BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Houston avete un problema: la centrale operativa di Palazzo Venzo ha perso il casermino nella Rete

2 Luglio 2010 Informa-Lozzo bolcom

Una breve e doverosa premessa per chi giunge qui solo ora. Siamo squinternati, è vero, ma stiamo parlando del bollettino comunale, per gli amici bolcom (o anche BolCom).

Questo UFO, perchè trattasi di oggetto non identificato, essendo apparso dopo sei anni di amministrazione Manfreda in una occasione singolare, molto singolare (vedi maglia nera nella raccolta differenziata), è prodotto dalle menti della Nomenklatura al potere (amministrativo) a Lozzo. E’ uno strumento di potere, non è uno strumento di informazione. Ma è questo che ci piace.

Mi piace talmente tanto che ho deciso, per non identificarli con bolcom1 …2 …3, di chiamarli con un nome, come si fa con gli uragani. Il primo fu il rifiutino, conosciuto nell’ambiente anche come vomitino, per la parte in cui si parla (sparla) di alcune cosucce sul Museo della Latteria. Poi vide la luce il bolcom conosciuto come rifiutino special edition, che non ho ancora avuto il piacere di commentare ma che riserva delle sorprese … sorprendenti.

Ed infine, è cosa di qualche giorno fa, la Nomenklatura ha partorito un foglio di rara beltà con (anche) velleità di promozione turistica (anche se con qualche lieve problema di copyright, ma sarò più preciso in un successivo articolo), nel quale si affronta di petto la questione ex caserma di Soracrepa che qui, per la verità, viene definito Casermone, e tutto ciò mi ha suggerito l’idea di chiamarlo il casermino.

La centrale operativa di Palazzo Venzo (per gli amici Botanico Palazzo) ha prima messo in orbita il pdf del casermino che poi però, chissà per quale strano motivo, è sparito dagli schermi radar. Non sarebbe stata una grande perdita, ma una grande scocciatura sì, non foss’altro che per la digitalizzazione del cartaceo (che è stato distribuito a quasi tutte le famiglie).  Ma un colpo di fortuna mi ha permesso di farne una copia prima dello sciagurato incidente (ma il pdf potrebbe riapparire d’incanto anche sul sito istituzionale della Nomenklatura; sapete come sono i soviet, non sono il massimo in termini di efficienza della linea di comando).

accanto alla Pro Loco Marmarole, in diretta concorrenza, nasce la Puoro Loco Viva-Lozzo

1 Luglio 2010 Informa-Lozzo bolcom, cecità-della-giunta, pro-loco, propaganda

Non bastava la Pro Loco Marmarole ed allora ecco, dalle fervide menti che in tema di sviluppo turistico non hanno confronti, l’idea di mettere in piedi la Puoro Loco Viva-Lozzo, agenzia di promozione turistica di emanazione assolutamente comunale.

Insieme al bolcom n.3 (che a breve commenterò), l’amministrazione comunale ha infatti distribuito un inserto titolato “Una montagna di proposte interessanti”. La cosa da notare è che questa lista è una quota parte di quella che è “in divenire” presso la Pro Loco Marmarole. “In divenire” sta a significare che la programmazione delle manifestazioni non sono ancora completamente definite e che la lista quindi era, ed è tuttora, in attesa di essere compiutamente definita.

La Puoro-Loco Viva-Lozzo però vuole bruciare i tempi ed elabora (nel senso che copia e incolla) la lista che ha in mano la Pro Loco Marmarole (non ancora compiuta, e lo sa). Ma l’imperativo è uscire e colmare un vuoto informativo inaccettabile (me vien da ride).

A pisciare in corsa l’unica certezza che hai è che la fai fuori dal vaso. E qui la pisciatina è stata fatta quasi tutta fuori dal vaso.

La Pro Loco Marmarole realizza da 5 anni (prima come comitato turistico) un “librettino” al quale partecipano, come inserzionisti, le attività commerciali, artigianali e di servizi del paese di Lozzo. Questa formula le permette di godere di un minimo di raccolta pubblicitaria che le consente di programmare la propria attività contando su un finanziamento di base garantito, anche, dalla generosità degli inserzionisti. Questi ultimi partecipano per sostenere la Pro Loco, ma hanno anche il diritto di veder garantita la “miglior pubblicità” possibile per la propria attività.

