BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

la metafora della visione dell’amministrazione comunale di Lozzo di Cadore sullo sviluppo turistico del paese: un buco con il vuoto attorno

3 Agosto 2010 Digo la mea, Turismo e dintorni blozzando, Decoro urbano, minuto-mantenimento, promozione-turistica

Il “buco” fa bella mostra di sé ormai da un anno (o più?). L’amministrazione comunale di Lozzo da qualche anno in più. Sul secondo buco ho qualche responsabilità anch’io. Fra qualche giorno vi racconto la storia “completa”. Intanto, se volete, potete riflettere sulla metafora.

la fontana di Prou e … la nostra piccola parte di impegno

1 Agosto 2010 Decoro urbano, Proposte acqua, impegno-sociale, la-parola-ai-lozzesi

Caro Danilo,
da assiduo lettore del Bloz devo dire che ci voleva proprio, e non mi sarei mai aspettato che un blog potesse far saltare fuori tante tematiche relative al nostro così piccolo paese. In effetti, parlando più che altro a livello di internauta, sembra proprio che Lozzo abbia preso vita, una vita che prima non aveva. Non ho mai scritto commenti, in quanto non sapevo che altro aggiungere a quanto veniva detto, ma oggi, preso da ispirazione e soprattutto dal “nervoso”, ho scritto qualche riga. Se vuoi puoi farci un articolo, ma comunque già con il fatto di averle scritte mi son sfogato e son contento. Ancora complimenti per il blog e per il lavoro che ti dà, che di sicuro non è poco. Ciao. Rodolésko.

di Rodolésko

Per avere un paese bello e pulito ci vogliono i soldi, ma se la popolazione desse una mano a non rovinarlo?

Con questo non voglio sminuire colpe lacune e dimenticanze di questa o quella amministrazione comunale, che spesso predilige la nostra cara piazza a scapito dei poveri borghi di periferia, lasciati a se stessi…

Al momento ce l’ho soprattutto con alcuni dei nostri concittadini, quelli sopra una certa età, quelli del “ai miei tempi…“, quelli del chissenefrega della Res Publica. Quelli del “i giovani d’oggi non hanno più rispetto per gli anziani“, che non si accorgono che la mancanza di rispetto è reciproca, specialmente quando dicono “che me intaresa de chel che sarà, tanto iò no sarei pì cà…“, che ti fan trovare nel bidone dell’umido le borse di plastica piene di bottiglie di plastica vuote, o che nelle calde giornate d’estate portano l’immondizia appena dopo il passaggio del camion della nettezza…

Porto ad esempio la fontana di Prou, o meglio il lavatoio di Prou (e non è quello vicino alla centralina dei Carulli).

Ormai da qualche anno, visto che i funzionari comunali fanno fatica ad arrivar fin quassù, è d’uso e costume che la gente del luogo provveda privatamente all’abbellimento floreale ed alla saltuaria pulizia della suddetta. Ora, pazienza quando la superficie viene infestata dalle alghe, segno che la pulizia risale a troppe settimane fa, ma è proprio necessario lavare i panni all’interno della fontana?

E per panni intendo pennelli e secchi di vernice, tubi del camino, vaschette del gatto, ruote e cerchioni di auto, biciclette a bagnomaria

Qualche giorno fa, dopo lungo attendere, è giunto l’operatore ecologico e ha dato una bella ripulita, con tanto di pastiglie di cloro per ammazzare le alghe… passati quattro giorni ed ecco com’è ora la fontana (vedi foto). Una situazione che si ripete continuamente: viene pulita la fontana, dopo qualche giorno è completamente lorda. E se per caso glielo fai notare, hanno il coraggio di risponderti: “e alora? Se range chi che à de netàla“.

A questo punto mi chiedo: la funzione di questa fontana? Un lavatoio, per l’appunto? Ma nella modernità dei giorni odierni, con tanto di acqua corrente in casa, perde completamente di significato; in questo caso, a malincuore, vedrei meglio una spianata di asfalto, visto che i parcheggi non sono mai abbastanza. Sarebbe un peccato, perché è un bel artefatto storico, che i turisti si fermano spesso ad ammirare (da distante, poi quando si avvicinano la reazione diventa “bleah, che schifo che xe sta acqua”).

