BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

il circolo del PD dell’Oltrardo ed il lontanissimo ululato dalla Siberia

14 Febbraio 2014 Criticarium Itaglia, Politica nostrana governo-letta, quelli-del-PD, repubblica-bananiera, verso-il-default

Mentre a Mosca i vertici del partito stappano lo champagne, dalla lontanissima Siberia giunge dai cani legati alle slitte (pronti a scattare e trainare con foga un nuovo fardello) l’eco di un sordo e soffocato ululato alzato in splendida solitudine all’ammaliante aurora boreale.

circolooltrardo-pd

Pian dei Buoi 15 febbraio 2014 (winter tour by Eugenio Calligaro)

14 Febbraio 2014 Ambiente, Cadore - Dolomiti, Curiosando, Pian dei Buoi curiosando, la-parola-ai-lozzesi

Dopo le foto del Cason de Valdazene e quelle della Casera dele Vace – Cason de Forzela Basa ecco qui proposti alcuni scatti presi a Pian dei Buoi presso Soracrepa e Rifugio Ciareido da Eugenio Calligaro il 15 febbraio scorso. Lo spessore di neve misurata con sonda si era “già ridotto” a 3 metri (rispetto alle misure effettuate nelle precedenti escursioni). Portando il cursore sulla foto appare (dovrebbe) la relativa didascalia. Cliccare sulle medesime per un eventuale ingrandimento (1200 pixel).

Pian dei Buoi - Palù Gran - Panorama verso gli Spalti di Toro, Cima dei Preti e Duranno (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Dal Palù Gran verso Torre San Lorenzo (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Tabià de Cianpo de Cros (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Tabià dei Poa a Soracrepa (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Tabià dei Poa a Soracrepa (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Ex Caserma di Soracrepa (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - ex Rifugio Marmarole (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Spunta un camino dal tetto del Rifugio Ciareido (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Il lato nord del Rifugio Ciareido (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Entrata del Rifugio Ciareido lato est (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

Pian dei Buoi - Colmo del bivacco invernale del Rifugio Ciareido (foto Eugenio Calligaro - 15 feb. 2014)

 

là fuori c’è uno di Forza Italia che dice che … siamo pronti a nuove forme di autonomia /2

13 Febbraio 2014 Autonomia, Politica nostrana belluno-autonoma, fusioni, peones, quelli-del-PDL, referendum-comunali, referendum-secessionisti

Nel primo episodio abbiamo scoperto che là fuori c’è uno di Forza Italia che dice “che le comunità di montagna dimostrano una capacità di autogoverno che altre realtà non hanno” e che “siamo pronti a nuove forme di autonomia” e che, sempre là fuori, ci sono anche i macachi che rivolgono impertinenti domande alla comunità longaronese e castellavazzese (nello sventurato caso fossero affluite alle urne in massa e avesse vinto il no alla fusione). Questo secondo episodio avrà lo scopo di approfondire l’acutezza dell’analisi politica del forzista Piccoli.

Il forzista (esule dal PDL), oltre a quanto già visto, porta a sostegno delle proprie tesi – autogoverno e nuove forme di autonomia – anche il seguente pensiero (grassetto mio):

“Il Governo e, in particolare, il ministro Graziano Delrio dovrebbero chiedersi il perché già quattro comuni bellunesi hanno scelto di fondersi”, afferma Piccoli, riferendosi anche a Quero e Vas, “mentre in altre realtà iniziative analoghe sono fallite miseramente. Se da un lato però questo referendum è un fatto storico positivo, dall’altro ci dice che sono sempre le stesse realtà, già virtuose e con i conti perfettamente in ordine, a intraprendere questi percorsi di semplificazione e risparmio”.

Vi chiedo quindi un piccolo sforzo di immaginazione: provate a pensare al senatore che si reca da Delrio e gli dice, grosso modo, questo: “Visto che bravi siamo stati? Prima in provincia di Belluno c’erano 69 comuni, ora ce ne sono 67 perché due coppie tra loro hanno deciso di fondersi. Questo dimostra una capacità di autogoverno che altre realtà non hanno e Tu, Graziano, ci devi premiare con nuove forme di autonomia“.

Poi Delrio dà un’occhiata alle “performance” referendarie e vede che a Longarone i sì sono stati solo il 35% con una partecipazione al voto del 40% (percentuali rapportate al totale del corpo elettorale e calcolate escludendo gli iscritti all’Aire: la partecipazione “reale o legale” al voto a Longarone sappiamo essere stata del 27%) e che passa il sì per la provvidenziale mancanza del quorum.

