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Longarone: un’altra aquila appare nel cielo bellunese della differenziata

25 Settembre 2011 Criticarium il-disinformatico, porta-a-porta, raccolta-differenziata, tra-le-righe

Secondo me hanno fatto un corso, tutti assieme, appassionatamente. Credo sia così perché poi, quando schiudono le uova, la tiritera che riescono a produrre è sempre la stessa. Parlo dei sindakos.

L’ultimo ad apparire sulla scena è il vice di Longarone. Che si compiace, anche. Sennò, che gusto c’è. E gongola.

«Siamo il Comune con il più alto indice di crescita a livello di differenziata: siamo passati dal 42 al 76 per cento nell’arco di pochi mesi»

Gongola, di fronte a questi dati, il vice sindaco di Longarone, Luigino Olivier: il nuovo sistema di conferimento dei rifiuti sta dando i frutti sperati. E, per di più, è stato accolto con favore dalla popolazione. Lo confermano i risultati dell’indagine conoscitiva a cui si sono sottoposti circa 400 cittadini longaronesi: basti pensare che il 79% degli intervistati non ha avuto alcuna difficoltà ad adeguarsi al nuovo servizio di raccolta dell’umido e addirittura l’83% a quella del secco.

Lo so che di fronte al Vajont questo è niente. Però è una ‘disgrazia’. Piccola piccola, ma è una ‘disgrazia’ anche questa. Infatti …

Tuttavia, resta ancora qualche spigolo da limare: il 79% dei cittadini interpellati incontra diversi problemi nell’utilizzo dei sacchetti biodegradabili. Il motivo? Si rompono troppo facilmente.

Un problema di ordine supremo, che necessità un intervento … divino. E voilà la solusion:

A tale proposito, Olivier sta già correndo ai ripari: «Abbiamo chiesto alla società Ecomont di stilare un preventivo perché vorremmo acquistare dei sacchetti più resistenti».

Laggiù, dove osano le aquile!

(fonte Arpav)

gelmino, il neutrino pendolare superluminale

25 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, blozzando, politicanti, tra-le-righe


E’ vero, siamo ad un passo dal baratro, vediamo già laggiù in fondo le nostre spoglie, ma un momento di svago ogni tanto ci vuole.

Il comunicato che ha coperto di ridicolo Mary Star campeggia ancora sul sito ministeriale, come se nulla fosse. Nel frattempo la ministra ha emanato qualche precisazione. Ma la rete, soprattutto su twitter con l’hashtag “#tunnelgelmini” , ha iniziato lo sbeffeggiamento. Non è che resti molto altro da fare, peraltro.

La frase eccelsa: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro»

Mary Star qualche ora dopo (le tre successive citazioni sono tratte da la Stampa.it): «Premesso che il comunicato stampa del Miur poteva essere formulato in maniera più precisa – riconosce il ministro – è in malafede chi ritiene che qualcuno al Ministero possa pensare veramente che esista un tunnel di questo tipo. Il vero tunnel – attacca – è quello di chi alimenta polemiche pretestuose prive di senso, proprio in un momento storico per la ricerca italiana».

Giunge in soccorso Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: «polemica del tutto strumentale e pretestuosa. È ovvio che il ministero dell’Istruzione si riferisse al tunnel lungo un km, che l’Italia ha contribuito a costruire, al cui interno viene lanciato il fascio di protoni»

E l’immancabile politico d’area:  “Si schiera col ministro anche Valentina Aprea (Pdl). «È la sinistra – osserva – che si ricopre di ridicolo montando una polemica surreale non prendendo occasione di strumentalizzare un comunicato del ministero che, come ovvio, si riferisce al tunnel al cui interno sono stati lanciati i protoni»”.

Esegesi: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento …». Fate voi. Pensare di aver ragione è  come essere al tappeto da 20 minuti, svegliarsi senza incisivi e gonfi come un pesce palla e dire “però ho vinto io …”.

Di neutrini ce ne sono di diversi tipi e l’esperimento Opera, che ha dato il via alla buffonata del comunicato stampa, ha il compito di verificare se i neutrini possono cambiare stato (da muonico a tauonico). Propongo ad imperitura memoria, se mai sarà confermata la scoperta che queste particelle possono viaggiare a velocità superiori a quella della luce, di dare ad esse il nome di “gelmino”, il neutrino pendolare (Cern-Gran Sasso) superluminale.