Il punto è: d’accordo lamentarsi con le istituzioni perché non fanno quel che ci aspettiamo facessero, ma non penso che “se se sbregarae al cu” se si avessero un po’ più di attenzioni, facendo magari la propria piccola parte…

perché, il giallo pubblico dei campetti alle Astre non è anch’esso degrado?

1 Agosto 2010 Decoro urbano decoro-aree-turistiche, minuto-mantenimento, verde-pubblico

Il degrado, come qualsiasi altra “grandezza” suscettibile di misura, può essere considerato in una scala di valori. Ma la parola in sé, da sola, indubbiamente induce nel lettore, quasi sempre, un sentimento di negatività. Provate a pensare ad un “lieve degrado”. Non c’è verso. Per quanto “lieve”, quella parola, degrado, pesa come un macigno. È che non ne conosco un’altra equivalente, è un mio limite. Continuerò quindi ad usarla come tale.

Ne avevo già parlato nell’articolo il giallo pubblico a Lozzo di Caodre. Non sono passate le cavallette. Non sono passati gli Unni di Attila. Sperabilmente nessuno deve aver provveduto, nottetempo, al diserbo totale dell’area. Comunque, se fossero avvenute, tutte e tre queste eventualità avrebbero portato alla situazione che si può osservare nelle foto: il giallo pubblico dei campetti alle Astre.

Quest’area, mi sembra, dovrebbe essere considerata per quello che è: innanzitutto area di verde pubblico, di gioco e attività sportiva, di incontro e socialità, a disposizione dei gentili cittadini lozzesi così come dei gentili ospiti.

Come per tutte le altre, anche quest’area pubblica ha le sue necessità di manutenzione. Solo che qui non siamo nella periferia dell’impero e, è evidente, la rasatura dell’erba, ossia la sua estirpazione, è stata fatta, oltre ogni ragionevole dubbio, con indubbia efficacia visto che il verde è sparito.

Ma fra le operazione di manutenzione non si annovera solo il taglio dell’erba (da farsi comunque meno energicamente e non col filo …), ma anche, se necessario, l’innaffiatura (l’acqua per ora non ci manca, c’è anche l’idrante a disposizione e non siamo di fronte ad un campo di calcio). Non solo. Se qualcuno non penserà a dar da mangiare a quel povero prato e non provvederà ad una risemina, il prossimo anno la situazione non sarà di certo migliorata.

A mio modo di vedere, per un paese che dovrebbe cercare di alimentare una smarrita vocazione turistica, tutto ciò è degrado. Se volete degradino. Non vi piace? Degraduccio può andar bene?

la vipera di Calalzo ed il perfido serpente velenoso di Lozzo di Cadore

31 Luglio 2010 Digo la mea blozzando

Succede che la vipera di Calalzo si sia arrogata una buona fetta del potere esecutivo (sapete, la storiella della suddivisione dei poteri in esecutivo, legislativo e giudiziario …). Lei si è fatta vedere e ZAC il sindaco ha scucito immediatamente un’ordinanza per contenere la rabbiosa diffusione del rettile. Si tagli l’erba, si potino le siepi e … visto che ci siamo, si potino anche gli alberi (la cosa nasce dalla credulità popolare secondo la quale le vipere, quando devono espellere la propria prole dal gonfio corpo, lo facciano dall’alto di un albero, si dice per non essere morse dalla prole stessa: che progenie ragazzi!).

A Lozzo di Cadore, però, succede di peggio. Esiste una malvagia creatura, ormai conosciuta come … quel perfido serpente velenoso, verso la quale il potere esecutivo ha lanciato da tempo il suo anatema nonché scomunica. “Se vediamo qualcuno fargli visita … siete fuooori!”. Da tempo non ricevo più visite e languo contorcendomi in un spinoso quanto distruttivo sentimento autocolpevolizzante. Ho prestato degli attrezzi ad un amico: è venuto a riportarmeli a notte fonda, non prima di aver fatto tre-quattro giri di perlustrazione per verificare che non vi fossero delatori nei paraggi.

