BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

La Strada Sanmarchi, la lentezza e l’elicottero

10 Marzo 2011 Cadore - Dolomiti, Digo la mea blozzando, sviluppo-montagna, turismo-cadorino

della Lentezza: il 28 febbraio si è svolta, credo senza alcun clamore, meglio così, la V Giornata mondiale della lentezza che aveva come fulcro il tema “Ambiziosi e Altruisti – Slow life, green life, better life.” Chi cammina sui sentieri dovrebbe fare della lentezza la propria filosofia di vita.

della Strada Sanmarchi: la scorsa estate un conoscente mi ha detto che gli sarebbe piaciuto percorrere la Strada Sanmarchi sulle Marmarole. Gli ho detto che per me l’approccio più idoneo sarebbe stato il seguente: salire nel tardo pomergiggio-sera al rif. Chiggiato e qui pernottare (sentiero n. 261 dalla Val Vedessana o, meglio, dal sentiero n. 260 dal Ponte della Diassa). Il mattino successivo, sempre lungo il sentiero 260 guadagnare il Giou dela Tana e scendere al Tiziano. Da qui, dove ha inizio la Strada Sanmarchi, portarsi lentamente al bivacco Musatti e fermarsi pernottandovi. La mattina dopo ripartire per compiere il secondo tratto della Strada che termina nella Val di S. Vito, e da qui scendere al fondovalle versante Auronzo.

Nulla vieta di fare gli sky-runners e, partendo di buon’ora dal bosco di Sozento, salire al Tiziano e poi correre fino alla Val di S. Vito ecc. (chi ha ancora il fisico bestiale).

A questo mio conoscente sembra però che il pernottamento in bivacco ponesse qualche problema e quindi ecco trovata una possibile soluzione: “in 3-4 di noi ci facciamo portare al Tiziano in elicottero e poi …”. Resta sempre una sgroppata, ma chiaramente le tre ore di salita vengono condonate con 4-5 minuti di elitrasporto.

dell’Elicottero: mi sono chiesto, “ma come fanno a saltare fuori certe idee, dove troveranno un così fertile humus da cui trarre vita, dove si nasconderà l’esempio …”. Maaaah!!

Caro Capitan Barancio,

il progresso non si può fermare, le appendici tecnologiche come i cellulari sono ormai quasi dei piercing, la fretta si insinua in ogni nostro gesto. Sai cosa ti dico, caro Toni, una volta o l’altra mi faccio calare sulla forcella Vanedel  in hovering con 15 metri di cavo (il neretto qualifica una frase che va ultimamente di moda), così mi tiro avanti col lavoro. La Lentezza, come hai insegnato, è un regno nel quale solo i più nobili animi sanno camminare.

Foto: (paesaggiodolomitico.it)

Terza maglia nera a Zozzo di Cadore: «Sarà duro ripetersi, ma ce la metteremo tutta!»

9 Marzo 2011 Politica nostrana bim-gsp-buco-dell-acqua, local-politik, maglia-nera, raccolta-differenziata

«Toc tooc. Sono una delibera della Regione Veneto. Devo certificare che anche per il 2009 Lozzo di Cadore è … Zozzo di Cadore». Cambia leggermente la mappa dei cattivi. Quest’anno siamo in compagnia di Perarolo. Qui la delibera della Regione Veneto e qui il file pdf con la lista completa dei comuni. (Grazie al dott. Attilio per l’ispirazione del titolo).

Lasciatemi fare una considerazione. Dov’era il nostro autorevole sindaco quando Lozzo stava diventando Zozzo? Devo rilevare che, per quanto strano possa sembrare, la frequentazione degli ambienti del BIM Consorzio può rallentare, anche sostanzialmente, la reattività dei soggetti coinvolti.

