BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

l’acqua e la fontana di Tamarì

8 Novembre 2009 Ambiente, Pian dei Buoi, Proposte acqua, arredo-ambientale, sviluppo-pian-dei-buoi

fontana-di-tamarìDurante il mese di ottobre sono passato svariate volte per Tamarì, lungo la strada del genio, affiancando la fontana. Credo di poter dire che, fino alla generazione che rappresento, tutte le persone traggano da quest’acqua una percezione di sacralità.

Non solo perché l’acqua è di per sé un bene pubblico (anche se la si sta privatizzando). L’acqua di Tamarì è posta a metà strada, non tanto del percorso di salita carrozzabile, quanto del dislivello che si deve superare per giungere a Pian dei Buoi (1800 m), essendo essa a circa 1300 m sul livello del mare.

Da ragazzi (scuole medie) sceglievamo quasi sempre di salire all’altopiano via Tamarì, piuttosto che per Larzede, proprio per gustarci il rito dell’incontro con quest’acqua, che testimoniava (anche) il conseguimento di metà del percorso che sapevamo di dover compiere.


A farla breve, dovrebbe essere un riconosciuto simbolo da valorizzare.

Come si vede dalla fotografia, la fontana versa da anni e anni in uno status che non le si conviene, sempre ammesso che oggi si riesca ancora a dare un valore ai simboli acqua, territorio, ambiente e, specificamente, al simbolo Tamarì (come luogo).

Io ho catalogato e cartografato tutti i segni dell’acqua che hanno a che fare, in qualche modo, con le attività dell’uomo (credo siano tutti, se non altro la quasi totalità). Quindi conosco la posizione di tutte le sorgenti, i pozarache e i poz distribuiti sul nostro territorio comunale (ad oggi sono 98). Posso quindi dire che vi sono varie acque cariche di significati, ma quella di Tamarì è probabilmente quella più vicina ai nostri cuori.

Propongo quindi all’assessore all’ambiente la sistemazione della fontana di Tamarì, cosa che gli potrà, fra l’altro, garantire imperitura memoria. Uno sforzo da niente. Magari ricorrendo alla buona volontà di qualche ex muratore in pensione, dell’ANA o anche “freelance”. Il manufatto potrà essere delle dimensioni dell’attuale, o poco più grande, anche movibile.

Serve il progetto? Se il nostro ufficio tecnico non ha il tempo per farlo, perché le capacità le ha, si chiami a raccolta qualcuno fra i professionisti che si sono lautamente foraggiati alla corte dei lavori pubblici: potrà di certo cimentarsi, gratis, nell’esecuzione di un elaborato di tal difficoltà. Segnalo che progettini di fontanelle ve ne sono anche di pre-confezionati, che abbisognano solo della firma del professionista (peraltro, potendo la fontana essere “mobile”, non è poi detto che serva chissà quale istruttoria tecnica … ma non conosco a fondo la materia).

Segnalo inoltre che i Servizi Forestali sono piuttosto sensibili a certi argomenti e non manca loro la “flessibilità” per poter dar vita ad una fontanella di ottima fattura (anche nel quadro di altri lavori da svolgere). Uno di noi (intendo uno dei componenti il gruppo Antichi Sentieri che coordino), qualche tempo fa, dopo aver recuperato l’aga de Pecól (alla quale si abbeveravano anche i cavalli in esercizio lungo la strada del genio al momento della sua costruzione), visto che i Servizi Forestali erano nelle vicinanze, buttò lì la richiesta: “no podaressà fei su con doe pere n tin de bordo ntorno l’aga?”.

Oggi non ci sono più cavalli che vi si abbeverano, ma la memoria dell’acqua, che è ciò che più mi interessa, c’è ancora, con una dignitosa bordura di pietre faccia a vista che la raccoglie. Grazie anche ai Servizi Forestali ed alla loro disponibilità. Inteso?

Nella sezione “per l’ambiente e l’arredo urbano” del programma elettorale del gruppo “Per la Gente di Lozzo”, fra i lavori previsti si può leggere:

“realizzare una nuova, semplice e graziosa fontana a Tamarì, monitorando nel contempo il flusso idrico e l’integrità della sorgente”;

Su, da bravi, fatelo voi. Un piccolo lavoro destinato à fei n gran susuro. Ci contiamo.

Istat: Italia paese dei musei.

7 Novembre 2009 Museo della Latteria attività-culturali, museo-latteria


interno musei vaticani
Riporto una recente notizia Ansa:

(ANSA) – ROMA, 4 NOV – Italia paese di musei, cosi’ tanti e diffusi sul territorio che piu’ di un comune su quattro ne possiede almeno uno, per un totale di 4.742.I non statali sono 4.340. Lo rileva l’Istat con un’indagine che arriva a 15 anni di distanza dalla precedente e che fotografa la situazione al 2006. Di piu’ in Europa ne vanta solo la Germania,che arriva a 6.175 tra musei e istituzioni similari. Dietro di noi Regno Unito (2000), Spagna (1.500) e Francia (1.173). Neanche 1000 i musei negli altri Paesi europei.

