BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

la discesa verso gli inferi del turismo bellunese (viene da lontano e Capocelli non c’entra)

14 Marzo 2014 Autonomia, Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni belluno-autonoma, dati-provincia-belluno, turismo-cadorino-analisi, unesco

Sul Gazzettino pianti e urla riguardanti la discesa verso gli inferi del turismo bellunese (per una passeggiata nell’Ade vedere qui, quo e anche qua). Bella quella sulla reliquia del papa che sarebbe la colpa del tracollo delle presenze a Lorenzago: il mago Otelma è niente al confronto (sull’argomento ci torneremo). Segnaliamo anche il servizio di Antenna 3 nel quale Gildo Trevisan (Presidente Federalberghi Belluno-Dolomiti), seppur con poca convinzione, tira per i capelli l’assenza di una guida politica nella nostra provincia (commissariata dall’ottobre del 2011).

Allo stato, le competenze in materia di turismo dell’ente provincia e la relativa dotazione finanziaria non sono tali da determinare “salti quantici” (né extra né intra orbitali). Quello che manca, ma mancherebbe anche se Bottacin invece di essere pugnalato alla schiena dai compagni di coalizione del PDL fosse ancora alla guida della Provincia, è l’autonomia, che per una provincia con il 100% di territorio montano è assolutamente vitale (vedere il segnalato link “qua”).

Come ben si vede nel grafico sottostante, relativo alla sola performance delle presenze in provincia di Belluno, il calo (precipitevole) viene da lontano. Ahhhhh, se solo le Dolomiti potessero far parte di un patrimonio, uno qualsiasi, anche dell’umanità, anche dell’Unesco!! Se solo potessero… questi problemi non si porrebbero (e anche su questo ci torneremo presto).

Andamento dell epresenze turistiche per ogni anno rispetto al 2000 preso come anno base in provincia di Belluno

sembrerebbe che a livello nazionale l’unica speranza sia un M5S al 37%

12 Marzo 2014 Criticarium Itaglia il-parlamiasma, M5S, mestra-menistra, verso-il-default

Non puoi seguire i lavori parlamentari relativi all’approvazione della “nuova” legge elettorale. Per metà degli interventi ti sembra che a parlare siano dei cani rognosi.  Se lo fai, l’unico pensiero che ti viene, l’unico che si fa strada, è quello che il M5S giunga ad avere alla prossima tornata elettorale il 37% dei voti. Se penso alla gestione di tutte le variabili macroeconomiche la cosa mi fa tremare le vene ai polsi, ma per il resto – mi sto riferendo all’ambito nazionale – non mi sembra ci sia altra via di scampo. Ditemi che mi sto sbagliando.

 

Piccoli, la rappresentanza territoriale e l’occupazione nel bellunese

12 Marzo 2014 Politica nostrana peones, perle-dialettiche, politicanti, provincial-politik, quelli-del-PDL, scripta-manent

Qualche giorno fa Piccoli, commentando una notizia relativa all’Acc di Mel:

“Su Acc è stata vinta una importante battaglia, ma ora dobbiamo vincere la guerra perché l’occupazione nel Bellunese torni a crescere. Per farlo bisogna affrontare anche il tema della rappresentanza territoriale. I due temi sono fortemente connessi”.

Il senatore del PDL-FI sostiene dunque che rappresentanza territoriale e occupazione nel bellunese sono due temi fortemente connessi. A crederlo deve essere solo lui, forse a sua insaputa. Vediamo perché.

Diamo per scontato che qualsiasi forma potrà assumere nel futuro la rappresentanza territoriale cui fa riferimento Piccoli, nel passato e fino ad oggi essa non può che coincidere con l’Ente Provincia (commissariato o meno) con tutto ciò che tale tipo di ente può o non può fare per sostenere il “mercato del lavoro”.

Il grafico sottostante mostra l’andamento della disoccupazione totale dai 15 anni e più dal 2004 al 2013 per le province di Belluno, Trento e Bolzano. Come si vede, la dinamica dei tassi di disoccupazione coinvolgenti la provincia ordinaria di Belluno e quelle autonome di Bolzano e Trento risulta sostanzialmente e reciprocamente “in fase” (con ovvi scarti di carattere congiunturale, in più o in meno, che rende Belluno più “nervosa” rispetto alle “contendenti”); in altre parole, la dinamica segue un ordine di forze che, evidentemente, non sono legate né al grado di autonomia (Belluno non ce l’ha proprio) né al bilancio gestito direttamente dell’ente provincia (4500 milioni per TN e BZ e 75 milioni per BL) e alle conseguenti politiche di sostegno del mercato del lavoro eventualmente messe in campo.

Si tenga presente che il PDL, nelle cui file il nostro peones si onora di militare, è stato il partito che ha pugnalato a morte la Provincia di Belluno – come ente a guida politica – sfiduciando il presidente Bottacin nell’ottobre del 2011 (si noti a questo proposito l’impennata parallela della disoccupazione dal 2011 al 2012 per BL e TN, anche se in quest’ultima la guida politica non ci risulta sia stata mozzata). Ecco quindi che il “nostro”, ora che ha avuto modo di capire che l’ente Provincia influenza ben poco l’andamento della disoccupazione, potrà dormire sonni un po’ più tranquilli pensando alle relazioni tra essa e la “rappresentanza territoriale”: in poche parole, i due temi non sono fortemente connessi!

