BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

il Comitato Belluno Autonoma sulla bocciatura del referendum da parte della Cassazione

15 Aprile 2011 Autonomia autonomia, belluno-autonoma, sviluppo-montagna, trentino-alto-adige

 

Conferenza stampa del Comitato

Belluno Autonoma

a seguito della bocciatura del referendum

da parte della Corte di Cassazione.

 

 

Speravamo di gioire qui per il raggiungimento del nostro quarto obiettivo impossibile. Invece la suprema Corte di Cassazione ha giudicato illegittima la nostra richiesta di referendum. Noi non possiamo che accogliere la sentenza e rispettarla, anche se non condividerla appieno. Sul serio, la rispettiamo. Essa ci indica comunque la via maestra e scambia i tempi dei due adempimenti. Avevamo ben chiaro che ci sarebbe voluta una legge costituzionale.

[…]

Il cinismo che ora emerge trionfante, nelle parole di chi dice “ve l’avevamo detto che era impossibile” (ma non gli avvocati costituzionalisti interpellati anche dall’ente Provincia) è solo la manifestazione della rinuncia alla speranza, della resa di coloro che, comunque, hanno messo in salvo i loro interessi personali e non gliene importa nulla se i cittadini bellunesi sono senza prospettive di lavoro, vendono terre e boschi ad un euro a metro quadrato, vendono le loro case a chi le abita 15 giorni l’anno, sono sopraffatti da una concorrenza spietata e sleale, in ambito turistico ed agricolo, di vicini strepitosamente privilegiati. Bene, crogiolatevi pure nel caldo del cinismo di una politica senza futuro, senza progetti, senza aspirazioni, senza passione e priva d’ogni pudore.

[…]

Il comitato Belluno Autonoma, Dolomiti Regione non si sente sconfitto. E’ a disposizione dei bellunesi per contrastare il degrado, l’abbandono, l’inerzia, il cinismo e per coltivare la speranza e il diritto di fare tutto ciò che è necessario per garantire il diritto di vivere ai montanari delle Dolomiti. Qui siamo nati e cresciuti e intendiamo restare, nell’ostinato e duraturo impegno per accudire un territorio difficile, ingrato e bellissimo, del quale siamo e continueremo ad essere orgogliosi custodi.

In ogni caso “Meglio un povero di condotta integra che un ricco di costumi perversi”. Proverbi 19,1.

[leggi tutto sul blog di Belluno Autonoma]



il New Deal analcolico calaltino

15 Aprile 2011 Criticarium alcolismo, blozzando, politiche-giovanili, politiche-sociali

 

 

Lo sceriffo c’è. C’è anche il novello emulo di Franklin Delano Roosevelt. Ci mancherebbe solo un crack come quello del ’29 e potremmo davvero far partire un New Deal.

 

 

 

“SBALLO” NEI GIOVANI, A CALALZO SERVIZIO CIVILE MODELLO “NEW DEAL”

“Il modello è quello del New Deal di Roosevelt, che ‘arruolò’ due milioni e mezzo di giovani senza occupazione in un Corpo di Servizio civile per la salvaguardia del territorio”. Il sindaco Luca De Carlo utilizza questa similitudine per annunciare il suo prossimo progetto per i giovani di Calalzo e del comprensorio. Un’iniziativa per la quale ha scritto al capogruppo Pdl in Regione Dario Bond, chiedendo di poterla illustrare all’assessore Remo Sernagiotto. “Proprio l’assessore, presentando di recente la ricerca ‘Giovani in rilievo’ – spiega il primo cittadino – ha invitato chiunque abbia un progetto a portarlo a Venezia e chiederne un finanziamento. Credo sia giusto fare la nostra parte ed offrire in primis ai nostri ragazzi l’opportunità di rendersi utili e perché no, di guadagnare qualcosa, che a loro non fa certo male”. [leggi tutto]

attenzione, può indurre dipendenza, come l’alcol di Lagole

14 Aprile 2011 Criticarium, Mondo Giovani alcolismo, blozzando, politiche-giovanili

Attenzione perché può indurre dipendenza, come l’alcol di Lagole.

 

la sede di Calalzo della Comunità Montana Centro Cadore: dilemma tra baricentrico ed egocentrico

13 Aprile 2011 Criticarium blozzando, comunità-montana, politicanti, tra-le-righe

Alla lettura di ieri riguardante lo spostamento della sede della Comunità Montana Centro Cadore da Cima Gogna a Calalzo aggiungo questa considerazione:

Ancora De Carlo (ma anche Svaluto):

“La nuova struttura è baricentrica anche in un’ipotesi futura di accorpamento di altre Comunità montane […] Esempio banale ma verificabile: la signora Maria da Venas, così come i cittadini di Pieve, non dovranno più recarsi a Cima Gogna per fruire dello Sportello Unico delle Attività Produttive (servizio cui non aderisce soltanto Auronzo, nel cui territorio si trova l’attuale sede).

