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Una valenza sconosciuta dell’ameba Bim-Gsp: la sua funzione didattica!

1 Aprile 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, propaganda


Non è un pesce d’aprile
.

Il Bim-Gsp è nella m… fino al collo con i bilanci e la propria esposizione finanziaria e che cosa si inventa? Si è proposto (da sette anni per la verità) di far vedere i gioielli di famiglia agli alunni delle classi  terze, quarte e quinte delle “elementari”. Un concorso per le scuole  “Come ti salvo l’acqua” che “porta gli alunni delle primarie negli acquedotti, nei serbatoi, nelle sorgenti e nei depuratori di tutta la provincia” (Bellunopress).

Quale il motivo?

«Questo concorso, oltre a dare un contributo al sostegno delle nostre scuole, ha il pregio di rendere visibile tutto il lavoro che quotidianamente i bambini, ma anche noi adulti, tendiamo a dare per scontato, quando apriamo il rubinetto» spiega Roccon.

Che uomo!

Una considerazione banale banale, riprendendo le parole di Roccon: anche noi adulti tendiamo a dare per scontato, quando apriamo il rubinetto, che certe situazioni come quelle che ci siamo trovati ad affrontare nella gestione Bim-Gsp non appartengano a questo mondo. E invece ci siamo dentro fino al collo. Presidente, suvvia, perché non cimentarsi in un nuovo corso didattico … per adulti?

Titolo del concorso: “Come ti faccio il buco nell’acqua“.

Proposte per argomenti da sviluppare come materiale didattico:

  • La permeabilità dei bilanci Bim-Gsp;
  • L’incontinenza dei bilanci Bim-Gsp;
  • 67 modi per fare i cretini essendolo davvero;
  • Come ti lavo i panni sporchi in casa;
  • Come buttare via il bimbo con l’acqua sporca;
  • Nell’acqua mossa non ci si specchia;
  • L’acqua corrente bellunese può dare ebbrezza?
  • E’ possibile che alcuni Visitors abbiano preso le sembianze di qualche sindaco?
  • Fenomeni paranormali legati alla presenza dell’acqua.
  • Come ti aumento la tariffa del 5% ogni anno per 20 anni (l’inculatica del Bim-Gsp);
  • Case study n.1: la circolarità dell’informazione fra Ato e Gsp (un esempio di deficienza?);
  • Case study n.2: lo sdoppiamento della personalità fra i soggetti Ato e Gsp (i sindaci alla ricerca della ragion perduta)

Se qualcuno ha qualche altra idea da suggerire può sempre aggiungerla nei commenti.

L’ ameba, composta al 99,9% di acqua, deriva il suo nome dal greco e significa “che cambia, che si trasforma”. Alcune specie sono parassiti che vivono a spese di altri organismi …

Lozzo di Cadore: ‘trovare i soldi necessari per questi interventi non è stato facile’ – 4

31 Marzo 2011 Decoro urbano cura-di-bellezza, Decoro urbano, finanziamenti-a-Lozzo, il-disinformatico, lavori-pubblici

Avvertenza: questa è la versione dettagliata del racconto di quanto sudore abbiano versato i Nostri per ottenere i 160.000 € concessi dalla Regione. A questo indirizzo trovate la versione light.

Tutto ha inizio da questo articolo: Nives (inconsapevolmente) salva (a metà) il sindaco di Lozzo di Cadore da una gaffe clamorosa cui segue l’approfondimento Il Min.Cul.Pop dell’amministrazione di Lozzo di Cadore ora anche via etere.

Chiudevo quest’ultimo con la seguente frase: “Che sia, quello di Lozzo di Cadore, il solo caso di interventi pubblici a sostegno della decenza urbana? Che sia l’unico caso di interventi pubblici di sistemazione della rete viaria? NO! No di certo. E allora, dov’è che può nascondersi l’esempio che il nostro sindaco intende dare? C’è qualcuno che me lo fa capire?”

Per il vero, la vicenda ha le sue radici nel 2010 con la pubblicazione di elementi del degrado urbano a Lozzo di Cadore – area tra piazzale Tiziano e casa di Gianluigi Nardei, cui segue un articolo del sindaco di Lozzo sul Corriere delle Alpi al quale dò risposta con e a breve lo si asfalterà. La situazione la conosciamo bene e non ce ne siamo affatto lavati le mani … .