Alla luce di questa banale considerazione risulta quanto mai fuori luogo che la Puoro-Loco Viva-Lozzo, con una solerzia a dir poco disarmante, senza alcun coordinamento con la Pro Loco Marmarole, probabilmente a sua insaputa, decida di distribuire insieme al bolcom l’elenco delle manifestazioni.

Il testo introduttivo in stile “Istituto Luce“, tuttavia, tradisce la ragione per cui lo si è fatto: la claudicante amministrazione lozzese si sta facendo auto-propaganda, con particolare riguardo all’unica cosa che sa fare per il turismo: ordinare concerti, così come si può ordinare una pizza. Sentite che prosa sviolinante: “le associazioni di Lozzo non si smentiscono mai …. una autentica fucina di idee ….. non manca la fantasia … e un tocco (solo?) di originalità … è sempre stato così e lo sarà anche quest’anno”.

Vi sono alcuni errori, peccatucci veniali naturalmente, il sindaco non sa andare oltre, che però vorrei evidenziare.

La lista è quanto di più anonimo si possa produrre. E’ vero che è diretta principalmente al popolo lozzese (propaganda), ma è più anonima della carta igienica che trovi sui treni dello stato italiota. Noi sappiamo che dietro c’è il genio ideativo della Puoro-Loco Viva-Lozzo, ma la cosa non è evidente.

Nella lista c’è l’apertura e relativa chiusura del Grest (senza nulla togliere al valore dell’attività) ma si sono dimenticati di chiarire che il 21 giugno c’è stato il solstizio d’estate e che Toni, Bepi e Nani, il 7 luglio, dalle 19 alle 21, giocheranno una partita a briscola. Interessante poi, ma questo esula dalle colpe dirette della Puoro Loco, l’evidenza al raduno “Vespa club” a Pian dei Buoi, perfettamente coordinato col concetto di “Dolomiti patrimonio dell’Umanità”.

Vi sono poi alcuni errori che veniali non sono, quindi non li ha fatti il sindaco. Vediamo.

Mancano completamente, esigenze di stampa si dirà, le date della “serata medievale“, quella della manifestazione di ZELOZ, quelle programmate dall’Union Ladina del Cadore de Medo. Ma poi, udite udite, la lista …

  • non riporta l’apertura DEL MUSEO DELLA LATTERIA (già definita)
  • non riporta la consueta programmazione (già definita) della visita guidata del sabato mattina alla Roggia dei Mulini e al Museo della Latteria

Abbiamo un gioiello da 160.000 € recentemente inaugurato, e ci dimentichiamo di proporlo al pubblico? Ma sindaco, ma, ma, ma vogliamo scherzare? Ma che razza di propaganda è mai questa? Quando la fate, cercate di farla bene!

E poi, costava molto scrivere in questo anonimo foglio di carta un’avvertenza tipo ELENCO NON COMPLETO bla bla…? Costava molto scrivere PER ULTERIORI INFORMAZIONI … ed ancora più importante PER GLI AGGIORNAMENTI WWW…………. E TEL. 0435-76051? Il telefono, come si fa a dimenticarsi il telefono!! Goebbels, che di propaganda se ne intendeva, non se lo dimenticava mai.

Suvvia sindaco, rileggiti le lezioni di marketing turistico che ho posto in rete. Posso dare ripetizioni anche serali, se richieste, categoricamente gratis. Il 10 ottobre, trippe e castagne per tutti! Caricate la sveglia.

il BLOZ li ha puntati, inseguiti, pungolati, spremuti ed alla fine li ha stanati

30 Giugno 2010 Informa-Lozzo, Politica nostrana blozzando, libera-informazione, non-trasparenza, pubblicazione-delibere


Quando si dice … un titolo sintetico. Se avete letto l’articolo precedente, i trogloditi sono (finalmente) usciti dalle loro oscure caverne, la storia la conoscete già. Ho ben poche cose da aggiungere. Una su tutte: è il BLOZ che li ha stanati, e quando dico BLOZ dico articoli e commenti. E quando dico articoli e commenti dico Danilo e tutti voi.