A parte la “lungimiranza” di ritenere la sede baricentrica in una ipotesi futura di accorpamento (delle 3 CM cadorine con lo scopo di costituire la CM Unica, vedi selezione articoli), che è come se un giovane ventenne perdesse tempo a costruirsi la bara perché tanto sa che deve morire, ho fatto due conti.

Ho misurato le distanze medie tra i vari comuni e la sede attuale di Cima Gogna e quella futura di Calalzo ricavandone la tabella sottoriportata. E’ evidente che ho dovuto introdurre delle approssimazioni. Ho considerato, per esempio, che il centro di Auronzo sia posto a Rizió e che quello di Domegge sia a metà strada tra gli agglomerati urbani di quest’ultimo e quelli di Grea-Vallesella.

Come si può vedere, per fare un esempio, se si ipotizza di fare una riunione di giunta a settimana a cui partecipa un rappresentante per paese, le distanze percorse globalmente nel caso di sede a Cima Gogna sono di 82 km, con la sede a Calalzo sono 67 km. Sono 15 km di differenza, un litro di benzina o gasolio: 1,5 € di risparmio per ogni riunione (3 € considerata l’andata-ritorno, 150 € all’anno se si pensa di fare una riunione a settimana). Le considerazioni fatte per i consiglieri valgono, in media, anche per la signora Maria che però, ci auguriamo per lei, non si reca 50 volte presso la sede della CM.

A questo proposito, sempre per fare un esempio, se immaginassimo Valle non facente parte della CM, le distanze diventerebbero di 66 km da Cima Gogna e 61 da Calalzo, con un differenziale ridotto a 5 km. Aggiungo infine che il  “modello” si può eventualmente affinare considerando le medie pesate rispetto alla popolazione residente in ogni comune.

Perché non chiedere al MultiPhysicLab, quando non impegnato nello sviluppo della trazione elettrica lacuale, di esercitare qualche cervello nel calcolo della distanza per la quale si minimizzano i costi di raggiungimento della sede? Magari riusciamo a risparmiare altri 40 euri all’anno (ammesso di trovare una sede consona nei paraggi). Di questi tempi potrebbero far comodo.

 

distanza da Cima Gogna distanza da Calalzo
Auronzo 7,25 17
Lozzo 3,13 6,65
Vigo 4,15 11
Lorenzago 5,25 12
Domegge 6 3,75
Calalzo 9,8 0
Pieve 12,9 3,13
Perarolo 17,2 7,5
Valle 16 6,25
Totale 82 67

la Comunità Montana, le scatole vuote ed il GAL che chiede più spazio …

12 Aprile 2011 Criticarium biblioteca, blozzando, comunità-montana, politicanti, tra-le-righe

Quando l’ho vista passare, questa notizia pseudo-istituzionale, mi sono scritto una riga di promemoria. Per sorridere beatamente basta osservare con quanto entusiasmo l’on. Paniz tenta di convincerci che Berlusconi credeva veramente che Ruby fosse la nipote di Mubarak, oppure basta leggere la cronaca locale. Poi, sapete, a me piace leggere “tra le righe”.

Ormai è certo, la sede della Comunità Montana Centro Cadore verrà spostata a Calalzo. Ma io dico, che bisogno c’è di strillarlo così forte. Fatelo e basta.

De Carlo:

[…] Vogliamo rendere la Comunità montana non un sistema di scatole vuote, ma sempre più un generatore di servizi essenziali a chi vive nelle terre alte.

Tutti noi lo vorremmo. Vorremmo anche che non ci fossero le guerre e che finalmente si giunga alla scoperta del modo per avere energia dall’acqua con la fusione fredda. Il problema delle scatole vuote è riconducibile a quello delle teste vuote. Certo, un po’ di spazio ci vuole anche per soffiarsi il naso, ma non sono gli spazi che creano i servizi, sono le teste, quelle funzionanti chiaramente.

E poi, non è per niente gentile affermare che si vuol rendere la CM  “non un sistema di scatole vuote…“; così si afferma che finora la CM è stata un sistema di scatole vuote. Ripeto, non è per niente gentile nei confronti di chi ha guidato per così tanto tempo l’ente. Io me la legherei al dito.

[…] Infine, la struttura di Cima Gogna serve anche il GAL che pagando l’affitto reclama giustamente più spazio, e le trattative con altri Enti che vorrebbero utilizzarlo sono ben avviate.

E’ il primo caso al mondo in cui il padrone di casa, che ha affittato una parte della propria dimora ad un inquilino, decide di andare lui stesso in affitto per lasciargli più spazio. Sapete, il GAL, pagando l’affitto, reclama giustamente più spazio.

Ma poi si scopre che (scritto sulla stessa riga), nonostante l’inquilino rompicoglioni che chiede più spazio ce l’abbiano già, il GAL per l’appunto, nonostante questo, “… ci sono delle trattative ben avviate con altri Enti che vorrebbero utilizzarlo [ndr: l’edifico della CM]”. Le monache di Monza o le ormai famose Zoccole di Montagna?  Ma siete proprio dei bei “tambure”: avete lì il GAL che paga già un affitto, lo dite voi che reclama giustamente più spazio, e avviate trattative con altri enti … ma su via, cerchiamo di non pettinare le zebre !!!

