BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti

20 Ottobre 2009 Autonomia, Cadore - Dolomiti dolomiti, referendum-autonomia

L’autonomia (fiscale e legislativa) della provincia di Belluno non è un argomento semplice da dibattere, né tantomeno “scontato”. Non è scontato che la popolazione bellunese sia cosciente della portata di questa rivendicazione. Quanti di noi, per esempio, sono pronti a sostenere con forza le ragioni dell’autonomia? Tutti, quando se ne parla. Ma poi?

Io credo che l’autonomia della provincia di Belluno sia assolutamente vitale per la nostra gente; senza di essa siamo destinati alla scomparsa. Senza che ciò interessi minimamente qualcuno che non sia bellunese. Il che equivale a dire che nessuno ci verrà in soccorso, tanto meno lo Stato italiano che, in più di qualche occasione, non ho avuto timore di definire infame.

Sono anche convinto che con le armi della politica non si vada da nessuna parte; troppa frammentazione partitica. Se vogliamo l’Autonomia dobbiamo andare oltre gli schieramenti, pensando ad un movimento trasversale che deve coincidere con l’idea stessa di Autonomia. Se un corpo sociale come quello rappresentato dalla popolazione bellunese, pur ridicolo in termini di rappresentanza politica (ecco perché non interessiamo a nessuno), dovesse muoversi all’unisono sulla questione Autonomia, darebbe luogo ad un terremoto di proporzioni gigantesche.

Ecco perché vi invito a leggere le semplici ragioni che stanno alla base del gruppo Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti. Lo si trova su facebook. Potrebbe apparire come uno dei tanti gruppi che questo social-network permette di creare con una certa facilità. E forse, per il momento, è anche vero. Ma Moreno Broccon, il fondatore del gruppo, sta pensando di passare dalle parole ai fatti, organizzando un incontro fra i membri del gruppo per definire le future linee da seguire.

Ecco perché ritengo che, lette le ragioni, dovreste anche aderire al gruppo, per renderlo più numeroso e quindi più rappresentativo. Ed ecco le ragioni fondanti il gruppo Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti:

I Bellunesi chiedono, per motivi geografici, come provincia di confine, stretta tra due regioni a statuto speciale, per la presenza di minoranze linguistiche, per la specifità di tutto il suo territorio montano rispetto al resto del Veneto, l’istituzione della “Provincia Autonoma di BELLUNO – DOLOMITI” sancita per via costituzionale.

La Provincia Autonoma di Belluno-Dolomiti non è un privilegio, ma condizione necessaria per continuare a vivere in montagna.

Nel Veneto, se ci saranno le condizioni.
Altrimenti, in una Regione Dolomitica formata dalle Province Autonome di Belluno, Trento e Bolzano.

Non ci sono alternative.

Al momento il gruppo è formato da quasi 2.200 persone. Diventa anche tu membro del gruppo Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti e metti in moto il “passaparola”. Più siamo meglio è.

Saluti dal Parco della Memoria di Pian dei Buoi

16 Ottobre 2009 Pian dei Buoi parco-della-memoria

L’aria ottobrina ha un fascino particolare. Forse perché il mese fa da ponte ad un’estate che non vuole finire ed un autunno che fa fatica a cominciare.

Non ho mai indagato perché ottobre sia stato scelto per essere il mese della prevenzione dentale, o perché sia quello più indicato per un controllo dell’udito o della vista. Chissà.

Per me, invece, ottobre è il mese dedicato al Parco della Memoria di Pian dei Buoi (mica tutto il mese, ma buona parte). Ecco che, con il buon Dalio, ci si trova per “andare avanti nei lavori”. Ed ecco perché non mi faccio sentire da un po’ di tempo. Parto presto e quando torno, svolte due o tre cosette di routine, riesco si e no a trovare il letto di casa.

Svolta questa piacevole incombenza tornerò a blozzare. Tanti saluti.

Il cosiddetto abbruciamento della ramaglia ...
La luna tra il Ciastelìn ed il Campanile Ciastelìn
Mare di nubi da Soramizoi
Mare di nubi da Soramizoi
Tre Cime di Lavaredo da una postazione del Parco della Memoria di Pian dei Buoi
Una seconda veduta delle Tre Cime dal Parco della Memoria di Pian dei Buoi
Tramonto sull\'Antelao da Soracrepa

Lozzo di Cadore: Museo della Latteria, la salita dei barbari

4 Ottobre 2009 Digo la mea, Mondo Ladino, Museo della Latteria associazione-latteria, lavoro-occupazione, noi-ladini

Il soggetto della discussione è la porta d’entrata al Museo della Latteria di Lozzo di Cadore. Tempo fa venni frainteso.

In una discussione informale sottolineavo che, in prospettiva, bisognava prendere in considerazione il problema della porta del museo, se non altro per motivi di sicurezza (via di fuga con apertura verso l’esterno).