Ed in particolare Cagliostro che, seduto pacificamente sulla  sua poltrona, armato semplicemente e solamente di penna e calamaio, pescando nella tagliente arguzia che dispensa in ogni intervento, al à fato balà l orse.

Non possiamo infatti non riconoscere che l’ultima versione del bolcom (bollettino comunale), al di là delle intime intenzioni di sindaco e accoliti, è in realtà un indiretto, inconsapevole e solenne inno a Cagliostro.

Così come il sindaco si è inopinatamente insinuato nel fallimento della SIT, Cagliostro si è insinuato nelle pieghe della vicenda della ex caserma di Soracrepa come solo un anatomo patologo sa fare, ed ha tagliuzzato il povero corpo esanime in cerca del “perché sia defunto”.

Una casermopsia a cui, come è giusto che sia, si sono poi aggiunti via via vari commenti (97 per l’articolo De Rossi chiede al Sindaco la restituzione delle chiavi della ex caserma di Soracrepa, senza contare gli altri articoli consultabili qui), fra gli altri quelli di  simpatizzante-pian dei buoi, Ghino di Tacco, ANALISI, Attilio Bianchi e da ultimo Toni dea Pierina. Non è mancato neanche l’intervento del De Rossi che in più di qualche occasione ha detto la sua (per prendere visione dei suoi articoli, non dei commenti però, basta digitare Cagliostro nella finestra di ricerca della barra laterale oppure cliccate qui).

Che dire? Il primo obiettivo che mi ero posto è stato raggiunto. Li abbiamo stanati. Ora può partire il confronto, che a noi non fa paura. Sarà un confronto a distanza, ma sempre meglio di niente.

Ah, mi dimenticavo. Ho, fin dall’inizio, un secondo obiettivo. Spingere il sindaco ad aprire un blog il Blog del sindaco di  Lozzo. Me lo immagino come un posto aperto dove anche io, i blozziani ed in generale tutti i lozzesi possano scrivere quello che pensano e sentire cosa hanno da dire il sindaco, gli assessori, i consiglieri ai quesiti posti. Sarà dura ma, come diceva Benito, “chi la dura la vince“.

i trogloditi sono (finalmente) usciti dalle loro oscure caverne

30 Giugno 2010 Informa-Lozzo non-trasparenza, opposizione, pubblicazione-delibere

Una premessa indispensabile per le anime pie e sensibili che si apprestano a leggere questo articolo. Troglodita, in tutti i dizionari, ha il semplice e puro significato di “uomo delle caverne”, “cavernicolo” e come tale è qui usato in senso figurato. Il termine non va quindi inteso in senso spregiativo, nel qual caso, se dovesse succedere, ricorrerei a vocaboli meno sottili e, quindi, più diretti (tipo “gli inetti” o “il nulla più totale”).

Lo stanno facendo con circospezione, dovete capirli, dopo anni e anni di oscurità la luce del giorno li sta accecando. In questi giorni li vedi in giro con gli occhi piccoli piccoli, alla cinese, una piccola fessura dove la luce della democrazia e della “verità” sta infilandosi con arroganza. Sono appena usciti dalle caverne ma, pur vivendo nella patria dell’occhiale, non sanno ancora che per proteggersi dalla luce gli uomini hanno inventato questa protesi (nel caso va considerata la versione “da sole”). Impareranno anche questo.

La verità è che non stanno uscendo per una propria scelta, ma spinti da una forza che ancora non conoscono. Uno spirito, un anelito che li induce, loro malgrado, ad uscire, a scoprirsi. Ma di questo vi darò conto più ampiamente in un prossimo e più approfondito articolo.

Con l’ultima distribuzione del bolcom avvenuta in questi giorni, sembra di poter dire che lo stesso stia diventando una solida realtà nel futuro della comunità lozzese. Bene, molto bene, benissimo. Non era facile fiorettare contro “un bel tacer non fu mai scritto“, regola canonica applicata con perseveranza e risolutezza sovietica dalla diarchia governativa lozzese. Adesso si possono sguainare spada e sciabola e menar fendenti e portare affondi. Non aspettavamo altro.

