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quelli che se usciamo dall’euro ci sarà la corsa agli sportelli…

20 Maggio 2014 Ecco Nomia europatia, no-euro, pude, verso-il-default

E’ uno spasso stare a sentire quelli del PUDE (tra i quali quelli del PD si distinguono che è ‘na meraviglia) che descrivono scenari apocalittici nel caso d’uscita dell’Italia dall’euro (dall’euro, non dall’Europa, per quanto la UE sia a mio avviso poco più di una baraccopoli). E’ uno spasso perché quando parlano è come se tirassero fuori il breviario del “giovine europeista” e andassero tutti quanti a leggere a pagina 31, per dire, la frase di rito che si legge in queste circostanze. Poi gli fai una domandina “a latere”, non quelle cattive, quelle normali che pescano nella storia passata, e si liquefano.

Nessuno fra chi ritiene che oggi sia quanto meno opportuno andarsene via di corsa da questa orrenda scelta “politica” (ma è semplicemente vitale) nasconde che l’uscita non sarà una passeggiatina, che quindi qualche problema lo dovremo affrontare così come l’abbiamo affrontato “entrando” nell’euro. Riguardo alle ipotesi di corsa agli sportelli (bank run) e del crollo del valore dei risparmi, distillato di stupidaggini creato ad arte per fare terrorismo nelle coscienze meno preparate, vale la pena di leggere questo articolo di Alberto Bagnai:

Euro, quelli che ‘se ne usciamo ci sarà la corsa agli sportelli’

[di Alberto Bagnai – leggi tutto su il Fatto Quotidiano]

[…]

Permettetemi di concludere con la madre di tutte le dilettantesche scemenze: l’idea spesso espressa da economisti improvvisati secondo cui la famosa svalutazione del 50% (che non sarebbe tale perché i partner lo impedirebbero, come ho detto sopra) abbatterebbe del 50% in una notte (che non sarebbe una notte perché i riallineamenti anche ampi normalmente prendono almeno un anno) i nostri risparmi.

Scusate, ma i risparmi a cosa servono? In sintesi, a tirare a campare quando si smette di lavorare, no? Ora, io mi chiedo: ma voi, che oggi fate la spesa sotto casa, a 65 anni prenderete ogni giorno l’aereo per farla a Manhattan? Così, per sapere… I cialtroni terroristi sistematicamente confondono il valore esterno della moneta (il suo tasso di cambio) con quello interno (il suo potere di acquisto). Se l’euro si svalutasse del 50%, significherebbe (a spanna) che un dollaro costerebbe del 50% in più. Ma voi il latte sotto casa lo comprate in dollari? L’obiezione (ridicola) è: “Ma le materie prime si comprano in dollari!”. Ma ragazzi: il costo delle materie prime è solo una parte del costo finale del prodotto, le strategie di prezzo delle imprese sono orientate a comprimere i margini in caso di svalutazione per evitare di perdere quote di mercato, ecc. ecc. La morale della favola è che gli studi più recenti ci dicono che nei paesi europei una svalutazione si trasferisce sull’indice dei prezzi al consumo per circa il 23% nel lungo periodo. Quindi anche una svalutazione del 50%, del tutto improbabile, farebbe aumentare l’indice dei prezzi al consumo al massimo del 0.5×0.23=11.5% distribuito su più di un anno. Il che significa, in buona sostanza, che anche in questo scenario catastrofico l’incremento del tasso di inflazione su base annua sarebbe al massimo di 6 punti, sempre nell’ipotesi che il governo non attui contromisure, come, ad esempio, ridurre le accise sulla benzina messe da Monti, guarda un po’, per difendere l’euro. Se invece la svalutazione fosse di un più realistico 20%, come fra 1992 e 1993, l’impatto sull’inflazione in base annua sarebbe di due punti. Proprio quei due punti in più di inflazione che il buon Stefano Fassina chiede alla Bce di provocare… per difendere l’euro!