Qualcuno dell’Associazione Latteria Sociale, indispettito e con una veemenza non adeguata all’argomento, mi redarguì chiarendo che «la porta, bellissima, è parte integrante del Museo della Latteria, è pertanto sacra, e si può parlare semmai di una sua valorizzazione, non certo di una sua sostituzione».

Con la coda fra le gambe, sorpreso da una così accorata difesa della porta, mi affrettai a chiarire che il mio intendimento era solo quello di portare in luce il problema. Aggiunsi, lì per lì, che si poteva fare una nuova porta rivestita con l’antico materiale, così che fosse mantenuto l’aspetto romantico (francamente, pur essendo legato alle cose antiche, la cosa più lineare è, lo dico con dispiacere, sostituire la porta. La si può anche rivestire con il materiale di quella vecchia, così come utilizzarla con un po’ di fantasia all’interno dell’allestimento, tutto si può …).

Ma, al di là di ciò che si deciderà di fare per essa, solo dei barbari inconsapevoli possono giungere a tappezzare la porta di un museo così come si vede dalla foto.

E se chi ha tappezzato la porta ha avuto il buon senso di chiedere se doveva proprio farlo (di solito chi lavora con le mani ha più rispetto di chi lavora con la testa), allora barbaro è colui che ha permesso che ciò accadesse.

Nei tempi antichi i nostri avi furono testimoni della calata dei barbari (perché venivano da nord), oggi a noi tocca essere testimoni della salita dei barbari (per capire il perché della “salita”, vedi articolo “Ancora sull’allestimento del Museo della Latteria)

Quel qualcuno dell’Associazione Latteria Sociale, che a suo tempo mi redarguì, ha forse nel frattempo cambiato idea?

Il danno materiale è limitato, è la forma colonizzatrice e la totale mancanza di rispetto che dovrebbero indignare. Nonno Tino avrebbe detto: “se par le 8 e 10 no e via dute i cartiei …“.

cartelloni-porta-museo

Per chi vuole documentarsi più a fondo: articoli sul Museo della Latteria

Museo della Latteria e ladinità della Gente di Lozzo di Cadore

3 Ottobre 2009 Mondo Ladino, Museo della Latteria associazione-latteria, attività-culturali, noi-ladini

volpe-pecoraA parte lo spreco di denaro pubblico, c’è una cosa su tutte che mi preme veramente far capire riguardo al nostro Museo della Latteria.

Credo che una certa fretta nel nostro vivere quotidiano ostacoli la visione di alcuni accadimenti secondo la “chiave di lettura e comprensione” che cercherò di mettere di seguito in luce (per quanto sia, una volta spegata, una banale ovvietà).

Partiamo da una prima constatazione. Il Museo è espressione dell’Associazione Latteria Sociale, erede e continuatrice dell’omonima associazione nata il 6 ottobre del 1884 “per la confezione in comunione dei latticini nella stagione invernale …” (di cui corre quindi quest’anno il 125° dalla data di costituzione).

Il Museo quindi è espressione di una associazione privata che, però, ha una caratteristica di assoluto valore. Nel contesto storico di quegli anni l’Associazione è stata espressione diretta di tutta “la Gente di Lozzo” perché, sostanzialmente, non c’era famiglia che non avesse un animale da latte da cui dipendeva la propria sopravvivenza.

Se è vera, come è vera, l’uguaglianza “Associazione Latteria Sociale = Gente di Lozzo“, allora il Museo della Latteria è il museo di tutta la Gente di Lozzo.

Esso deve cioè essere visto, nei confronti dello Stato, come un bene privato, nei confronti della popolazione di Lozzo come un bene collettivo.

E se è poi vero, come è vero, che la “Gente di Lozzo” è gente ladina, allora il Museo della Latteria dovrebbe essere inteso, al di là del nome, come il Museo Ladino della Latteria di Lozzo di Cadore.

E qui bisogna che facciate attenzione. Date queste premesse, secondo me è l’Associazione Latteria Sociale (ladina) che, eventualmente, si avvale della collaborazione di professionisti, e non il contrario. L’ultima parola deve essere quella dell’Associazione, che dovrebbe tutelare, prima di ogni altra cosa, la nostra identità ladina. Altrimenti, cara Gente di Lozzo, avremmo consegnato l’unica vera e genuina isola felice della nostra ladinità nelle mani di un soggetto che può, in ogni momento, disporre a proprio piacimento della “nostra identità ladina“, fino al punto di annullarla o perlomeno confonderla nel mare magnum di una generica italianità.