Come sempre, però, non facciamoci illusioni. I trogloditi della amministrazione, sindaco in testa, sono usciti dalle loro caverne incalzati dagli eventi. In questo loro slancio democratico si sono dimenticati di tirarsi su i pantaloni e sono usciti allo scoperto mostrando una parte delle loro vergogne, prima fra tutte la loro ostinata negazione della libertà di informazione cui ogni cittadino lozzese ha il diritto, libertà per fortuna garantita dal gruppo di Per la Gente di Lozzo nel loro blog (vedi a questo proposito l’illuminante articolo a Lozzo di Cadore Davide ha steso senza appello il gigante Golia).

Senza “braghe”, peraltro, si vede benissimo che se la stanno facendo addosso. Per ora si vede soltanto, ma tra un po’ la cosa inizierà anche a puzzare. E’ un effetto collaterale della democrazia.

Ma noi siamo pronti ad accogliere con calore questi nostri fratelli disorientati da questa nuova e per loro sconcertante esperienza: la libertà di poter esprimere la propria opinione a taluni è inizialmente indigesta. Li soccorreremo pazientemente e li aiuteremo a superare i primi disagi. La lunga via verso la libertà e la democrazia è appena cominciata.

Lozzo di Cadore con la spianata di Loreto, un nuovo modo di concepire il verde urbano: il parco solare

29 Giugno 2010 Parco di Loreto loreto, spazi-pubblici, verde-pubblico

La protezione civile ha, nel proprio sito, una pagina dedicata al bollettino delle ondate di calore.  Per ora è limitato a 27 città italiane ma, in relazione ai grandi flussi canalizzati dal turismo religioso, che si spera di poter indirizzare verso la chiesetta della Madonna di Loreto, l’amministrazione di Lozzo di Cadore ha ritenuto opportuno avanzare la richiesta di entrare a far parte della rete monitorata. Uno si collega a internet e verifica se a Lozzo, presso la chiesetta, vi siano o meno le condizioni per vivere uno stress termico. Poi decide cosa fare.

Dal titolo si evince senza titubanze che Lozzo è, ancora una volta, “avanti”. Recentemente abbiamo primeggiato nella gestione della raccolta differenziata (le cronache testimoniano la maglia nera da noi raggiunta con insuperato orgoglio), ma questa volta saliamo agli onori delle cronache per un nuovo modo di concepire il verde urbano. Escludendo la fascia dei tropici, rimanendo legati alle nostre latitudini, l’area della spianata di Loreto risulta essere il primo parco solare alpino planetario, in barba a tutte le raccomandazioni della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riguardanti le misure di protezione contro i pericolosi raggi solari (la loro componente uv).

L’innovativa concezione, però, non è nata per caso. Solo dopo un puntiglioso sondaggio, che ha confermato la bontà dell’idea primigenia, si è dato il via alla realizzazione del progetto. E’ certo infatti che sia le mamme con relativi pargoli (e carrozzelle) al seguito, che gli anziani in ardir di passeggiata rilassante, hanno chiaramente espresso la propria predilezione per una permanenza rigorosamente “sotto al sole“. Ai pochi che hanno espresso qualche perplessità è stato detto che potranno guadagnare il porticato della chiesetta e lì, eventualmente, poggiate le stanche membra, respirare con sollievo la conquistata frescura.

Nella “desertica” spianata, perimetrata dall’ombrosa fustaia di peccio, vi è una sola pianta, peraltro bellissima a mio modo di vedere, che l’oculata sperimentazione si pregia di aver salvato. La pianta ha una sua identità, che ora qui non indago ulteriormente, se non offrendo il nome con cui è, e spero verrà, conosciuta e ricordata: l’Aier de Bruno de Gavino.

Quasi inutile aggiungere che a tale pianta va riconosciuto e attribuito, di per sé stessa, il valore di “monumento“, a maggior ragione se si pensa che è il solo produttore di ombra del parco solare; i più svelti hanno già capito che, visto il corso del sole, poca ombra riesce a fare (utile ai fini umani), ma è sempre meglio di niente.

