BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

l’autivoi al parco solare di Loreto

22 Settembre 2011 Parco di Loreto decoro-aree-turistiche, loreto, minuto-mantenimento, spazi-pubblici, verde-pubblico

Fra le varie ipotesi alternative (vedi fontanella di Pianizole) alla situazione descritta in compitino per il ritorno a scuola, quella del taglio dell’autivoi del parco solare di Loreto non era stata proprio da me conteggiata, entrando di diritto nella categoria “pitosto che pitosto“.

In effetti un mio interlocutore mi disse: “se propio propio de deve, pitosto che vedeli desvoità l mar col cuciaro … se podarae feili taià l autivoi de Loreto“, aggiungendo poi “ma de sta stagion e come taià i ciavei a Bisio” (Claudio, ndr). Lo stanno facendo.

A dire il vero, dopo le ultime piogge l’erba a Loreto stava diventando un tantino alta. E poi c’è l’estate di San Martino, ancora lontana ma non si sa mai, un ultimo colpo di reni della stagione turistica prima del bianco Natale. E poi c’è il pericolo delle zecche. E delle vipere. E non si sa mai che Ratzinger, di ritorno da Berlino dove dovrà schivare una vagonata di pomodori targati “pedofilia” ed affrontare aspre critiche sulle coperture vaticane date al relativo scandalo, voglia rasserenare corpo e mente nel parco a lui così devotamente dedicato.

O forse è solo per avere più chiaro il posizionamento delle alberature dedicate al papa: la stagione, effettivamente, inizia ad essere propizia per il “pianta una pianta”.

Sia chiaro, “ordin e pulizia sta ben anche nte stala”. Pitosto che pitosto, meo pitosto.

 

alla crescita ‘ghe pensi mi’

22 Settembre 2011 Criticarium Itaglia della-crisi, nazional-politik, verso-il-default

Dopo aver letto questo:

«Non mi dimetterò mai, ho i numeri per andare avanti, alla crescita ci penso io»

e questo, di cui riporto solo l’ultimo (disperante) paragrafo, per dire che quando succederà sarà come per le punture PIC (già fatto?) :

Ma le dinamiche delle crisi non sono affatto graduali: quando la domanda di titoli di stato da parte straniera e da parte dei piccoli risparmiatori si riduce, le banche un po’ perché subiscono la moral suasion del Tesoro un po’ perché hanno interesse a tenere a galla il mercato acquistano e stringono i denti mettendo a repentaglio la solidità patrimoniale. E’ per questo che le azioni delle banche italiane (e di altri paesi, in particolare la Francia) perdono continuamente in Borsa. In Portogallo il brusco finale di partita lo decretarono gli istituti di credito informando congiuntamente il governo che non avevano più margini per gli acquisti del suo debito. La decisione di S&P è un preludio. Ma non di Chopin.

ho il bisogno di giocare con le bandiere. Mi scarica la tensione e mi aiuta a contenere la perdita della memoria.

da questa Sinistra aspettiamoci solo un maggior rispetto della forma

21 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, della-crisi, nazional-politik, verso-il-default

Sempre per confermare che questo governo sgoverna ma che dalla menistra opposizione ci si può aspettare solo un “maggior rispetto della forma”, certamente più confacente alla bisogna, e più contenuti eccessi di priapismo, confinati questi ultimi ai gradi minori della catena di comando (e senza il flipper delle procure che ti fanno rimbalzare gustose notizie e intercettazioni). Da Phastidio:

Qualcosa possiamo aggiungerlo noi: le colpe di questo governo saranno scolpite nei libri di storia, per non aver riformato un accidente di nulla in un decennio, baloccandosi tra i motteggi del peggior ministro dell’Economia degli ultimi 150 anni, gli emboli (non ancora fulminanti) del peggior ministro del Lavoro, la latitanza di due ministri dello Sviluppo economico, il berciare fastidioso del ministro della Funzione Pubblica più ridicolmente sopravvalutato di tutti i tempi, un premier erotomane sempre più disconnesso dalla realtà, il suo principale alleato (e frenatore) sempre più prigioniero della malattia.