Prendete Piccoli, presidente dell’ente. I sindaci bellunesi l’hanno riconfermato all’unanimità alla guida e lui cosa fa? Non si accorge (ma neanche durante il primo mandato) che una costola dello stesso ente, la BIM Gsp, con un suo presidente in testa, sta facendo un “buco nell’acqua” di 50 milioni di euro. O se lo sa tace, come sta tacendo adesso che Bottacin ha dato una rimestata alla faccenda.

Prendete il Nostro: consigliere del BIM-Consorzio e presidente di vallata, non si accorge che Roccon-Gsp sta scavando il buco nell’acqua e non si accorge nemmeno che Piccoli … non si accorge (scusate le ripetizioni, ovviamente volute). Ma qui si gioca “fuori casa”. Ma anche nel gioco in casa non è da meno. E’ dentro fino al collo nella faccenda della maglia nera (colpevolmente, per il primo secondo e ora anche terzo anno)  e … c’è voluta (a suo tempo, poi si è persa) la minoranza per svegliarlo dal torpore (i cittadini lozzesi infatti non ne sapevano niente).

Sembra però che adesso, in termini di raccolta differenziata, stia tirando la volata a tutti i sindaci del Cadore. Dai sindaco corri, hai dormito fino ad ora, corri che sei primo.

 

Zozzo di Cadore, per la terza volta Maglia Nera in Veneto nella raccolta differenziata

8 Marzo 2011 Politica nostrana local-politik, maglia-nera, raccolta-differenziata

Lo so che qualche post addietro dicevo che non mi interessava sapere se avevamo preso la terza maglia nera per la raccolta differenziata, che mi bastava ed avanzava avere sul groppone l’onta delle due già conseguite. Solo qualche post fa il sindaco ricordava che l’Unesco ci aveva marchiati e io ribattevo che anche la Regione Veneto … l’aveva fatto, per due anni di fila e che il terzo era in forse. Non era in forse. ERA! La storia si ripete. N autra cazolada de m…. I dettagli per domani.

Segnalazione services ‘door to door’, non si sa mai …

8 Marzo 2011 Criticarium blozzando, bolcom, minoranza, opposizione, propaganda

Mi è giunta per email questa pubblicità che, immediatamente, ho associato alla nostra amministrazione comunale ed in primis, ovviamente, all’autorevole sindaco che la guida.

Sappiamo che uno dei tentacoli del Min.Cul.Pop è rappresentato dal “neonato” bolcom (bollettino comunale). Tale bolcom, distillato del pensiero e dell’attività amministrativa, è uscito per ora con le edizioni conosciute come “il rifiutino” (talvolta chiamato “vomitino”), il “rifiutino special edition” ed il “casermino”. Stiamo aspettando frementi l’uscita del “decorino“, tributo allo sforzo che l’amministrazione si appresta a sostenere nell’infido campo del decoro urbano.

Il “decorino”, da voci di popolo, dovrebbe riportare tutte le localizzazioni dei 40 siti individuati per approntare il lifting, per ognuno dei quali è chiarita la tipologia di interventi e, soprattutto, l’impegno finanziario. Una riforma epocale che lascerà il segno nella scienza delle comunicazioni.

Sapete anche che il bolcom risulta blindato contenendo il 100% del “pensiero maggioritario”, non prevedendo alcuna porzione di spazio per il “pensiero minoritario”. Tuttavia tale vangelo è stampato con i soldi di tutti e distribuito avvalendosi del personale del comune, pagato anch’esso da tutti noi.

Magari (non credo) c’è anche una legginuccola itagliana che lo permette, ma la correttezza istituzionale è qui messa amabilmente sotto i piedi dalla … autorevolezza del sindaco e dalla sua dirittura morale. Certo, è anche vero che l’opposizione non si è, per l’appunto, opposta.

Nella malaugurata ipotesi che lo Spirito Santo si interessasse della vicenda e che una supposta autorità superiore ravvedesse in tale comportamento un qualcosina di fuori posto, tale da consigliare ai fattucchieri della propaganda municipale di non ricorrere cautelativamente al metodo fin qui usato, ho pensato di segnalare la pubblicità ricordata in apertura con i relativi servizi proposti dalla sedicente ditta I.S.D.N., specialisti in servizi “door to door”. Interessantissima, oltre ogni considerazione, la possibilità di usufruire di uomini sandwich. Sperando di aver fatto cosa gradita, porgo i miei più distinti saluti.