Ehi, amici, come devo dirvelo? Se tanto svaluteremo dentro o fuori dall’euro, se per difendere l’euro sarebbe opportuno che la Bce provocasse un’inflazione analoga a quella che ci aspetta se ne usciamo, e se per difendere l’euro dobbiamo mettere nuove imposte sulla casa e nuove accise (e in Italia un’accisa è per sempre), mi spiegate a cosa ci serve restare dentro l’euro? A sentirci bravi come i tedeschi? Se avete un complesso di inferiorità parlatene con uno psicanalista: farete felici il vostro (o la vostra) partner. Un economista, se non è un cialtrone, non vi dirà niente di diverso da quanto trovate scritto qui.

p.s. altra ottima disamina sull’argomento (cosa succederebbe ai risparmi in caso di uscita dall’euro) la potete trovare su vincitori e vinti.

i consiglieri di Lozzo Fifa tirano le pietre al loro sindaco (e a qualcuno fra loro) – Lozzo Fifa & Fuffa /5

17 Maggio 2014 Botanico Palazzo bolcom, bolcomiadi2014, della-confutazione, elelozzo2014, lozzofifa&fuffa, maglia-nera, raccolta-differenziata

Sembra, dicevo, che per i consiglieri-cavalieri di Lozzo Fifa la raccolta differenziata sia stata una questione di vita e di morte, e ne menano vanto, ancorché non sia altro che una comunissima attività che il comune è chiamato a gestire (ma proprio comunissima, tanto che per essa è prevista una tassa specifica!).

Scrivono i cavalieri – ed il loro sindaco… acconsente – con un sentimento misto tra l’orgoglioso riscatto da una condizione di inferiorità patita e la languida soddisfazione che giunge al conseguimento di un obiettivo sì tanto cercato:

… Cinque anni fa Lozzo era maglia nera in Cadore. Adesso è al 1° posto in Cadore, al 5° posto in Provincia di Belluno e al 26° in Veneto.

E ne hanno ben donde. Ed è tutto vero!! Cinque anni fa, nel 2009, Lozzo (33,8%) era maglia nera in Cadore nella raccolta differenziata. A dir la verità era “tra le maglie nere“, nel senso che Perarolo (30,6%), Pieve (30,7%) e Vigo (32,6%) facevano un cinin peggio, Domegge (33,6%) era sostanzialmente alla pari, Calalzo (36,0%) appena appena meglio, Lorenzago (38,3%) un pelino meglio di Calalzo… tutte sotto Auronzo (41,6%), la migliore e l’unica a superare il 40%.

Comunque, dai!, Lozzo non era proprio la peggiore. Possiamo dire che nel 2009 tutto il Centro Cadore era maglia nera? E diciamolo, allora, perché così è.

 

Ma il bello viene ora.

 

I cavalieri-consiglieri, dichiarando la loro condizione di inferiorità patita (in fondo non sapevano, povere e pie anime, quello che stavano per prendere in eredità 🙂 ),

“cinque anni fa Lozzo era maglia nera in Cadore” …

a chi mai avranno volto il pensiero? Da chi, questi cavalieri senza macchia e senza paura, stavano per ereditare cotanta vergognosa maglia nera in Cadore dalla quale riscattarsi?

Ma dal sindaco, dal loro sindaco, dallo stesso sindaco al quale hanno giurato fedeltà e sotto la cui ombra si sono assisi a belare per tutto questo tempo. C’erano Yoghi e Bubu a guidare la compagine che, dal 2004 al 2009, fine del loro primo mandato, era maglia nera in Cadore nella raccolta differenziata.

Tutta roba prodotta genuinamente eh, senza l’aiuto di nessuno.

(precisazione: c’erano anche Cip & Ciop e Braccobaldo, se per quello, che poi si sono ri-presentati in compagnia degli orsetti nella legislatura che finirà tra qualche giorno. Insomma, parte di loro, quelli che si sono ripresentati, senza averne coscienza sono stati fautori di un passato nero come la pece – in questo caso la maglia nera in Cadore – che hanno passato di mano a se medesimi e che poi hanno combattuto con rara fierezza giungendo alfine a vincere il maligno)

L’hanno fatto a loro insaputa, ovviamente.