Vi chiedo ancora uno sforzo di comprensione. Ecco un ipotetico scenario futuro. Supponiamo pure che la nuova realizzazione dell’allestimento soddisfi “tutti”. Se, successivamente, a me Associazione Latteria Sociale viene in mente di mettere al centro del museo la statua di Martin Luther King che munge una mucca, ritenendola funzionale al “senso del museo”, POSSO FARLO o DEVO CHIEDERE IL PERMESSO A QUALCUNO (comunità montana, comune, conservatore del museo che sia)????.

Ecco perché mi farebbe un enorme piacere se l’Associazione Latteria Sociale si esprimesse pubblicamente su questo argomento chiarendo a me, e spero a tanti altri che la pensano come me, se in un ormai prossimo domani saremmo ancora noi, “Gente ladina di Lozzo“, ad avere in mano le redini del nostro futuro, almeno in relazione al Museo della Latteria, o se dovremmo subire l’occupazione di uno Stato-Regione-Comune che solo a parole tutela le minoranze, esercitando poi nei modi più subdoli una occupazione delle “nostre cose” e, quel che più mi importa, della nostra memoria storica (e quindi delle nostre coscienze).

Il perché delle foto?. Semplice. Vivere liberi e fieri come una volpe (con un allestimento museale magari spartano, ma dignitoso e soprattutto nostro) o soggiogati e sottomessi come una pecora (ma con un allestimento rilucente)? Naturalmente c’è una terza via. All’Associazione Latteria Sociale il compito di farcelo sapere.

Foto Flickr: volpe (michebaird); pecora (foxypar4)

Ancora sull’allestimento del Museo della Latteria

1 Ottobre 2009 Museo della Latteria, Soldi: dove finiscono? lavoro-occupazione, libera-informazione, non-trasparenza, professionisti

sfera-di-cristallo2

Ora ne ho la certezza. Posseggo poteri predittivi. Riesco a vedere il futuro.

Come tutti i lozzesi sono stato spettatore della chiusura estiva del Museo della Latteria. Il fine nobile era quello di permettere l’esecuzione del nuovo allestimento museale. Constatando che ad un prima brevissima fase, che ha comportato il disfacimento del  precedente allestimento, nulla era più seguito, osservavo che il museo poteva rimanere tranquillamente aperto tutta l’estate (vedi articolo).

Su questo argomento ripeto l’osservazione riportata nell’articolo Habemus “progettorum museorum”, nel quale sottolineavo che l’Associazione Latteria Sociale mi riferiva che dal Comune, si era poi saputo, che le ditte che avevano promesso di impegnarsi nei vari lavori, ad un certo punto, si erano ritirate, causando il “congelamento” dei lavori stessi.

Quando l’ho saputo, un brivido mi è corso lungo la schiena, mi succede sempre quando sto per pre-vedere il futuro. Ho pensato: “mmmaaa!, questa soria delle ditte che si sono ritirate spiana la strada ad una sola ipotesi; vuoi vedere che adesso, per fare i lavori al museo, arrivano ditte da fuori?”. Poi mi son detto “ma no, ce ne sono tante altre di ditte locali …”.

Questa mattina, ore 7.20, passo davanti al museo e cosa vedo? Un furgone di una ditta vicentina. Ma guarda un po’, penso io, non è mica vicentino anche il progettista? Ovviamente è una pura e fortuita coincidenza. Si scoprirà più tardi, vedrete (sto sentendo il brivido di cui vi parlavo), che le aziende locali … non erano all’altezza.

E che dire del fatto che sembra che i lavori siano assegnabili per affidamento diretto (che di per sé non è un maleficio)? Io non conosco la normativa ma mi sembra poco probabile che 160.000 €, tale è la somma totale destinata al progetto nel suo insieme, si possano smembrare in tanti piccoli “lavoretti” per assegnamento diretto.

A quanto ne so l’affidamento, che non dovrebbe mai essere usato dalle Amministrazioni pubbliche, per l’ovvia mancanza di trasparenza implicita nel suo meccanismo d’uso, può essere utilizzato per lavori sotto i 20.000 €. E’ chiaro che se ho un lavoro da 100.000 € posso tentare di suddividerlo in 5 da 20.000, ma è anche chiaro che certi lavori devono essere intesi nella loro unitarietà.

Un’ultima cosa. Nei lavori dati in affidamento diretto, se questo è uno fra loro, si può anche fare a meno di esporre il cartello di cantiere?

Per chi avesse voglia di approfondire, ecco il collegamento alla raccolta completa degli articoli relativi al Museo della Latteria.