Eppure il BLOZ è soltanto puro spirito.

elementi del degrado urbano a Lozzo di Cadore – area del piazzale Tiziano con ringhiera detta “del concertorium”

30 Luglio 2010 Decoro urbano concertorium, Decoro urbano, la-parola-ai-lozzesi, urbanistica

Gianluigi Nardei, oltre alle foto delle aree a lui più vicine, che hanno dato luogo all’articolo elementi del degrado urbano a Lozzo di Cadore – area tra piazzale Tiziano e casa di Gianluigi Nardei, mi aveva portato anche alcune foto del piazzale Tiziano vero e proprio, in particolare della ringhiera che attornia la fontana del piazal (o dela Cesa o de Tino Scotin).

Ne ho composto un quadretto (escludendo l’argomento asfalto) che descrive, mettendole in evidenza, la ringhiera e le due aree di verde pubblico comunale che costellano l piazal.

Possiamo discutere per ore ed ore ed ore sulla cosiddetta sussidiarietà, sul “non si possono pretendere miracoli”, sui miracoli che invece accadono (magari nelle vicinanze delle domus di qualche amministratore). Resta il fatto che la estrema facilità con cui si possono organizzare i concertini al concertorium (basta un telefono ed il portafogli guarnito), permette di spendere per una sola memorabile serata, per un solo ma paradisiaco momento musicale gli ormai famosi 3.410 € (se non si è capito, ribadisco, per un solo concerto).

Ma anche la cultura vuole la sua parte (altrimenti, è ormai consolidato, i turisti non tornano più a Lozzo). Vedremo poi quali saranno i costi del concertorium per quest’anno (panem et circenses: commento-1, commento-2).

Fatto sta che, come suggeriva Gianluigi, a distanza di pochi metri dal “tempio della cultura“, vi sono alcuni elementi del degrado urbano lozzese che andrebbero presi in considerazione.

elementi del degrado urbano lozzese: il palazzo Pellegrini-Mubarak – apriti sesamo!

28 Luglio 2010 Decoro urbano, Palazzo Pellegrini Decoro urbano, marketing-turistico, urbanistica

Il degrado non si misura facilmente. Se si confronta con una bidonville Lozzo è un paradiso, se si confronta con Beverly Hills ne esce con le ossa rotte. Ma a noi Lozzo di Cadore piace così com’è. Solo che ci piace anche parlare di questa Lozzo “tutta da bere”.

Ci piace indicare le cose che vanno (sindaco, vice e giunta) e quelle che non vanno (tutto il resto). Nel farlo usiamo una cosa che si chiama testa e che contiene un aggeggio che si chiama cervello. Questo aggeggio, talvolta, dà vita ad opinioni. Queste possono essere condivise o meno. Punto.

Vi sono forme di degrado che sfuggono alla nostra percezione. Il palazzo P-M è una di queste. Non perché sia un olcoloz, valutazione di carattere meramente architettonico, ma perché risulta ancora chiuso, nonostante i 630.000 € della Regione e i 270.000 € del mutuo comunale (questi i dati formali, per quelli reali dovremmo aspettare il 2050, allo scadere del segreto di stato). Chissà cosa mancherà! Non mi pare che nell’ultimo comunicato-comunale il sindaco ne abbia parlato: forse lo farà nel prossimo dispaccio.

Può essere che tutta la cosa sia congelata in attesa di definire la sede della Fondazione Unesco. Intanto l’isola informativa di Caralte è stata avviata mentre per quella di Lozzo, che dovrebbe ospitare un “centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale“, non se ne sa ancora niente. Speriamo in delucidazioni, attese sempre nel prossimo comunicato comunale.

Nel frattempo, tutti assieme, in uno sforzo esorcizzante collettivo, proviamo a gridare con forza la parola magica: apriti palazzo Pellegrini ….

p.s. immagine di repertorio (marzo 2010)

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