BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Istat: NoiItalia 2014

11 Febbraio 2014 Curiosando curiosando

Per gli statistici ma non solo… NoiItalia 2014.

istat

 

l’Amministrazione comunale di Lozzo di Cadore e la discarica pubblica della neve

10 Febbraio 2014 Botanico Palazzo, Viabilità cronache-lozzesi, lavori-pubblici, Viabilità

Due premesse doverose…

prima: le orecchie si sono evolute per ascoltare e così, senza alcun sotterfugio, mi è capitato di sentire (da lontano) una conversazione la cui essenza ha pungolato la mia innata curiosità. E così sono andato a vedere con i miei occhi. Nessuno ha chiesto il mio interessamento, anzi … , e quello che segue è quindi opera del livore con cui il sottoscritto alimenta la propria miserevole vita;

seconda: può essere, anche se dubito fortemente che così sia, che l’amministrazione comunale di Lozzo abbia avuto dal proprietario dell’immobile l’autorizzazione ad utilizzare parte del medesimo come “sponda” per il contenimento della discarica della neve pubblica così come evidenziata nelle foto seguenti. In questo caso le stringate considerazioni che seguiranno avranno solo scopo documentativo e il loro languore si disperderà come neve sciolta al sole; allo stesso tempo il sindaco non dovrà preoccuparsi di alcunché.

Sono pronto a credere – sinceramente – che chi ha eventualmente ordinato e chi ha materialmente dato origine alla discarica “pubblica” di neve (neve anch’essa pubblica cioè raccolta su spazi pubblici) non l’abbia fatto con la volontà di farlo ma impalpabilmente spinti da una certa qual – diciamo – leggerezza. Sono più che certo, infatti, che se la casa fosse stata di proprietà di uno qualsiasi dei “fautori”, la discarica di neve non si sarebbe materializzata. Chiaro, no?

Si certo, si tratta di neve, cioè di acqua. Ma l’acqua si infiltra (l aga no à i corne) e poi gela, disgela, rigela, ridisgela e così via ciclicamente producendo, fatte le debite proporzioni, cose così. Diciamo pure, in altre parole, che se io fossi il proprietario di quell’immobile, una strizzatina di palle all’Amministrazione sarebbe d’obbligo.

Io godo del grande privilegio che non occorre che vada dal sindaco per fargli sapere cosa penso, basta che lo scriva qui! Poi qualcuno riferisce (matematico)!

Ecco cosa penso. Noi tutti sappiamo che il sindaco dovrebbe essere il primo tutore degli ordinamenti vigenti; sappiamo anche che, al di fuori di casi specifici ben previsti, la proprietà privata è ancora classificata come “sacra e inviolabile”. Quindi, sempre che non si cada in quanto previsto dalla seconda premessa evidenziata in apertura d’articolo, il sindaco dovrebbe tempestivamente intervenire per riportare le cose allo stato primitivo, garantendo il pieno e totale soddisfacimento del diritto di proprietà in capo al proprietario dell’immobile.

Titolo, quello di proprietà, che non prevede certo che qualcuno possa ammassare neve in copia a ridosso delle pareti dell’edificio (sommergendo per buona parte anche una finestra) anche, anzi soprattutto, se questa attività viene eseguita da un ente pubblico come il Comune  (a meno che non si voglia invocare lo stato di calamità e la necessità impellente di dar sfogo alla enorme quantità di neve caduta … ma a Lozzo di Cadore saremmo ad anni luce da quanto nevicato a Cortina d’Ampezzo o peggio ancora ad Arabba, tanto per dire). Tanto più, aggiungo, che il proprietario – una società credo – non ha il domicilio in paese e quindi la cosa potrebbe apparire come una furbata tipo “fei fei tanto ca no sta nisun” e il tutto, ne converrete, non risulterebbe simpatico. Se poi consideriamo che la società sta tentando di vendere l’immobile, be’, lo capite no … che non ci siamo proprio.

