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le lacrime di coccodrillo del Bim Gsp

17 Marzo 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, sindakos

Scusate la persistenza sull’argomento ma le piattole pubbliche sono parimenti tenaci e attaccate alla “carega” per cui giova ripetere.

A seguito di quella che si è configurata come una vera e propria condanna politica del Bim Gsp da parte del Consiglio comunale di Belluno, i vertici della “controllata” del “buco nell’acqua” hanno consultato il manualetto del Min.Cul.Pop e si sono affacciati al bancone con una lacrimuccia agli occhi sventolando il fazzoletto bianco della “difesa dei dipendenti”.

Con riferimento ad un post su Bellunopress:

[…] Dipendenti, la cui professionalità è sempre stata fuori discussione, e sulla quale del resto nessuno ha mai detto o scritto nulla. Singolare, insomma, tirare in ballo i dipendenti. Che c’entrano loro? Anche perché abbiamo visto molte aziende fallire a causa dei loro dirigenti e dei Cda, mai a causa degli operai e degli impiegati!

Riguardo al primo punto approvato in consiglio comunale di Belluno, “Evitare che tra i membri del Cda della società partecipata Bim Gsp, e più in generale di qualsiasi società partecipata da enti pubblici, siedano amministratori dei medesimi enti”:

[…] «Si scopre letteralmente l’acqua calda – scrive il Cda di Gsp in una nota di precisazione, e c’è senz’altro da credere loro, che di acqua se ne intendono davvero – chiedendo che ad amministrare Gsp non siano più amministratori pubblici: questo lo prevede già l’articolo 8 del DPR 168 del 2010. Dove sta la novità, quindi?». Alla scadenza dei mandati, infatti, non si potranno eleggere al vertice di società di questo tipo amministratori pubblici: le nomine riguarderanno soggetti che almeno da 3 anni non esercitino ruoli attivi nelle amministrazioni locali. Ma c’è una precisazione del capogruppo Pd in consiglio comunale Jacopo Massaro che dice: “Nella delibera che abbiamo approvato chiediamo che i politici se ne vadano dal CdA non a fine incarico, come spera il CdA stesso, ma subito! Sta proprio in questo la novità.

In secondo luogo, se i membri del CdA dicono di lavorare gratis, non capisco proprio cosa li tenga incollati alla sedia: questa reazione isterica non può che lasciare perplessi. Infine ritengo di poter garantire che nessuno ha mai pensato che il buico della BIM-GSP lo abbia fatto un operaio dell’Azienda: non è certo messa in dubbio la professionalità dei lavoratori”. «Vedremo – prosegue il Cda – se questo garantirà effettivamente l’assenza di ruoli politici nei vertici delle società pubbliche. Certo è – prosegue il Cda – che avere amministratori pubblici all’interno di Gsp in questi anni ha comportato un bel risparmio – oltre 500 mila euro – visto che siamo a stipendio zero!». Però non precisa il comunicato se qualcuno sta a stipendio zero anche nel Cda di altre società, come ad esempio Ascotrade Treviso, la sorella maggiore di cui il Bim è azionista.

Ebbene sì, caro suddito,  il DPR 168 del 7 settembre del 2010, “Regolamento in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica” (conseguente alla prevista apertura al mercato delle società di servizi pubblici locali), pone qualche paletto (vedi art. 8)  alla “vandega istituzionale” ed alla vergognosa commistione tra posizioni di gestione e cariche amministrative di enti come Bim Gsp (il decreto, peraltro, non si applica ai servizi di distribuzione di gas naturale, di energia elettrica di trasporto ferroviario regionale, vedi art. 1).

Tra coccodrilli e caimani non c’è da star tranquilli neanche in questi posti di montagna. Mi sa però che per le borsette bisognerà aspettare la fine dei mandati. Gli amministratori del Bim Gsp “non prendono un soldo” ma l’interazione culo-carega è più forte di quella che tiene insieme neutroni e protoni. Bisognerebbe ricorrere alla “fissione” (nel senso di fenomeno di rottura in due parti, non esattamente uguali…), ma di questi tempi è meglio non parlarne.

L’insostenibile leggerezza del Bim Gsp

16 Marzo 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik, sindakos

Cosa è recentemente successo durante il consiglio comunale di Belluno del 14 marzo scorso? Che l’opposizione ha presentato 5 punti in relazione alla insostenibilità della situazione Bim Gsp e che 4 di essi siano stati approvati (il comune di Belluno è un socio rilevante del Bim). Traggo da un chiaro post di Bellunopress:

Il cane con due padroni muore di fame dice un vecchio detto. E se di padroni ne avesse 67, cosa succederebbe?  Sono 67,  infatti, i Comuni della provincia di Belluno (esclusi Arsié e Lamon) “padroni “ di Bim Gsp spa la società pubblica che dal 2004 ha in gestione il servizio idrico integrato (acquedotto – fognatura e depurazione) e la distribuzione del gas metano (allacciamenti). E altrettanti sono i “guardiani” dell’Aato, che controllano e prendono le decisioni per Bim Gsp. Gli stessi sindaci che costituiscono Bim Gsp, dunque, sono anche membri dell’Aato. Poteva funzionare una struttura di questo tipo dove controllori e controllati sono sempre gli stessi? E infatti qualcosa non ha funzionato.

