsabili e, sotto sotto, degli illusi. Nemmeno noi sapevamo se saremmo stati capaci di raccogliere così tante firme.

Ne consegniamo oggi sedici mila al Presidente del Consiglio provinciale. Abbiamo avuto fiducia nei bellunesi, agordini, cadorini, ampezzani, comeliani, zoldani, alpagoti e feltrini. Fiducia ben riposta. Mai vista una campagna “politica” così priva d’ideologie e di retorica, senza violenza e senza conflitti. Mai visti i montanari delle Dolomiti accogliere una proposta così complessa e difficile con tanta serena determinazione. Hanno firmato comprendendo le necessità che ci hanno imposto questa scelta. Hanno condiviso con noi la consapevole difficoltà che questa iniziativa comporta. Non abbiamo, per scelta, venduto sogni e illusioni. Non abbiamo fatto credere che l’autonomia che vogliamo, sarà la soluzioni di tutti i problemi che abbiamo. [continua].

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