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PEDIATRIA PIEVE DI CADORE – INVITO A CONSEGNA RACCOLTA FIRME

27 Giugno 2014 Cadore - Dolomiti cadoriadi, impegno-sociale, politiche-cadorine, politiche-sociali

Comunicato stampa:

Mariantonia Corte Pause e Barbara Ravagnan, promotrici della petizione popolare contro la cancellazione dei posti letto assegnati al reparto di pediatria dell’Ospedale di Pieve di Cadore,  invitano la popolazione ad un incontro pubblico programmato per il giorno 30/06/2014 alle ore 11.00 presso la Sala Consigliare del Municipio di Santo Stefano di Cadore.

Durante questo incontro consegneremo alle autorità presenti le firme raccolte nelle ultime due settimane a favore del mantenimento dei posti letto della pediatria di Pieve di Cadore. Abbiamo invitato il Presidente Zaia, l’assessore Coletto, i consiglieri Padrin e Toscani, il diretore generale dell’USLL n.1 Belluno Dott. Faronato, i Sindaci dei comuni del Cadore, Comelio e Sappada e tutti i politici locali

La popolazione, già pesantemente disagiata dal fatto di vivere in ambiente montano, chiede a gran voce il mantenimento di un servizio basilare quale i ricoveri pediatrici. In caso di chiusura di Pieve, i piccoli pazienti sarebbero costretti a ricoveri nei nosocomi di Belluno, Treviso e Padova che distano anche 150 Km dal Cadore. Sappiamo come la differenza fra la vita e la morte in caso di malattia può essere data non dai minuti ma dai secondi; l’elicottero in caso di maltempo non può volare e non è pensabile a lunghi trasferimenti che, ripetiamo, potrebbero rivelarsi anche fatali.

Risulta poi fondamentale per la guarigione la vicinanza dei piccoli pazienti alla famiglia e questo è possibile solo in caso di vicinanza fra l’ospedale e la casa familiare. Ricordiamo sempre che parliamo di bambini: la fascia debole della popolazione che merita la maggior tutela!

Chiediamo quindi a gran voce il diritto alla salute!

 

Mariantonia Corte Pause
Via Borgo Rio Muri, 2
32041 Auronzo di Cadore (BL)
Cell. 340 66 75 344

Barbara Ravagnan
Via Cella
32041 Auronzo di Cadore (BL)
Cell. 347 79 71 892

in totale sicurezza… (precisazioni tecnofilosofiche d’inizio estate)

27 Giugno 2014 Botanico Palazzo, Criticarium, Digo la mea cronache-lozzesi, sentieri

Er Comune segnala che “i sentieri e gli anelli di Lozzo di Cadore potrebbero non essere percorribili in totale sicurezza“. Precisazione tecnofilosofica d’inizio estate: in totale sicurezza – tante altre cose al mondo ma in particolare “i sentieri” – non sarebbero percorribili neanche se fossero asfaltati.

Date retta: “percorribili in totale sicurezza” è frase neologistica, priva di qualunque fondamento, che è meglio non si faccia strada tra le tante dicerie con le quali ci riempiamo la bocca al punto da assumere, col tempo, i contorni di una leggenda metropolitana che risulta poi doppiamente faticoso estirpare.

Anche il CAi ci mette del suo: “[i seguenti sentieri] sono stati controllati e risultano percorribili senza pericolo…“. Vivere pericolosamente è il supremo dono che il fato ci regala all’atto del nostro primo vagito e che ci accompagna fino all’ultimo respiro.

Nessun sentiero è percorribile senza pericolo.

Semmai i sentieri possono risultare “normalmente percorribili” (o meno) e, comunque, sempre in funzione e relazione al grado di difficoltà loro assegnato. Sforzo questo, quello di dare un grado di difficoltà al sentiero, che non risolve in nessun modo i pericoli legati alla sua percorrenza, ma codifica grossolanamente le sue caratteristiche di percorribilità … ad usum populi.