Per Quero e Vas, nonostante venissero da ben 12 anni di unione dei servizi, l’affluenza (dati per Quero) non è andata oltre il 40,75% con una percentuale di sì del 37,5% (rispetto al totale del corpo elettorale), che sale rispettivamente a 48% e 44% se non si considerano gli iscritti all’Aire. Nonostante 12 anni di Unione Setteville!!

Scorsi rapidamente i dati descritti, il ministro Delrio, oltre alla smorfia di sano disgusto data durante il primo episodio della saga, in questa circostanza avrebbe potuto chiedere, riferito al senatore forzista cui ha concesso udienza (stiamo sempre immaginando …): “Ma ‘sto qua, da dove salta fuori ?!“.

Insomma, noi crediamo che il senatore-peones del PDL-FI dovrebbe sforzarsi di trarre la propria forza argomentativa a sostegno della richiesta dell’Autonomia, se proprio desidera sostenerla, volgendo lo sguardo ad altre e ben più pregnanti prove che la gente che popola la provincia di Belluno ha saputo dare in quest’ultimo scorcio di Storia che abbiamo alle nostre spalle. Limpide e forti prove di “sovranità popolare” che tutti i politici, ma proprio tutti, hanno semplicemente e scientemente ignorato; e quando non hanno potuto farlo, hanno tentato di minimizzarne il significato.

Se poi vuol continuare a coprirsi di ridicolo indicando le fusioni – e quelle che abbiamo appena visto in particolare – come segno di riscatto ed emancipazione di “questi territori” … faccia pure. Noi, comunque, siamo certi che i macachi sapranno ricordare per bene dove, quando e come questa terra ed i suoi abitanti hanno iniziato a chiedere a gran voce l’Autonomia (… nel prossimo episodio della saga).

 

il lato buono dei piddini: #nonpossonovotare

13 Febbraio 2014 Criticarium Itaglia quelli-del-PD, renzie, repubblica-bananiera

Direttamente da “Il Terzo Segreto di Satira” (alla fine ne resterà uno soltanto):

quindi longaronesi e castellavazzesi avrebbero potuto non essere capaci di autogovernarsi…

12 Febbraio 2014 Autonomia, Politica nostrana belluno-autonoma, fusioni, peones, quelli-del-PDL, referendum-comunali, referendum-secessionisti

di macaco

Io sono un macaco (uno di quelli che il BLOZ definisce poco avvezzi alla politica, la politica putrida che è elargita ad ogni angolo d’Italia ma soprattutto in parlamento, aggiungo).

Dunque, là fuori c’è uno che dice che longaronesi e castellavazzesi dimostrerebbero di essere comunità di montagna capace di autogoverno, oltre che degna di ricevere in dono (dal Governo nazionale) nuove forme di autonomia. Tale capacità di autogoverno, da sottolineare “che altre realtà non hanno“, sarebbe dimostrata, seconda la fine analisi politica del senatore Piccoli – par di capire – dal 35% di sì che tale comunità avrebbe riservato al quesito referendario sulla fusione dei due municipi, ed andrebbe idealmente estesa a tutto il territorio montano della provincia di Belluno (ci sono infatti anche i testimonial precedenti, Quero e Vas, a sostenere l’ardita ipotesi).

Chiedo alla comunità di longaronesi e castellavazzesi:

  • se la vostra partecipazione al voto fosse stata del 75-80% (invece che del 40% escluso gli aire com’è stata), dimostrando con ciò un senso civico nettamente superiore alla prova appena conclusa;
  • se il responso finale fosse stato a favore del no, diciamo per l’80% … (ma anche fosse stato il 50% +1 voto)

vi sentireste ancora capaci di autogovernarvi o sareste corrosi dal dubbio di essere diventati, oltre che incapaci, anche delle grandi ed emerite teste di razzo?

Pongo la stessa domanda al senatore forzista.

Ma ho ancora un dubbio: se un domani una preventivata fusione dolomitico-bellunese venisse bocciata dai cittadini, come ci dovremmo comportare? Retrocediamo tutta la provincia a “incapace di autogovernarsi”, appiccichiamo questa immonda sentenza alla sola, sventurata e cieca comunità di montagna rea o facciamo finta di niente? Così, tanto per sapere.