Se il senatore non fosse ancora convinto della cosa potrebbe sempre provare a introdurre nel gioco la provincia di Treviso e l’Italia intera: vedi secondo grafico qui presentato (forse che Muraro nel 2009 si è dimesso, per essere riassunto nel 2010?).

tasso di disoccupazione in %, totale, classe d'eta: 15 anni e più dal 2004 al 2013 delle province di Belluno, Trento e Bolzano

tasso di disoccupazione in %, totale, classe d'eta: 15 anni e più dal 2004 al 2013 delle province di Belluno, Trento, Bolzano, Treviso e Italia

andamento delle presenze turistiche nelle province del Veneto dal 2000 al 2013

12 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

Ieri abbiamo visto che nella sola provincia di Venezia si concentrano più della metà delle presenze turistiche vantate dall’intero Veneto, complice Venezia (10 milioni di presenze) e il litorale (20 milioni). Vediamo ora come si sono evolute (o involute) le presenze dal 2000 ad oggi per ogni singola provincia e per il Veneto nel suo insieme.

Crescono Verona (vigorosamente, 30,8%), Treviso (23,5%) e Venezia (17,1%); Padova tiene (-1,6%) mentre Rovigo, che fino al 2012 era in frenata controllata (-5,2%), registra un tracrollo nel 2013 (-17,3%); Vicenza chiude a -9,2% rispetto al 2000 ma si notano nel corso del tempo i tentativi spesi per restare a galla (2008); Belluno è invece, dal 2004, in costante e (sembra) inesorabile discesa chiudendo il 2013 a -21,1% rispetto al 2000. Nel suo insieme il Veneto sta calando da due anni ma può ancora vantare un +12,7%.

Da notare che anche dopo il 2009, anno della dichiarazione delle Dolomiti patrimonio dell’umanità, il calo delle presenze si mantiene lineare e dritto come un fuso (e per fortuna che gli stranieri hanno colmato in parte il vuoto lasciato dagli italiani: ma l’hanno fatto dappertutto, come cani e porci, anche lì dove l’Unesco non s’è dichiarato 🙂 ).

Però è chiaro che la Grande Baldracconata Dolomiti-Unesco non ha ancora dispiegato tutti i propri magici effetti: vedrete che se mai l’economia domestica dovesse gonfiare i soldi dei taliane, i riflessi sulle presenze si torneranno a vedere un po’ dappertutto (sulle Dolomiti bellunesi con un certo ritardo, va da sé). Nel frattempo la Fondazione Dolomiti-Unesco si sta sbracciando, come solo gli sventolatori di bandiere sanno fare, per scalare le ripide vette dell’autocoscienza. Stanno facendo il primo timido passo: voi siete qui. Tanti auguri e figli maschi.

Andamento delle presenze turistiche dal 2000 al 2013 per ogni anno rispetto al 2000 preso come anno base - Province del Veneto

Giorgia Meloni e le preferenze (la forza del buon senso)

11 Marzo 2014 Criticarium Itaglia partitica

Non è che le preferenze risolvano alla radice il problema generale di questo orrendo sistema elettorale (che a parte il problema delle preferenze ha in ogni caso più buchi di un groviera). Se poi le preferenze le devi attribuire a persone comunque scelte dal partito (a meno che non si facciano le primarie), non sono preferenze di grande qualità. E così via dicendo (le solite cose, insomma). Detto questo, le parole di Giorgia Meloni nell’intervento parlamentare a sostegno dell’introduzione delle preferenze sono semplicemente puro buon senso, niente di più, ma  … ti scaldano il cuore.

distribuzione delle presenze turistiche nelle province del Veneto

11 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

Ieri sul Corriere delle Alpi c’erano in prima pagina i rimborsi dell’Enel a seguito del disservizio del black out di Natale (a proposito: s’è mica fatto vivo qualche sindaco per spiegare la faccenda della class action? Nooo? Non importa, noi siamo seduti sulla sponda del fiume…) mentre sul Gazzettino c’era questo riquadro:

Da Sottomarina a Jesolo tutto esaurito. Caldo record, assalto alle spiagge – in 200 mila sul litorale veneziano.

E mi sono detto: tase via che anche i litoranei taca a laurà … Sì perché la montagna è doppiamente benedetta in termini turistici: infatti ha la possibilità di sfruttare appieno sia la stagione invernale che quella estiva (da ultimo anche l’opportunità del marriage), mentre i litoranei durante l’inverno hanno ben poche cose da fare: una di queste, ironia della sorte, è andare in montagna a sciare (sperabilmente tra le Dolomiti, ché siamo anche patrimonio dell’Umanità).

Così mi sono detto che anche ai blozziani, quasi certamente, piacerebbe sapere come si distribuiscono su territorio regionale le presenze turistiche in funzione di vari parametri. Niente che non sia già noto, naturalmente, solo che non sempre si trova organicamente proposto alla curiosità del volgo. Ma prima di fare il confronto “balneare” diamoci al confronto provinciale, vediamo quali sono le forze in gioco: fatto 100 tutte le presenze su territorio veneto, quelle provinciali così si distribuiscono: Belluno 6,5%, Treviso 2,6%, Vicenza 3,0%, Verona 22,9%, Padova 7,5%, Rovigo 2,4% e Venezia 55,2%.

Da notare come la provincia di Belluno, che deteneva una non impressionante quota del 9,3% nel 2000, sia nel frattempo precipitata al 6,5% del 2013 (perché precipitata? perché in termini di quote provinciali, perdere il 2,8% significa aver perso il 30% del proprio peso “negoziale” nei confronti – soprattutto – della Regione Veneto).

Ripartizione provinciale delle presenze turistiche nel corso del 2013 in Veneto

Distribuzione in valore assoluto e % delle presenze turistiche nelle province del Veneto dal 2000 al 2013

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