Pericolosità e percorribilità: le nuove frontiere della sentieristica (fra poco al cinema).

trans

PAROLE CONDIVISIBILI A BELLUNO. LO SARANNO ALTRETTANTO A LOZZO?

27 Giugno 2014 Botanico Palazzo, Politica nostrana bim, cagliostro, la-parola-ai-lozzesi, politiche-sociali

ESAME FINESTRA SUL TASSO DI COERENZA DEL BORGOMASTRO

di Cagliostro

“A essere solidali si impara e il valore di un territorio si misura anche sulle buone pratiche di solidarietà. I bellunesi hanno nel dna le capacità di aiutare il prossimo. Una capacità da incentivare”. Affermazione che suscita certamente largo consenso nella pubblica opinione. Sapete chi ha pronunciato tali parole nel corso di un recente convegno svoltosi a Belluno? Ebbene, non lo crederete, ma si tratta proprio nientemeno del nostro borgomastro nella inedita veste di facente funzioni di Presidente del Consorzio Bim Piave!! Leggendo l’Amico del Popolo del 19.6.2014, a pagina 3 del settimanale diocesano, tale Martina Reolon fa la cronaca dell’evento; l’articolo ha il seguente titolo: “Aumentano i bellunesi che chiedono aiuto”, sottotitolo: “L’esperienza della ‘Rete di solidarietà’ creata da imprenditori, sindacati e comuni”.

Una tale sensibilità sociale ha spinto un Comitato, sorto nell’aprile del 2013, composto dallo stesso Bim Piave, da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria Bl, Appia, Confartigianato e Confcommercio, a farsi promotore di una politica di sostegno alle persone più colpite dalla crisi economica, in particolare giovani e persone over 50, per lo più rimaste senza occupazione e con pesanti carichi di famiglia. Le domande di soccorso pervenute al Comitato sono davvero pressanti: si va da chi ha bisogno di poche decine di Euro per pagare le bollette a chi non è in grado di pagarsi le cure o le derrate alimentari per sé e per la famiglia. E le reti di protezione delle famiglie di origine non sono più in grado di sostenere in toto l’onere dei soccorsi. Il Bim ha stanziato 150mila euro, cui si sono aggiunte donazioni da parte di privati, associazioni ed Imprese fino al raggiungimento di un budget di 227.000 Euro.

Le persone o le entità famigliari fino ad ora ‘soccorse’ con una elargizione di 1500 Euro cadauna sono state fin qui 114, ma i bisogni sono in continua crescita ed il fondo sta per essere prosciugato (ora residuano 55.000 euro). Di qui l’appello del Presidente Bim, della D.ssa Orsini della Cisl e del sig. Cavalet di Confartigianato e di altri componenti il Comitato a tutti i cittadini ad essere ancora e maggiormente solidali verso queste ormai grandi sacche di povertà e bisogno.

Bim Consorzio, che certo non ha brillato nel ripianare il mastodontico debito accumulato dalla consociata/collegata Bim Gsp il cui buco è ricaduto, per buona parte, sulle spalle degli incolpevoli cittadini-utenti, in questa circostanza – va doverosamente sottolineato – ha dimostrato di esserci, anche se lo sforzo ora profuso (150 mila euro) non trova paragone con quello che avrebbe dovuto essere il sostegno a copertura del deficit di circa 88 mioni di Euro in capo alla citata Bim Gsp; anche questa sarebbe stata sensibilità sociale, ossia il non gravare in modo vistoso sulle tasche dei cittadini in un momento come quello che stiamo vivendo… Ma tant’è, bisogna comunque dare atto del fatto positivo verificatosi il cui input è arrivato anche per merito del Bacino Imbrifero Montano Piave, il cui massimo rappresentante risulta essere, attualmente, il borgomastro di Lozzo. Quindi, quando ci vuole ci vuole: onore al merito!