I numeri dichiarati da Bim Gsp dicono che ci sono debiti verso le banche per 51 milioni di euro. Salvo precisare che 28,8 milioni sono i crediti per l’adeguamento tariffario vantati nei confronti dell’Aato. Cioè dai Comuni. Quindi sempre lì si va a finire, controllore, controllato, “padroni” e “guardiani”. Il direttore amministrativo Belli qualche giorno fa ha parlato con toni ottimisti di 28,8 milioni di “crediti esigibili”. Noi non abbiamo la  stessa sicurezza del manager Gsp che quei crediti siano davvero esigibili! Dove li trovano i Comuni, costantemente alle prese con i tagli apportati, tutti quei soldi? E allora chi paga? I cittadini con l’aumento delle bollette? Oppure si spalancano le porte ad una multinazionale, con tanti auguri a tutti per il futuro.

Come ha osservato la vicepresidente del consiglio comunale di Belluno Maria Cristina Zoleo, qualche ragione ce l’aveva Maurizio Busatta, assessore nella giunta De Col nel 2003, quando si oppose alla confusione Bim Gsp – Aato. Il consigliere d’opposizione Attilio Sommavilla ha ricordato che nel 2002 erano stati accusati da tutti i sindaci, quando  proposero il ricorso per impedire che venisse affidato a Bim Gsp la gestione del servizio idrico. E si chiede: «chi si deve dimettere, il Bim Gsp o i sindaci che hanno approvato quei bilanci? Sono tutti responsabili di questa situazione»! Con 67 soci alla pari si è perso di fatto il controllo della società Gsp. Jacopo Massaro, capogruppo del Pd, ha esposto i 5 punti della mozione. Solo il primo non è passato, quello che chiedeva al consiglio comunale di non confermare l’attuale Cda della società partecipata Bim Gsp.

Il 25 febbraio scrissi due righe sul fatto che i sindaci nulla stavano dicendo riguardo all’incresciosa situazione BIM-Gsp: i sindaci tacciono. Non si è ancora sentito nessun belato!. Qualche giorno dopo si levò qualche timido belato: BIM-Gsp: dal gregge dei sindaci si leva qualche primo belato. Arriva ora questa presa di posizione che fa ben sperare nel merito e nel seguito che mi auguro possa avere. Interessante, direi quasi spumeggiante, per quanto ovvio e banalissimo, il primo punto. Staremo a vedere se resteranno solo parole.

Ecco la dichiarazione di impegno approvata dal consiglio comunale di Belluno:

Il sindaco e la giunta del Comune di Belluno, si impegnano ad operare in ogni sede, in particolare presso l’Aato e l’assemblea dei soci di Bim gsp secondo i seguenti indirizzi:

  • Evitare che tra i membri del Cda della società partecipata Bim Gsp, e più in generale di qualsiasi società partecipata da enti pubblici, siedano amministratori dei medesimi enti.
  • Impedire aumenti tariffari che non siano strettamente collegati a necessità ordinarie della società o a necessari investimenti infrastrutturali.
  • Garantire che tutte le spese effettuate dalle società siano strettamente correlate ai fini istituzionali delle gestioni affidate, evitando qualsiasi altro utilizzo delle risorse.
  • Ribadire le prerogative di controllo e indirizzo degli enti proprietari individuando ulteriori momenti anche formali oltre alla sola assemblea di approvazione del bilancio.

Lozzo di Cadore: nessun Punto Pubblico di Accesso alla Banda Larga

15 Marzo 2011 Mondo Giovani, Politica nostrana attività-culturali, biblioteca, cecità-della-giunta, internet, politiche-giovanili, politiche-sociali, richiesta-contributi

Partiamo dalla deliberazione della giunta della Regione Veneto n. 595 del 9 marzo 2010: Attuazione del Programma operativo Competitività Regionale … Azione 4.1.2 “Creazione di punti di accesso pubblici” (tutta la documentazione può essere consultata a questo indirizzo).

Di cosa si tratta? Dalla delibera:

Le analisi statistiche sul digital divide delle famiglie in Veneto e in Italia mettono in avidenza una carenza di conoscenze sull’uso delle tecnologie e dell’informazione e della comunicazione da parte dei cittadini …

In particolare una linea di intervento che si reputa efficace consiste nello sviluppo di iniziative connesse alla creazione dei cd. “Punti di accesso pubblico” ed è finalizzata a potenziare l’alfabetizazione informatica dei cittadini ed a rendere loro disponibili sia strutture di accesso ad Internet, sia forme di …

Nei punti di accesso pubblici, tutti i cittadini avranno la possibilità di fruire di un servizio di accesso ad Internet e di ricevere forme di assistenza e di acculturazione necessarie per acquisire autonomia e padronanza degli strumenti tecnologici di base …

Veniamo ora ai comuni che hanno partecipato e sono stati ammessi. Qui sotto la tabella con quelli relativi alla nostra provincia, ognuno dei quali ha percepito fra i 7.000 ed i 9.000 € per il punto di accesso pubblico allestito.