 

là fuori c’è uno di Forza Italia che dice che … siamo pronti a nuove forme di autonomia /1

12 Febbraio 2014 Autonomia, Politica nostrana belluno-autonoma, fusioni, peones, quelli-del-PDL, referendum-comunali, referendum-secessionisti

Là fuori c’è uno di Forza Italia che, traendo spunto dal referendum per la fusione di Longarone e Castellavazzo,  dice che …

“Una scelta lungimirante, virtuosa, responsabile e al passo con i tempi. Ancora una volta le comunità di montagna dimostrano una capacità di autogoverno che altre realtà non hanno. Il Governo dovrebbe prenderne atto e capire che questi territori sono pronti a nuove forme di autonomia”.  A dirlo è il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli all’indomani della vittoria dei sì per la fusione dei comuni bellunesi di Longarone e Castellavazzo, dove ieri, domenica 9 febbraio, i cittadini sono stati chiamati alle urne.

Il senatore-peones bellunese forgia le proprie considerazioni sull’autogoverno e le nuove forme di autonomia (quali?) basandosi sui risultati del referendum. A Longarone si sono recati al voto il 27% degli aventi diritto, neanche uno su tre. Anche considerando gli iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) – come è giusto che sia – la percentuale non va oltre il 40%. A casa mia questo risultato si chiama flop.

Forse non mi sono spiegato:

flop, flop, flop, flop!

Considerando – in particolare – che si trattava di fondere due comuni – dove i rispettivi sindaci è da mo’ che la menano – non di dichiarare una secessione da una provincia, per fare un solo esempio, atto che implica variabili ben più complesse e pregne di patos. Se poi si considera che i sì a Castellavazzo sono stati il 65% (qualche dubbio deve pur averlo avuto quel 35% che ha votato no), la misura del flop dovrebbe risultare evidente anche ai macachi (ai non avvezzi alla politica). Vogliamo parlare di “successo” – con tiepido entusiasmo – almeno al di sopra del 50% dell’affluenza elettorale? Almeno!?!? (mica siamo in Svizzera qui)

Sappiamo che i paraculi della Regione Veneto hanno tolto il quorum a questi referendum consultivi (e noi che siamo fervidi sostenitori della democrazia diretta propositiva – inesistente in Italia, a  parte l’Alto Adige -, abbiamo accolto tale scelta con entusiasmo, anche se il “senza quorum” va applicato ad ogni tipo di referendum) proprio perché – da consumati paraculi – avevano intuito che la gente, quando la lasci decidere da sola, ti può anche sommergere con la classica vagonata di letame. E questo sta succedendo, nonostante la barriera del quorum sia stata levata.

Anche i macachi c’arrivano, dicevamo, ma Piccoli no. Il forzista si sforza di leggere in questo risultato-flop il segno che “le comunità di montagna dimostrano una capacità di autogoverno che altre realtà non hanno”. Si può solo dire che nelle condizioni date – certamente artificiose rispetto al passato per la mancanza del quorum – hanno prevalso i sì alla fusione, ma che questo sì – complessivamente stitico – dimostri “capacità di autogoverno che altre realtà non hanno” si dimostra realistico quanto sostenere che un prete, per il solo fatto di essere prete, sia in grado di non commettere alcun peccato. Hai voglia!!

Che le comunità di montagna abbiano capacità di autogoverno è dimostrato dalla loro Storia, non solo passata ma anche recente, basti guardare ai referendum per il passaggio di regione – a quelli storici in particolare – che non sono mai stati espressioni della politica, troppo impegnata a salvare la propria faccia di tolla, ma sono sempre stati proposti e compiuti dall’attivismo della gente che a quella politica ed ai suoi rappresentanti, semmai, con quel voto referendario ci ha sputato addosso.

Se tale Piccoli si presentasse da Delrio e sostenesse la capacità di autogoverno delle nostre comunità di montagna portando come prova il 40% di affluenza a Longarone (27% con Aire) col 35% di sì (l’87% di 40%) ad un referendum per la fusione dei comuni, sarebbe lecito aspettarsi dal ministro degli Affari regionali una adeguata smorfia di sano disgusto.

Altre sono le prove che dimostrano che questi territori sono pronti per l’Autonomia. Ma, anche qui, i macachi sono in grado di scorgerle, Piccoli evidentemente no.

 

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