Ora però, dopo le utili (allo scopo) comparsate mediatiche, una considerazione di natura politica si impone. Se il sindaco di Lozzo, nella sua veste di rappresentante di vertice di un Ente così importante a livello provinciale quale in effetti è Bim Piave, è stato compartecipe ad una così meritoria iniziativa su base comprensoriale, bisogna pur dire che da troppo tempo attendiamo un analogo impegno (con le stesse finalità) a livello comunale. Molto tempo addietro lanciai da queste stesse colonne l’idea che il Comune si facesse promotore di un Fondo di solidarietà avente gli stessi scopi di quello promosso a Belluno, ed allora parlavo di imitare quanto fatto dalla nostra Diocesi!! Ma nulla di tutto ciò è stato fin qui attuato…

A questo punto, mi permetto una banale osservazione. Se il Fondo locale non è stato e non viene attuato nonostante il bilancio del nostro Ente non versi in condizioni disastrate (e ciò a dispetto dell’asserito calo – ahimè veritiero! – nei trasferimenti dal Centro), esiste una possibile forma di solidarietà da attuarsi fra qualche settimana da parte dell’Esecutivo e del nostro Consiglio Comunale. Trattasi di una forma solidale che definirei in “negativo”, nel senso che non di aiuti diretti si tratterebbe ma di una attenuazione del rigore fiscale, ossia nel limitare azioni troppo invasive volte a mettere le mani nelle tasche dei cittadini lozzesi. Mi riferisco alla Tasi per la cui quantificazione (fissazione della parzialmente discrezionale aliquota) la Giunta ed il Consiglio dovranno pronunciarsi entro il prossimo 31.7.2014.

Non averlo fatto prima (in linea con tanti altri comuni) ha avuto il sapore di una furbesca trovata di stampo elettoralistico. Altri Comuni (anche in Cadore) hanno invece applicato, fin da subito, il minimo consentito e questo è adesso possibile farlo anche a Lozzo. Sarebbe questa una manifestazione di vera, autentica sensibilità sociale, in coerenza con la stessa sensibilità dimostrata a Belluno. Con in più il fatto che qui si tratta di propri diretti amministrati dei quali dovrebbe essere arcinota la difficoltà a ‘sbarcare il lunario’. E questa sarebbe una occasione unica per fare la propria ‘nobilitate’ e riscattare, almeno in parte, un decennio amministrativo molto, molto ‘opinabile’ proprio anche sotto il profilo strettamente sociale ed umano.

Io, dolomitico, da 5 anni patrimonio mondiale dell’Unesco, e neanche me ne sono accorto

26 Giugno 2014 Cadore - Dolomiti blozzando, dolomitando, dolomiti, promozione-turistica, sviluppo-montagna, turismo-alpino, turismo-cadorino, unesco

Sul fronte dolomitico patrimonio dell’umanità non sono successe grandi cose in questi ultimi tre anni. La Fondazione non ha fatto nulla per farci sapere che esisteva: il carrozzone, una volta allestito, è rimasto alla briglia.

S’è visto un fremito con la storiella degli #sfalci ma è ancora tutta narrativa – con un certo fascino di carattere antropologico ed etnografico – buona per tirar fuori la chitarra e farsi una cantata davanti ad un fuoco sfavillante, ma non sembra in grado di portare in dote un “radicamento dolomitico” che appare sempre più indispensabile per dare senso a questo riconoscimento finora poco più di aria fritta.

Insomma, sulle unescate trovate qui quello che ho avuto finora da ridire (e da ridere). Nell’occasione odierna del pentacompleanno trovo che quello che scrissi 3 anni fa si possa riproporre tale e quale (domani, magari, due parole sulle possibilità “doloviticole” o “dolovinicole” che si sono nel frattempo aperte):

26 giugno 2009, proclamazione delle Dolomiti a patrimonio mondiale naturale dell’Unesco. Sono passati 2 anni. La prima commemorazione: “io, dolomitico, da 365 giorni patrimonio mondiale dell’Unesco e neanche me ne sono accorto”.