Foto: la Stampa.it

Mariastella Gelmini e il tunnel tra il Cern ed il Gran Sasso

24 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, blozzando, tra-le-righe

Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini. Che donna. Se non fosse che è anche ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca.

Primo tenero delirio: la vittoria epocale (come se fosse stato debellato il cancro) in virtù del superamento della velocità della luce (tutto da verificare, peraltro). Secondo tenerissimo delirio: il tunnel tra il Cern ed il Gran Sasso. Non si vede proprio la luce, neanche alla fine del tunnel.

Tutti i dettagli (buffi, goffi e grotteschi) a carico del ministro in Einstein è vivo. Maxwell pure. È la Gelmini che non si sente tanto bene… .

 

Caserma di Soracrepa (un anno dopo): una ventata di soddisfazione piacevolmente effervescente

24 Settembre 2011 Pian dei Buoi bolcom, caserma soracrepa, il-disinformatico, promesse-mancate, sviluppo-pian-dei-buoi

Dal bolcom “Il casermino“, novembre 2010:

Una ventata di soddisfazione ha permeato la comunità di Lozzo di Cadore a metà ottobre. Ad alimentarla e a mantenerla piacevolmente effervescente fino a che tutti non l’avessero assaporata è stata la notizia scesa da Pian dei Buoi riguardante il Casermone Soracrepa. Una notizia attesa da tempo: il Casermone torna a disposizione del legittimo proprietario e cioè il Comune di Lozzo. Il primo ad esultare è stato il sindaco Mario Manfreda che, costretto a letto per una brutta frattura, non ha potuto essere presente a Pian dei Buoi nel momento in cui l’ufficiale giudiziario “liberava” l’immobile disponendo l’estromissione degli inquilini abusivi. A fare le veci del sindaco c’era però il suo vice Apollonio Piazza in collegamento telefonico con Manfreda. […]

Ieri, 23 settembre 2011, sono stato colto da “una ventata di soddisfazione piacevolmente effervescente” nel vedere che la caserma è, finalmente, ben presidiata.

 

Federalismo e distribuzione del residuo fiscale in Italia

22 Settembre 2011 Criticarium analisi-politica, dati-federalismo, federalismo, federalismo-fiscale, residuo-fiscale, veneto-stato

Gli Open Data costituiranno una leva formidabile in mano alla gente, utilissima per monitorare il Territorio ed aiutare a prendere decisioni. Quando si parla di “federalismo”, per esempio, dovrebbe essere una consuetudine valutare quale sia la consistenza del concorso di ogni Regione alla formazione delle Entrate dello Stato e quale sia, invece, quella del concorso alla formazione della Spesa. Senza dati non vai da nessuna parte.

Chi si interessa di “federalismo fiscale” questi dati li conosce abbastanza bene, per quanto i conti su base territoriale siano ancora affetti da qualche problema (lacune nella disaggregazione per provincia, per esempio).

I dati raccolti nella tabella sottostante sono pubblicati nel libro di Giuseppe Bortolussi (Tassati e Mazziati, Sperling & Kupfer, 2011), segretario della GCIA di Mestre e rappresentano, per ogni Regione, le entrate e le spese pro capite riferite al 2007.

Per Entrate si intende la somma di tutti i soldi che il territorio (in questo caso la regione) versa allo Stato in virtù del prelievo fiscale e di entrate di altra natura; per Spese si intende la somma dei soldi che lo Stato torna al territorio sotto forma di risorse e servizi di varia natura (in realtà, parte del prelievo fiscale non “va fisicamente a Roma” ma resta nelle casse regionali oppure provinciali o comunali: nel 2008, per esempio, il 22% del prelievo fiscale era raccolto dalle amministrazioni periferiche – regioni, province e comuni – il restante 78% finiva nelle casse centrali).