Foto Flick:bb_matt (modificato)

Museo della Latteria: Habemus ‘progettorum museorum’

1 Ottobre 2009 Museo della Latteria, Soldi: dove finiscono? finalmente, professionisti

mucca-con-vitello


Habemus “progettorum museorum”. I nostri vecchi invece, per restare in tema latteria, avrebbero detto “la vacia à fato l vedel”, espressione che indicava il raggiungimento, non senza fatica, di un obiettivo importante. Finalmente il progetto degli interventi edili che riguardano il nuovo allestimento del museo della Latteria ha visto la luce. Al riguardo ho tre perplessità che prontamente esterno:

1) – tempi di realizzazione del progetto
. Quasi sei mesi per dare vita al progetto (faccio riferimento al 25 marzo, data della prima riunione fra Sindaco, Associazione Latteria Sociale e professionisti, nella quale si è dato il via ufficiale alla “cosa”). Trattandosi di un progettino (piccolo progetto), la tempistica in atto ha qualche ombra. O siamo di fronte ad una professionista molto indaffarata, o il progetto era pronto e la giunta si è “dimenticata” di approvarlo prima, scegliendo un miglior periodo. Adesso sono infatti maturati i tempi per giustificare i vari “bisogna accelerare, bisogna ridurre i tempi altrimenti ci salta il finanziamento …”. Così eventuali verifiche e controlli passano non in second’ordine ma in quart’ordine. Bravi.

2) – esclusione dell’Associazione. Il progetto è stato approvato dalla giunta il 18.09.2009 senza che lo stesso sia stato preventivamente valutato dall’Associazione Latteria Sociale (ovvio, non c’era più tempo …), proprietaria dell’immobile e della collezione museale (questo almeno fino a lunedì scorso, 28.09.2009). Peccato che, sempre nella riunione del 25 marzo, cui io ho partecipato, tanto le professioniste quanto il sindaco sottolineavano (ce n’era bisogno?) che le cose si sarebbero fatte in stretta collaborazione con l’Associazione. Un po’ troppo stretta. Ma che bravi.

3) – chiusura estiva inopportuna. Nell’articolo “Museo della Latteria: a quanto vedo poteva rimanere aperto durante l’estate” sottolineavo che, avendo provveduto al solo svuotamento del precedente allestimento, sì e no tre giorni di lavoro, il museo avrebbe potuto (avrebbe dovuto) rimanere aperto tutta l’estate (a mio parere perlomeno fino al 20 di agosto). A questo riguardo l’Associazione mi ha poi riferito che dal Comune si è saputo che le ditte che avevano promesso di impegnarsi nei vari lavori, ad un certo punto si sono ritirate, causando la stasi dei lavori stessi. Mi volete forse far credere che in uno qualsiasi dei mesi aprile-maggio-giugno-luglio-agosto-metà settembre si sarebbero iniziati i lavori senza lo straccio di un progetto, che infatti risulta approvato solo il 18.09.2009? Bravissimi.

Mica tutti, la mattina, fanno colazione “coi vuove de dugo”.

Un’ultima considerazione. Nel titolo della delibera si fa riferimento ad “ALLESTIMENTO ED OPERE EDILI DEL MUSEO DELLA LATTERIA”. Credo che il progetto tratti solo le opere edili, perché se si fosse esclusa l’Associazione anche dalla preventiva valutazione dell’allestimento museale il torto dell’Amministrazione, che è già inaccettabile, diverrebbe una vera e propria disgustosa prevaricazione ai danni dell’Associazione Latteria Sociale.

Foto Flickr:gmnonic

«‹ 730 731 732 733 734 ›»

Commenti recenti

  • GIUSEPPE ZANELLA: "2+2" Tutte le sue argomentazioni si sono inizialmente limitate a contestare il mio ragi…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Io sono aduso a confrontarmi con persone civili e dalla dirittura etica ineccepibile, non…
  • Un lettore: ....come sempre dimostra di voler essere l'unto del signore....che tutto sa.... e che gli…
  • 2+2: Mio caro Giuseppe, innanzitutto, lei non sa per chi ho votato, e se vuole saperlo, non h…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Breve replica a "un lettore". Io non sono 'un leone da tastiera'. I miei interventi, div…
  • Giuseppe: Quindi ,caro Signore "2+2", il suo arzigogolato argomentare la porta a dire che gli asten…
RSS Dolomiti RSS

Naviga nel BLOZ

  • Cerca nel BLOZ con Google
  • Etichette (elenco di tutte le voci)
  • Tutti gli articoli ordinati per data
  • Ultimi 10 articoli per ogni argomento

Pagine

  • BLOZ – Mappa del sito
  • Consigli per la navigazione
  • Elenco delibere comunali
  • Info sul blog
  • Programmi elettorali e bol-com

Etichette - Tag

  • Qui l'elenco completo dei tag usati

Links

  • Antichi Sentieri
  • Danilo De Martin (sito)
  • Dolomitiche
  • Flickr
  • Google+
  • Parco della Memoria
  • PhotoLoz
  • Youtube
logo provincia di belluno
banner della pagina facebook del BLOZ
Tweets di @blozdicadore
Privacy Policy
© BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti 2025
Powered by WordPress • Themify WordPress Themes