Le Dolomiti si stanno sgretolando. Lo fanno da sempre. Qualche rara volta cade un pezzo grosso, come di recente presso Cima Una, normalmente cadono pezzi piccoli che si raccolgono là dove la gravità li conduce. Niente di nuovo, quindi.

Da segnalare il logo dolomitico (da molti definito olco-dolomitico). Non è piaciuto a nessuno. Quasi tutti hanno tuonato contro la “vergognosa” idea grafica. Ha tuonato anche il CAI. Così hanno fatto fare all’autore un po’ di restyling del logo.  I più non notano alcuna differenza ma, ora, “vuoi mettere?“. Adesso sono tutti contenti, anche il CAI, al quale hanno imbottito la “carega” che ha nella Fondazione. Così fan tutti.

Da segnalare anche la “Campeolata“, modalità alternativa per fare dalla finestra ciò che non si può fare dalla porta (rubricare alla voce: aumento stipendio). Nel frattempo i siti Unesco patrimonio dell’umanità sono aumentati a 916, 706 a valenza culturale, 183 naturalistica, 27 misti.

Nel Veneto si contano 60 milioni di presenze turistiche, in provincia di Belluno non si arriva a 2 milioni, 1.976.914. Ogni 100 presenze turistiche sul suolo veneto 3,3 sono da ascrivere alla provincia di Belluno. Che non vuol dire che il turista scelga le Dolomiti (accontentarsi che scelga la montagna).

E vallo a dire al macellaio di Francoforte, che si è sbatacchiato durante l’anno quintali di costicine,  che deve scegliere le Dolomiti invece dello sdraio al mare dove, solitamente, non fa altro che arrostirsi come un würstel.

Anche a livello nazionale la montagna è il fanalino di coda fra le destinazioni turistiche. Perché uno dovrebbe preferire la dolomia alla cupola del Brunelleschi, la basilica del Santo, quella di San Marco, Pompei, Colosseo? Mare, città d’arte, laghi, terme ed infine montagna. E’ così da sempre.

Così, chi opera nel turismo di montagna sa che se vuole aumentare il proprio flusso di presenze la strada più conveniente è quella di sottrarle ad altre zone montane. E’ più facile, insomma, attrarre in Pusteria uno che va in Valtellina piuttosto che uno che va a Iesolo.

Terra terra (poi, se vogliamo, si può spaccare in 4 il capello): ma chi cavolo se ne frega delle Dolomiti in quanto patrimonio dell’umanità ?

andamento stagione turistica Cortina-Auronzo: dati ad aprile 2014

26 Giugno 2014 Turismo e dintorni andamento-tur-cadore

Sul ringalluzzimento del Veneto (ed il canto del gallo di Finozzi) abbiamo già detto. Aprile ha dato una spinta anche al settore montanifero cadorino portando in terreno positivo (+1,2%) le presenze di Auronzo e mantenendo quelle di Cortina (+2,5%). Perdura il segno meno nel STL Dolomiti, provincia di Belluno e Comprensorio Montagna Veneta (c’è da dire che per la montagna aprile è veramente un mese del cavolo, appena superiore al mese di novembre, notoriamente mese morto).

Fra gli arrivi, tutti positivi tranne Auronzo che segna un -3,7%: vi è da tener conto che il mese di aprile è stato per i Gnoche magnifico, con un +65% di arrivi, ben 437 persone in più rispetto al 2013, per un totale di 1.107 (nel 2013 ad aprile furono 670: magari nel lago si è fatta vedere la versione dolomitica di Nessie …).
andam-pres-apr2014

Alto Adige, Corriere delle Alpi e patos

21 Giugno 2014 Curiosando curiosando, scripta-manent

(Il pollaio è lo stesso. Gemelli separati nella culla).

Cambia target, cambia titolo. La tragedia è la stessa. E’ il “patos” ad essere diverso.

patos

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