Ma sapete quale è la tragedia di questo paese? E’ il suo corporativismo metastatizzato, frutto di una estrema e radicata diffidenza sociale, altro che ciarlare di “coesione sociale”, caro Sacconi e cari tutti. Questo sistema di mini-caste che alla fine ne esprimono una ad esse sovraordinata, contro la quale inveire se non si viene cooptati a pranzo è la vera motivazione del downgrade del paese, il primo di una lunghissima serie. Saranno anche stati i comunisti, sarà il complotto della massoneria internazionale, saranno le fasi lunari: ma la sensazione, che è certezza, è che l’attuale opposizione ci avrebbe dato (ci darà) poco e nulla, salvo un maggior rispetto della forma, perché è un modello culturale ad essere arrivato al capolinea della storia.

sindaco di Lozzo di Cadore, GSP e la fontanella di Pianizole

21 Settembre 2011 Botanico Palazzo acqua, decoro-aree-turistiche, minoranza, minuto-mantenimento, Segnalazioni, spazi-pubblici

Alla domanda n. 4 del compitino per il ritorno a scuola, che recitava “fare un breve elenco di operazioni alternative che, a vostro giudizio, avrebbero potuto essere portate a termine nello stesso lasso di tempo”, hanno risposto più persone, talvolta con pretese francamente eccessive. Alcune fra queste vanno verificate. Ma posso proporre intanto il seguente intervento. Lo faccio con una certa dose di apprensione perché trattasi di intervento su ramo terminale di acquedotto: fontanella di Pianizole.

L’apprensione è alimentata da questa considerazione. Tempo fa la minoranza di Per la Gente di Lozzo ha posto una prima interrogazione riguardante le vergognose condizioni di degrado della recinzione della sorgente di Fraina. La risposta, piena di buchi come un groviera, è perventuta dopo circa sette mesi e mezzo (in seguito alla seconda interrogazione sul medesimo argomento).

Perché? Perché il sindaco e il vicesindaco e l’anagrafe e la ragioneria e l’ufficio tecnico non sapevano a chi appartenesse l’onere della gestione dell’acquedotto di Fraina. Hanno dovuto chiederlo alla GSP. Vi immaginate il sindaco di Lozzo che chiede a quello di Castellavazzo chi deve operare sull’acquedotto di Fraina? Una comicità surreale.

Be’, GSP ha risposto che tocca al comune di Lozzo. Cazzarola !

La fontanella di Pianizole, mi è stato segnalato ed ho verificato, ha la colonnina in legno che si è sgretolata alla base. Ciò comporta che la colonna stessa, quando ci si accinge a premere il rubinetto, sia liberamente ciondolante attorno al tubo che ne costituisce l’anima. Niente di ché, anche se ho visto una coppia di ragazzini giocherellare con la colonna come fosse un pungiball, essendo il “gioco” tra la base e la testa della colonnina di una trentina di centimetri. Andrebbe sistemata, ecco.

Ora, nel caso sorgesse anche in questa circostanza “il dubbio”, se il sindaco inoltra la richiesta a GSP in questi giorni, fra sette mesi ha la risposta e … il gioco è fatto, per la prossima primavera si può aprire il cantiere.

 

Downgrade di destra e di sinistra

21 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, bastardos, della-crisi, il-parlamiasma, mestra-menistra, verso-il-default

Che questo governo sia grottescamente burlesco non v’è alcun dubbio. Però anche la sinistra, quando guidava l’autobus del governo, ne ha fatte di uscite di strada. Anche la sinistra, pardon la menistra, ha fatto più volte ridere i polli. Ieri S&P ci ha downgradato. Ed il juke-box della menistra ha iniziato a suonare lo stesso motivetto dalle Alpi alle Piramidi.

Ma nell’ottobre del 2006 Fitch e S&P abbassarono il rating dell’Italia. E allora c’era la menistra al governo, con la manovra firmata da Padoa-Schioppa e controfirmata dal Prodone. E’ vero, la menistra aveva adagiato da poco il culo sulle poltrone di Governo.

Ma la nota in cui si definivano i perché del downgrade così recitava:

“La riduzione del rating sull’Italia riflette la risposta inadeguata del nuovo governo alle sfide strutturali dell’economia e del bilancio dell’Italia,- affermava allora in una nota l’analista Moritz Kraemer-. La Finanziaria fa poco per avanzare significativamente sulla strada di riforme sul lato dell’offerta e nei fatti porterà ad un aumento netto della spesa in percentuale del pil invece di ridurre l’alta spesa, che è la causa di fondo degli squilibri di bilancio italiani”

Non c’era la crisi che c’è ora ma Destra e Sinistra, pardon nuovamente, Mestra e Menistra, pari sono.