Semplificando: in uno Stato federale “perfetto”, la raccolta delle tasse avverrebbe a carico delle amministrazioni periferiche. La Regione, poi, verserebbe la propria quota necessaria al funzionamento dello Stato “centrale”. Trascurando questa quota, immaginando fra le varie Regioni una situazione di perfetta equità, non vi è alcuna ragione per ritenere che i 100 euro raccolti dalla Regione-A non debbano restare, tutti e 100, a disposizione della medesima. Siccome l’Italia non è al momento uno Stato con assetto fiscale federale (nel quale si possono peraltro prevedere meccanismi per ridurre i divari territoriali), ecco come si presenta la situazione:

Regione Entrate Spese Residuo fiscale

(soldi versati dal territorio allo Stato) (soldi che lo Stato torna al territorio) (differenza tra Entrate e Spese)
Lombardia 16.663 12.203 4.460
Lazio 16.670 15.183 1.587
Veneto 12.923 11.481 1.442
Emilia Romagna 14.768 13.445 1.323
Piemonte 13.596 13.316 280
Toscana 13.076 13.289 -213
Marche 11.511 12.339 -828
Friuli Venezia Giulia 13.525 15.260 -1.735
Liguria 12.764 14.819 -2.055
Trentino Alto Adige 14.103 16.292 -2.189
Abruzzo 9.949 12.241 -2.292
Umbria 11.424 14.187 -2.764
Campania 7.582 10.568 -2.986
Puglia 7.370 10.729 -3.358
Molise 8.786 12.507 -3.721
Basilicata 8.026 12.203 -4.177
Sardegna 8.710 12.989 -4.279
Sicilia 7.497 11.825 -4.328
Calabria 7.737 12.295 -4.557
Valle d’Aosta 15.638 20.579 -4.941
Totale (1) 12.253 12.646 -393

Valori in euro pro capite, 2007. Elaborazioni CGIA su dati ministero dello Sviluppo Economico.
(1) Per “Totale” si intende il valore pro capite riferito all’intera popolazione italiana

P.S.: i dati forniti, in particolare quelli attribuiti al Lazio (essendo la regione sede della macchina statale), sono stati sottoposti ad analisi da parte di Lodovico Pizzati che ne ha dato una diversa interpretazione che cercherò di illustrare in un prossimo post sull’argomento.

il Senato dice No a Parlamento Pulito e … Giovane

22 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, bastardos, il-parlamiasma, nazional-politik

Si è commentato più volte su queste righe di dare spazio ai giovani nella politica. Se non limiti a due i mandati parlamentari, i fortunati della Casta diventano le cozze che conosciamo, attaccate alla poltrona più che alla stessa vita. Allo stesso modo si devono introdurre meccanismi per i quali non siano le segreterie dei partiti a imporre il candidato .

La legge di iniziativa popolare presentata da Grillo è stata bocciata:

«Sono state raccolte ben 350.000 firme per introdurre l’ineleggibilità dei condannati in via definitiva – ha affermato il presidente dei senatori dell’Italia dei valori -, stabilire il limite di due mandati legislativi e cancellare il ‘Porcellum‘ in modo che gli italiani possano scegliere da chi farsi rappresentare. I veti della partitocrazia sono inaccettabili, siamo stanchi di ricordare che le regole si rispettano sempre. E’ un’altra occasione persa sul fronte della vera alternativa – ha aggiunto Belisario -, le dichiarazioni roboanti di tanti oppositori del Governo si sono rivelate semplici slogan che aggravano l’indignazione dei cittadini».

Dal blog di Beppe Grillo:

La conferenza dei capigruppo del Senato ha rifiutato di mettere in discussione “Parlamento pulito”, la legge di iniziativa popolare e ha così “fanculato” i 350.000 cittadini firmatari nonostante la richiesta esplicita di Di Pietro a Schifani. Che dire? Non c’è più niente da dire. La democrazia è stata ormai seppellita dai partiti che ne hanno fatto una dittatura pret-à-porter. E’ però corretto sapere chi sono i capigruppo del Senato. Ecco i nomi: Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pdmenoelle), Francesco Rutelli (Terzo Polo), Federico Bricolo (Lega Nord), Giampiero D’Alia (Udc), Giovanni Pistorio (Misto), Pasquale Viespoli (Forza Sud). L’unico a favore è stato Felice Belisario (Idv). Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo…

Per quanto brave (?) possano essere le persone, se non rinnovi l’aria la stanza puzza.  “Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo… “

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