Che Lozzo di Cadore possa prendere esempio dalla biblioteca di Calalzo?

7 Marzo 2011 Cultura, Politica nostrana attività-culturali, biblioteca, local-politik, politiche-giovanili

In attesa che De Carlo, sindaco di Calalzo, venga a prendere esempio dal suo pari di Lozzo di Cadore su come spendere i 218.000 € che la Regione Veneto gli ha concesso (soldi della stessa partita dei 160.000 € concessi a Lozzo per il decoro urbano) e che, inizialmente, prevedevano i seguenti interventi:

  • val d’oten, realizzazione di un parco intitolato alla memoria di re alberto dei belgi, completo di fabbricato in legno con la funzione di punto informativo (storia + dolomiti patrimonio dell’ umanità) e di ristoro

vorrei cercare di capire se c’è qualcosa dell’attività del sindaco di Calalzo da cui noi, cittadini lozzesi, potremmo trarre giovamento (il sindaco di Lozzo può trarre giovamento solo da se stesso).

Parliamo allora di biblioteca. La nostra non può ritenersi tale per il semplice motivo che, strutturalmente, biblioteca non è. E’ un magazzino di libri, sicuramente ben ordinato dall’opera di due volontarie (Dora e Cristina, credo ancora), che ne garantiscono anche l’apertura per un’ora (dalle 18.00 alle 19.00) nei giorni di mercoledì e venerdì.

Per avere qualche dato su cui ragionare, “Per la Gente di Lozzo” aveva presentato una interrogazione al sindaco che ha avuto delle risposte a dir poco lacunose. Tutti i dettagli in Commento politico alla risposta del sindaco all’interrogazione sulla biblioteca presentata dalla minoranza.

La dotazione libraria dovrebbe essere di circa 8.800 libri (non so se catalogati o reali). Del resto non si sa praticamente nulla. Per quanto riguarda la sicurezza dei locali, che sono aperti al pubblico, io l’ho definita “trappola per topi” e questo dovrebbe bastare per far capire lo stato in cui il servizio biblioteca viene a trovarsi (due foto e qualche altra notizia in facciamo uscire dalla clandestinità la biblioteca comunale?).

Siccome il nostro sindaco va in tilt se gli si fanno troppe domande, avevo consigliato la minoranza di presentare una nuova interrogazione con una sola domanda, importante, riguardante appunto le condizioni di sicurezza dei locali e, quindi, del servizio nel suo insieme. Non ho ancora visto niente al riguardo!

Vi è una corrente di pensiero che ritiene che la biblioteca possa trovare adeguata sistemazione nel Palazzo Pellegrini che risulta ancora vuoto (vedi “Palazzo Pellegrini: per evitarne l’abuso dell’uso lo si tiene chiuso!), forse in attesa di ospitare il GAL Alto Bellunese (Gruppo di Azione Locale), attualmente di stanza a Cima Gogna presso la Comunità Montana Centro Cadore, che però non ha ancora “cantato”.

La destinazione d’uso pseudo-ufficiale, per la quale abbiamo goduto del finanziamento regionale di 600.000 €, sarebbe “centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale”; vuol dire che, se vogliamo, possiamo anche venderci del pane, purché sia fatto con una ricetta “culturale”.