E tenuto conto che il sindaco è allo scadere del mandato, oltre al fatto che – a quanto sembra – potrebbe ricandidarsi a consigliere alla prossima tornata elettorale, un chiarimento della propria posizione in relazione a quanto qui sollevato apparirebbe quanto mai doveroso, perché queste sarebbero macchioline – se lo fossero (vedi sempre seconda premessa) – non proprio facili da lavare, anche con un buon candeggio (in fondo la tutela della proprietà privata non è un optional, tanto più per un sindaco).

Chi abbia avuto la sventura di dover chiamare il sindaco per emergenze occorsegli durante l’ultimo black out, avendo quindi in qualche modo recuperato il numero emergenziale (magari anche sotto attacco virale intestinale), può sempre rifarsi vivo per avere notizie fresche su quest’ultima vicenduola. Or mi sovvien che anche in passato, sempre per una discarica, vi fu un certo trambusto.

discarica di neve "pubblica" a Lozzo di Cadore (001)

discarica di neve "pubblica" a Lozzo di Cadore (002)

discarica di neve "pubblica" a Lozzo di Cadore (003)

Cason de Forzela Bassa e Casera dele Vace (winter tour by Eugenio Calligaro)

10 Febbraio 2014 Ambiente, Cadore - Dolomiti, Curiosando, Pian dei Buoi curiosando, la-parola-ai-lozzesi

Continua l’ideale winter tour fotografico lungo l’Anello dei Casoni con l’aiuto di Eugenio Calligaro (dopo l’episodio relativo al Cason de Valdazene). Ecco il Cason de Forzela Bassa (1634 m) – quasi scomparso – fotografato ieri 9 febbraio 2014; a fianco, per un confronto della copertura nevosa, il Cason in un’immagine dell’8 febbraio 2004. A seguire la Casera dele Vace (1767 m) ripresa dal Col dei Buoi (Col dele Fede) confrontata anch’essa con due foto scattate sempre l’8 febbraio 2004 (una delle quali per inquadrare la Casera nel paesaggio circostante).

Scrive Eugenio che sul Col dei Buoi “non ho potuto misurare esattamente l’altezza della neve, in quanto mi è andata sotto tutta la sonda più il mio braccio e non toccavo ancora il fondo. A spanne a Monte ci sono dai 3,5 ai 4 m di neve. Mi sono venute in mente le parole di mio padre “Co ero guardia io e Barneba, paseone coi scì sora al cuerto dei staloi de le Vace”.

Cason de Forzela Bassa 9 febbraio 2014 (foto Eugenio Calligaro)

Cason de Forzela Bassa 8 febbraio 2004

Casera dele Vace 9 febbraio 2014 (foto Eugenio Calligaro)

Casera dele Vace 8 febbraio 2004

Casera dele Vace e Col Zarvera l'8 febbraio 2004

il popolo elvetico ha deciso di dare una regolata alla ‘immigrazione di massa’

9 Febbraio 2014 Criticarium, Lo penso anch'io, Società democrazia-diretta, europatia

Il popolo elvetico ha deciso di dare una regolata alla “immigrazione di massa”. Purtroppo quella baldracca di UE  non vede certo di buon occhio che un popolo si metta a contrastare la politica di omologazione imposta da Bruxelles e subita dai paesi membri. Speriamo che alle imminenti elezioni europee le forze baldracchiste pro-europa vengano contrastate se non “soffocate” dall’espansione di quelle euroscettiche.  Dal Corriere del Ticino un interessante articolo di Marcello Foa che chiarisce perfettamente la situazione (grassetto mio):

