BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

il bianco dona a Misurina fascino ed eleganza (funeraria)

29 Gennaio 2014 Curiosando, Turismo e dintorni curiosando, promozione-turistica

Consigli non richiesti (ovviamente in mai opinion):

  • primo: dovreste lincare anche su twitter qualche immagine (mica sempre, ogni tanto: si può eh! tipo così, per fare un esempio) … l’utente non salta tutte le volte su FB per vedere cosa proponete.
  • secondo: va be’ che con tutti ‘sti filtri da applicare alle foto in giro per i social se ne vedono di tutti i colori, ma un po’ d’attenzione andrebbe posta anche alla qualità delle immagini presentate.

Se poi si vuole evocare un fascino funerario … be’ , allora no, allora l’immagine va bene così.

ilbiancodona

immagine tratta da https://www.facebook.com/photo.php?fbid=733288963372782

 

Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite: presenze turistiche straniere dal 2000 al 2012 per singolo comune

29 Gennaio 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni cadore-diff-2000-2012, cadore-ft-2000-2012, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

Dopo il grafico dell’andamento percentuale delle presenze turistiche straniere rapportate a quelle totali per i singoli comprensori di Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite e la loro unione, CC+CO+VB, ecco quello relativo alle prime sei località per numero di presenze in quest’ultima, tenuto conto che da sole coprono l’89% di quelle totali. Per Cortina d’Ampezzo una presenza su quattro è straniera così come (quasi) per Auronzo che le ha quadruplicate passando dal 5,5% del 2000 al 23,4% del 2012; S. Vito le raddoppia mentre Borca le triplica (ma ognuna delle citate località paga pegno riguardo alle presenze italiane che calano in assoluto). Sappada non è mai riuscita ad internazionalizzarsi, Comelico Superiore non c’ha mai provato. Nell’insieme il totale di CC+CO+VB passa dall’11,8% di quota stranieri nel 2000 al 21,7% del 2012.

Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite: andamento annuale dal 2000 al 2012 delle presenze turistiche straniere in rapporto a quelle totali

I merdaioli europeisti e la svalutazione del lavoro

29 Gennaio 2014 Criticarium Itaglia della-confutazione, europatia, no-euro, pude

I merdaioli europeisti si sono affacciati al balcone ed hanno irrorato i polli in batteria con altro pisciame (qui su Voci dall’Estero un ottimo approfondimento). Di buono c’è da registrare che si sono finalmente accorti che è il sole che sta fermo. Dunque (neretto mio),

I divari macroeconomici, sociali e occupazionali tuttora crescenti minacciano gli obiettivi fondamentali dell’Unione sanciti dai trattati, ossia vantaggi generalizzati attraverso la promozione della convergenza economica e miglioramento della vita dei cittadini negli Stati membri. Il rapporto 2013 dimostra come le basi dei divari attuali siano state poste nel corso dei primi anni di introduzione dell’euro, giacché in alcuni Stati membri una crescita squilibrata, fondata sull’aumento del debito alimentato da bassi tassi di interesse e su massicci afflussi di capitale, è stata spesso associata a un andamento deludente della produttività e della competitività.

Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla “svalutazione interna” (contenimento di prezzi e salari). Questa politica presenta però limiti e risvolti negativi, non da ultimo in termini di un aumento della disoccupazione e del disagio sociale e la sua efficacia dipende da molti fattori come il grado di apertura dell’economia, la vivacità della domanda esterna e l’esistenza di politiche e di investimenti che promuovano la competitività non di prezzo.

Però, che teste!!

In Italia se n’erano accorti prima. E se n’era accorto pure il Fassina, mi spiego??? Il Fassina!! Uno del PD (Cristo santo, uno del PiiDDDDìììììì !!)

Non potendo svalutare la moneta si svaluta il lavoro.

guardatela, è stata lei (delle stalle metanifere)

28 Gennaio 2014 Curiosando curiosando, siamo-animali

gurdatela, è stata lei: delle stalle metanifere

(via @FGoria)

cinguettii elettorali: i moscerini della frutta lozzesi e il moscone calaltino

28 Gennaio 2014 Botanico Palazzo, Politica nostrana cadoriadi, cronache-lozzesi

Oltre ai moscerini della frutta @y e @oih-hoi – ai quali mi sono recentemente rivolto: Che poi voi, simpatici moscerini, qualche volo sulla frutta (che vi preparo) di tanto in tanto lo fate … – che ronzano evanescenti nello spazio di questo BLOZ rigurgitando ciclicamente le loro più o meno lapidarie sentenze, è sceso in campo un pezzo da novanta (per restare in tema si potrebbe definire il moscone calaltino), trattandosi nientepopodimeno che del sindaco di Calalzo Luca De Carlo. Il quale, in riferimento ai cinguettii da me riportati e riguardanti la prossima corsa alla presa del Botanico Palazzo di Lozzo, così cinguetta (questa volta nel senso di tuitta) al mio indirizzo:

cinguettii

Le qualità dialettico-retorico-mediatiche del sindaco di Calalzo sono note avendo più volte varcato i confini centrocadorini per approdare a più ampia visibilità, regionale e finanche nazionale (vedi “vicenda Equitalia“). Note queste qualità, dicevo, sorprende l’inconsistenza argomentativa del dardo lanciatomi dal sindaco, complice ovviamente anche la limitatezza espressiva connaturata al tweet usato in questa circostanza, che con tono da “Gian Burrasca” mi chiede, in sostanza, “perché non provi a farlo tu, il sindaco?“.