I musei in Italia sarebbero 4.742. Quelli non statali sarebbero 4.340, ad indicare che il volontariato è sempre più avanti dello Stato.

L’Istat si è sbagliato. I musei sono 4.743, ce n’è uno in più. Quello della latteria, dopo tutti i lavori svolti (ed i soldi spesi), adesso vale il doppio (almeno).

Foto Flickr: Gaspa.

Toglietele tutto, ma non l’8 per mille.

6 Novembre 2009 Attualità chiesa-vaticano

L’ultima riga di un ottimo articolo pubblicato in rete così recita: “Credete ancora che il vero problema siano i crocifissi nelle aule?”.

La storiella dei crocifissi da togliere dalle aule scolastiche (eventualmente, su richiesta), terrà banco per qualche giorno. Ed io lo avrei proprio voluto scrivere un articolo su un tema che interessa la Chiesa in modo più generale. Ma il tema che avevo in mente richiedeva un approfondimento che mi sarebbe costato parecchie ore. Quell’articolo lo ho trovato in rete su Byoblu.com, titolato “Il vero costo dei crocifissi“, scritto molto meglio di quanto avrei saputo fare io.

Ve lo propongo perché ne condivido il contenuto e lo spirito (di questo articolo, non di tutto quello che sostiene l’ottimo Claudio Messora).

In discussione non è la religione in quanto tale, ovviamente, ma la sovrastruttura gerarchico-istituzional-immobiliare che fa capo al clero ed i tentacolari rapporti fra Stato e Chiesa.

Per me poi, i crocifissi possono anche restare lì dove sono. Da valutare l’eventuale eliminazione, dal pianeta Terra, della Corte europea dei diritti dell’uomo, che pretende che la signora che ha presentato l’esposto sia risarcita per danni morali (con 5.000 €). Come diceva qualcuno in passato, «… ma vaa affangà».

Veneto: spettacoli di mistero

5 Novembre 2009 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni fare-turismo, promozione-turistica

logo veneto spettacoli di mistero


Non lo sento come un mio compito, ma non trovandone grande diffusione nei siti “locali” (in quelli istituzionali nessun cenno) che dovrebbero informare, e ritenendo l’iniziativa degna di interesse, ecco la segnalazione.

“Veneto: spettacoli di mistero” è una iniziativa della Regione Veneto che si avvale delle pro loco che aderiscono all’UNPLI (l’associazione che le rappresenta a livello nazionale).

E’ degna di interesse perché è un primo esempio (il riflesso che si ha qui dalle nostre parti) di promozione turistica “coordinata” del territorio e dei luoghi. Certo, l’impulso, il coordinamento e la regia generale non sono nostrane, ma è un ottimo momento per verificare la bontà dell’iniziativa per poi trovare altri spunti per promuovere il nostro territorio. L’organizzazione a livello locale, peraltro non semplicissima da condurre, si affida alle pro loco, chiamate a dare valore al fascino dell’argomento “mistero” (domanda: perché sul sito delle pro loco cadorine www.casadolomiti.it , adeguatamente lincato dal sito www.spettacolidimistero.it non vi è un cenno che sia uno al calendario delle manifestazioni ???).

E “finalmente” ecco apparire anche l’offerta di “pacchetti” e servizi turistici abbinati all’iniziativa. Una rarità, qui dalle nostre parti. Se si considera che le manifestazioni, volutamente, cercano di mantenere in luce l’offerta turistica in una stagione “morta”, mi sembra che lo sforzo debba avere il massimo possibile della promozione. A qualcun altro, invece, il compito dell’eventuale cronaca dei “risultati dell’iniziativa”.

Di seguito i collegamenti che illustrano le varie manifestazioni in Cadore:

  • Ainardo Da Vigo e il Suo Mistero – nella Piazza di Vigo di Cadore e nella Sala Parrocchiale in Vigo
  • Il Bus de le Anguane
  • Gli Spalti del Dio Thor
  • Le Anguane del lago di Lagole e i Bagni di Angonia

così, tanto per scaldare i motori …

3 Novembre 2009 Auditorium, Soldi: dove finiscono? concertorium, libera-informazione, non-trasparenza

Sono tornato alle mie occupazioni valligiane. Ero dibattuto su quale articolo impegnarmi: l’acqua della Lola, l’acqua di Tamarì, la delibera nutella e crauti relativa al Museo della Latteria … Poi ho deciso che per scaldare i motori sarebbe stato più opportuno partire con qualcosa di leggero, che in qualche modo si riallacciasse a qualche articolo passato.

E allora, perché non riparlare dei costi del concertorium? L’ho detto e lo ripeto: non sono mica contrario ad allietare ed acculturare le serate della nostra gente con la somministrazione di concerti di vario tipo. Mi interessa però sapere quanto costa alla collettività tutto l’ambaradan, così, tanto per fare poi delle considerazioni più generali sui problemi (i soliti) del turismo.