Già a quel tempo (primi di agosto 2010), qualche lozzese mi aveva avvicinato per dirmi che “vuoi capirlo che non ci sono soldi” e, conseguentemente, “non si possono pretendere miracoli da questa amministrazione”.

Adeguatamente imbeccati mi informarono anche che, nonostante questa carenza di fondi, la nostra amministrazione si era sbracciata in tutti i modi ed era riuscita a scovare, non si sa dove, fondi “cui nessun altro è riuscito ad attingere”. Fu questo il motivo che mi spinse a chiudere l’articolo con questo post scriptum: “uno di questi giorni vi racconto la storia (la vera storia) dei lavori di sistemazione stradale e ringhierale che la nostra amministrazione si accinge a mettere in cantiere“.

Questa storia si lega ora con gli ultimi fatti accaduti e che vedrebbero la nostra amministrazione come “esempio non soltanto alla nostra comunità …”. Ecco come si sono svolte le cose.

2009. L’italia, l’Europa, il mondo intero sono in crisi. La Regione Veneto pensa a una misura di sostegno dell’economia che eviti di sprofondare nel buio ed interviene con la deliberazione della Giunta Regionale n. 1357 del 12 maggio 2009 “Sostegno regionale ai lavori pubblici di interesse regionale di importo inferiore a 500.000 euro”. I comuni possono presentare i loro progetti (per un importo inferiore a 500.000 euro), la Regione li valuterà e, se approvati, li sosterrà per l’80% della spesa.

Le tipologie di intervento ammissibili sono:

  1. adeguamento, riabilitazione o rinnovo di spazi pubblici urbani o di promozione industriale;
  2. realizzazione di infrastrutture e di impianti relativi alla rete viaria, sanitaria, di illuminazione o di telecomunicazioni;
  3. costruzione, riabilitazione o rinnovo di edifici sociali, sanitari, funerari, educativi, culturali e di impianti sportivi;
  4. protezione dell’ambiente, prevenzione delle contaminazioni e sviluppo dell’efficienza energetica;
  5. abbattimento di barriere architettoniche;
  6. costruzione o rinnovo della rete di approvvigionamento in acqua e di trattamento delle acque reflue;
  7. miglioramento della sicurezza stradale e promozione di una mobilità urbana sostenibile;
  8. prevenzione degli incendi e promozione del turismo;
  9. prevenzione del rischio sismico;
  10. conservazione e recupero dei beni culturali;
  11. tutela degli ecosistemi;
  12. piste ciclabili.

Ecco qui il PDF con l’elenco di tutte le domande, comune per comune; Lozzo di Cadore presenta la domanda per:

voce 2) sostituzione degli attuali quadri elettrici di comando degli impianti di illuminazione pubblica ormai vetusti e non piu’ rispondenti alle norme in materia di sicurezza.sostitizoone pali e corpi illuminanti con rifacimento delle relative linee elettriche di collegamento – spesa preventivata 201.850 €;

voce 7) posa e rifacimento di parapetti e protezioni a delimitazione di ambiti comunali insistenti presso piazza iv novembre e lungo vie urbane di accesso alla stessa; adeguamento funzionale di cordoli deteriorati e porzioni di pavimentazione lungo i marciapiedi con eliminazione delle barriere architettoniche, e conseguente riqualificazione della mobilita’ urbana in centro storico e miglioramento della sicurezza pedonale – spesa preventivata 201.600 €

Fra gli altri comuni cadorini presentano domande: Auronzo 5 per 1.641.000 €, Calalzo 2 per 459.000 €, Domegge 1 per 209.000 €, Lorenzago 1 per 498.000 €, Pieve 2 per 426.000 €.

Nel frattempo, diventa operativa la deliberazione della Giunta Regionale n. 378 del 23 febbraio 2010 “Legge Regionale 30.12.1991, n. 39, art. 9 e s.m. e i.. Interventi a favore della mobilità e della sicurezza stradale. Approvazione graduatoria per l’assegnazione dei contributi regionali. Anno 2010” che si aggancia alla logica di intervento della precedente delibera sovrapponendosi specificamente della voce n.7 (gli interventi previsti dalla dgr 378 sono ordinari, finanziati anno per anno). Fra gli elenchi dei comuni proponenti, manca quello di Lozzo (basta scaricare gli allegati pdf A, B, C riportati nella delibera). Questo è l’estratto dei dati relativi alle domande ammesse dei comuni bellunesi.