Dandosi, da soli, una martellata sugli zebedei (benedetta ignoranza).

Grazie di cuore a tutti gli altri consiglieri, alle nuove leve che dal 2009 ad oggi hanno sfavillato, e che con questo passo letterario di straordinaria intelligenza hanno connotato per quello che erano i compagni a cui si sarebbero, di lì a poco, avvinghiati nell’orgia sfrenata e feconda i cui esiti traspaiono mano a mano che la lettura del bolcom procede.

(ci sarebbe un’altra piccola precisazione da definire ma, per galanteria, rimando ad altra nota ed altro giorno. Comunque, W Lozzo Fifa & Fuffa! Senza di voi la vita oggi sarebbe un po’ più grigia )

2013/2014 un’annata eccezionale per la copertura nevosa (ma anche no!)

17 Maggio 2014 Ambiente, Cadore - Dolomiti, Curiosando curiosando

Ove sì, ove no! Ma in media “Emerge chiaramente come la copertura nevosa in Alto Adige, ma anche nelle Alpi centrali, sia rimasta uguale.” Parola di EURAC:

Le basse temperature di queste mattine primaverili fanno pensare all’inverno e offrono lo spunto per guardarsi alle spalle: quello appena trascorso è stato un inverno particolare? Sulla base dei dati satellitari forniti dall’antenna installata sul Corno del Renon, i ricercatori dell’Istituto per il Telerilevamento Applicato dell’EURAC hanno elaborato mappe della copertura nevosa sull’arco alpino riferite agli ultimi inverni. Queste mappe mostrano che – nonostante le abbondanti precipitazioni dello scorso inverno – in certe zone la neve si è conservata per periodi molto più brevi rispetto all’anno precedente. Soprattutto sulle Alpi settentrionali, ma anche a quote più basse, la neve è durata anche 40 giorni in meno rispetto all’inverno 2012/13.

“Dopo che quest’inverno si è discusso molto dei capricci del tempo, abbiamo pensato di includere nella nostra attività di ricerca l’analisi dei dati satellitari degli scorsi inverni e di confrontarli con quelli della passata stagione. Ci siamo concentrati sulla copertura nevosa”, spiega Marc Zebisch, direttore dell’Istituto per il Telerilevamento Applicato dell’EURAC. Le mappe elaborate dai ricercatori mostrano in un colpo d’occhio per quanti giorni la neve si è conservata in determinate zone e mettono in evidenza la differenza con gli inverni scorsi.

Emerge chiaramente come la copertura nevosa in Alto Adige, ma anche nelle Alpi centrali, sia rimasta uguale. Scendendo nel dettaglio, in zone come l’Alta Val Venosta o la Val d’Ultimo la neve si è conservata per 40 giorni in più rispetto all’inverno precedente. Anche nelle Alpi meridionali si è verificato lo stesso fenomeno: in Lombardia e Piemonte la neve è rimasta circa venti giorni in più. Le Alpi settentrionali, invece, e soprattutto le Prealpi, sono state innevate per un periodo più breve rispetto allo scorso inverno, anche 40 giorni in meno.

Nel complesso le mappe riferite all’inverno 2013/14 mostrano un limite della neve più alto e più netto: molta neve sulle montagne e poca in valle. “L’inverno appena trascorso ha fatto registrare temperature in media più calde di due gradi Celsius rispetto agli inverni precedenti. Per questo, nonostante le precipitazioni siano state molto superiori alla media, a quote basse è rimasta poca neve”, spiega Zebisch interpretando i dati. Le mappe sulla copertura nevosa sono utili anche per prevedere quanta acqua defluirà dalle montagne.

La stazione di ricezione satellitare sul Corno del Renon fornisce regolarmente dati sull’intero arco alpino. A partire da questi dati vengono elaborate mappe tematiche che documentano gli sviluppi in atto sulla superficie terrestre, ad esempio copertura nevosa e vegetazione.