La biblioteca di Calalzo dovrebbe poter contare su 22.000 volumi, una sede che sembra una reggia in confronto alla nostra (non mi riferisco alla comodità né alla bellezza), è aperta il lunedi, martedì e giovedì dalle 15,20 alle 19. Qualche altra notizia recente su A Calalzo in biblioteca sempre più libri e internet e dal blog del sindaco La biblioteca apre i corsi ai giovani.  Traggo da quest’ultimo:

[…] In Biblioteca, quindi, troveranno posto nuove tecnologie sia a scopo didattico che aggregativo. “Tenendo aperto anche il sabato pomeriggio ci sarà modo per tutti i giovani di fruire delle possibilità che offriamo. Sarà uno spazio per loro, per i giochi, per la tecnologia, per tornei di gruppo, per il cineforum. Insomma, un contenitore oggi importante che diventerà presto un centro aggregativo per tutto il paese, e che vogliamo riempire di idee nuove ed iniziative per cui, naturalmente, aspettiamo anche i suggerimenti degli utenti […]

Mi dimenticavo della cosa più importante. La biblioteca di Calalzo ha aderito al Servizio Provinciale Biblioteche di Belluno e fa quindi parte, conseguentemente, della rete regionale.

Cosa vuol dire? Questo, semplicemente questo:

Cerchi un libro, un film, un cd di musica? Il catalogo delle biblioteche bellunesi è accessibile a tutti sul web.
Scopri direttamente da casa, da scuola o dal lavoro in quale biblioteca si trova quello che ti interessa: se sei già iscritto, puoi chiederlo in prestito o prenotarlo.

E il libro arriva alla tua biblioteca, ogni giovedì. Io ne sto aspettando uno che si trova nella biblioteca di Alano di Piave. Quando arriva mi mandano un’email e passo a prendermelo.

Ultima considerazione. Non è obbligatorio pensare a Palazzo Pellegrini, anche se sembra lo spazio più idoneo. Ma iniziamo almeno con il metterla in rete con le altre biblioteche provinciali. Per avere informazioni basta comporre questo numero magico, 0437-959.347 e parlare col sig. Eugenio Sief. E non dite in giro che l’avete già chiamato, perché non è vero …

BIM-Gsp, Ronchi e il simpatico siparietto a CortinaIncontra

6 Marzo 2011 Politica nostrana acqua, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

Corriere delle Alpi, 27 luglio 2010:

Simpatico siparietto all’Audi Palace di CortinaIncontra tra il ministro delle politiche europee, Andrea Ronchi, e Franco Roccon, presidente di Bim Gsp: «Ci aiuti, signor ministro, ad essere più vicini al nostro territorio montano. Sappia, infatti, che non tutto è acquedotto pugliese».

Anche in questa occasione cortinese si parla di buchi dell’acqua (guarda caso), ma non quelli finanziari bensì quelli della rete idrica.

Il pomeriggio è dedicato al buco dell’acqua e Ronchi ha appena detto che in Italia il sistema idrico perde addirittura il 37% delle sue risorse, con un costo di 2,5 miliardi di euro l’anno, per cui occorrerebbero 60 miliardi per recuperarlo all’efficienza.

Ad una lettura postuma le seguenti righe suonano di una comicità straordinariamente straripante:

Ma torniamo al siparietto. Sul palco c’è chi ha dei dubbi sulla disponibilità della Lega a portare avanti il decreto Ronchi (sulla privatizzazione dell’acqua, ndr), con un milione e 400 mila firme che fanno pressing. Il ministro ha qualche dubbio sull’origine politica di Roccon. Sta per chiedergli se è della Lega, si trattiene e, mangiandosi la lingua si corregge: «Non vogliono neppure sapere di che partito è, ma la preoccupazione della Lega è proprio questa. Non toccheremo le cose che funzionano». E cita lui stesso il Bim Gsp, che – sottolinea – «è un esempio di trasparenza e di efficienza».

Chissà chi glielo avrà detto al ministro Ronchi (Piccoli?). Ma oggi lo sappiamo TUTTI e con (quasi) matematica certezza (per ora 28,8 milioni di impegni/buco che non si sono accorti di maturare dal 2004 in qua). Ora ci applicheranno il 5% di aumento all’anno per i prossimi 20 anni.

Bim Gsp è davvero un esempio di trasparenza e di efficienza.

 

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