Perché dovrei ?!

(premessa doverosa prima di sentire i latrati dei cani filogovernativi; fatte le dovute proporzioni … segue testo)

Qualcuno ha mai chiesto a Montanelli di fare il sottosegretario, viceministro o ministro se non proprio il premier per avere in concessione la possibilità di criticare il governo? E a Gianni Brera, qualcuno ha mai chiesto di fare l’allenatore di una squadra di A se non proprio della nazionale per avere in concessione la possibilità di scrivere sui giornali ciò che pensava del gioco osservato a seguito di una partita? E a Facci, Fini, Travaglio, Alesina, Giavazzi, Seminerio, Borghi, Gentili … . Già stati tutti sindaci i giornalisti del Gazzettino, CorrierAlpi, Corriere del Veneto e così via?

Solo a me verrebbe chiesto tutto ciò? Solo perché sono piccolo e nero, e blogger, e non allineato? Quale ingiustizia!!

Ci sono uomini – e fra essi quasi tutti i sindaci – che credono che, acquisito il comando, diventati cioè i Capitani del Veliero, nessuno possa e debba muovere critiche alla rotta. E si ostinano a credere che nel largo mare degli accadimenti la loro luce, quella che essi gettano laboriosamente sulle proprie costruende opere, sia l’unica possibile.

Poi un giorno scorgono al largo un altro veliero, un piccolo ma agile vascello corsaro… E non riescono a farsene una ragione. 

Ma il dardo del moscone calaltino ha anche la punta avvelenata. Perché, per certificare il “mio sapere”, io dovrei costituire e proporre una lista e, necessariamente, venir eletto sindaco. Dando per scontato, a questo punto, che se non fossi eletto sindaco il “mio sapere”, solo per questo, non varrebbe una minchia. Succulenta ipotesi, questa, secondo la quale la legittimazione popolare “sarebbe di per sé stessa sufficiente a garantire la bontà dell’eletto”.  La mia gentilissima risposta è: col cavolo!

E dalla mia ho 67 fulgidi esempi da indicare: tutti i sindaci del Bim-Gsp, quelli che hanno dato vita alla Madre di tutte le Vergogne, un’onta che continuerà a macchiare la Provincia di Belluno, o cosa resterà di essa, per lunghi e lunghi anni a venire.

Ed a complemento di tutto ciò ho dalla mia, anche, i 27.000 euri al giorno di buco che sono riusciti a garantire … alla comunità, buco da coprire con classica incursione nelle tasche della gente … ma questa è storia che già conoscete, perché anche i sindaci, dal timone del loro veliero, ve l’hanno pur detto no???.

(ad ogni buon conto la cosa non finisce qui perché ho in serbo una quadrilogia – niente paura, sarà di grande sintesi – con la quale fornire altri spunti sul perché io, il qui presente corsaro, non ponga la figura del sindaco fra le proprie massime aspirazioni; la risposta andrà cercata, per chi lo vorrà fare, in ognuno dei quattro contributi che ho in animo di pubblicare, tenendo conto che non tutti pesano allo stesso modo e che uno – in particolare – mi si addice quasi totalmente)

comuni sfusionisti: t’ho fuso la moto (che coglioni ‘sti #nofusion, o no?)

28 Gennaio 2014 Politica nostrana comune-unico, fusioni

C’è chi fonde, c’è chi fila, c’è chi fila e fondi. Oltre ai fondisti ci sono gli unionisti: quelli per dovere, quelli per piacere, quelli dello “stiamo vicini vicini“, quelli centrocadorini e quelli auronzani “a loro insaputa“. Tutti indaffarati al nuovo gioco predisposto dai coglioni governativi, gioco di distrazione di massa. E sullo sfondo uno stato di merdellata del cui fetore pochissimi si accorgono. Stato che tra un po’ ci metterà di nuovo le mani in tasca. Ancora una volta, e non sarà l’ultima. E un giorno fonderemo tutti assieme, aspirati vorticosamente verso l’inferno della rapina fiscale permanente…

Nel frattempo non tutti fondono… (pensate che ‘sti coglioni di #nofusion di San Polo-Ormelle con il 74% dei no hanno rinunciato a tutti i trasferimenti promessi dallo stato. Forse si saran chiesti: dove cazzo va a prenderli ‘sti soldi lo stato?); altri, come il sindaco di Longarone, stanno invece attendendo trepidanti il momento del prossimo appuntamento referendario #profusion con Castello Lavazzo (senza cu-orum! pensate se ci fosse stato…).

Insomma, è come se lo stato imponesse a due motociclisti di saltare su una sola moto per andarsene via on the road, avvinghiati “vicini vicini” verso un futuro radioso … solo che a S. Polo-Ormelle la moto s’è fusa ancor prima di partire. Ma anche in Friuli recentemente la spinta fusionista non ha dato gran prova di sé.

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