Foto: Daw

Bond (inetto) vuole soffocare l’autonomia di Trento e Bolzano

21 Settembre 2011 Autonomia, Criticarium autonomia, belluno-autonoma, regional-politik, tra-le-righe, trentino-alto-adige

Una premessa doverosa riguardante l’epiteto (inetto) del titolo. Non c’entra niente con il significato di “inetto”. Salta fuori involontariamente, cercando di immaginare un diminutivo. Poteva essere Bond (ino) o Bond (inuccio) ma … è stato Bond (inetto). Perché un diminutivo? Ma sull’onda della coraggiosa proposta che Bond ha fatto a Cortina sul dimezzamento dello stipendio alla Casta regionale (ed eliminazione del vitalizio, però dalla prossima legislatura). Ho anch’io tentato di dimezzare, ed è uscito Bond (inetto), tutto qua, doverosamente premesso.

A Cortina, alla festa del Pdl, c’era anche il comitato referendario “Belluno Autonoma  Dolomiti Regione“:

CORTINA. Piove a dirotto, ai piedi del Faloria. Ma gli uomini e le donne del “Comitato Belluno autonomo” non si fermano neppure di fronte ai maltempo. Arrivano poco dopo che Angelino Alfano, segretario del Pdl, si è affacciato all’Audipalace, ed espongono, all’esterno, i due striscioni giganti. Uno è quello che hanno portato a Calalzo, facendo scappare Bossi. “Via dal Veneto“, ammonisce. “Non prendeteci in giro, Belluno autonoma subito” proclama il secondo. I poliziotti lasciano fare. Sanno che Moreno Broccon e i suoi uomini sono persone tranquille. Tranquille ma tenaci.

«Alfano non può ricevervi subito, ma quando ha finito di parlare passerà da voi, per raccogliere le vostre istanze», rassicura Dario Bond, capogruppo regionale, incontrandoli sotto la pioggia.  Passano poco meno di tre ore, loro sempre lì. Ed Alfano, alla fine, s’imbarca nella sua auto senza farsi loro incontro. «Lo immaginavamo», sospirano. Ma non se la prendono. Sorridono quando una signora passa davanti è dice: “Autonomia? No, unità”. «Ad Alfano», riassume Broccon, «se si fosse fermato, gli avremmo detto: siamo orgogliosi di ospitarla, ma le chiediamo di approfondire la nostra realtà. Anche lei capirebbe che questa terra ha bisogno di un’autonomia reale, mentre oggi corriamo il rischio del fallimento della nostra Provincia, perché dallo Stato non arrivano gli 8 milioni necessari a metterla in salvo. Eppure il Bellunese contribuisce con 800 milioni alle finanze dello Stato».

Ma il Nostro, dimezzatore-dimezzato, incalzato da quelli del Corriere delle Alpi … :

A margine del sit in, il capogruppo Bond commenta: «Il Comitato, anziché sollecitare il passaggio al Trentino Alto Adige, si schieri al nostro fianco contro l’autonomia e la specialità di queste Province, tra l’altro messe in sicurezza dalla Manovra finanziaria».

Forse frastornati, quelli del Corriere chiedono un commento ai “referendari” di Belluno Autonoma … :

Riportiamo l’argomentazione a chi regge lo striscione. «Macché, le province di Bolzano e Trento nessuno le toccherà. E proprio per questo noi vogliamo promuovere, insieme a loro, la Regione Dolomitica. Una Regione che oggi può diventare davvero una realtà, dal momento che ci sarà la soppressione delle Province».  Un altro sogno, dunque, che si apre. […]. (fdm)

Hanno ragione in Trentino Alto Adige a tenere ben dritte le antenne e ritenere, come si sta ritenendo da un po’ di tempo a questa parte, che la loro Autonomia sia sotto tiro. Gli inetti, di tutti gli schieramenti, che non hanno saputo in tutti questi anni di governo affrancare questa terra dalla morsa soffocante dello Stato, ora se la prendono con le uniche Autonomie che, con fatica, rimangono a testimoniare che SÌ, si può vivere anche in montagna. Basta lasciare alla gente che la abita la libertà di darsi il governo che più ritiene idoneo al proprio sviluppo, insieme alle risorse da loro prodotte sul territorio. Si chiama Autonomia.

Ed ai bellunesi tocca semmai l’obbligo di difendere l’Autonomia del Trentino e dell’Alto Adige, sapendo che è l’unico modo per difendere se stessi ed il proprio futuro.

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