A me dispiace che la Comunità Montana si sposti a Calalzo. Perché il GAL a questo punto ha tutto lo stabile di Cima Gogna per sé. E quindi non si sposterà più a Lozzo di Cadore nel palazzo Pellegrini come si vociferava. Così perdiamo l’unico ente che poteva pagare un affitto (con riscaldamento e tante altre cosucce) per tenere aperta quella che è già una cattedraluccia nel deserto. E così non potremmo neanche immaginare lo spostamento della biblioteca (intesa in senso ampio, non solo come teca di libri) dal “ghetto” al centro. PECCATO!

A meno che, “le trattative ben avviate con altri enti …” (della serie: “mai dire mai”).

le risposte dell’amministrazione di Lozzo di Cadore: irregolarità nel ciclo o meno-pausa?

11 Aprile 2011 Botanico Palazzo correttezza-istituzionale, gestione-amministrativa, local-politik, minoranza, non-trasparenza, opposizione, risposte-del-sindaco

30 giorni. Queste sono le giornate che un sindaco ha a disposizione, per legge, per rispondere alle interrogazioni delle opposizioni. Ogni volta che giunge una “domanda” dalla minoranza, dovrebbe innescarsi un ciclo di 30 giorni al termine del quale quest’ultima dovrebbe poter contare su una risposta.

Non c’è scritto da nessuna parte che si può fare a meno di rispondere. Accollarsi l’onere di dare risposta ai questiti posti dalle minoranze fa parte delle consuetudini democratiche. Certo, si possono dare risposte del cavolo. Succede. Spesso. Ma si deve sforzarsi di darle in quella finestra temporale di 30 giorni.

Il nostro sindaco, invece, interpreta in modo elastico queste regole. Evidentemente non sa contare: ecco perché per San Valentino gli ho regalato un pallottoliere. La mite minoranza consigliare di Per la Gente di Lozzo aveva già dato una tiratina di orecchie al Nostro nell’articolo il nostro richiamo al Sindaco al rispetto delle normative. Anch’io, riprendendo questa vicenda, avevo scritto due righe in la minoranza di Lozzo di Cadore richiama all’ordine il sindaco.

A una certa età, lo provo su me stesso, è utile ripetere. Ecco perché, viste le difficoltà che ha questa amministrazione ed in particolare il sindaco a dare risposte, verso la fine del 2010 avevo scritto due righe di incitamento:

  • Caro Babbo Natale, potresti aiutare il sindaco di Lozzo di Cadore a rispondere alla interrogazione sul federalismo demaniale?
  • Lozzo di Cadore, sindaco alle prese con interrogazione su Fraina: non basta più Babbo Natale, qui ci vuole l’esorcista

Poi è successo un fatto che per molti è passato”sotto traccia”. Per la Gente di Lozzo ha presentato, per la seconda volta, alcune delle interrogazioni alle quali non aveva avuto risposta. Quante considerazioni sulla senilità che mi verrebbe di scrivere, ma è giusto rispettare i ritmi circadiani cui ognuno di noi è obbligato dalla propria natura:

  • Riproposizione interrogazione Sorgente di Fraìna
  • Ripresentazione interrogazione sul federalismo demaniale
  • Ripresentazione della interpellanza riguardante la Biblioteca comunale

Ed eccoci ai “nostri giorni”. E’ dell’altro ieri la pubblicazione sul blog di Per la Gente di Lozzo del post egregio sig. Sindaco, le risposte si devono dare entro 30 giorni, non quando si ha voglia!, che è la copia della lettera presentata al sindaco di Lozzo di Cadore e per conoscenza al prefetto di Belluno nella quale la minoranza invita il nostro primo cittadino, nuovamente, a rispettare le regole democratiche sulla quali si basa il corretto confronto politico:

Concludendo la preghiamo, come già richiesto in una precedente lettera, di prendere buona nota di quanto da noi sin qui esposto e di essere nel prosieguo più scrupolosamente aderente alle disposizioni di legge.

L’ostinazione con cui non ha mai voluto pubblicare su internet gli atti della propria amministrazione (delibere di giunta e consiglio in primis), l’indecorosa testardaggine con cui persevera a non rendere disponibile l’archivio di questi atti anche ora che è stato costretto a renderli pubblici per 15 giorni all’albo pretorio online, l’indifferenza con la quale ha lasciato passare l’onta delle maglie nere nella raccolta differenziata senza assumersene pubblicamente la colpa (almeno per quel che gli compete, che non è poco), questa ultima vicenda delle risposte alle interrogazioni della minoranza cui dà seguito quando gli pare, non fanno altro che confermare la mia valutazione del sindaco Mario Manfreda che, in ragione di questi ed altri aspetti istituzionali ed amministrativi, è ben lontano da una misera sufficienza.

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