Clicca qui per scaricare le mappe in pdf

dedicato ai ‘fotovoltaici’ ebeti (ma anche ai non-ebeti e, soprattutto, ai diversamente ebeti)

17 Maggio 2014 Criticarium Itaglia, Ecco Nomia fotovoltaico, itaglia, repubblica-bananiera, verso-il-default

Nell’articolo … un fotovoltaico sul tetto! avevo chiamato in causa, sia in ambito privato che pubblico, appellandoli “ebeti”, quelli che:

[…] In ambito privato ci sono in giro degli ebeti che si sentono fieri di avere sul tetto un impianto fotovoltaico: soprattutto perché si sentono green (sentono di aver fatto qualcosa di grande per salvare il mondo). La maggior parte di questi ebeti sa che lo stato ha incentivato il loro impianto, ma non ne capisce le conseguenze. […]

Spiegavo poi alle spicce come lo stato italiano abbia finanziato questi impianti fuori mercato sussidiandoli con soldi presi dalle tasche degli italiani rincarando le bollette elettriche – tanto delle imprese che delle utenze domestiche – queste ultime appesantite in media di circa 90 euri l’anno.

In un successivo commento chiarivo che:

ebete non è colui che si fa il suo impiantino fotto-voltaico, come ebeti non furono coloro che, a suo tempo, si avvalsero della possibilità offerta dallo stato-di-merda di diventare baby-pensionati (oggi, però, ne paghiamo salatissimamente le conseguenze). Ebete è colui che lo fa senza avere la coscienza che invece tu dimostri di avere (forse dopo il mio illuminante articoletto agevolativo,anche se la cosa è risaputa?): cioè sapere che quella cosa che hai messo sul tetto è una droga di stato, che distorce il mercato, pagata mettendo le mani – forzatamente – nelle tasche degli italiani attraverso la bolletta elettrica che è la più alta d’Europa ed è, per le imprese, una palla al piede di non poca importanza. In poche parole: senza incentivo, troveresti qualche coglione disposto a pagare il doppio una cosa che vale la metà? Credo proprio di no! Tu sei stato semplicemente un opportunista. Spera solo che lo stato non decida di decurtare gli incentivi… (lo farà, lo farà, lo sta già facendo (la Spagna l’ha già fatto), ma solo per gli impianti che superano un tot di potenza: quelli casalinghi saranno esclusi (dovrebbero esserlo)).

Il punto in questione è quello sottolineato in grassetto. A forza di elargire sussidi ai “fotto-voltaici” i cojones di stato si sono accorti che la bolletta elettrica delle imprese è diventata un nodo scorsoio con alta propensione al soffocamento delle medesime e quindi “urge” trovare una soluzione per dare loro un po’ di ossigeno.  Già la cosa era stata affrontata da Zanonato col governo pantofoLetta (emissione di obbligazioni dello stato, i famosi Zanonato bond), ma ci sta pensando anche Renzi:

Per tenere fede all’impegno di ridurre del 10% la bolletta elettrica delle PMI, il Governo Renzi, tramite i tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico sta pensando di tagliare retroattivamente del 20% la remunerazione degli impianti a fonti rinnovabili esistenti a fronte di un’estensione di 5-7 anni del periodo di incentivazione.

Che poi, al pari dei deliri di Zanonato, il taglio (retroattivo!!) paventato non si possa fare con un semplice schiocco di dita (per una serie di implicazioni spiegate nell’articolo), non è motivazione sufficiente ad indurre tranquillità nella vasta platea di “fotovoltaici”, siano essi ebeti, non-ebeti o diversamente ebeti.

Solo per puntualizzare!

a vincere siete stati anche voi, cittadini di Lozzo … (Lozzo Fifa & Fuffa /4)

17 Maggio 2014 Botanico Palazzo bolcom, bolcomiadi2014, elelozzo2014, lozzofifa&fuffa, raccolta-differenziata

Quelli di Lozzo Fifa&Fuffa la buttano sull’orgoglio dei vincitori:

[…] Tanto che se dovessimo paragonare questi ultimi cinque anni ad una scommessa dovremmo per forza dire che l’abbiamo vinta alla grande.