Si giunge così al comunicato stampa del 9 marzo 2010 in cui vengono presentati i dati dei beneficiari (excel per tutti i comuni veneti per tutte le misure) dei 130 milioni elargiti dalla Regione Veneto per “piccole opere” infrastrutturali legate alla dgr 1357 vista sopra. Ecco invece i collegamenti a file rielaborati (pdf): elenco provincia di Belluno tutti i comuni-tutte le misure (per 13.800.000 €), elenco comuni bellunesi per sola voce n.7 (per 4.400.000 €), elenco comuni cadorini per sola voce n. 7 (per 1.688.000 €).

Nel prossimo bolcom, perché non scrivere due righe su “Non è stato facile perdere i 9.000 € per la realizzazione del Punto pubblico di accesso alla Banda Larga” ?

Lozzo di Cadore: ‘trovare i soldi necessari per questi interventi non è stato facile’ – 3

31 Marzo 2011 Decoro urbano cura-di-bellezza, Decoro urbano, finanziamenti-a-Lozzo, il-disinformatico

Premessa: non vi è dubbio che “legne e schei no é mai asei”. Ma allo stesso modo non si può spacciare per “eroismo” ciò che invece è semplice quotidianità. C’è qualcuno fra voi che esulta quando va al cesso a “depositar il peso superfluo del corpo” ? Ne è soddisfatto, certo, ma non esulta, in quanto prassi.

Nel Botanico palazzo, invece, c’è chi squittisce: “Trovare i soldi non è stato facile”. Ne ho già parlato qui e qui. Andiamo a vedere, allora, quanto sia stato difficile (non è stato facile = è stato difficile).

Il nostro comune ha beneficiato di 160.000 € messi a disposizione dalla Regione Veneto. Ne hanno beneficiato tanti altri comuni che, è facile prevederlo, devono aver sperimentato le medesime difficoltà del nostro.

  • comunicato stampa della Regione Veneto del 9 marzo 2010 in cui vengono presentati i dati dei beneficiari (chi vuole può scaricarsi il file excel con gli interventi per tutti i comuni veneti per tutte le misure) dei 130 milioni elargiti dalla Regione per “piccole opere” infrastrutturali.

Ecco invece i collegamenti a file rielaborati (pdf):

  • elenco provincia di Belluno tutti i comuni-tutte le misure (per 13.800.000 €);
  • elenco comuni bellunesi per sola voce n.7 (per 4.400.000 €);
  • elenco comuni cadorini per sola voce n. 7 (per 1.688.000 €).

Avvertenza: questa è la versione sintetica del racconto di quanto sudore abbiano versato i Nostri per ottenere i 160.000 € concessi dalla Regione. A questo indirizzo trovate la doverosa versione dettagliata.

lo statuto regionale ed il principio di esclusione di Bottacin

31 Marzo 2011 Politica nostrana analisi-politica, belluno-autonoma, specificità, sviluppo-montagna

Premetto che non ha certamente le stesse implicazioni che ha il principio di esclusione di Pauli in fisica.

Magari si squaglia al primo sole, ma la caparbietà e la tenacia fin qui dimostrata da Bottacin riguardo alla Cosa-Gsp, mi fa dire che prima di un giudizio “definitivo” sull’uomo sarà meglio aspettare e vedere quali vie di redenzione verranno percorse dai peccatori filistei del Bim-Gsp.

Non è difficile immaginare a cosa porterà quell’ammasso di uomini e idee putrefatte che è il PDL (bellunese ed italico), ma confido che il Nostro si lasci triturare solo le gambe, tenendo in uso il resto. Per ora ha la mia simpatia (per quel che conta).

Ce l’ha anche in virtù di un semplice quanto efficace ragionamento che ha messo in campo riguardo alla redazione dello statuto regionale, che forse avremo modo di vedere discendere dal cielo nelle mani di Zaia-Mosè, per la parte, importantissima, che riguarda la cosiddetta specificità della provincia di Belluno (e confermo la simpatia anche se Bottacin non crede in Belluno Autonoma e nel referendum che, forse, si farà prossimamente in terra bellunese).

«Scannarsi politicamente per le materie da delegare è non solo un errore: è stupido. Meglio che la Regione dica quali competenze vuole trattenere per sé ed il resto vada in automatico alla Provincia»

«Conviene che la Regione indichi cosa vuole trattenere per sé: fare un elenco di cosa vogliamo per noi qui a Belluno è stupido e miope – ha spiegato Bottacin – . Sarebbe tutto molto più semplice, adesso come in futuro, non avere limiti di sorta, ma potersi muovere fra le deleghe che Venezia non avrà mantenuto in propria gestione». (Bellunopress)

E’ da sperare che, oltre alle deleghe, giungano anche le coperture finanziarie per dar corso alle medesime.