Considerazione: del Centro Cadore sono presenti i comuni di Lorenzago, Vigo, Calalzo, Pieve e Valle di Cadore, oltre a  Sappada, Vodo e Borca di Cadore (per Calalzo ne ho già parlato in Che Lozzo di Cadore possa prendere esempio dalla biblioteca di Calalzo?)

Domanda: dando una occhiata ai requisiti per inoltrare la richiesta non ho trovato niente che Lozzo non potesse vantare, a parte la voglia di farlo. Può il sindaco o l’assessore alla cultura spiegarci perché non è stato creato anche a Lozzo un “Punto di Accesso Pubblico”? Finanziato al 100% dalla Regione Veneto. Certo, ci voleva una struttura di appoggio. La biblioteca? Ed una sede conveniente. Palazzo Pellegrini?

Posso tentare di immaginare la risposta! Pino dei palazzi …

Cari Giovani, cari Anziani, cara ALPE, una occasione persa. Magari, chissà, il nostro comune ha anche partecipato ma non è stato ammesso! Giuro che non lo so, ma basta leggere la documentazione (dubito, fortemente dubito maaaaa … sarebbe già un buon segno). Attendiamo un pronunciamento!

 

1 Agordo BL 1
2 Belluno BL 1
3 Borca di Cadore BL 1
4 Calalzo di Cadore BL 1
5 Forno di Zoldo BL 1
6 Lamon BL 1
7 Lentiai BL 1
8 Limana BL 1
9 Lorenzago di Cadore BL 1
10 Pieve di Cadore BL 1
11 Puos d’Alpago BL 1
12 Sappada BL 1
13 Sedico BL 1
14 Trichiana BL 1
15 Valle di Cadore BL 1
16 Vigo di Cadore BL 1
17 Vodo Cadore BL 1
18 Zoppè di Cadore BL 1

La caserma di Soracrepa nel depliant di un tempo che fu

14 Marzo 2011 Pian dei Buoi caserma soracrepa, ricettività-turistica, sviluppo-pian-dei-buoi

Trovato mentre sto sistemando tonnellate di altra carta (ed è questo il motivo per cui in questo periodo mi scappa anche un secondo post giornaliero; ogni tanto ho bisogno di un break). Presento alcune parti del depliant che, a suo tempo, doveva informare/promuovere il nascente e nuovo servizio di albergo a Pian dei Buoi.

La foto d’apertura non è geograficamente correlata a Pian dei Buoi.  Ma è un peccato veniale se pensiamo che a Cortina recentemente campeggiava un poster gigantesco, pro campionato del mondo di sci 2015, con monti che con la conca ampezzana non avevano nulla a che fare. Quando mancano le foto, ci si arrangia (anche col fotomontaggio).

Peccato aver perso tutto questo tempo.

Lozzo di Cadore: aggiornamento dello stemma comunale

14 Marzo 2011 Criticarium blozzando, maglia-nera, raccolta-differenziata

In relazione agli ultimi avvenimenti si è reso necessario un update dello stemma del comune di Lozzo di Cadore.

p.s. il cambiamento riflette i dati ufficiali forniti dalla Regione Veneto. Vi sono concrete possibilità che in un prossimo futuro la situazione possa volgere al bello. Quando la Regione Veneto ne darà evidenza provvederò conseguentemente.

Comitato Acqua Bene Comune di Belluno ai vertici di Bim Gsp: tornatevene a casa!

13 Marzo 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik

Ieri il Comitato bellunese Acqua Bene Comune, durante il presidio pubblico presso la sede del Bim Gsp, ha chiesto nuovamente le dimissioni dei vertici di Bim Gsp:

«perché responsabili di una mala gestione della societa’ che ha provocato un buco di bilancio di decine di milioni di euro.

Perché pretendiamo che gli amministratori locali che in questi anni non hanno vigilato sull’operato di bim gsp si assumano le proprie responsabilità e trovino una soluzione per non scaricare sui cittadini i costi della malagestione di Gsp.

Perché pretendiamo che d’ora in poi la gestione sia trasparente e vi sia la possibilità da parte dei cittadini di controllare l’operato societario, di accedere ai bilanci e di avere la possibilità di essere presenti nei luoghi dove vengono prese le decisioni.

Perché chi sbaglia deve pagare!»

«Scambiamo i debiti con i crediti» è stata la risposta della direzione Bim Gsp, che considera crediti nei confronti dell’Aato, cioè dei Comuni, i 28,8 milioni per adeguamento tariffario. Benché degli aumenti siano stati applicati negli ultimi 7 anni, come recitavano i cartelli dei manifestanti.

Il dato certo, per stessa ammissione di Bim Gsp è che il debito con le banche è di 51 milioni di euro.

Di una società a capitale pubblico che vende l’acqua ai cittadini in regime di assoluto monopolio.

(fonte: Bellunopress)

 

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