Offro ai lettori del BLOZ una foto panoramica del sito (cliccare per ingrandire), rincuorando da subito i più affezionati fra voi che le passate promesse di un numero speciale sulla spianata e parco solare di Loreto verranno senz’altro mantenute.

Da questa foto, più ancora di quella presentata nell’articolo don inte a ciatà i mus de Loreto, risulta evidente l’areale da sottoporre a manutenzione, con le conseguenti nefaste previsioni che si possono azzardare tenendo conto che l’amministrazione lozzese, e questo è il sesto anno, con il minuto mantenimento non ingrana proprio. Per ora basta così, anche perché, credetemi, questo sole evocato mi dà già alla testa.

i sette nani di Loreto, nonostante l’aiuto del sindaco, non ce l’hanno fatta a finire i lavori per l’inizio dell’estate

29 Giugno 2010 Parco di Loreto bolpar, loreto, spazi-pubblici

Lo scrivo con disappunto perché, tra l’altro, avevo previsto tutto già con l’articolo i sette nani ed il parco di Loreto a Lozzo di Cadore, ed eravamo al 17 aprile scorso. Prendevo spunto da un articoletto apparso nella rubrica “dal Comune” del bolpar (bollettino parrocchiale) uscito in quei giorni, nella quale veniva scritto:

a breve riprenderanno i lavori, già in fase avanzata, davanti alla chiesa di Loreto. I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate, l’area recuperata a parco sarà ….

Sottolineavo, con una velata vena ironicheggiante, la frase clou della strabiliante notizia:  “I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate …”. Dovrebbero, sia chiaro. Ma siccome, i lavori, erano già in fase avanzata, era lecito ritenere che l’immane sforzo si sarebbe davvero concluso con il sopraggiungere dell’estate. Così non è stato. Mi chiedevo anche:

Che cosa dovranno poi fare, se si insinua il dubbio che per terminare i lavori non bastino i mesi di aprile, maggio e buona parte di giugno? Se poi si considera che il cantiere è stato ri-aperto a metà marzo (giorno più giorno meno), la cosa lascia quantomeno perplessi. Che manchi l’ausilio di Biancaneve?

E qualche Biancaneve deve essere passata ed aver notato una certa qual ritrosia nei sette nani, nel dare lo sperato “colpo di mano” necessario a finire l’opera. E così, tradendo il tradizionale copione fiabesco, queste dissennate voci sono giunte al sindaco che, prontamente, si è recato personalmente in quel di Loreto a dare una mano sollecitando la languente impresa.  Vanamente, perché è arrivata prima l’estate.

Ma ciò che conta, è ovvio, non è l’efficienza dei lavori, ma la qualità del risultato. Essendo ispirato all’aura papale, tutti i lavori sono stati alimentati dal biblico passo delle scritture in cui si invoca la luce. E luce fu. Quella non manca davvero. Ecco perché sta sempre più prendendo piede l’idea che, quello di Loreto, sia davvero il primo “Parco Solare Alpino”: il fatto che sia poi dedicato a Papa Benedetto XVI è quasi secondario.

Non conta molto infatti che lo stesso papa, così si dice, rivolgendosi a chi vagheggiava la possibilità di realizzare un parco a lui dedicato, gli abbia detto “lasci perdere ….”. Sembra anche che, con un gesto di rara destrezza, abbia anche accennato con una mano ad una nota figura scaramantica. Si sa infatti che le dediche, non quelle scritte sui libri, mi riferisco a quelle “monumentali“, pur essendo possibili “in vita”, vengono normalmente proposte “in ricordo di“, ossia postume rispetto all’ascesa in cielo. E’ quindi lecito supporre che il rappresentante di Dio in terra non abbia inteso proprio come ben augurale questa invenzione, nonché forzatura, del “potere temporale lozzese”.

Ma se tutto ciò aiutasse il mondo a lenire il flagello della pedofilia, che così profondamente sta colpendo il Vaticano ed i suoi porporati, beh allora …

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