Bim-Gsp e l’assemblea responsabilmente vergognosa

30 Marzo 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik, sindakos

I soci della partecipata Bim-Gsp sono i 67 sindaci che compongono anche il Bim Consorzio. La Gsp è una costola di quest’ultimo. Alla assemblea di ieri sono stati espressi 48 voti: mancavano quindi 19 rappresentanti (28%). I voti sono stati 33 per il SI, 9 per il NO, 6 sono stati gli astenuti.

Non so quale sia stato il grado di partecipazione alle passate edizioni assembleari, ma se ai 15 voti non concordi (9 NO e 6 astenuti) si sommano i 19 assenti, per un totale di 34 rappresentanti, il voto che ha fatto “passare” il bilancio non può essere certo, per nessuno, motivo di giubilo.

Nell’articolo del Gazzettino si sottolinea che il voto, interpretato in politichese, ha questo significato: il PDL ha votato per il SI, la Lega ed il PD per il NO o si sono astenuti. Continuo a sostenere che  finché nella gestione del nostro territorio prevarranno logiche di partito al posto di logiche legate, per l’appunto, al territorio, continueranno a verificarsi mostruosità aberranti come la Cosa-Gsp che si sta profilando sotto ai nostri occhi.

Vediamo cosa ha detto Andrea De Bernardin (Lega) sindaco di Rocca Pietore:

«Al punto dove siamo arrivati, i sindaci non sono più in grado di far fronte alla questione. Serve un commissario esterno, assolutamente esperto in materia, che analizzi la situazione e ci dica cosa fare. Ecco perché a mio parere oggi (ieri) avremmo dovuto rinviare tutte le votazioni e fare solo un fattivo confronto»

Roger de Menech (Pd) sindaco di Ponte nelle Alpi:

«Mi sembrava assurdo – ha commentato – che Gsp votasse il bilancio preventivo sapendo che l’Ato, composto dagli stessi sindaci, non ha ancora deliberato in tema di tariffe. È inutile continuare con questo scaricabarile tra organismi. Si cerchi piuttosto la collaborazione per arrivare ad un punto di incontro».

Luca De Carlo (Pdl), sindaco di Calalzo:

«Ho votato in modo responsabile il consuntivo – dice – e poi anche il posticipo di 15 giorni del preventivo. Periodo nel quale auspico venga attuato un tavolo Gsp-Ato per trovare delle soluzioni condivise utili a salvare capra e cavolo, al di là delle posizioni ideologiche. Finiamola di far finta che si tratti di due soggetti distinti quando in realtà sono composti entrambi da noi sindaci. Lavoriamo invece sodo per la tutela dell’acqua che oltre a essere un bene comune è anche bene dei Comuni»

Se io fossi un sindaco che ha coscienza di rappresentare il proprio territorio prima di una qualsiasi collocazione politica, responsabilmente, mi vergognerei. Due volte. La prima come componente della Cosa-Gsp, la seconda come componente dell’Aato. Amen.

 

il Bim-Gsp ed i sindaci ‘Paranormali’

30 Marzo 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik, sindakos

Da sempre, tutto quello che esula da ciò che noi definiamo normalità viene definito “paranormale”.

Non tutti possono attribuire alla vicenda Bim-Gsp che ha tenuto banco in questo ultimo periodo la qualifica di vergognosa (lo è).

Tutti però, credo, siano assolutamente d’accordo nel definirla fuori da ogni normalità, non solo quotidiana ma anche extra-quotidiana. Una vicenda del genere, a noi uomini semplici, non può che apparire come “paranormale”.

E i sindaci-attori che ne sono partecipi? Sono soggetti che hanno creato prima e alimentato poi (per tanti di loro, ne sono convinto, inconsapevolmente) una vicenda paranormale, quindi è lecito pensare che siano anch’essi paranormali.

Eccoli dunque “i sindaci paranormali” (una parte di loro perlomeno), nelle immagini catturate da qualche obiettivo durante l’assemblea della “Cosa-Gsp” pubblicate dal Gazzettino (qui e qui a corredo di questo articolo).

 

 

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