Ora non dite che la Svizzera è xenofoba

di MARCELLO FOA – E ora, per cortesia, non dite che gli svizzeri sono egoisti, xenofobi o addirittura razzisti. Non lo sono affatto. La Svizzera è e resta uno dei Paesi più democratici, tolleranti, altruisti al mondo. Solo che, in tempi di continua sottrazione di sovranità nazionale, continua a credere nelle virtù della democrazia e soprattutto della democrazia diretta, che permettere al popolo di esprimersi su qualunque argomento, anche quelli meno graditi al governo e all’istituzioni. Così questo fine settimana i cittadini svizzeri – anzi, il popolo elvetico – è andato alle urne e contro ogni previsione e, soprattutto, contro il volere dei principali partiti, del governo, delle associazioni economiche, sei sindacati, ha deciso di approvare l’iniziativa lanciata dell’Udc, il partito conservatore di Blocher, contro “l’immigrazione di massa” ovvero contro gli accordi con l’Unione europea che hanno di fatto liberalizzato il mercato del lavoro svizzero, aprendolo ai cittadini dell’Unione europea.

Questo significa che da domani la Svizzera chiuderà le frontiere e che gli oltre 60mila frontalieri italiani che lavorano nel Canton Ticino perderanno il posto di lavoro? Ovvio che no.

Il popolo svizzero ha dato mandato al Consiglio federale – ovvero al governo federale – di rinegoziare i trattati esistenti e di introdurre leggi che fissino dei contingenti di manodopera in funzione “agli interessi globali dell’economia elvetica”. Tempo: tre anni. Poi si vedrà. Anzi, prima si vedrà. Non sarà necessario aspettare tre anni per capire la portata di questo voto e l’esito che verosimilmente non sarà in sintonia con il volere del popolo elvetico.

Mi spiego: questo voto è storico perché anticipa il sentimento che un numero crescente di popoli europei provano nei confronti dell’Unione europea e delle organizzazioni sovranazionali. Un sentimento che troverà piena espressione alle prossime elezioni europee. Gli svizzeri pur vivendo nel benessere, sentono di non essere più pienamente sovrani, di non controllare più il proprio destino. Vedono consuetudini e contratti sociali che sembravano incrollabili, erodersi continuamente, secondo modalità opache, anzi impalpabile. Una sensazione che è particolarmente evidente sul mercato del lavoro, soprattutto nelle zone di frontiera e alla guida di grandi società, che sono ancora nominalmente svizzere ma che in realtà sono condotte e controllate da stranieri. In Svizzera non c’è crisi, ma c’è, da tempo, un disagio fortissimo, un senso di smarrimento, un bisogno di affermazione di identità che oggi è emerso prepotentemente. Non è stato un voto razionale, ma emotivo. Non è stato un voto “contro” ma un voto “per”; sì difendere se stessi e la propria identità.

Verosimilmente, però, sarà un voto inutile; anzi, forse addirittura controproducente. Già, perché non è difficile immaginarsi il seguito.
Poche settimane fa il Commissario al mercato interno Ue, Vivane Reding, aveva avvertito il popolo elvetico che “la Svizzera non può scegliere ciò che le piace” con dichiarazioni di rara arroganza. E ora l’Unione europea non potrà certo permettere che la strategia di imbrigliamento della Confederazione elvetica (considerata dal tedesco Schulz ormai “un membro passivo della Ue”) possa venir compromessa.

Già da domani inizierà il fuoco di fila dell’Unione europea a furia di pressioni, minacce, ricatti. Anche il mondo economico elvetico è contrario alla revisione degli accordi. Ecco perché alla fine verosimilmente tutto resterà come prima. E l’oligarchia europea si prodigherà per trasformare, ancora una volta, una sconfitta, in una vittoria. Ovvero per dimostrare di essere più forte della democrazia, di poter piegare alla propria volontà anche popoli – come quello francese, olandese e, in passato, quello svizzero – che si illudono di essere liberi e sovrani.

Berlusconi. ‘Ho finito questa notte un istant book’. Il Bunga bunga for dummies!