Basta rispondere alla seguente domanda: quanto sono costati i concerti offerti questa estate? La maggioranza e/o la minoranza, ce lo possono far sapere?

Grazie a Brunetta (alla sua Operazione Trasparenza) siamo in grado, senza maggio-mino-ranza, di sapere che, nel 2008, abbiamo speso la somma di € 2.700,00 quale contributo alla associazione “Organi storici in Cadore” per l’organizzazione del concerto del 9 agosto (così sta scritto; seguìto il link dovrai cliccare su “Albo dei beneficiari 2008”  e scaricare quindi il file in formato excel).

San Lorenzo è, naturalmente, sacro, ci mancherebbe: le celebrazioni del patrono sono essenziali per mantenerne viva la fede ed il ricordo. Basta solo sapere quanto costano, sempre per farsi un’idea. Ed in questo caso sappiamo che sono costate € 2.700,00. Ci voleva tanto? Grazie Brunetta.

Riformulo la domanda: quanto sono costati i concerti offerti questa estate? Ri-esorto: la maggioranza e/o la minoranza, ce lo possono far sapere (adesso, non fra un anno …)?

A margine di tutto ciò: non ho visto, scorrendo l’elenco dei beneficiari dei contributi dell’anno 2008, né il CAI né la Riserva di Caccia. Ritengo impossibile che due associazioni di tal tipo, che si interessano attivamente nella gestione e valorizzazione del territorio, non abbiano avuto alcun contributo da una amministrazione da sempre attenta a questi valori. Che i contributi a queste due associazioni siano erogati con altre modalità? Sempre per soddisfare la nostra insana curiosità.

Che per sapere tutto ciò sia necessario far intervenire Capitan Ventosa?

Foto:striscialanotizia

la democrazia diretta nella provincia autonoma di Bolzano

24 Ottobre 2009 Autonomia, Cadore - Dolomiti trentino-alto-adige

logo provincia autonoma di BolzanoDomani, 25 ottobre 2009, gli abitanti della provincia autonoma di Bolzano sono chiamati ad esprimersi su 5 quesiti referendari. C’è da dire che la loro forma di democrazia prevede da qualche anno (2005) i referendum propositivi.

Il referendum propositivo dà la possibilità ai cittadini (della provincia di Bolzano) di votare un disegno di legge proposto dalla popolazione stessa, dopo aver raccolto 13.000 firme. Anche in Italia (il riferimento “anche in Italia” – e non quindi “anche nel resto d’Italia” – non è un mio errore di disattenzione, è quello che penso e che la realtà mi mette sotto gli occhi) il popolo può presentare una legge, con la raccolta di 50.000 firme, ma non può votarla tramite referendum, dovendosi affidare alla discussione parlamentare per vederla eventualmente approvata (tiente duro …).

Il referendum propositivo è la forma più nobile di democrazia diretta. Democrazia diretta vuol dire vero governo della gente. Come tutte le cose di questo mondo ha i suoi lati positivi e negativi (che non affronto in questo breve articolo).

Il bello è che una parte della popolazione della provincia di Bolzano (evito di ripetere “autonoma”, si sa che lo è, tanto che loro la democrazia diretta se la sono costruita in barba alle leggi italiane, che impongono la “sola” democrazia rappresentativa, i nanerottoli della politica che eleggiamo ogni tanto …), ritiene che questa “alta forma di democrazia” non sia ancora perfetta per le proprie esigenze. Nel senso che anche il referendum propositivo deve sottostare a delle regole. E sono proprio alcune di queste regole ad essere messe in discussione (per esempio, ogni referendum deve raggiungere il quorum del 40% per essere valido).

Su uno dei 5 referendum si legge:

Referendum propositivo presentato in data 20 dicembre 2006, n. prot. 10335:
Volete che sia approvato il seguente progetto di legge: “Disegno di legge provinciale sulla democrazia diretta – poteri di indirizzo, potere consultivo, poteri deliberativi”?
Primo proponente: Stephan Lausch
Contatto: Iniziativa per più democrazia

Avete capito?

Mentre noi qui in Italia (periferia dell’impero chiamata provincia di Belluno) “giochiamo” al gioco dell’ “Autonomia SI – Autonomia NO” (vedi anche articolo Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti), in provincia di Bolzano domani voteranno per dare più potere all’istituto del referendum propositivo, la più alta forma di democrazia diretta.

I “rozzi” montanari che popolano la provincia di Bolzano, all’ombra degli abeti, pini e larici che vestono i ripidi e montuosi fianchi della loro terra, costruiscono e migliorano giorno per giorno la loro democrazia diretta. Lo fanno per se stessi e per il loro territorio. Non tutto ciò che luccica è oro, lo sappiamo bene, ma da loro il popolo può essere davvero sovrano, se lo vuole. Qui in Italia non solo siamo sudditi, ma fra sudditi, noi della provincia non-autonoma di Belluno, sediamo in fondo in fondo, in serie Z.

Domani, quando vi sveglierete, provate a pensarvi “Autonomi“.

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