Non solo: dall’alto del loro cavallo, loro, cavalieri, guardano ai fanti e li spronano con altrettanto orgoglio:

E dobbiamo dire che a vincere siete stati anche voi, cittadini di Lozzo. […] Un esempio? La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.

E giù con la storiella del brutto anatroccolo diventato cigno (eravamo maglia nera e ora …).

Domanda che pongo a me: ma questi “cavalieri”, dall’alto della loro ignoranza (perché d’ignoranza si tratta, spero), si saranno mai posti il problema che la raccolta differenziata ad un certo livello si fa almeno dal 2000 (per esempio in Val Boite) e che, soprattutto, trattasi di una normalissima attività comunale come potrebbe essere, per ognuno di noi, lavarsi la faccia appena alzati? E che quindi, se se ne vantano … vuol dire che … (mi sa che a questo argomento sarà opportuno dedicare un post specifico sul fuoco amico).

Domanda che invece pongo ai fanti-cittadini di Lozzo:

vi passa mica per la testa un altro esempio nel quale siete stati anche e ancora voi, cittadini di Lozzo, a vincere?

 

class action contro il rincaro Bim-Gsp (o del dilemma dello scimmione)

16 Maggio 2014 Politica nostrana belluniadi, bim-gsp-buco-dell-acqua, politiche-cadorine, sindakos

Era il 24 marzo e scrivevo l’articolo:

magari alla class action c’arrivano prima i cittadini contro i sindaci del Bim-Gsp che questi contro l’Enel…

[…]Ovviamente è presto per dire se tutto ciò scaturirà in una vera e propria azione legale “contro i sindakos”. Ma magari, chissà, potrebbe essere che con la class action c’arrivino prima i cittadini contro i sindaci del buco Bim-Gsp che questi ultimi contro l’Enel per il black-out di Natale (riguardo a quest’ultimo punto: a mio parere i sindaci se la stanno facendo sotto per le loro eventuali responsabilità, stante anche la fumosa normativa riguardante le problematiche connesse alle vicende occorse, quindi la class action contro l’Enel non si farà, ma posso sbagliarmi. Vedremo.).

Della class action sbandierata dai sindakos contro Enel?

Siamo ancora al niente di fatto.

 

Invece,

quella promossa dai cittadini contro il rincaro del 30% della bolletta …:

Sarà discussa giovedì 22 maggio a Milano, dinanzi al Tar, Tribunale amministrativo regionale della Lombardia (competente per materia), la questione del rincaro delle bollette dell’acqua applicato da Bim Gsp ed impugnato attraverso la class action promossa dall’Associazione Sorgente trasparente.

A difendere gli interessi dei cittadini gli avvocati Alberto Pagnoscin e Augusto Palese del Foro di Venezia, che nel ricorso hanno contestato i rincari del 29,4%  (16,4% aumenti + 13% adeguamento tariffario e interessi passivi) applicati da Gsp a far data dal 01.01.2014 e fino al 31.12.2020 pari ad aumento stimato di 1.000- 1.200 euro a famiglia. […]

E’ giusto che oggi a pagare della “mala gestione” siano solo i cittadini?

Il verdetto spetta ai giudici amministrativi.

“Già alla fine della prossima settimana dovremmo saperne di più” assicura Simona Lorenzon, presidente dell’Associazione Sorgente trasparente che insieme all’Hosteria da Ciccio di Baldenich si è fatta promotrice della class action con la raccolta di 40mila firme. “Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che a vario titolo, edicolanti e delegati di zona, hanno collaborato in tutta la provincia a raccogliere le adesioni”.

A qualsiasi esito giunga l’azione promossa dall’Associazione Sorgente Trasparente, una cosa è comunque certa: se nei 10 anni trascorsi dall’inizio dell’avventura del buco dell’acqua, al posto di mandare i sindaci che abbiamo mandato per gestire quel carrozzone avessimo delegato uno scimpanzè, un gorilla ed un orango tango – anche senza fare un casting – a quest’ora questa puzza demmerda che si sente non sarebbe così forte (tale assunto è conosciuto anche con il nome più esotico di dilemma dello scimmione).

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