9 Febbraio 2014 Senza categoria

La notte porta consiglio … Sarà un programma ultraliberista. Istruzioni per utili idioti in un istant book…

Berlusconi. “Ho finito questa notte un istant book”

(ASCA) – Aquileia (UD), 8 feb – 2014 – “Ho finito stanotte un istant book che distribuiremo a breve ai club. Ho speranza che quello che successe in due mesi nel 94 si possa ripetere. Sono felice che il mio appello sia stato raccolto da tanti cittadini”. […]

bungabunga

(immagine: tuttacronaca.files.wordpress.com)

Zaia, lo sciopero fiscale e don Marino (prete … gandhiano)

8 Febbraio 2014 Indipendenza del Veneto, Perché secedere indipendenza, perche-secedere, regione-veneto, residuo-fiscale, sciopero-fiscale

E’ un po’ che Zaia la mena con la storia dello sciopero fiscale. Sappiamo tutti che non c’è altra strada per affamare la bestia, cioè lo stato talian, che lo sciopero fiscale TOTALE. Il problema è, come al solito, chi inizia e chi lo guida! In realtà stiamo tutti aspettando che la corda della sopportazione “veneta” si tenda, si tenda ancora e poi ancora e poi ancora fino a quando crack … salterà tutto.

Nel frattempo Zaia potrebbe farsi benedire da don Marino Ruggero, che sembra aver capito con limpida serenità quale sia la strada maestra. E visto che c’è si faccia dare anche un po’ di coraggio (civico), ché il nostro governatore sembra – sotto questo aspetto – piuttosto palliduccio.

Maltempo. Zaia: «Roma paghi, non vorrei si arrivasse a sciopero fiscale»

Il presidente della Regione in tv: «Versiamo 21 miliardi di euro l’anno, abbiamo il diritto di chiedere le risorse»

«[…] Una regione che paga 21 miliardi di euro l’anno a Roma ha il diritto di chiedere le risorse. La gente l’ha capito e non vorrei che poi si passasse a uno sciopero fiscale». «Noi siamo veneti e dobbiamo far sentire la nostra forza a Roma. Qui non c’entra nulla la politica – ha concluso Zaia – dobbiamo riportare a casa i soldi, che sono nostri. Qualora i soldi versati al fisco non tornassero sul territorio sotto forma di aiuto sarebbe legittimo a quel punto chiedere alle imprese come si comporterebbero»

(nota bene: i 21 miliardi versati non rappresentano le imposte, ma il residuo fiscale, cioè quella quota di imposte pagate allo stato che non tornano sul nostro territorio)

 

«‹ 367 368 369 370 371 ›»

Commenti recenti

  • GIUSEPPE ZANELLA: "2+2" Tutte le sue argomentazioni si sono inizialmente limitate a contestare il mio ragi…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Io sono aduso a confrontarmi con persone civili e dalla dirittura etica ineccepibile, non…
  • Un lettore: ....come sempre dimostra di voler essere l'unto del signore....che tutto sa.... e che gli…
  • 2+2: Mio caro Giuseppe, innanzitutto, lei non sa per chi ho votato, e se vuole saperlo, non h…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Breve replica a "un lettore". Io non sono 'un leone da tastiera'. I miei interventi, div…
  • Giuseppe: Quindi ,caro Signore "2+2", il suo arzigogolato argomentare la porta a dire che gli asten…
RSS Dolomiti RSS

Naviga nel BLOZ

  • Cerca nel BLOZ con Google
  • Etichette (elenco di tutte le voci)
  • Tutti gli articoli ordinati per data
  • Ultimi 10 articoli per ogni argomento

Pagine

  • BLOZ – Mappa del sito
  • Consigli per la navigazione
  • Elenco delibere comunali
  • Info sul blog
  • Programmi elettorali e bol-com

Etichette - Tag

  • Qui l'elenco completo dei tag usati

Links

  • Antichi Sentieri
  • Danilo De Martin (sito)
  • Dolomitiche
  • Flickr
  • Google+
  • Parco della Memoria
  • PhotoLoz
  • Youtube
logo provincia di belluno
banner della pagina facebook del BLOZ
Tweets di @blozdicadore
Privacy Policy
© BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti 2025
Powered by WordPress • Themify WordPress Themes